-43,6%
È una questione nazionale e non solo biellese, ma nella provincia con l’età media che decolla e il numero di abitanti che si contrae è ancora più seria. Quindici bambini nati in più nel 2023 rispetto al 2022 sono il gol della bandiera in una partita di calcio il cui punteggio era 6-0: dal 2003 all’anno scorso, dicono le cifre dell’Istat, il numero di neonati è sceso del 43,6 per cento, da quasi 1500 a meno di 850. I dati dell’istituto nazionale di statistica hanno occupato per un paio di giorni le pagine dei quotidiani e gli approfondimenti dei telegiornali. La Provincia di Biella è stata la prima a dare conto di quelli locali, aggiungendo qualche dettaglio: -6,7% di abitanti rispetto al -2,5% dell’intero Piemonte, 49,9 anni di età media a confronto con il 47,6% della regione e i 46,2% dell’Italia, una proiezione per il 2050 che ci vede sotto i 150mila abitanti e con un’età media ancora più alta a 52 anni. Le conseguenze di questa tendenza in apparenza inarrestabile sono numerose: meno forza lavoro e più pensionati con i contributi dei primi che non bastano per mantenere i secondi, più difficoltà per le attività produttive a trovare personale, aule più vuote nelle scuole e servizi che devono ridursi e riadattarsi perché al contrario ne serviranno di più per chi invecchia. E le soluzioni non possono essere trovate tutte sul piano locale. La situazione nazionale ha poche differenze, se non nei punti percentuali degli indicatori dell’inverno demografico, con qualche dettaglio emblematico leggendo le analisi dell’Istat. Il numero medio di figli per donna per esempio era arrivato al minimo storico nel 1995, a quota 1,19. Poi era risalito (1,44 nel 2008, il massimo degli ultimi anni) per la doppia spinta verso l’alto data dalle nascite nelle coppie che avevano posticipato il momento in cui diventare genitori e dalle famiglie di origine straniera. Oggi quest’ultima si è esaurita mentre il primo fenomeno, quello della posticipazione delle nascite, è ancora ben presente: l’età media di una neo-mamma era di 28 anni nel 1995 ed è diventata di 31,5 anni adesso.
Ipse dixit
“Non ne posso più di vivere così. Cerco un appartamento e me ne vado da Biella. Non è possibile metterci tutti i giorni tre ore. Non è proprio compatibile con una vita sana. Sarà un mio limite, ci ho provato a lungo, ma non ce la faccio più. Da domani mi metto a cercare. In un modo o nell’altro entro novembre me ne voglio andare da Biella”
(Sfogo di una pendolare sulla tratta ferroviaria Biella-Milano raccolto da La Provincia di Biella dopo l’ennesimo ritardo con coincidenza persa)
In che senso ultimatum?
La Stampa ha rifatto il punto sulla cosiddetta scuola hi-tech nell’ex sede Atap di viale Macallè, un progetto che è paradigma di quanto tempo occorra in Italia per portare a termine un’opera pubblica. Bastano quattro calcoli rapidi: la Provincia aveva presentato la propria candidatura a un bando nel 2015, nove anni fa. Lo aveva vinto ottenendo 11,5 milioni rimasti a lungo solo sulla carta perché c’era stato un ricorso degli esclusi piazzatisi alle spalle nella graduatoria regionale. Una volta vinto il ricorso, con tempi di attesa dilatatisi a dismisura, è arrivata la pandemia a schiacciare il tasto “pausa”, insieme all’aumento del costo delle materie prime che aveva reso non sufficiente la cifra stanziata in precedenza. Nei mesi scorsi il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo aveva annunciato che l’Inail, l’ente che eroga i contributi, aveva firmato il via libera per rifinanziare la ristrutturazione in base al nuovo importo, lievitato fino a 17 milioni. La scuola dell’ex Atap è destinata a riunire le sezioni di alberghiero e agrario del Gae Aulenti: avrà 27 aule, quattordici laboratori e spazi comuni tra cui un auditorium con 150 posti. Nel frattempo, appunto, sono trascorsi nove anni senza che sia stato dato un singolo colpo di piccone al vecchio deposito dei bus che si affaccia su corso Risorgimento. Ma, come dice La Stampa, nei giorni scorsi si è svolto un incontro in cui i tecnici dell’Inail hanno incontrato i funzionari biellesi. Il messaggio? Riassunto nei termini scelti dal quotidiano: «Ultimatum ai progettisti» e tempi dati per il progetto che «andrà consegnato per l’approvazione entro il 31 dicembre in modo che i lavori possano iniziare già l’anno prossimo. Ai tecnici non sarebbero state concesse scappatoie». Ultimatum? Niente scappatoie? Dopo un’attesa di nove anni di documenti, graduatorie e soldi? Davvero?
Cosa succede in città
Oggi alle 15 al Favaro riprendono gli incontri itineranti del “Caffè del benessere”, iniziativa che porta i temi legati alla salute tra la gente. Giovanni Poggi, fisiatra, parlerà nel salone della Cooperativa del mal di schiena e delle sue patologie. L’ingresso è libero
Oggi alle 19,30 a Pollone il caffè letterario di Vocididonne si dà appuntamento alla biblioteca Benedetto Croce per parlare del giornalista e inviato di guerra della Rai Pino Scaccia. Lo racconterà la scrittrice Anna Raviglione
Oggi alle 20,30 a Candelo prosegue al cinema Verdi la rassegna “Trame biellesi”, un’iniziativa del Fai per riportare sotto gli occhi degli spettatori film legati al mondo della moda e magari anche al tessile biellese. È il caso di Pretty Woman (Usa, 1990). Gli abiti che veste Richard Gere, nei panni del protagonista Edward, sono firmati da Nino Cerruti
Oggi alle 21,15 a Biella l’auditorium di Città Studi ospita una serata di proiezioni dell’Angolo dell’avventura, il gruppo di appassionati di viaggi con Avventure nel mondo: con Alberto Macagno si volerà in Messico, Guatemala e Belize. L’ingresso è libero
E volentieri pubblichiamo
Non c’è mai stata su 6aBiella una rubrica delle lettere, semplicemente perché non ne sono mai arrivate, salvo qualche messaggio breve di precisazione o di incoraggiamento. Ma il tema degli sportelli di banca che lasciano le periferie della provincia, affrontato due giorni fa, ha stimolato ben due punti di vista. Eccoli, qui di seguito, con il permesso degli autori. E chissà che non diventi una rubrica vera e propria di qui in avanti...
“In realtà a Valdilana, dove abito, gli sportelli Bancomat sono il doppio di quelli indicati: a Mosso c’è Bpm (sportello e banca), a Valle Mosso ci sono Sella e Biverbanca. Interessante quello indicato a Bielmonte, che non è in Comune di Valdilana ma in quello di Piatto (isola amministrativa). Valdilana si ferma un chilometro prima, all’altezza delle gallerie della Panoramica. Ma di fatto Bielmonte è percepito come territorio di Valdilana: la maggior parte delle proprietà e delle attività sono di Zegna e vi lavorano molte persone provenienti da Valdilana”.
Franco Grosso
“Nel 2024 si potrebbe pensare di pagare in elettronico e non in contanti, personalmente è dal 2020 che non ho più il portafogli e pago solo con il telefono e le relative carte associate o altre applicazioni. Ho 20 euro di carta per le emergenze. Sono classe 1976, quindi non proprio giovanissimo. Peraltro usa quella metodologia anche mia madre, classe 1944. Di sicuro non la regola tra quelle della sua età, ma forse bisognerebbe puntare più sull'educazione al digitale, che sull'avere ancora servizi come bancomat e succursali capillarmente diffuse. Sulle succursali si può fare un discorso analogo, esistono strumenti digitali. Sì, certo gli anziani, gli stessi però che poi non vogliono pagare i servizi bancari: tenere succursali aperte costa molto, se nessuno è disposto ad avere alti costi di tenuta conto, perché qualcuno li dovrà pagare i costi per tenere aperte succursali in cui poche persone si recano e che usano pochi servizi. Le vogliamo tenere aperte per decreto nazionale, bene, facciamolo, ma i costi aumenteranno”.
Ivano Mantegazza