A che cosa serve (anche) un'autostrada
Il polo Amazon e, lì attaccato, il deposito di Coop Nordovest di Vercelli, l’enorme centro sempre di Amazon di Agognate alle porte di Novara con tanto di stazione ferroviaria dedicata, il magazzino di Esselunga a Biandrate hanno in comune un dettaglio: un’autostrada a pochi metri. Vale lo stesso anche per il nuovo polo logistico di cui è già iniziata la costruzione a Balocco, sempre a una spanna dai confini del Biellese. Nasce su una superficie di 78mila metri quadri, più di dieci campi da calcio, e avrà spazi commerciali per meno della metà dello spazio occupato. A investirci sopra parecchi soldi è una multinazionale con base negli Stati Uniti: si chiama Barings e ha scelto Balocco perché (come da dichiarazioni rese a La Stampa) «si trova a circa 70 chilometri a Ovest di Milano e 70 a Est di Torino», in un’area con prezzi più bassi e offerta più alta rispetto alla vicina Novara, e soprattutto è a 500 metri da uno svincolo della Torino-Milano, «che è l’asse principale che scorre da Est a Ovest in Italia». Il sindaco di Balocco Gian Mario Morello si frega le mani: «Abbiamo centrato l’obiettivo di portare nuovi insediamenti, nuovi posti di lavoro e abitanti in paese» dice, sempre a La Stampa. Il presidente della Provincia di Vercelli Davide Gilardino (Fratelli d’Italia) ha una spiegazione del perché i colossi internazionali dello spostamento di merci guardino anche alla piccola Balocco: «La presenza di caselli autostradali fa sì che chi deve investire sia interessato a queste zone. Anche perché le aree verso Torino o Milano sono sature, e quelle comode e ospitali diventano le più ambite». C’è anche qualche voce allarmata, come quella di Gianni Filippa, presidente di Confindustria Vercelli: «I poli logistici sono importanti, ma devono anche funzionare per non lasciare i capannoni vuoti come si vede oggi con il tessile. La loro creazione deve essere accompagnata da un contesto produttivo con un certo indotto, altrimenti il tessuto economico del territorio non cresce». A proposito di incognite non è detto che una struttura simile rivitalizzi un borgo anche quanto a numero di abitanti: Amazon e Coop a Vercelli confinano con il quartiere di Larizzate, più volte descritto come “fantasma”, abitato ormai solo da un manipolo di agricoltori del riso. Inoltre i poli logistici realizzati in questo modo consolidano la tendenza a trasportare le merci sempre di più su gomma, con le conseguenze sul fronte dell’inquinamento e quindi della sostenibilità: il 2023 secondo un documento reso noto da Il Sole 24 Ore è stato l’anno record per il transito di tir sulle autostrade italiane, il 6% in più del precedente massimo storico del 2007. Una cosa è più che certa: in questa partita, Biella è fuorigioco e lo è perché non abbiamo un’autostrada o qualcosa di simile e probabilmente nulla cambierà almeno fino all’apertura della pedemontana. Quando Amazon scelse Vercelli, per esempio, con la potenziale assunzione di seicento persone, Biella fece un tentativo quasi di bandiera con una lettera dell’allora sindaco Marco Cavicchioli per perorare la causa della città per il nuovo insediamento. Fallì, perché il vantaggio di avere l’uscita dell’autostrada di Vercelli Ovest a una spanna era insuperabile.
Ipse dixit
“Le mafie vanno sempre dove ci sono i “piccioli”. E con discrezione si inseriscono con i prestanome. In alcune realtà hanno fatto umore e l’hanno pagata cara. Le mafie al Nord ci sono al meno dal giugno 1963, da quando venne applicata dal ministro veneto Mariano Rumor dopo la strage di Ciaculli in cui morirono sei tra carabinieri e artificieri dell’esercito, la legge sul confino”
(Attilio Bolzoni, il giornalista e scrittore ospite della rassegna Fuoriluogo venerdì in biblioteca, intervistato da Eco di Biella)
L’ultimə candidatə
Il debutto di una schwa (anzi due) su 6aBiella è la testimonianza di una situazione incerta: quasi tutti gli schieramenti hanno sciolto le riserve sulle candidature per le elezioni comunali del capoluogo tranne quello che parte da favorito, il centrodestra. Per riassumere la situazione confusa ecco una rapida cronistoria degli ultimi giorni: venerdì su La Stampa il segretario provinciale della Lega Roberto Simonetti ha preso la parola per chiedere scusa a nome del suo partito dopo le esternazioni del capogruppo Alessio Ercoli in consiglio comunale sull’assenza di Marta Bruschi, neocandidata sindaca del centrosinistra ma anche neomamma, uscita dall’aula per allattare la figlia di otto mesi. «Non avremo problemi a candidare una donna a sindaca» ha detto Simonetti, «anzi lo annuncio già: la nostra proposta, dopo averla concordata con gli alleati, sarà proprio di una donna». Parole che suonano sia come un benservito a Claudio Corradino, che pure è del suo medesimo partito, sia come una sorta di lancio di Barbara Greggio, assessora a Commercio e Turismo ma anche sua moglie. Ventiquattro ore dopo sempre sui giornali sono arrivate prontissime le reazioni. Pacata quella di Corradino, sempre a mezzo stampa: «Credo che il mio partito abbia ritenuto doveroso dire che siamo avanti nella parità di genere e un giorno potremmo anche proporre una donna sindaco». Un po’ meno conciliante quella di Andrea Delmastro, uomo forte (anche se, formalmente, gli incarichi provinciali del partito sono di altri) di Fratelli d’Italia: «Strana concezione quella per cui ci sarebbe un rapporto di trasmissione patrimoniale della candidatura a sindaco di Biella all’interno di un solo partito. Il centrodestra saprà prescegliere il miglior candidato, anche alla luce delle attuali indicazioni dell’elettorato, nel rispetto della volontà popolare». Le “attuali indicazioni dell’elettorato”, o almeno quelle più recenti, risalgono alle elezioni politiche di un anno e mezzo fa, con Fratelli d’Italia che ottenne anche in città molti più voti della Lega a differenza delle elezioni comunali del 2019. Parrebbe un modo per dire che, se proprio il partito di Delmastro dovesse accettare un candidato altrui, almeno vuole avere diritto di scelta e di veto. Giovedì si riunirà il direttivo provinciale della Lega e pare semplice immaginare l’argomento che terrà banco. Il centrodestra resta in ogni caso l’unico a non aver ancora deciso chi schierare sotto i riflettori. Sugli altri fronti ci sono Marta Bruschi per il centrosinistra, Domenico Remorini per il Movimento 5 Stelle, Andrea Foglio Bonda, presentatosi sabato in un minievento in piazza della Trinità, per i centristi di Buongiorno Biella e Dino Gentile con la sua coalizione altrettanto civica e altrettanto centrista.
Cosa succede in città
Oggi alle 20,30 a Candelo il cinema Verdi propone il film “Povere creature” (Usa, 2023) di Yorgos Lanthimos, capace di conquistare undici nominations per gli Oscar, in lingua originale con sottotitoli in italiano
Oggi alle 21 a Biella il cinema Mazzini proietta nella sala 1 il documentario “Adesso vinco io”, dedicato a Marcello Lippi, allenatore dell’Italia maschile del calcio che fu campione del mondo nel 2006. Gli autori sono Simone Herbert Paragnani e Paolo Geremei. Il film sarà replicato domani alla stessa ora
Oggi alle 21,30 al Piazzo il Biella Jazz Club apre il suo palcoscenico, nella sede di palazzo Ferrero, alla serata della jam session
La foto del giorno
Distesi sul marciapiede, senza vestiti o quasi, davanti al centro di permanenza per il rimpatrio per migranti di via Corelli a Milano per chiedere con forza che quella struttura venga chiusa per consentire ai suoi ospiti di essere trattati in modo più umano: l’iniziativa di domenica dell’associazione Enzo Tortora di Milano, il circolo dei Radicali nel cui ufficio di segreteria c’è la biellese Francesca Valcauda, è una delle conseguenze di un’inchiesta giornalistica pubblicata tre mesi fa da Altreconomia con la firma di un altro biellese, Luca Rondi. Il suo articolo denunciava le mancanze nella gestione della struttura: lenzuola rimaste negli armadi e non distribuite, niente tutele legali, pochissima assistenza sanitaria, documenti falsi per far apparire come presenti nell’offerta (per un appalto da 1,2 milioni di euro) servizi mai attivati. La magistratura aprì un’indagine che ha portato, tra gli altri provvedimenti, al commissariamento del centro. Ma la situazione non è diventata ottimale tant’è che due dei migranti ospiti, persone in attesa di un rimpatrio che lo Stato italiano fatica a rendere realtà, avevano protestato il 10 febbraio uscendo nudi sotto la pioggia pochi giorni fa. La manifestazione pacifica dei Radicali milanesi riprende proprio quella protesta.