Adunata: giorno tre
Gli Alpini sono buoni. Se qualcosa di sbagliato o di controverso avviene a un’adunata, foss’anche una penna nera che per costruire una foto buffa finge di dormire su un’aiuola accanto al suo mulo, sicuramente non è un Alpino ma uno che ha comprato il cappello al chioschetto e si è infiltrato nella festa. Fa invidia a qualsiasi organizzazione la granitica certezza di rettitudine e bontà che circonda l’Ana. Ieri ce n’è stato bisogno per la macchia che tutti hanno notato a livello mediatico in Italia, mentre il classico rituale della festa stava movimentando il Biellese intero: un capannello di persone, qualcuna col cappello alpino in testa e qualcuna no, qualcuna col braccio teso alzato nel saluto romano e qualcuna no, ha ascoltato e canticchiato “Faccetta nera”, canzone bandiera dell’era coloniale fascista, davanti a un bar di via Gramsci.
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