Ah però, l'ultima giunta
Le ultime settimane di un sindaco in carica normalmente vengono dedicate all’ordinaria amministrazione, specie se non è in vista una riconferma come nel caso di Claudio Corradino che non è stato ricandidato. La seduta della giunta comunale di Biella che ha chiuso la legislatura, al contrario, conteneva delibere pesanti, benché frutto di decisioni già assunte e consolidate in consiglio comunale. Non bastava la ratifica del rincaro senza sconti del biglietto del bus urbano di 10 centesimi, terzo ritocco in cinque anni per un totale di più 0,50 euro rispetto al prezzo del 2019. L’esecutivo cittadino ha votato anche le due convenzioni che stabiliscono gli adempimenti che dovranno affrontare le società costruttrici per poter procedere al confine tra Biella e Gaglianico, al “non centro commerciale” Le Vette all’ex Filatura Biellese, e a Chiavazza dove sorgeranno un supermercato e un magazzino di legnami in via Milano. I documenti sanciscono i cosiddetti oneri di urbanizzazione, ovvero la natura e il valore delle opere pubbliche e dei pagamenti al Comune che andranno di pari passo con la realizzazione delle strutture. Per Le Vette si parla di 446 posti auto (più o meno quelli dei tre piani dell’autosilos della funicolare in via Sebastiano Ferrero), di poco meno di 11.500 metri quadrati di aree verdi e di una pista ciclabile. Il complesso delle opere destinate al pubblico e di quelle necessarie a servizio del complesso (da strade a fognature) arriva a superare 1,5 milioni di euro. Quello che non è calcolato nelle opere diventerà moneta sonante nelle casse del Comune: si parla di 670mila euro di cui un quarto (164mila euro e spiccioli) verrà incassato da palazzo Oropa prima del rilascio del permesso di costruzione che, a questo punto, sarà imminente. Vale lo stesso a Chiavazza per il nuovo supermercato Tigros di via Milano che porterà al Comune un incasso di oltre 219mila euro. Insieme arriveranno anche un giardino pubblico in via Milano, una cinquantina di parcheggi pubblici e l’illuminazione del campo sportivo del quartiere. Anche in questo caso la prima rata andrà versata prima dell’apertura del cantiere. Ordinaria amministrazione, come si diceva, benché ingombrante, ma consente di poter dire alla giunta Corradino di aver condotto in porto due progetti presentati dai privati per cambiare il volto di due angoli di città. A voler essere caustici, si può osservare che per due centri (o non centri) commerciali ci è riuscita, a differenza di via Carso, funivie Oropa, ex ospedale.
Ipse dixit
“A proposito, come sono i rapporti con Delmastro?
L’amicizia per quanto mi riguarda è eterna. C’è stata una grande, gigantesca confusione tra l’aspetto privato e quello politico.
Ma lei è un parlamentare. La sua sfera privata per forza di cose è limitata.
Questa è una sciocchezza stile “Grande fratello”. Ma che rilevanza politica ha quello che è accaduto? È come se fossi stato protagonista di un incidente stradale, ammesso che quell’eventuale incidente stradale fosse a me imputabile”(Emanuele Pozzolo, deputato sospeso da Fratelli d’Italia, in un’intervista a La Stampa dopo la richiesta di rinvio a giudizio a suo carico presentata dai magistrati di Biella per i fatti della notte di San Silvestro a Rosazza)
Il futuro prossimo dei trasporti
A Biella c’è un taxi ogni 14,62 auto noleggiabili con conducente: il totale delle licenze dei primi è di 29, a cui si aggiungono 424 Ncc, la sigla che contraddistingue il servizio. I numeri arrivano da un’inchiesta della rivista Wired citata da Il Biellese e la distanza è ancora più pesante dalla media nazionale dove la proporzione è di uno a quattro. La differenza tra le due tipologie riguarda la presenza del tassametro a bordo (i taxi calcolano così la tariffa, i noleggi con conducente la stabiliscono in anticipo) e la possibilità di aspettare i clienti in strada o di lavorare solo su prenotazione come gli Ncc. Sono cifre che sembrano confermare come esista un mercato per le auto a disposizione del pubblico che giustificherebbe il rilascio di nuove licenze, un passo che nessun Governo è finora riuscito a compiere per le barricate della corporazione dei tassisti, rigidissimi nel difendere il loro sistema assai chiuso e i loro guadagni benché questi ultimi, dichiarazioni dei redditi alla mano, non sembrano invidiabili: sono 15mila euro all’anno di reddito lordo medio, un po’ più alto al nord (intorno ai 20mila) che al sud come dice un’analisi pubblicata da Il Sole 24 Ore. I 1300 euro lordi al mese sembrano però decisamente incompatibili non solo con le possibilità di sopravvivenza di chi pratica questo mestiere, considerando che con quella cifra vanno coperti anche i costi vivi per esempio di carburante e manutenzione delle auto oltre che con i prezzi delle licenze stesse. Rilevarne una può costare fino a 150mila euro, un investimento ingiustificabile per ricavi annui così esigui. Il sospetto detto a mezza voce è che sia altissima l’evasione fiscale. Impossibile, con i dati a disposizione, azzardare proiezioni sulla situazione biellese, ma una caratteristica della provincia potrebbe rendere prezioso il lavoro delle auto pubbliche. Un esempio arriva dall’appello di Lelia Zangrossi riportato da La Provincia di Biella: lei, insegnante in pensione residente a Mosso, è tra gli abitanti di Valdilana che aspettavano la riassegnazione a un nuovo medico di famiglia dopo mesi di crisi di personale sanitario nella zona. La sua richiesta è che venga rimesso in funzione anche l’ambulatorio di Mosso per le visite per chi, come lei, non ha l’auto: «Diventa difficile raggiungere Camandona o Valle Mosso senza chiedere un passaggio a qualcuno. Senza dimenticare che il nostro territorio non è neppure coperto in modo capillare dai bus». Taxi e noleggi con conducente avrebbero un mercato in più in situazioni del genere, che valgono a maggior ragione per visite ed esami in ospedale, in una provincia sempre più anziana e fatta di paesini e frazioni sparsi nelle valli lontane dal capoluogo e dai suoi servizi. A fare da supplente al pubblico che non arriva ovunque c’è già il volontariato con associazioni come Auser o Fondo Edo Tempia per accompagnare a visite e terapie chi non ha altro modo di arrivarci. Forse il pubblico che non arriva ovunque potrebbe cercare alleanze.
Cosa succede in città
Oggi alle 19 a Chiavazza torna la festa patronale di San Quirico con l’apertura delle cucine: i piatti del giorno sono grigliata di carne, fritto misto di pesce e stufato d’asino. Alle 19,30 spazio allo sport con la partenza del Giro della Bertamelina, una manifestazione podistica non competitiva. Dalle 21 circa si aggiunge l’intrattenimento musicale con gli Eva Cera
Oggi alle 19 a Gaglianico apre i battenti la festa patronale di San Pietro che terrà banco fino a domenica 30: la prima serata prevede un menu a base di hamburger e patatine e la musica della “The rewind band” che ripropone il repertorio di Vasco Rossi
Dire dal telefonino che si è contro il telefonino
La seconda notizia più commentata sui social di ieri (la prima riguarda il clima salubre del Biellese, ma ci sarà modo di approfondirla a breve) parla del centro estivo dell’oratorio di Salussola. Qui il parroco don Lodovico De Bernardi ha imposto una regola a bambine e bambini: è vietato l’uso dei telefoni cellulari durante le giornate insieme. «Non servono» ha spiegato il sacerdote a Il Biellese. «Ci si trova proprio per giocare insieme e relazionarsi non virtualmente in rete, ma realmente con prossimità». Prevedibile è stata la reazione di lettrici e lettori sulla pagina Facebook del bisettimanale: una serie di «Bravo», di «Ha fatto bene», qualche pensiero appena più articolato come «Troppi cellulari in mano ai bimbi non vanno bene» o «I bambini o piccoli ragazzi del telefonino non dovrebbero nemmeno sapere l'esistenza». Si è levata un’ondina di anti-tecnologia, insomma, intrisa di nostalgia dei bei tempi andati quando “si era felici con poco”. Il tutto, però, commentando su Facebook e facendolo in pieno giorno (chissà, magari in una pausa dal lavoro) assai probabilmente con un telefono cellulare in mano. Se don De Bernardi ha provato a educare stabilendo una regola, insomma, la comunità che ha approvato la sua decisione non ha esattamente educato con l’esempio.