Animali
Sabato mattina dunque un dromedario ha fatto una passeggiata in via Italia, una scena che mancava probabilmente da una quarantina d’anni, da quando cioè i circhi con gli animali che facevano tappa in città amavano fare “una vasca” (per esempio) con gli elefanti per promuovere il loro spettacolo. Ma c’erano ragioni di marketing politico e non di marketing circense dietro l’episodio di sabato: la presenza dell’animale era la coreografia più vistosa della protesta di Fratelli d’Italia in occasione della visita del senatore Matteo Renzi a Biella, per presentare il suo libro e, con l’occasione, dire la sua sui fatti di capodanno a Rosazza, suo argomento preferito per attaccare il deputato Emanuele Pozzolo ma soprattutto il sottosegretario biellese alla Giustizia Andrea Delmastro. Il dromedario è stato scelto come simbolo del Medio Oriente per riferirsi alle consulenze lautamente retribuite di Renzi con l’Arabia Saudita. Mentre lo scambio di accuse è finito anche a querele (di Delmastro a Renzi) e mentre passano i giorni senza che ci sia una ricostruzione chiara e univoca su chi abbia sparato a Rosazza ferendo un partecipante al veglione di San Silvestro, la presenza dell’animale del deserto in una piovosa mattina biellese ha scatenato le reazioni degli animalisti: «La vicenda è da censurare sotto il profilo etico» ha dichiarato a La Stampa Alberto Scicolone, dell’associazione Legami di Cuore (ma anche vicino al centrodestra, da ex coordinatore dei giovani di Fratelli d’Italia). «Biella dice di voler vietare i circhi con gli animali e poi un partito della maggioranza porta un dromedario in via Italia per quella che è poco più che una goliardata politica? Credo non abbia fatto ridere nessuno». I militanti animalisti hanno chiesto chiarimenti all’Asl per sapere se la presenza del dromedario (arrivato da un allevamento in provincia di Asti) fosse accompagnata da tutti i permessi. A proposito di circhi, sui social è già comparso l’annuncio dell’arrivo dello spettacolo di Paolo Orfei e del circo Africa, che approderà in zona Città Studi dal 22 febbraio al 3 marzo. La promozione non sembra lasciare dubbi: a differenza del circo di Peppino Medini arrivato a gennaio (e finito nel mirino di animalisti, cittadini e perfino pezzi di giunta comunale senza ragione), qui gli animali faranno parte delle esibizioni. I primi commenti sono di ferma protesta sia contro il circo stesso sia contro il Comune: «Qualcuno» dice una cittadina «aveva detto che non avrebbe piu permesso a circhi con animali di venire a Biella ma vedo che come al solito sono solo parole». In realtà il regolamento per il benessere animale approvato a giugno non vieta la presenza di circhi con gli animali in città ma dispone le condizioni perché possano fermarsi e fare il loro spettacolo: «Ai fini del rilascio dell’autorizzazione» aveva detto l’assessora Gigliola Topazzo (Lega) «il responsabile del complesso circense dovrà sottostare a numerose e ben precise regole, tra le quali vi sono l’invio all’Asl della dichiarazione di conformità ai criteri per il mantenimento di animali nei circhi e nelle mostre viaggianti, stabiliti dall’autorità scientifica, l’obbligo di fissare un appuntamento per il sopralluogo di un veterinario e ricevere il parere favorevole espresso dall’azienda sanitaria». I dati in possesso della stessa Asl intanto hanno fatto registrare un aumento nel numero di cani con microchip in provincia: dai 33.700 circa fino al 2020, si è saliti nel 2021 a 35.150, numero rimasto più o meno stabile fino a oggi. Il picco di adozioni coincide con la pandemia, come ha rilevato Vittorio Lucchesi, direttore del servizio veterinario dell’Asl: «Le motivazioni» ha dichiarato a La Provincia di Biella «sono forse da ricercarsi nel supporto benefico che apporta la convivenza con gli animali quando è impostata sul principio di relazione».
Ipse dixit
“L'idea di concentrare [nel vecchio ospedale] una parte delle scuole, creando quella che avevamo chiamato la città dei giovani, con tante idee per i ragazzi, è stata lanciata nel 2014, quando Buongiorno Biella presentò Antonio Ramella Gal come sindaco. L'iniziativa era partita su mia indicazione e studiata in modo che non fosse una mossa propagandistica ma un progetto percorribile. Peccato che né la giunta di centrosinistra che vinse in quell'occasione né quella di centrodestra attuale abbiano tenuto conto di quella che invece era un'idea straordinaria”
(Gianluca Susta, ex sindaco, ex senatore e parlamentare europeo, ex coordinatore regionale di Azione, intervistato da La Stampa)
Uomini
Vale una notiziola in cronaca, di quelle che occupano poco spazio, la scoperta che qualcuno ancora dorme nei capannoni ex Rivetti di via Carso e lo fa perché, quasi certamente, non ha un altro posto in cui passare la notte. Non è così sorprendente: nonostante accessi bloccati, reti di recinzione e altre precauzioni, oltre le mura un po’ scrostate della vecchia fabbrica i senza tetto trovano rifugio da innumerevoli anni. La città se n’è accorta per un allarme per un incendio che, qualche giorno fa, ha suscitato l’attenzione delle forze dell’ordine: il fumo che si vedeva uscire dai capannoni era quello di un fuoco che un gruppo di persone aveva acceso per scaldarsi. I carabinieri sono andati a controllare e li hanno visti allontanarsi rapidamente al loro arrivo. L’episodio conferma la sensazione già espressa dai responsabili di Emergenza Freddo, il progetto che moltiplica i posti letto al coperto nella stagione invernale, quella più dura per chi non ha una casa: nei primi due mesi dell’iniziativa partita a fine novembre sono state accolte 64 persone, mentre nel 2022/2023 erano state 102 fino ad aprile, segno che la tendenza è di crescita ulteriore. Eppure, evidentemente, lo sforzo non basta a dare un tetto a tutte e tutti coloro che ne hanno bisogno. Al numero di chi resta fuori va poi aggiunto chi lo fa per scelta: c’è una persona che da settimane ormai ha eletto i portici di via La Marmora come luogo in cui passare la notte, circondato da poche cose raggruppate in borse e su un giaciglio improvvisato fatto di cartone. «Mangia, beve e dorme qui, ovviamente lasciando tutto sporco e in disordine» ha dichiarato un’abitante della zona a La Provincia di Biella. «Ma questo è il problema minore, la questione vera è che è un uomo che ha bisogno d’aiuto eppure sembra abbandonato a se stesso». Qualcuno aveva in realtà provato ad aiutarlo, da un giovane vicino di casa che gli aveva regalato una coperta agli stessi servizi sociali del Comune che però si sono sentiti rispondere no all’offerta di una sistemazione meno precaria: «Non possiamo obbligare nessuno a dormire dove diciamo noi contro la sua volontà» ha dichiarato sempre a La Provincia di Biella l’assessora Isabella Scaramuzzi (Forza Italia). «Quello che posso assicurare è che gli è stato fornito tutto l’occorrente affinché possa quantomeno dormire al caldo, dalle coperte al sacco a pelo».
Cosa succede in città
Oggi alle 21,30 al Piazzo il Biella Jazz Club prosegue il suo ciclo di concerti del martedì con “The last coat of pink”, gruppo che rivisita in chiave jazz le canzoni dei Pink Floyd. Sul palcoscenico di Palazzo Ferrero saliranno Kathya West alla voce, Alberto Dipace al pianoforte e Danilo Gallo al contrabbasso
Una cosa su Buffon e su come funzionano i media
Era vestito in borghese e non da calciatore, era una chiacchierata al microfono e non una partita di Champions League, ma Gianluigi Buffon è riuscito a schiodare dalla poltrona e dalla diretta di Sanremo almeno tremila biellesi. È accaduto venerdì sera al Forum e, scherzando, il conduttore Alessandro Alciato ha detto che era lì al palazzetto la ragione di un possibile calo di spettatori per la quarta serata del Festival. Sono stati raccontati episodi e aneddoti a manciate, c’è stato l’intervento in videochiamata dell’ex capitano del Milan Paolo Maldini, del commissario tecnico dell’Italia Luciano Spalletti, del difensore di Juve e Nazionale Andrea Barzagli. Ma, come accennato nell’introduzione-saluto dell’edizione di ieri, un solo dettaglio ha bucato la bolla delle tante cronache della serata apparse sui media locali per diventare una notizia nazionale: Buffon che, alla domanda se ci fosse qualcosa nella sua carriera che non avrebbe rifatto, ha risposto: «Sì, comprarmi il diploma». Notizia nuova? Nemmeno un po’: era un ancora giovane giocatore del Parma quando si scoprì la cosa e venne aperta un’inchiesta dalla magistratura. Il portiere che di lì a poco avrebbe vinto tutto aveva pagato per avere il titolo di studio da ragioniere e potersi iscrivere all’università. Il caso giudiziario si chiuse in fretta con lui che patteggiò un’ammenda di sei milioni di lire. Lo scivolone è stato ricordato ogni tanto, quando un successo o un avvenimento importante della sua storia di calciatore convincevano i giornali a riassumerne la biografia nel bene e nel male. E quindi perché oggi, cercando su Google “Buffon diploma comprato” appaiono grappoli di notizie di media di ogni genere che raccontano la storia come se fosse nuova? Tgcom24 usa il verbo “svela”. La Gazzetta dello Sport parla di “confessione” così come Vanity Fair. C’è chi calca la mano con la parola “clamoroso” o “shock”. Ne parlano, insomma, come se non si fosse mai saputo prima. Un po’ conta la regola del titolo acchiappaclic specie nel mondo di internet. Un po’ conta anche quel curioso meccanismo che scatta quando viene diffusa una notizia attraverso un lancio d’agenzia o perché un giornale ci arriva per primo: gli altri fanno a gara a essere secondi, terzi, quarti e comunque abbastanza rapidi da poter essere indicizzati rapidamente su Google e trovati dai lettori a caccia di novità. Così, per amor di velocità, si salta il passaggio di una pur semplice verifica, semplice perché nell’era digitale basta lo stesso Google. Sommerse dai risultati di ricerca di notizie comparse nelle ultime 48 ore ci sono anche quelle di anni fa che raccontano la stessa storia, o quando era nuova davvero o quando qualcuno l’ha ripresa incastrando i tasselli della lunga carriera del calciatore. Fortuna (per Biella) che Buffon si è trovato così bene da usare i suoi social per ringraziare del calore e dell’ospitalità: «Una serata straordinaria ricca di emozioni indimenticabili, mi sono sentito veramente a casa» ha scritto su Instagram dove ha 11,1 milioni di seguaci. Non male come impatto da influencer.