Anni di stagno
Silver life, vita d’argento, è uno slogan della Fondazione Biellezza per convincere chi vive nelle metropoli del Nord, specie se in pensione, a scegliere la nostra provincia per abitare in un luogo più tranquillo, come fanno i parigini con la Francia del Sud o gli statunitensi con la Florida. L’argento diventa un metallo assai meno pregiato se si è anziani e non più autosufficienti, o non abbastanza autonomi perché basti il sostegno dei familiari: nel Biellese dall’età media sempre più alta, occorrono tre anni per accedere al contributo regionale per coprire parte della retta di una residenza sanitaria assistita, nuovo nome delle case di riposo. Lo segnala Paola Garbella, presidente della Fondazione Cerino Zegna (e mancata presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella) a La Stampa: «Fino a un paio di anni fa, la nostra provincia era la prima per numero di assegnazioni delle quote, dato giustificato dal numero elevato di cittadini con più di 65 anni. Adesso invece siamo gli ultimi in Piemonte e questo non si spiega». La retta di una casa di riposo parte da 2500 euro al mese. Nel Biellese ce ne sono 35 e mettono a disposizione circa duemila posti letto. Di questi, sono 450 quelli in convenzione con la Regione, ovvero con la retta parzialmente coperta dal contributo. Nel 2011 erano 780. Sono aumentate del 56% anche le tariffe dei centri diurni per i malati di Alzheimer, strutture fondamentali per le famiglie che ancora provano a gestire i pazienti tenendoli a casa. «Invecchiare bene e in salute non è un diritto di tutti e questo è evidente» si lamenta, sempre dalle pagine de La Stampa, la segretaria dei pensionati Cgil Marvi Massazza Gal. «Il ricovero costa troppo e i familiari sono costretti a fare i salti mortali». L’importo della pensione media a Biella è di 1.060 euro, secondo i dati diffusi dall’Inps: «Un anziano da solo» dice Massazza Gal «nel momento in cui si ammala non può affrontare in modo autonomo le spese».
Ipse dixit
“Oggi si tende a fare percorsi più nell'ambito umanistico e meno nell'ambito tecnico quando in realtà il mercato del lavoro è esattamente il contrario, richiede più tecnici che umanisti. Il secondo aspetto è che noi abbiamo una serie di scuole dominanti che portano avanti formazione teorica mentre avremmo bisogno di formazione professionale. Lasciate i figli fare la loro strada, lasciateli liberi nella scelta del percorso, lasciateli scegliere in base alle loro attitudini e non in base agli stereotipi”
(Ermanno Rondi, responsabile capitale umano di Confindustria Piemonte e fondatore ed ex amministratore delegato della Incas di Vigliano, diplomato al liceo scientifico e laureato in ingegneria elettronica)
Ancora sulle auto Euro 5
Qualcuno ricorda polemiche e discussioni quando, il 15 settembre 2021, entrò in vigore il blocco alle auto diesel Euro 4 in Piemonte, Biella inclusa? No? Ottima memoria: non ce ne furono, così come non ci fu, dati alla mano, la corsa al cambio d’auto in emergenza per chi ne aveva ancora una di vecchia generazione. Sono ancora immatricolate in provincia di Biella, secondo le cifre fornite dall’Aci a Il Biellese, 19.064 vetture a gasolio Euro 4 o precedenti, pari al 41,3% delle 46.196 auto diesel in circolazione. Significa che il primo limite imposto per provare a limitare i modelli più inquinanti non ha avuto impatto sul mercato delle auto né sulle abitudini di chi le ha acquistate. Le Euro 5, su cui impatterà il provvedimento in vigore fra un paio di settimane, sono 11.674. Che prima o poi sarebbe arrivato il loro turno era cosa notissima: la delibera della Giunta regionale piemontese che disciplina le varie limitazioni è del febbraio 2021. Allora perché la bolla delle proteste e delle levate di scudi è arrivata all’improvviso? La risposta semplice è da ricercarsi nell’abitudine un po’ italiana di svegliarsi solo all’ultimo momento. Quella un po’ più complessa forse ha origini differenti: campagna elettorale. Si vota nel 2024, dall’Europa alle amministrative. Allora ecco che in Piemonte il Pd attacca il centrodestra al governo e il presidente Alberto Cirio, con il segretario provinciale Rinaldo Chiola che annuncia una raccolta di firme per protestare: «Ho ricevuto molte telefonate» ha dichiarato a Il Biellese «contro questa che sembra un’iniziativa ambientalista ma rischia di penalizzare una fetta enorme della popolazione piemontese». Dentro il centrodestra ci si divide tra chi se la prende con l’Europa brutta e cattiva, come il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini (Lega), e chi promette ricerca di soluzioni per calmierare gli effetti del provvedimento, come il collega a palazzo Chigi Gilberto Pichetto (Forza Italia). Sul piano locale, è frontale l’attacco del sindaco Claudio Corradino (Lega): «Non voglio firmare il provvedimento» ha detto sempre a Il Biellese «perché sono convinto della necessità di dare un segnale di protesta». Posizionarsi, insomma, conta di più che affrontare la questione da un punto di vista razionale. Il divieto di transito non impatta su strade statali, provinciali e su tutti i Comuni che non siano il capoluogo, Cossato e Valdilana. Lo stop varrà, per quanto riguarda Biella città, nello stesso quadrilatero interdetto oggi alle Euro 4 diesel, delimitato da via Pietro Micca, via Cavour, via Galilei, viale Cesare Battisti, via Repubblica e via La Marmora, che peraltro resteranno tutte transitabili, senza dimenticare il lungo elenco di esenzioni che amplia ancora di più la platea di chi continuerà a circolare dove vuole. Provando a guardare più da vicino, le strade principali vietate alle vetture a gasolio immatricolate dal 2014 in poi saranno via Dante, via Garibaldi e via Gramsci. Il resto è già in zona a traffico limitato per tutti. È davvero il caso di stracciarsi le vesti per così poco, almeno dalle nostre parti dove l’impatto sarà certamente minore rispetto a una metropoli come Torino? «Questo blocco era già noto fin dal 2017, quando le regioni del Nord, di vario colore politico, hanno sottoscritto un accordo» osserva, dalla piccola Cossato, il consigliere comunale del Pd Marco Barbierato. «Si sa da anni che sarebbe arrivato, e non hanno fatto quasi niente. Anzi, si è tagliato sul trasporto pubblico, non si sono aggiunte tratte dei treni, non si sono pensate ciclabili fatte bene, o progetti per la mobilità sostenibile. I bus non ci sono, e la gente non è abituata a prenderli. I soldi per cambiare auto o furgoncino tanti non li hanno. E allora, non firmiamola questa ordinanza del blocco. Siamo almeno coerenti col nulla fatto finora».
Cosa succede in città
Oggi alle 16,30 a Biella è in programma il secondo evento che anticipa la grande festa di BollediMalto: a villa Boffo si terrà una doppia degustazione, prima con le birre artigianali abbinate ai dolci, a cura della pasticciera Stefania Massera, titolare dell’azienda di famiglia di Sala, e poi con i formaggi del caseificio Rosso, con l’aiuto di Riccardo Rosso, Dario Torrione e del giudice di birre Fulvio Giublena. Entrambe le degustazioni, a numero chiuso, sono già al completo
Oggi alle 18 a Biella alla galleria Bi-Box di via Italia 38 si apre la mostra “Orogenesi”, una personale dell’artista contemporanea Alessandra Maio curata da Maria Chiara Wang. La mostra sarà aperta fino all’11 novembre con i seguenti orari: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19,30 e sabato dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 19.30
Oggi alle 19 a Candelo il programma dell’Oropa music festival propone un concerto alla cantina di Crono al Ricetto: si esibiranno le violiniste Aubree Oliverson e Lora Markova, la violista Cassia Drake e la violoncellista Lena Angelina von Almen in un programma che prevede musiche di Mendelssohn e Mozart. I biglietti, a 20 e a 15 euro, sono in vendita da Cigna Dischi (via Italia 10 a Biella). L’appuntamento prevede anche una degustazione di olii Marfuga e di vini selezionati dall’enoteca Cave du Roi
La foto del giorno
A che cosa servono i passaggi pedonali rialzati? A garantire la sicurezza dei pedoni quando attraversano e a rallentare le auto su tratti pericolosi. Ne sono arrivati di nuovi, proprio di recente, lungo la strada provinciale tra Candelo e Benna, un rettilineo lungo di quelli che invitano ad andarci pesanti sull’acceleratore dimenticando i limiti di velocità. Ma c’è uno degli attraversamenti che, piuttosto vistosamente, sembra aver mantenuto solo una delle due funzioni, quella di far frenare chi è al volante. Da un lato della strada, all’altezza dell’incrocio con via Falla Ciri, c’è un ampio marciapiede. Dall’altra c’è solo un prato.