Aveva ragione Gae Aulenti
C’erano soprattutto capannoni in disuso lungo il torrente Cervo, tra il ponte di Chiavazza e quello della Maddalena, quando Gae Aulenti scrisse il cosiddetto piano direttore della città negli anni Novanta. L’archistar dalle origini biellesi venne chiamata dalla giunta presieduta da Gianluca Susta per immaginare il capoluogo di domani e dettare le linee guida del suo sviluppo. Il suo progetto conteneva dettagli complicatissimi da trasformare in realtà, come la galleria da via Ivrea a viale Cesare Battisti per tagliare in due la città sotto il Piazzo. Ma ci fu una visione che vide solo lei: «Isola meravigliosa» fu il termine che scelse per quella fetta di Biella che comprendeva anche il rione Riva. Dove c’erano ruderi lei vedeva capolavori di archeologia industriale. Dove c’era il deserto delle fabbriche chiuse, lei immaginava il cuore culturale della città.
Aveva ragione e lo si può dire a trent’anni di distanza. SellaLab con lo spazio coworking e quello per l’innovazione dedicata alle start up da una parte, sul lato della strada che sale in valle Cervo, la Fondazione Pistoletto-Cittadellarte dall’altra, il lanificio Cerruti che è rimasto al suo posto così come Serralunga, qualche galleria d’arte, la movida di Riva, da qualche settimana il ritorno dello spazio Hydro con musica e incontri: se forse c’era un piccolo difetto in quel luogo era il suo leggero distacco dal resto della città. Lungo il Cervo bisogna andarci apposta, del resto. E così Michelangelo Pistoletto che attirava persone da fuori provincia, sembrava richiamare meno l’attenzione in casa. Qualcosa è cambiato: c’è Hydro, appunto, e ora anche un progetto di “salotto urbano” proprio davanti alla sua sede, dal lato di via Cernaia, sostenuto dalla solita Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. E poi c’è il salotto urbano volante che spesso allestisce proprio in zona Cittadellarte il gruppo giovane di Nientedafare a Biella, nato attorno a piazza Duomo l’estate scorsa e ora sempre più spesso di casa in Riva. C’è un angolo di Biella che sembra estremamente vivo e pieno di energie, insomma. E se la prima intuizione è arrivata da un genio dell’architettura che aveva ricevuto un incarico pubblico, dagli anni Novanta a oggi quello che è accaduto nell’isola meravigliosa è soprattutto iniziativa privata.
Ipse dixit
“La transizione digitale va accettata, interpretata e accolta come un’opportunità e non come una minaccia. Per questo motivo è fondamentale l’atteggiamento delle persone all’interno delle imprese, a tutti i livelli. Nella storia ci sono sempre stati cambiamenti: possiamo subirli oppure coglierli con apertura, affrontandoli da protagonisti”
(Christian Zegna, fondatore e amministratore delegato dell’agenzia digitale BTrees ed ex presidente del Gruppo giovani imprenditori dell’Unione industriale biellese, in un’intervista a Eco di Biella di ieri)
Attenzione alle strade chiuse
L’Autogiro d’Italia oggi ripercorrerà rettilinei e curve del Circuito di Biella vinto da Tazio Nuvolari nel 1935. Ma per consentire alle vetture d’epoca di farlo in piena sicurezza, ci saranno limitazioni al traffico tra le 9,30 e le 12,30 circa nel cuore della città. Saranno chiuse al transito le seguenti strade: viale Matteotti tra Fons Vitae e via Repubblica con blocco della rotonda con via Repubblica, viale Carducci fino alla discesa dell’ospedale che sarà a sua volta interdetta alle auto, la porzione di rotonda del ponte di Chiavazza tra la fine della discesa e via Cernaia (sarà quindi transitabile tra via Serralunga e il ponte e viceversa), l’intera via Cernaia fino alla rotonda con via Repubblica, strada che resterà sbarrata fino a via Bertodano, la carreggiata in direzione di via La Marmora della stessa via Bertodano e la porzione di rotonda che porta in piazza Vittorio Veneto, dove nel ’35 c’era la linea di partenza e arrivo (ma all’epoca il tracciato era affrontato in direzione opposta. Per chi dalla stazione San Paolo deve dirigersi in centro, il consiglio è di seguire la direttrice viale Roma-viale Macallé-via Galimberti. Per chi arriva da Chiavazza l’unica soluzione è passare da via Serralunga e raggiungere il semaforo di Riva.
Cosa succede in città
Oggi alle 10 in varie località del Biellese prosegue il programma di BiWild, festival dedicato ai giovani. Ci saranno attività all’aperto all’Oasi Zegna, la caccia al tesoro a Rosazza e fa parte del cartellone anche Biella Arte e Musica (vedi sotto). Il programma e i moduli digitali per prenotarsi sono a questo link
Oggi alle 15 a Biella gli spazi di Cittadellarte ospiteranno Bam, acronimo di Biella Arte e Musica, indiretta erede della vecchia Giornata dell’Arte che caratterizzava l’ultimo giorno di scuola fino agli anni prima della pandemia. Sono in programma dj set, musica dal vivo, performances di arte e danza, saranno registrati frammenti di video per un cortometraggio e ci sarà anche uno “swap party”, dove sarà possibile scambiare abiti e libri usati
Oggi alle 18 a Biella la scrittrice Maria Teresa Medici presenterà il suo romanzo storico “La torre di Ermengarda” in dialogo con l’ex direttrice della Biblioteca Civica Patrizia Bellardone. Appuntamento nella piazzetta tra via Gustavo di Valdengo e via Italia o, in caso di maltempo, alla libreria Giovannacci
Oggi alle 18,30 a Biella la Biblioteca Civica di piazza Curiel sarà la casa di Archivissima, iniziativa nazionale in cui si aprono le porte degli archivi storici. Sarà presentato un album fotografico di Luigi Montabone su un viaggio in Persia nell’Ottocento e si potrà approfittare di una visita guidata sull’itinerario della via della lana in centro città, seguendo le indicazioni della app ArchiVie, presentata pochi giorni fa. Gli appuntamenti sono gratuiti e aperti a tutti
Oggi alle 21 a Biella è in programma la Lunga notte delle chiese, a cui aderisce la Diocesi cittadina con una serie di iniziative tra Duomo e Battistero. Tra intermezzi musicali con l’arpista Elena Straudi, letture di poesie con Simona Romagnoli e Ilaria Gariazzo, sarà presentato il restauro del dipinto restaurato della Madonna in Trono.
La foto del giorno
Questo è ciò che resta dello skilift di Piedicavallo, catturato in un’immagine di Paolo Carnazzi pubblicata sul gruppo Facebook “Le valli del Biellese”. Negli anni Settanta era stata ricavata una minuscola pista anche là dove finisce la valle Cervo, in località Chioso, dove comincia il sentiero per il lago della Vecchia. La pendenza al “Cios” era il minimo indispensabile, certamente non abbastanza per divertire i più esperti. Ma una generazione di bambine e bambini ha affinato la tecnica a spazzaneve, passando pian piano a sci uniti anche su quel piccolo pendio, dove la coda era poca, il tempo per arrivare in cima e levarsi il piattello era breve e si poteva provare e riprovare. Quasi certamente all’epoca nevicava più spesso. Una statistica del sito Dovesciare aveva censito nel 2020 le stazioni sciistiche scomparse negli ultimi decenni: in Piemonte sono 67, nel Biellese due. A Piedicavallo si aggiunge l’Alpe Noveis. Negli ultimi anni è entrata in sonno anche Oropa, dove la funivia è ferma in attesa di tempi migliori e, di conseguenza, è “addormentata” anche la cestovia del Camino, restaurata da poco anche grazie a una raccolta fondi tra i cittadini.