Bandiera bianca
Come osserva spesso il vicedirettore de Il Post Francesco Costa nel suo podcast-rassegna stampa Morning, la risposta italiana a problemi veri o presunti di ordine pubblico è inasprire le pene. Significa moltiplicare i reati per cui c’è bisogno di un magistrato che indaghi e di un giudice che condanni o assolva. Significa, soprattutto, moltiplicare il lavoro dei tribunali. Una possibile conseguenza è nel documento di cui hanno parlato diffusamente ieri Eco di Biella e La Stampa: si tratta di un protocollo d’intesa tra Procura della Repubblica (il comparto della giustizia che indaga) e Tribunale (quello che istruisce i processi). La proposta è, come da virgolettato riportato da La Stampa, di «differire tutti i procedimenti prossimi alla prescrizione alla data successiva all'estinzione dei reati». In pratica, esaminando il fascicolo, si rimanderebbero in modo mirato i processi per violazioni della legge per i quali la norma stessa stabilisce un tempo limite per arrivare al giudizio, scaduto il quale il reato viene cancellato perché è trascorso troppo dal giorno del presunto crimine a quello della possibile sentenza. Quello della prescrizione è un istituto che era presente già nelle leggi dell’antica Roma. Nel diritto italiano normalmente corrisponde al massimo della pena possibile per quel determinato reato e per questo, appunto, cambia da reato a reato. Meno grave è la violazione della legge commessa, in estremissima e semplicistica sintesi, più il tempo di prescrizione è breve. La ragione della scelta è, come scrive Eco di Biella citando un altro passo del protocollo d’intesa, «l’abbattimento dell’arretrato al fine di concorrere agli obiettivi del Pnrr». Il piano di ripresa finanziato dall’Europa chiede agli Stati beneficiari impegno e riforme, tra cui anche avere una giustizia rapida ed efficiente. L’obiettivo è arrivare al giugno del 2026 con almeno il 25% di processi arretrati portati a termine. A Biella la durata media di un procedimento giudiziario è di tre anni e sei mesi se decide un giudice monocratico e di tre anni in presenza di un collegio giudicante. Dall’udienza preliminare, quella che decide sull’ammissibilità di un rinvio a giudizio o di una richiesta di archiviazione da parte dei magistrati che hanno condotto le indagini, all’inizio del processo vero e proprio passa un anno. Quali sono i processi a rischio? La Stampa abbozza un elenco: furti, truffe, reati contro il patrimonio, violenza privata, una parte di quelli compiuti nei confronti della pubblica amministrazione. Restano esclusi quelli più gravi. Il protocollo d’intesa è stato inviato nei giorni scorsi all’Ordine degli avvocati e da qui, assai probabilmente, ai media. Il problema, osservano entrambi i giornali, risiede anche nella carenza di organico del tribunale. Ogni procedimento giudiziario è fatto anche di burocrazia: stesura degli atti, notifiche, cancelleria. È anche qui che la macchina rallenta, nonostante il tema sia sul piatto da anni. Prima di diventare deputato, era Andrea Delmastro, che di professione è avvocato, il più vivace a difendere pubblicamente l’esistenza stessa del palazzo di giustizia biellese, chiedendo a più riprese a Roma (ma anche a Provincia e Comune) di usare tutti gli stratagemmi consentiti dalla legge per ampliare l’organico. Nel 2020, per esempio, cinque dipendenti della Provincia, “prestati” per anni al tribunale, sono entrati in organico a pieno titolo negli uffici giudiziari. Ma non basta ancora. E per adesso non basta nemmeno avere Delmastro, lo stesso difensore delle sorti del tribunale, nella stanza dei bottoni ideale per provare a mettere una pezza, nel suo ruolo di sottosegretario alla Giustizia. A proposito di processi, mercoledì si è svolta l’udienza a Roma sul caso della presunta rivelazione di segreti d’ufficio del politico biellese sul caso-Cospito, con le informazioni svelate in aula dal suo compagno di partito e di appartamento Donzelli di cui però Donzelli non avrebbe potuto essere a conoscenza. Il giudice ha stabilito il rinvio a giudizio. Il processo inizierà a marzo. Delmastro ha fatto sapere di non avere intenzione di dimettersi, difeso da presidente del Consiglio Meloni, dal ministro Nordio e dall’intero partito di Fratelli d’Italia e attaccato, come nel più classico gioco delle parti, dall’opposizione.
Ipse dixit
“Non ho passato alcuna carta. Ho risposto alla domanda di Donzelli, cosa che è mio dovere fare e faccio con qualsiasi parlamentare. Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 41 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e la mafia”
(Andrea Delmastro intervistato dal Corriere della Sera sul rinvio a giudizio per rivelazione di segreto d’ufficio)
«Please Ferragni...»
Quando l’Eurovision, il festival musicale europeo, vide la sua finale ospitata da Torino al PalaAlpitour, gli Eugenio in via di Gioia composero un inno semiserio dedicandolo alla città, in inglese un po’ facilitato. Un verso era dedicato all’imprenditrice e influencer Chiara Ferragni, invitata esplicitamente a visitare il Museo Egizio così da renderlo famoso come gli Uffizi di Firenze, che videro salire il numero di visitatori grazie a un servizio fotografico tra statue e dipinti pubblicato da Vogue. Lei ci andò davvero al museo e ne moltiplicò la visibilità. Non è proprio la stessa cosa, ma ieri il piccolo Piazzo e con lui la grande mostra dedicata all’arte da strada e contemporanea “Banksy, Jago e TvBoy” hanno vissuto un po’ della luce riflessa ma comunque abbagliante di Ferragni. Un’immagine scattata a palazzo Gromo Losa, con l’opera che TvBoy ha dedicato all’influencer, è finita tra le storie Instagram del suo profilo da quasi trenta milioni di follower. A pubblicarla per prima è stata Valentina Tomirotti, giornalista (anzi “giornalista a rotelle” come si definisce lei), creatrice di contenuti, portabandiera di campagne sui diritti. Ieri era una delle principali relatrici di un seminario di aggiornamento ospitato a Cascina Oremo proprio sul tema del comunicare la disabilità. Ma mercoledì, appena arrivata, è stata accompagnata alla mostra del Piazzo davanti alla quale non ha nascosto l’entusiasmo, scattando e pubblicando sul suo canale Instagram (da oltre 21mila seguaci) qualche immagine. In una di queste, la foto accanto all’opera “Santa Chiara con l’acqua benedetta” che TvBoy ha dedicato al momento in cui uscirono le bottigliette di acqua minerale Ferragni, ha taggato, ovvero ha menzionato in modo che fosse visibile anche da lei, la protagonista. E lei ha ricambiato le attenzioni ricondividendo la storia e, con un gesto semplice, mostrando un pezzetto della mostra biellese ai 29,7 milioni di profili Instagram che la seguono. Un simile privilegio ha un valore stimabile a cinque cifre: un contenuto pubblicato da Chiara Ferragni per fini promozionali pare possa costare fino a 30mila euro. Qui gli organizzatori, che in realtà ci avevano sperato aiutando Valentina Tomirotti nel “set fotografico”, hanno avuto tutto gratis. «È un piccolo traguardo di una sinergia territoriale» dice Federica Chilà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, ente capofila della mostra. «Qui ci sono Cascina Oremo, l’evento culturale, la Fondazione Biellezza che ci aiuta nella promozione. I risultati possono arrivare». Al Piazzo si staccano circa mille biglietti in media ogni settimana e sta per iniziare il periodo delle visite delle scuole. Il prossimo sogno è invitare proprio lei, Chiara Ferragni, con o senza canzone. Ma nel caso, musicisti biellesi sentitevi coinvolti: già che si parla di sinergia...
Cosa succede in città
Oggi alle 9 al Piazzo si apre a palazzo Gromo Losa il convegno “Territorio e benessere”, inserito tra le manifestazioni dell’anno del distretto europeo dello sport Terra della lana. Tra gli interventi spicca quello di Giulia De Candia, responsabile di Istat per il Nord-Ovest, che analizzerà i dati sul rapporto dell’istituto di statistica su benessere e sostenibilità in provincia. L’ingresso è libero
Oggi alle 14 a Biella sarà Cittadellarte a ospitare la quinta edizione di “Sempre più digital commerce”, il seminario annuale organizzato da Agenda digitale. Insieme alle lezioni di esperti sul tema dell’intelligenza artificiale, si presenterà il progetto #InnamoratiGpt, una piattaforma al servizio degli aspiranti turisti in arrivo in provincia, in grado di fornire consigli e risposte in forma automatica alle loro domande. La partecipazione è libera e si possono seguire i lavori anche da remoto: ci si registra a questo link
Oggi alle 17 a Biella al centro Drop In di via Ivrea sarà possibile svolgere test gratuiti sull’Hiv all’Aperitest, una delle iniziative organizzate in città per la giornata mondiale per la lotta all’Aids. Il centro resterà aperto, con cibo e musica di contorno, fino alle 21
Oggi alle 17,30 a Biella la libreria Giovannacci di via Italia ospita la presentazione del libro dedicato ai primi 150 anni del Club alpino italiano, scritto dal presidente della sezione biellese Andrea Formagnana. Il titolo è “Un viaggio lungo 150 anni”
Oggi alle 20,45 a Biella al salone Arci di strada alla Fornace 8 il saggista ed ex assessore comunale Diego Siragusa parlerà del suo libro “Dialogo impossibile con un rabbino” in una serata organizzata dal comitato “Biellesi per la Palestina libera”
Oggi alle 22 a Biella allo spazio Hydro di via Cernaia l’evento principale della serata dedicata alla musica elettronica è Furtherset, nome del progetto dell’artista Tommaso Pandolfi. Apriranno la serata i [Sophase+iii] e chiuderà il dj set di Tesk. Ingresso a 5 euro per chi possiede la tessera Arci, che si può ottenere all’ingresso
La lingua italiana, per favore
Biella è un sostantivo femminile. Anche città è femminile. Quindi, comunque lo si consideri, è un errore da penna rossa alle medie quel “gli” maschile nella parola “resistergli” nella grafica pubblicata dalla pagina Facebook istituzionale “Duc Biella”. Si tratta del canale social del distretto urbano del commercio, il piano co-finanziato dalla Regione per stare al fianco dei centri storici e delle loro vetrine. La pagina è diventata in queste settimane il principale contenitore di notizie sulle iniziative di Natale in città, soppiantando quella vecchia “Nel cuore di Biella”. Questo post è del 12 novembre e, da allora, così è rimasto. A 6aBiella si sa che nessuno è perfetto e che a fare i “grammar nazi” poi si viene puniti dal karma e dai refusi. Ma sarebbe un segno di lotta alla sciatteria sistemare quel post, anche se sono passate tre settimane. Correggersi si può, anche in modo un po’ brutale come ha fatto il portale nazionale del turismo Italia.it. Fu messo alla berlina mesi fa per una discutibilissima veduta della periferia di Chiavazza dall’alto usata per descrivere la città e per la curiosa traduzione troppo letterale della versione tedesca: Biella era diventata “Pleuelstange”, ovvero biella sì, ma quella del motore. Pare che non fosse l’unico strafalcione nel sito web riveduto e corretto in occasione del lancio dell’altra più che discussa campagna pubblicitaria con la Venere-influencer. Al ministero hanno cambiato la foto della città, scegliendo una non splendida veduta dall’alto da piazza Martiri verso il campanile di San Filippo. Quanto alla versione tedesca, è stata integralmente rimossa da tutto il portale che ora è leggibile solo in italiano, inglese e spagnolo.