Biella che si liberò un giorno prima
Celebrare la festa della Liberazione il 24 anziché il 25 aprile per Biella non è un capriccio, ma è storia. È un orgoglio scritto anche nella motivazione della medaglia d’oro al valor militare alla città il fatto di aver visto i nazisti e i fascisti lasciare le proprie strade prima che arrivassero gli Alleati. Accadde, appunto, il 24 aprile del 1945. Prima se ne andarono i tedeschi, all’alba, dopo aver distrutto quanti più documenti potevano nel loro quartier generale, l’ex hotel Principe dell’attuale via Gramsci. Poi toccò ai repubblichini del battaglione Pontida: si misero in fila nell’attuale viale Matteotti, lungo i portici. E prima di andarsene lasciarono le loro ultime tracce di orrore, uccidendo tre persone i cui nomi sono ricordati in una lapide all’angolo tra viale Matteotti e via Repubblica. I testimoni narrano di un rumore che somigliava a un’esplosione. I fascisti pensarono a un’imboscata e spararono alle finestre, dove temevano ci fossero cecchini. Morì così Cesira Tempia Bonda, 53 anni. Il fratello Celso Tempia, pittore, era in casa quando il proiettile la colpì senza lasciarle scampo. Pochi anni dopo le dedicò una delle sue opere, un cupo disegno a carboncino. A sera, i partigiani entrarono in città, accolti dai biellesi in festa. Il giorno dopo, in quella che oggi si chiama piazza Martiri, una manifestazione riunì loro e i cittadini in un luogo simbolo, quello dell’eccidio dei 21 partigiani del 4 giugno 1944.
Oggi le celebrazioni in città cominceranno alle 10 ai giardini Zumaglini, con la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti e l’orazione del sindaco Claudio Corradino e del presidente dell’Anpi Gianni Chiorino. La banda Verdi guiderà poi il corteo fino al municipio dove una seconda corona d’alloro sarà posta sotto la lapide che ricorda il sacrificio partigiano e le motivazioni del conferimento della medaglia d’oro. Alle 19,45 da villa Schneider, sede delle SS a Biella e luogo delle torture dei prigionieri, partirà la fiaccolata che toccherà luoghi simbolici come la lapide dei caduti del municipio, quella dedicata in via Amendola ad Angelo Cena, civile ucciso per rappresaglia nel 1944, e i luoghi dei due eccidi di piazza Martiri e di San Cassiano. Dalle 17,30 concertone allo spazio Hydro di via Cernaia 46 (zona Terzo Paradiso).
Ipse dixit
“Biellesi! Nella notte i nazisti e i capi traditori fascisti hanno abbandonato la città! Questa fuga potrebbe nascondere un tragico agguato! Di conseguenza fino al momento in cui l'ansiosa speranza della liberazione non sarà luminosa realtà, raccomandiamo alla popolazione la massima calma e disciplina. I nostri eroici partigiani stanno scendendo! Intanto le organizzazioni Sap circolano per la città in gruppi armati per impedire qualsiasi disordine.
Biellesi! In questo momento tanto atteso dimostrate la vostra maturità politica e rimanete agli ordini dell'autorità costituita: il Comitato di Liberazione Nazionale. Nessun altro ente e nessun'altra persona è autorizzata a dare ordini di qualsiasi specie, né prendere iniziativa alcuna.
Viva l'Italia! Viva la Libertà!”
(Dal manifesto affisso dal Comitato di liberazione nazionale di Biella nelle strade della città la sera del 24 aprile 1945)
E poi dicono degli statali
Oggi buona parte degli uffici del comune di Biella resteranno chiusi. La decisione è del sindaco che ha firmato un decreto per stabilire due “ponti” per il 2023: a quello di oggi si sommerà quello di Ferragosto, con la chiusura di lunedì 14 agosto. Funzioneranno solo servizi cimiteriali, servizi sociali, polizia municipale e le biblioteche civica e dei ragazzi. Le ragioni, come dice il Comune stesso, sono provare a ottenere «complessivi risparmi di gestione e conseguentemente la razionalizzazione delle risorse». Resta, visto con gli occhi dell’uomo della strada, un punticino a favore del luogo comune che vede i dipendenti pubblici come mediamente non oberati di lavoro.
Cosa succede in città
Oggi dalle 17,30 la Liberazione si celebrerà anche allo spazio Hydro soprattutto con la musica. L’evento principale è il concerto dei Casino Royale che dal 1987 hanno scritto la storia della musica indipendente italiana. L’anteprima è con Dedalus Trio, Cascami Seta, Marella Motta e A String Trio e Fané. Dalle 21 si ricomincia con Olvidovox Ensemble featuring Riccardo Ruggeri e Ricardo Martinez, Rione Terra, Crushed Curcuma, Beinx-Peppe-Nike Bongiorno e, dopo i Casino Royale, il dj set di Malamacabre. L’ingresso è libero per i tesserati Arci e Anpi. Sarà possibile tesserarsi e rinnovare la tessera anche in loco.
Oggi alle 9 comincia il terzo giorno di Regioni d’Europa, nome nuovo del Mercato Europeo, nell’area intorno ai giardini Zumaglini: paella, arrosticini, grigliate sudamericane e tette delle monache (absit iniuria verbis, è un dolce pugliese) saranno serviti fino a mezzanotte.
Errata corrige: ci siamo persi l’evento di sabato 22 all’hotel Agorà quando, ospiti dell’associazione Traterraecielo (fondata da Andrea Pilati, che si definisce sul suo profilo “ricercatore indipendente”), sono intervenuti Marcello Foa, già presidente della Rai, e il regista Massimo Mazzucco, con la possibile presenza in videoconferenza della giornalista Raffaella Regoli. Marcello Foa proprio ieri è diventato tendenza su Twitter per una presa di posizione polemica sulla gratuità della pillola anticoncezionale decisa dall’Agenzia italiana del farmaco, a suo dire un mezzo per continuare a favorire la denatalità. Mazzucco è divulgatore di teorie del complotto, dall’11 settembre alla pandemia. Raffaella Regoli è collaboratrice di Panorama e Fuori dal Coro (trasmissione di Mario Giordano su Rete4). Curiosa la sinossi dell’incontro, nato per capire «cosa possono fare quelli ancora dipendenti dal mainstream e come invece interpretare un nuovo modello di informazione, basato su altre qualità, esigenze e presupposti». Un ex presidente della Rai e prima, in Svizzera, amministratore delegato de Il corriere del Ticino e una giornalista di Rete4 non sono mainstream? L’incontro era a pagamento: 10 euro oppure 5 euro in valuta corrente e 5 scec, una criptovaluta.
Quello che (forse) non sai della stampa locale
«Vediamo chi è morto» è stata a lungo una frase-mantra per i lettori di giornali di carta, specie di una certa età. Un’occhiata alla copertina e poi un salto alla pagina dei necrologi era il loro modo classico di sfogliare. A Parma si diceva, aneddoto raccontato dall’ex direttore Michele Brambilla, che non si era morti davvero se non c’era scritto sulla Gazzetta, il quotidiano della città. Nell’era digitale, anche nell’informazione locale, pare che certe abitudini non cambino. Oggi La Provincia di Biella, Newsbiella e Il Biellese hanno una pagina internet fissa dedicata ai necrologi. Eco di Biella (tramite la sua testata web Prima Biella) sembra avercela in costruzione. Il Biellese da poco ha introdotto una colonna dedicata in homepage per renderli ancora più evidenti. Per anni i necrologi a pagamento sono stati una preziosa fonte di ricavi per la stampa locale, modello di business minato da quando il primo di loro, La Provincia di Biella, scelse di pubblicarli gratis.