Biella Fiere addio
C’era una notizia su Il Biellese di martedì 25 aprile che era quasi nascosta tra le righe ma che, a modo suo, è un segno dei tempi che cambiano. Biella Fiere, il complesso di capannoni lungo la strada Trossi a Gaglianico, diventerà una zona industriale: a sancire il cambio di destinazione d’uso da area commerciale è una variante del piano regolatore votata dal consiglio comunale gaglianichese. La rileverà la Ilario Ormezzano, l’impresa chimica vicina di casa che ha bisogno di nuovi spazi.
Per chi ha più di trent’anni (o forse più di quaranta), quello spazio è denso di ricordi: lo creò Giuliano Ramella, all’epoca anche editore di Radio Biella, insieme a Maurizio Poma, esperto di marketing fatto attraverso saloni ed esposizioni. Come garantiva il nome, lì c’erano le fiere: Expo e Aage erano come televendite fatte dal vivo, con gli stand di commercio e artigianato, dai mobili agli utensili da cucina, dai giocattoli agli infissi, che, ancora fino al 2010, erano in grado di attirare cinquantamila visite a edizione. C’era quella dedicata a camper e roulotte e quella per gli sposi. Gli ultimi fuochi sono stati con il carosello del risotto di Edoardo Raspelli. E poi quasi nulla più, diventando anche loro un pezzo di quella Trossi spopolata descritta da Silvia Avallone qualche anno fa in Marina Bellezza.
Oggi il commercio si appresta a fare un passo indietro e a lasciare spazio alla cara, vecchia industria. Agli ex bambini che all’Expo facevano collezione di depliant colorati forse scapperà un sospiro di nostalgia. Il tutto mentre Claudio Corradino, in una lunga intervista pasquale a La Stampa, ha dichiarato di avere in mente di creare un polo fieristico a Biella. Un annuncio più da programma elettorale per un secondo mandato che un’idea da chiudersi da qui alle elezioni del 2024, conoscendo i tempi che passano tra un’idea e un’opera se si parla di enti pubblici. Ma questa è un’altra storia.
Ipse dixit
“La vittoria di Colombo serve in questo caso a riaffermare che le amministrazioni elette dai cittadini se si uniscono possono dire la loro. Dobbiamo ringraziare Franco Ferraris ma è giusto che ci sia stata la possibilità di esprimersi da parte di chi il consenso ce l’ha”
(Claudio Corradino su La Stampa di giovedì 27, parlando dell’elezione del nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella)
Scommettiamo che si candidano?
C’è un segnale piuttosto evidente per provare a immaginare chi si sta preparando a correre alle elezioni prossime venture: i futuri candidati improvvisamente o quasi diventano iperattivi. Due esempi (finora) su tutti: Dino Gentile, per esempio, sembra sognare di correre per la quarta volta per la poltrona più importante di palazzo Oropa, dopo una vittoria schiacciante (con il centrodestra), una sconfitta al ballottaggio (sempre con il centrodestra) e un quasi pareggio allo sprint contro Corradino nel 2019 quando era alla guida di una coalizione civica. In attesa di capire se si compatterà attorno a lui una sorta di terzo polo allargato, in un listone dei sindaci sostenuto anche da Gianluca Susta e Vittorio Barazzotto, lui si materializza a eventi e manifestazioni, prende spazio sui giornali con interviste e interventi (l’ultimo sul nome della biblioteca). Insomma, si fa vedere, come conviene a un candidato.
Sta più o meno facendo lo stesso Marta Florio, la creatrice di Bolle di Malto, il festival della birra artigianale di settembre, neo-consigliera comunale per Forza Italia. Con lo sbarco a palazzo Oropa è cominciato un impegno ben più costante per farsi notare: una pagina social inattiva da anni e ritornata a popolarsi di post, sono nate iniziative come “un caffè con Marta” (su appuntamento ogni sabato), c’è stata perfino la presenza alla commemorazione della Liberazione il 24 aprile, seguita passo passo dal co-inventore di Bolle di Malto Raffaele Abbattista, che sembrava interpretare, smartphone con fotocamera aperta alla mano, il ruolo di spin doctor. Nel 2019 provò senza successo a diventare consigliera regionale. A che cosa ambirà nel 2024?
Cosa succede in città
Oggi alle 12 a Biella parte la Biella Colors’ School, festa per studentesse e studenti delle scuole superiori che mancava dal 2019 e che si svolgerà allo stadio La Marmora-Pozzo fino a sera con musica e lanci di polvere colorata. Attenzione alle limitazioni temporanee a sosta e circolazione per il transito del corteo dalle scuole allo stadio. Qui tutte le vie interessate.
Oggi alle 14 a Biella il Museo del Territorio comincia il suo ultimo fine settimana con la mostra “Da Taaset a Tutankhamon”, percorso multimediale alla scoperta dell’antico Egitto. Gli orari di apertura sono oggi dalle 14 alle 18, domani, domenica e lunedì dalle 10 alle 18. Biglietti da 5 a 9 euro.
Oggi alle 18,30 a Bioglio la scrittrice biellese Maddalena Vaglio Tanet presenterà il suo romanzo “Tornare dal bosco”, ambientato proprio a Bioglio e candidato al premio Strega 2023. L’incontro è a Villa Santa Teresa in via Rimembranze.
Accadde ieri
Anche nel 1996 alle celebrazioni della Liberazione un esponente del partito erede del Movimento Sociale Italiano, che allora era Alleanza Nazionale, era presente alla cerimonia ufficiale della città di Biella. Nicola Pastorello era un ex liberale avvicinatosi ad An e come tale non “nativo” della destra un po’ più nostalgica ed era anche consigliere provinciale. Anello Poma, il partigiano oratore della commemorazione, lo vide e non fu tenero con il suo partito e soprattutto con Sandro Delmastro che alle elezioni politiche di tre giorni prima era diventato deputato in una tripletta di centrodestra negli allora collegi uninominali, con Nicolò Sella di Monteluce al Senato e Roberto Lavagnini alla Camera, entrambi di Forza Italia. «Non ho nulla di personale contro Delmastro» sbottò Poma «che comunque sempre fascista è anche se oggi lo ostenta meno. Dimenticare è come dirlo agli ebrei. Si perdona ma non si dimentica». Pastorello lasciò la sala consiglio stizzito. Lavagnini e Sella di Monteluce non applaudirono Poma. Sandro Delmastro, a differenza del figlio Andrea presente alla commemorazione di lunedì, non aveva partecipato né in quella occasione né in altre commemorazioni del 25 aprile.