Biella no grazie
Che la sanità pubblica italiana arranchi un po’ ovunque anche per la mancanza di personale è un dato di fatto. Che le zone più lontane dal prestigio delle metropoli siano ancora più in difficoltà anche. Biella non fa eccezione stando alle cifre messe in fila da La Stampa: i 274 medici in organico nell’azienda sanitaria provinciale alla fine del 2024 sono uno in più rispetto al 2023. Ma la pianta organica, ovvero i posti previsti per soddisfare al 100 per cento il fabbisogno di servizi e reparti, ne prevede 373. Ne mancano quindi 99. E per cinque reparti, dice il quotidiano, non c’è altra soluzione se non ricorrere ai cosiddetti “gettonisti”, ovvero agli specialisti liberi professionisti ingaggiati con contratti temporanei e a tariffe (alte) da libero mercato. Nel 2024, secondo i calcoli de La Stampa, sono state tentate 31 procedure di reclutamento, ovvero bandi e concorsi. Ma non tutte hanno portato all’assunzione di medici. Così a medicina interna non c’è il responsabile delle malattie infettive e due medici sugli undici che sarebbero necessari, con sei dei nove presenti che non possono ancora operare a tempo pieno. Servirebbero tre medici e un primario anche per lungodegenza e geriatria territoriale e sei sono i posti liberi in radiologia dove la graduatoria offre solo specializzandi che, in quanto tali, non possono ancora lavorare in autonomia. Anestesia e rianimazione sono al completo solo in teoria per la stessa ragione, la presenza di molti specializzandi. Per l’assistenza medica in carcere il servizio è completamente affidato a personale esterno. A bilancio, con l’ultimo chiuso in rosso e con la richiesta della Regione di verificare ogni spesa non necessaria, ci sono 2 milioni per i contratti dei medici a gettone. La tariffa oraria fissata dalla Regione stessa è di 85 euro. Non ha ancora avuto soluzione, ma per questioni di tempi tecnici legati ai concorsi, la questione di gastroenterologia, trasformata da struttura semplice a struttura complessa (un passaggio di grado anche per il trattamento economico) per essere più appetibile da un eventuale primario. Ma è successo, come ricorda La Stampa, che medici risultati idonei dopo i concorsi abbiano rifiutato il posto. Il problema nei reparti si somma a quello dei medici di famiglia: per la Valsessera, dove 7500 pazienti non hanno un dottore di riferimento, è stato annunciato dall’assessore Federico Riboldi l’arrivo ad agosto di uno specialista. Ma nel frattempo è stato annunciato il pensionamento di un dottore in valle Elvo, nella zona di Mongrando. E la sensazione è che si riesca a chiudere una falla con un dito mentre tutt’intorno si aprono voragini. A far sembrare Biella poco attrattiva sono anche i frequenti cambi negli uffici dirigenziali. Le dimissioni di Pierangelo Sarchi hanno portato al poco invidiabile numero di tre addii in due anni tra i direttori sanitari, dopo quelli dei due manager che lo avevano preceduto. Le ragioni probabilmente sono differenti, legate magari anche alla distanza da casa dei prescelti. Ma resta la sensazione che il secondo ospedale più nuovo del Piemonte, capace di essere all’avanguardia in numerosi ambiti, per qualcuno sia visto come un luogo di passaggio.
Ipse dixit
“Solitamente aprivo durante i venerdì dedicati allo shopping ma senza troppa convinzione. Questa volta invece è stata davvero una partenza degna di nota. Rispetto agli anni scorsi si è cambiato passo, gli eventi organizzati hanno stimolato una massiccia presenza di cittadini e visitatori in centro e i benefici per noi sono stati reali”
(Emanuela Ghelfi del negozio Giovannacci abbigliamento di via Italia a Biella a La Stampa dopo il primo giorno di saldi estivi)
Un caso da manuale di comunicazione politica
Allestire un ambulatorio per le cure agli occhi e ai denti dei detenuti in un carcere è certamente una buona notizia, piccolo segno di civiltà in un mondo che più spesso fa notizia per le sue mancanze nei confronti di coloro che lo vivono, persone che scontano una pena e persone che fanno loro da guardiani. Una pomposa cerimonia di inaugurazione ne ha aperto uno nel carcere di Biella, alla presenza delle massime autorità, dal sottosegretario alla Giustizia con delega all’amministrazione penitenziaria Andrea Delmastro alla garante nazionale dei diritti dei detenuti Irma Rossi. Verrebbe da pensare a una sorta di ciliegina sulla torta, ma la torta sotto ha la farcitura andata a male a leggere i dati dei suicidi dentro le mura delle case circondariali e quelli del sovraffollamento. Biella, è vero, ha una situazione migliore che altrove, non presente nella classifica delle carceri in cui il numero di coloro che scontano una pena è ben più alto della capienza consentita: nella graduatoria pubblicata dal Corriere dei Territori, supplemento a Eco di Biella, si va dal 209% di San Vittore a Milano (cioè più del doppio dei detenuti rispetto al numero che ci dovrebbe essere) al 130% di Verbania al ventesimo posto. Significa che via dei Tigli ha valori inferiori, piccola eccezione a una regola triste. Ma, fatta questa lunga premessa, è il momento di dare uno sguardo all’impatto mediatico della notizia. La fonte primaria è stato lo staff di Andrea Delmastro che ha portato a Biella, sede del primissimo esperimento in questo senso, la presentazione e la firma del protocollo nazionale con l’Inmp, l’istituto nazionale per la promozione della salute tra le popolazioni migranti e per il contrasto alle malattie della povertà. «Con questa iniziativa» sono le parole di Delmastro riportate da La Provincia di Biella «potenziamo l’accesso alle cure sanitarie all’interno del carcere senza gravare sulle liste d’attesa della sanità pubblica». Ma questo concetto è passato inosservato agli occhi dell’opinione pubblica, la cui reazione è stata decisamente rabbiosa. Il cortocircuito è semplice e somiglia a quello della frase, così ripetuta da diventare un meme, “i terremotati in tenda e gli immigrati in hotel”, declinata in numerose varianti e figlia (anche) di slogan partoriti e coccolati dalla politica: in sintesi, ai cittadini liste d’attesa infinite per una visita oculistica o prestazioni a pagamento, e in carcere un ambulatorio tutto nuovo a disposizione dei soli detenuti. La reazione non si è vista solo sui commenti social sulle pagine dei media, locali e non, ma anche sul profilo dello stesso Andrea Delmastro, dove dovrebbero esserci in numero maggiore suoi sostenitori disposti a difenderlo. Questo cortocircuito, a ben pensare, somiglia a quello degli immigrati in hotel per un altro dettaglio: il sottosegretario biellese è lo stesso che, in dichiarazioni pubbliche, ha detto che si recava in carcere per fare visita agli agenti della penitenziaria e non «alla mecca dei detenuti» o che ha usato locuzioni come «non lasciare respirare». Sono frasi quasi certamente non scelte a caso che gli hanno sì provocato attacchi dagli avversari politici, ma hanno anche mandato carezze a quella fetta (maggioritaria?) di opinione pubblica che, pensando ai carcerati, si limiterebbe a buttare via le chiavi delle celle. È questa medesima fetta che oggi se la prende anche con lui, spiazzata da un progetto in apparente controtendenza rispetto alle sue prese di posizione precedenti.
Cosa succede in città
Oggi alle 11,30 a Torino è in programma nella sede della Regione la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2025 di Bolle di Malto, il festival delle birre artigianali che Biella accoglierà per la decima volta a fine agosto. Saranno svelati anche gli ospiti musicali
Oggi alle 21 a Candelo prosegue al cinema Verdi la rassegna “Tutti pazzi per il cinema” curata dal Tavolo biellese per la salute mentale. Sarà proiettato il film italiano del 2025 “Fatti vedere”, diretto da Tiziano Russo. Biglietti a 3,50 euro
I titoli della settimana
Le notizie principali degli ultimi sette giorni secondo le prime pagine dei giornali locali
Lunedì 30
Eco di Biella Mamma muore a 42 anni
Martedì 1
Il Biellese Caldo, un giugno da record: quattro gradi sopra la media
La Stampa Via Italia, parte il conto alla rovescia per il restyling del salotto della città
Mercoledì 2
La Provincia di Biella Vietato lavorare al sole
La Stampa “Gli ex Rivetti vanno sigillati subito oppure ci rivolgeremo alla Procura”
Giovedì 3
Eco di Biella Esplodono le vetrine di un negozio
La Stampa Il Biellese che piace agli stranieri: “Il turismo in continua crescita”
Venerdì 4
Il Biellese «Temevo di morire, mi ha salvata un piatto di riso»
La Stampa Biella, i cinque reparti dell’ospedale dove i medici non vogliono andare
Sabato 5
La Provincia di Biella Pestato a sangue in Riva
La Stampa Biella, l’espresso “schiva” i rincari mentre il gelato sale a quote record
Domenica 6
La Stampa In città lo shopping “sotto le stelle” inaugura la corsa ai saldi dell’estate