Buche
È quasi strano che non sia un tema della nascente campagna elettorale quello delle condizioni delle strade urbane ed extraurbane. Eppure lo è nella testa della gente, a giudicare dal numero di commenti social (anche fuori contesto sotto a contenuti che parlano di tutt’altro) che a Biella e dintorni si vedono apparire non da oggi. La prima pioggia degna di questo nome del 2024 ha lasciato segni evidenti sull’asfalto anche in vie dove il traffico è intenso: via Carso e le sue rotonde, corso Europa, via per Candelo, via Rosselli, via Ivrea, via Repubblica. Spesso i problemi coincidono con rappezzi provvisori e qui torna in mente la frase che nella scorsa estate pronunciò l’assessore ai Lavori pubblici Davide Zappalà (Fratelli d’Italia), giornalisticamente semplicifata in: «Le buche sono il sintomo di una città che cresce». Il pensiero dell’assessore era un po’ più articolato: «La città è stata oggetto di rilevanti e importanti lavori di cablatura e di posa della rete per il teleriscaldamento. Si tratta di lavori che hanno cambiato il volto della città, certo anche con dei disagi, da nord a sud. Porzioni di strade non in ordine o buche, quindi, sono anche il frutto di una progettazione e di lavori che guardano al futuro». All’elenco di Zappalà va aggiunta anche la posa del cavo che alimenta la linea ferroviaria elettrificata Biella-Santhià, uno scavo che ha interessato proprio via Carso. Ai cittadini però interessa poco, specie se, come è accaduto a un automobilista in corso Europa secondo il racconto de Il Biellese, poi la buca (da 70 centimetri) crea danni alla vettura. Per ora non si può che mettere una pezza con il bitume provvisorio, un’operazione che il Comune ha provato a fare anche mercoledì sera con uno spiegamento di forze considerevole: gli operai erano scortati da una pattuglia della polizia municipale a fare da barriera di sicurezza mentre veniva posato l’asfalto a presa rapida nella microfinestra asciutta lasciata dal passaggio delle perturbazioni. È stata anche la ragione di qualche rallentamento serale per esempio in corso Europa alla rotonda con via per Candelo. Un altro boccone da mandare giù per i cittadini che, come quasi sempre accade, notano più i disservizi dell’impegno profuso per ridurli. Senza dimenticare che asfaltare può essere impopolare: chi ricorda le settimane di polemiche per la chiusura per lavori di via Milano, solo sette anni fa?
Ipse dixit
“I centri urbani sono sempre più simili per organizzazione e disciplina a enormi centri commerciali che allontanano chi non si adatta alle regole del commercio: via i ragazzi che occupano gli spazi pubblici senza consumare, lontano dalla vista di cittadini e dei turisti i più poveri. Nella logica del decoro, la città stessa gioca un ruolo cruciale: si negano in modo sistematico gli spazi di socialità che nascano fuori da un circuito commerciale, si sgomberano gli spazi occupati, si investe in modo massiccio in video-sorveglianza e lo spazio pubblico viene inibito ai ragazzi, ai non consumatori, ai poveri, ai senza-tetto”
(Dall’articolo su Elle Decor di Elena Granata, docente al Politecnico di Milano e consulente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella per i progetti di rigenerazione urbana scelti per il finanziamento. L’intero testo è a questo link)
Consigli per complottisti
Questa sera al Relais Santo Stefano di Gaglianico è in programma una serata organizzata dall’associazione Etica per il futuro, una realtà, come spiega il presidente e fondatore Silvio Zuppichiatti in un articolo a sua firma per La Provincia di Biella, dove «nessuno percepisce un centesimo e tutto viene devoluto in opere di bene. Altra regola, divulgare l’altra verità, quella che noi reputiamo sia la vera verità». È verosimilmente quest’ultimo lo scopo dell’appuntamento di oggi alle 21 quando parleranno, invitati dall’associazione, Andrea Stramezzi e Lorenza Morello. Il primo, milanese, medico odontoiatra, spesso ospite di trasmissioni televisive, ottenne una certa celebrità per un protocollo di cure per il coronavirus che comprendeva anche cortisone e idrossiclorochina, farmaci che l’agenzia italiana del farmaco e la comunità scientifica internazionale giudicò inutili se non dannosi per la cura del Covid-19. Querelò il noto virologo Roberto Burioni che aveva criticato i suoi metodi ma il procedimento fu archiviato. È lunga undici articoli la serie che gli ha dedicato il sito di fact checking Butac, acronimo di “bufale un tanto al chilo”. In una delle sue recenti prese di posizione social invita la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a essere più fedele a sue passate dichiarazioni: «Raddrizza la schiena e riprenditi i tuoi elettori, mantenendo almeno in parte le promesse degli anni scorsi: uscita dall’Euro, Italexit, basta sanzioni alla Russia, siamo al fianco dei medici che hanno curato, eccetera». Lorenza Morello è giurista d’impresa, presidente dell’associazione Avvocati per la mediazione, fondatrice dello studio Morello Consulting. È consulente di Casa Italia, trasmissione della Rai sul canale dedicato agli italiani all’estero. Un anno fa scrisse del processo di Bergamo in cui si imputava anche a esponenti dell’allora governo la tardiva istituzione della zona rossa definendosi indignata perché i magistrati stavano guardando, a suo dire, solo la punta dell’iceberg: «Chi pagherà per aver trattato le persone che hanno deciso, nel pieno rispetto, loro sì, della Costituzione, di preservare il proprio corpo da un trattamento sanitario che non si ha avuto il coraggio per imporre come obbligatorio, perché diversamente quei morti si avrebbero a risarcire, ma che con un bieco ricatto di mantenimento del posto di lavoro e di pseudo ricatto-informato ora è sospettato di stare mietendo milioni di vittime in giro per il mondo?». Introdurrà la serata Veronica Morellini, nefrologa all’ospedale di Biella ma anche componente di Ippocrate Italia, associazione definita senza scopo di lucro con sede a Lugano, fondata da Mauro Rango che non è medico ma, come si apprende dal sito dell’associazione, è laureato in scienze politiche. Nel settembre del 2021 Rango dichiarò a La7 di non essersi vaccinato perché «in 5 giorni mi posso curare, ho curato anche suoi colleghi di altre emittenti telvisive, senza alcun effetto avverso».
Domenica a Vigliano la ex casa del popolo accanto alla chiesa parrocchiale ospiterà la proiezione del film “Il testimone”, una produzione russa definita «di propaganda filoputiniana» che dopo aver ricevuto scarso successo in patria con l’equivalente di circa 140mila euro incassati in sala, ha iniziato un giro d’Italia non senza polemiche. La storia è immaginaria e narra di un violinista belga che si trova in Donbass ed è testimone degli orrori della guerra che, nella pellicola, sono perpetrati dai soli ucraini ai danni della popolazione di lingua russa. Per questo sente il dovere di tornare in occidente e narrare quello che accade. «Nella versione proiettata nei cinema russi» osserva Il Post, «alla fine del film appare una scritta che informa lo spettatore che le atrocità a Bucha, a Mariupol e in altre città dell’Ucraina sarebbero state commesse dal regime ucraino per gettare discredito sull’esercito russo agli occhi del mondo. È ovviamente falso». Dovrebbero essere presenti alla proiezione, così come è accaduto in altre date italiane, Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi, animatori dei canali Telegram “Donbass Italia”: «Ci autodenunciamo» hanno scritto pochi giorni fa su X. «Zelensky propone una lista di proscrizione. Consegneremo la lista di tutti gli italiani che sono contrari alla politica russofobica direttamente all'ambasciata Ucraina. Scrivete il vostro nome e cognome». Tra le 228 risposte al post, non si legge solo consenso: «Foste oppositori in Russia forse non sareste così trasparenti». Sempre pochi giorni fa, a proposito, è stato condannato a Mosca a due anni e mezzo di carcere Oleg Orlov, settant’anni, co-presidente dell’organizzazione non governativa Memorial, vincitrice del premio Nobel per la pace per il suo impegno per i diritti civili in Russia. L’accusa contro di lui di aver gettato discredito sulle forze armate. Per la stessa accusa aveva già subito un processo e condannato a una multa. I giudici lo hanno portato in tribunale una seconda volta per mandarlo in carcere. Ieri invece è stato arrestato il direttore di Novaya Gazeta, uno dei pochissimi mezzi d’informazione russi fuori dalla sfera di influenza del Cremlino: Sergey Sokolov è stato accusato a sua volta di aver gettato discredito alle forze armate.
Cosa succede in città
Oggi alle 18 a Biella nella sede provvisoria di Nientedafare in via San Filippo 6 s’inaugura la mostra di arte contemporanea “Siamo chiusi” con opere, installazioni e capi di abbigliamento decorati con la tecnica della serigrafia. L’ingresso è libero. La mostra potrà essere visitata dalle 9 alle 18 tutti i giorni fino al 15 marzo
Oggi alle 18 a Zumaglia il centro d’incontro Le Cascine ospita la presentazione del saggio “Paesaggi culturali nelle terre di mezzo”. L’autrice Jahela Milani dialogherà con la curatrice Giusy Diquattro e la moderatrice Fausta Gallo
Oggi alla 18,30 a Biella sarà ospite della Biblioteca Civica e della rassegna culturale Fuoriluogo il giornalista e saggista Attilio Bolzoni. Il cronista, uno dei massimi esperti italiani se si parla di mafie, parlerà del suo libro-raccolta di articoli “Controvento. Racconti di frontiera” con Marco Cassisa
Oggi alle 21 a Oropa è in programma il primo incontro con il tema della Quaresima. Nella sala Frassati parlerà don Simone Riva sul tema “E il Padre tuo che vede nel segreto”. L’ingresso è libero
Oggi alle 22 a Biella allo spazio Hydro di via Cernaia va in scena la serata “Spinning Biella Dreams” in cui è annunciata la presenza un po’ meno in incognito del solito di chi anima il canale social “Spinning Biella Memes”, specializzato in meme dissacranti a tema localissimo. Suoneranno dal vivo Tampestloei, Of Human Fragments e St7. Tizio e Zetamagma chiuderanno con il dj set. L’ingresso è libero per chi possiede la tessera Arci
Numb3rs
Il ritorno sul piccolo schermo di Massimo Giletti mercoledì sera su Rai1 si è chiuso con 2.511.000 spettatori e il 20% di share, ovvero la percentuale di televisori accesi sintonizzati su quel programma. Il conduttore biellese ha guidato la maratona omaggio La tv fa 70, dedicata ai settant’anni di vita della televisione italiana e terminata a orari quasi da Festival di Sanremo a notte fonda. Giletti ha ottenuto la quota maggiore di ascolti nella serata, superando Il grande fratello su Canale 5 (poco sopra i 2 milioni) e la popolare serie Marefuori su Rai2 ma non è riuscito a staccare nettamente i canali rivali che schieravano anche, su Rai3, l’immortale Chi l’ha visto? con una puntata quasi speciale: c’è stato il racconto infatti del ritrovamento a Ischia del corpo di una donna scomparsa, per la quale era stato lanciato un appello. A scorgerla, purtroppo senza vita, è stato proprio l’inviato della trasmissione.