Buon compleanno triste, cestovia
Sei anni fa, era il 23 dicembre del 2017, il Biellese festeggiava la riapertura della cestovia del Camino: fuori moda e forse poco efficiente, con quei panieri di metallo che d’inverno lasciano via libera al freddo di montagna e con quei venti minuti di salita, fu comunque abbastanza presa a cuore dai biellesi che misero mano al portafogli per partecipare alla campagna di raccolta fondi che l’allora sindaco Marco Cavicchioli (Partito Democratico) volle aprire come sfida per investire soldi pubblici sul progetto. Al Comune il restauro, necessario per la fine vita tecnica dell’impianto a fune, costò 450mila euro. Il resto per arrivare alla cifra necessaria di 565mila euro arrivò dalla generosità del territorio con l’impegno di imprese, artisti come Paolo Barichello, associazioni come gli Alpini e con gli oboli dei cittadini. Per un impianto che, inaugurato nel 1926, è tra i più antichi d’Italia e tra i più legati alla sua forma originaria, sembrava un inizio di vita nuova, magari come attrazione turistica in un piano di rilancio della conca di Oropa e delle sue montagne. Di quel giorno, con il taglio del nastro, i palloncini tricolori, la festa in mezzo alla neve, è rimasto un ricordo carico di nostalgia soprattutto perché dal dicembre del 2021 i cesti sono fermi, bloccati dallo stop alla funivia. La Fondazione Funivie Oropa è inattiva, svuotata del suo personale. Il bar della stazione di valle a Oropa è chiuso così come la Capanna Renata. Il rifugio Savoia al lago del Mucrone ha un tetto restaurato e non ha più la spazzatura nei suoi locali vuoti grazie ai soldi di benefattori e all’intervento dei volontari che si riconoscono nella sigla (presto trasformata in associazione) Mucrone Local. Era proprio il 22 dicembre 2021 il giorno ultimo di funzionamento possibile per la funivia, prima del fermo obbligatorio per la scadenza dei termini entro i quali avrebbe dovuto svolgersi la revisione totale dell’impianto con la sostituzione completa delle funi come intervento più oneroso. Da allora è cominciata una caccia alle risorse che, dicono gli amanti della montagna, forse non è stata fatta con abbastanza energia. Oggi il Comune, dopo un bando andato deserto per occuparsi della riqualificazione dell’intera conca e uno più limitato per restaurare la sola funivia, è in attesa di affidare l’incarico a uno dei professionisti che hanno risposto alla manifestazione d’interesse. Nel frattempo, il terzo inverno a impianti di risalita fermi è cominciato, per il calendario, ieri.
Ipse dixit
“Monta il gossip e noi ribadiamo la nostra posizione: no all’utilizzo del Brich per scopi personali dei gestori e fuori dalle finalità della concessione. Il Brich è un bene pubblico e comune ecome tale deve rimanere fruibile e accessibile a tutti. Non è casa loro!”
(Dichiarazione ufficiale – «l’unica» come dice il messaggio inviato a 6aBiella - del gruppo degli amici del Brich di Zumaglia sul caso delle fotografie della modella Giulia Borio, presidente della società che ha in concessione il parco, che ha usato il castello e i suoi arredi come scenario)
Chi apre, chi chiude
«Abbiamo provato a trovare qualcuno che rilevasse l’attività. Purtroppo non è semplce e non si è fatto avanti quasi nessuno»: con queste parole a Eco di Biella Annamaria Tasca, nipote del titolare Gianni, annuncia la chiusura della storica profumeria di via Italia, una delle vetrine più longeve nell storia del commercio cittadino. Nel salotto buono, a due passi dalla piazzetta della Santissima Trinità, i biellesi videro alzare per la prima volta la saracinesca nel 1934. Il capostipite Pietro Tasca ha passato il testimone al figlio Gianni, che sta dietro al bancone da quasi cinquant’anni e che è arrivato al momento della pensione. Il 31 dicembre sarà l’ultimo giorno di lavoro. Poi resteranno, a lui e ai biellesi, i ricordi: «Una cliente che si era trasferita a Casale» ha raccontato Tasca a Eco di Biella «aveva conservato solo due o tre negozi di riferimento a Biella tra cui il mio dove tornava a fare acquisti quasi ogni settimana. “A Casale non ci sono negozi così” mi diceva sempre e in cuor mio mi faceva piacere». In via Italia e dintorni restano poche le vetrine storiche, quelle che si sarebbero viste agghindate e illuminate anche in una settimana prenatalizia di quarant’anni fa: la macelleria-gastronomia Mosca , la salumeria Vegis di via Vescovado (con la sua insegna indubbiamente vintage), la polleria di via San Filippo a Biella e, una spanna più in là, la pelletteria Cigolini e l’ottica Longhi, i due Giovannacci di abbigliamento femminile e di libri. C’è ancora la drogheria Carpano ma non più in via Italia ma in via Bertodano dove sta arrivando Liabel, marchio biellese di maglieria e biancheria intima che ha deciso di aprire una vetrina anche in città. La scelta fa parte del «processo di riposizionamento» come lo ha definito Il Biellese nella sua narrazione della notizia. Fuor di metafora, Liabel in primavera aveva convocato i sindacati all’Unione industriale per comunicare la necessità di licenziare 19 dei 32 dipendenti sopravvissuti a una catena di ridimensionamenti durata quasi trent’anni, quando il maglificio era una fabbrica capiente che a Pettinengo ospitava ottocento operai. Il piano prevedeva di mantenere soltanto personale commerciale mentre l’azienda, ceduta al gruppo israeliano Delta Galil che la controlla attraverso la francese Eminence, prevedeva di trasferire quel poco che restava di produzione proprio in Francia. I diciannove licenziamenti sono diventati undici e per fortuna, nel mercato del lavoro assetato del tessile biellese degli ultimi mesi, sembrano avere tutti trovato un altro impiego. Resta aperto per ora anche lo spaccio di via Padre Greggio, ultima sede della fabbrica.
Cosa succede in città
Oggi alle 19 al Piazzo è prevista un’apertura straordinaria serale della mostra “Banksy, Jago, TvBoy”, dedicata all’arte contemporanea e da strada. Le porte di palazzo Ferrero e palazzo Gromo Losa resteranno aperte fino a mezzanotte. Ogni due persone sarà donato un biglietto omaggio per la mostra. A palazzo Ferrero resterà aperta la caffetteria dove, dalle 22, è in programma musica con Dj Dave
Oggi alle 20,30 a Biella lo spettacolo di Natale dello Skating Biella porterà al palasport di via Paietta Alice Esposito e Federico Rossi, campioni del mondo di pattinaggio artistico a rotelle alla rassegna iridata di settembre in Colombia. Interpreteranno Paolo e Francesca nella coreografia ispirata alla Divina Commedia che vedrà in pista le sessanta atlete della società sportiva. L’ingresso è a offerta libera
Oggi alle 20,45 a Valdilana il cinema teatro Giletti ospita lo spettacolo della scuola di musica Sonoria con allieve e allievi che metteranno in scena il “Christmas party”. L’ingresso è a offerta libera, i proventi saranno destinati in beneficenza
Oggi alle 21 a Biella al Lorien pub di via Toscana si terrà l’ultimo concerto del 2023 della cover band Elisa e i Maleducati con le sue rivisitazioni rock e blues di classici della musica
Oggi alle 21,30 a Valdengo il dancing La Peschiera sarà la sede della festa di inizio vacanze degli studenti delle scuole superiori biellesi. Si attendono almeno 500 presenze
Oggi alle 22 a Biella c’è una serata dedicata a “Sala macchine”, programma radiofonico del canale web Better Radio, allo spazio Hydro di via Cernaia dal titolo quasi natalizio “A (not very) silent night”. Ingresso a 5 euro per chi ha in tasca la tessera Arci
Fact checking: presepi e moschee
“Moschea sì perché c’è libertà di culto, presepe no perché si offendono le altre religioni” si legge nell’elaborazione grafica condivisa ieri dal sindaco di Candelo Paolo Gelone sul suo profilo Facebook personale, con la sua aggiunta «C’è qualcosa che non va». Il successo scontato, nell’ambiente social attuale, ha portato a quasi duecento “mi piace” e a una novantina di commenti, non tutti favorevoli («Hanno fatto una moschea a Candelo?» chiede un commentatore) ma molti sì, con toni come «Nessuno li cerca, vengono in Italia e vogliono cambiare le nostre tradizioni e religione. Se non vanno bene possono tornare da dove sono venuti». L’allarme di Gelone ha qualche fondamento nella realtà? Vediamo: il più recente provvedimento, o meglio proposta di provvedimento, che riguarda il presepe è sui giornali di ieri: impedire ai presidi delle scuole di dire no al presepe, proposto da una parlamentare di Fratelli d’Italia, partito ai cui incontri locali Gelone è stato visto in prima fila negli ultimi mesi, benché sia formalmente sindaco a capo di una coalizione civica. Esistono proposte per costruire nuove moschee a Candelo o nel Biellese? No, a meno che non ci sia un progetto al vaglio degli uffici comunali di cui ancora non si è a conoscenza. Dice ancora Gelone in un commento: «L'accostamento di pensiero è semplicemente legato a quello che stiamo vedendo succedere in questi giorni: presepi bruciati e mi pare non da cristiani». Le cronache recenti dicono che i presepi bruciati negli ultimi anni, nei casi in cui è stato identificato il responsabile e che quindi sono certamente dolosi, sono tre: l’unico vicino nel tempo è avvenuto a Parabiago, in Lombardia, nei giorni scorsi per mano di un trentenne di origine marocchina. I due casi di Ivrea nel 2020 in una chiesa furono gesti compiuti entrambi da una donna italiana senza fissa dimora e con problemi psichiatrici. A febbraio, nella non distantissima Tortona, un attentato incendiario aveva danneggiato un centro culturale islamico. All’ingresso gli ignoti vandali avevano disegnato croci rovesciate.