Burcina senza bar
La Burcina è un parco da 142mila visitatori l’anno (dato del 2022) ma da dicembre non ha più un punto di ristoro. Il bar-trattoria della collina fiorita è chiuso perché gli ormai ex gestori di uno spazio che è di proprietà pubblica si sono dedicati ad altro e, nel frattempo, non è stato aperto un bando per trovare i sostituti. A fornire un servizio che, in un’area che attira turisti, dovrebbe essere normale, è rimasto un altro locale che però con i suoi quaranta coperti non basta ad accontentare le richieste, lasciando a bocca asciutta (e arrabbiata) i visitatori. A margine di questa vicenda, è cominciato un palleggio di responsabilità molto italiano: coinvolge due municipi, quello di Biella e quello di Pollone, e l’ente parco Ticino Lago Maggiore che si occupa anche della Burcina. Il gestore del locale rimasto aperto parla di «situazione imbarazzante» e si chiede che cosa accadrà «nel periodo delle fioriture». Erika Vallera, consigliera biellese dell’ente parco, ha spiegato la situazione a Il Biellese tirando in ballo Biella: «L’immobile è del Comune e la convenzione con noi è scaduta. C’è stato un primo incontro tempo fa per mettere ordine alle convenzioni delle varie strutture ma nulla è stato ancora definito». La presidente dell’ente parco Monica Perroni lo ha ribadito a La Provincia di Biella: «Capiamo il disagio che possono vivere i fruitori della Burcina ma non spetta a noi uscire con un bando per la ricerca di un gestore. La decisione spetta all’amministrazione comunale. I tempi? Non saranno brevi: c’è stato anche un cambio di personale dirigenziale con vari passaggi di consegne». Una replica a muso duro, sempre a mezzo stampa, è arrivata da Paolo Delsignore, consigliere comunale di Pollone con delega alla Burcina: «La gara doveva essere indetta dall’ente di gestione che in questi anni abbiamo sollecitato più volte rimanendo però inascoltati. Non avere un bar all’interno di un parco che nel 2022 ha registrato 142mila ingressi vuol dire farci ridere dietro da tutto il mondo e con ragione». Il costo di gestione annuale della Burcina, come dice Delsignore a La Provincia di Biella, è di 200mila euro «a fronte di una disponibilità economica assolutamente insufficiente. A questo punto se vogliamo sviluppare e mantenere questa splendida area verde è necessario ipotizzare un biglietto d’ingresso. Pensiamo a una cifra simbolica di 2 euro a visitatore. L’entrata nei parchi a pagamento non è un’oscenità».
Ipse dixit
“La tentazione della politica è controllare le erogazioni, un miliardo circa all’anno, e gli investimenti delle fondazioni”
(Giuseppe Guzzetti, ex presidente di Fondazione Cariplo, intervistato da La Stampa sulle fondazioni bancarie e il loro sistema di governo e funzionamento)
Come piazza Duomo
Alla fine l’agorà, nomignolo affibbiato dall’assessore ai Lavori pubblici Davide Zappalà (Fratelli d’Italia) alla nuova piazza Vittorio Veneto, piace (quasi) a tutti. Saranno i cittadini a decretarne l’eventuale successo, una volta completato l’arredo urbano che dovrà pazientare ancora qualche giorno: ma i pedoni hanno pian piano preso possesso dell’area ripavimentata e livellata all’altezza dei giardini Zumaglini, a scapito di diciotto alberi tagliati per allargarne l’orizzonte. La presenza del mercato europeo in questi giorni ha aiutato a metterla in vetrina. E, sorpresa, anche qualcuno dei detrattori della prima ora adesso si dichiara soddisfatto: è il caso dei commercianti dei portici dedicati ad Augusto Festa Bianchet, tra i più arrabbiati quando il progetto fu presentato anche perché le loro obiezioni non avevano avuto udienza. «Sono qui da vent’anni» ha dichiarato a La Stampa il titolare della pizzeria-kebab «e le persone che frequentano il centro storico nel tempo sono già diminuite tantissimo. Quando abbiamo appreso di questo progetto pensavamo che fosse la fine per le nostre attività. Ma, contro ogni pessimistica previsione e per quanto mi riguarda non ho risentito in modo drammatico del restyling, nemmeno nei giorni di cantiere». Ora le richieste al Comune sono rivolte alle condizioni dei portici e della galleria che collega piazza Vittorio veneto a via Bertodano: sono spazi privati, pertinenze dei condomini che si affacciano sui giardini. Ma le loro condizioni non sono ottimali: «Le vetrine dell’ex Standa e tutta la zona circostante» dice la titolare del negozio Sapori e Colori «continuano a versare in condizioni pessime. I rifiuti sono diventati una costante, il Comune dovrebbe imporsi con la proprietà». Alla fine, come detto, giudicheranno i cittadini e le loro abitudini. È accaduto per piazza Duomo, progetto varato dal centrodestra guidato da Dino Gentile e completato dal centrosinistra di Marco Cavicchioli e preso in mezzo a un curioso gioco delle parti in cui chi era a favore diventò contro e viceversa, con la variabile extra dei comitati più o meno spontanei di gente che trovava la nuova piazza brutta, dai lampioni in poi. I biellesi hanno invece deciso che era bella, sia come sede di manifestazioni (ha ospitato Alessandro Barbero post-Covid, ospiterà per la seconda volta la notte di festa per il Giro d’Italia) sia come luogo da vivere quotidianamente: è lì che il gruppo di giovani di Nientedafare a Biella ha iniziato i suoi raduni. Anche in piazza Duomo, come in piazza Vittorio Veneto, fecero un po’ di rumore i tagli delle piante, segnatamente i platani sul fronte di via Duomo, forse con più polemiche rispetto agli alberi sacrificati ai giardini Zumaglini. Ma adesso non se li ricorda più nessuno. Una curiosità semantica? All’epoca di piazza Duomo, lo spazio venne definito dal sindaco Gentile «il nuovo agorà di Biella». Proteggendo la sua creatura piazza Vittorio Veneto, Davide Zappalà ha detto che l’agorà sarebbe diventato proprio lei perché Biella non ne ha un altro.
Cosa succede in città
Oggi alle 9 a Biella si apre l’ultima giornata del mercato europeo, con le bancarelle con cibi e artigianato dal mondo sparse tra i giardini Zumaglini e la carreggiata nord di via La Marmora. La strada riaprirà al traffico domattina con la fine del ponte e la riapertura delle scuole
Oggi alle 11 a Oropa tornano le visite guidate al santuario con un itinerario che toccherà basilica antica, museo dei tesori e appartamenti reali. Si parte dai cancelli d’ingresso. Il costo è di 8 euro a persona con sconti per le famiglie. Alle 15 invece appuntamento alla basilica superiore per la visita guidata alla cupola, al prezzo di 5 euro
Oggi alle 18,30 a Biella lo spazio Hydro ospita uno spettacolo di danza acrobatica di Ahmed Kullab, ballerino palestinese che, nella sua coreografia “The bridge” (il ponte) immagina il viaggio di un giovane connazionale che cerca di oltrepassare la frontiera superando i punti di controllo. Ingresso libero con tessera Arci o dell’associazione Cirkobiloba. Lo spettacolo sarà preceduto alle 14,30 da uno stage di danza acrobatica
La domenica sportiva
Oggi alle 9,30 a Biella parte da piazzale Casalegno, in zona Esselunga, la Biella-Santuario di Graglia, storica corsa su strada del panorama podistico biellese. Iscrizioni aperte dalle 8,30
Oggi alle 10 a Biella prenderà il via dal piazzale del palasport di via Paietta la seconda edizione del trofeo Città di Biella di ciclismo, riservato alla categoria Esordienti. Si disputerà lungo un circuito cittadino tra via Felice Piacenza, via Salvo d’Acquisto, via Rigola, via Tripoli, via Torino, piazza Adua, via Cottolengo, via Valle d’Aosta, via Piemonte e via Fratelli Rosselli con ritorno verso il palasport alla fine dell’ultimo giro. Attenzione alla chiusura delle strade interessate dal tracciato fino alle 12,30 circa
Oggi alle 15 a Biella si disputa la penultima giornata di stagione regolare del campionato di Eccellenza maschile di calcio con la sfida tra Biellese e Verbania sul campo di corso 53° Fanteria. Il Città di Cossato gioca in trasferta con l’Accademia Borgomanero
Pier Giorgio Frassati e Kevin Becker
Lo definisce “torinese” il quotidiano cattolico Avvenire, dando la notizia della prossima santificazione di Pier Giorgio Frassati. Ma per i fedeli di quassù non esistono dubbi: lui è di Pollone e, con la canonizzazione, diventerà santo dei biellesi. L’annuncio è arrivato all’assemblea nazionale dell’Azione Cattolica in corso a Sacrofano, a poca distanza da Roma: «Vorrei dirvi che la canonizzazione del beato Piergiorgio Frassati è ormai chiara all'orizzonte e si profila per il prossimo anno giubilare» ha detto il cardinale Marcello Semeraro ai presenti che lo hanno interrotto con un lungo applauso. Torinese di nascita, biellese di famiglia, ma anche componente dell’associazionismo cattolico e come tale santo anche loro: ha militato, dice la sua biografia, nella San Vincenzo e proprio nell’Azione Cattolica prima di diventare terziario domenicano. La sua vita fu breve: morì a 24 anni nel 1925 per la poliomielite che probabilmente contrasse mentre era in prima linea ad aiutare i poveri di Torino. Per la sua volontà di essere accanto agli ultimi, è considerato uno dei “santi sociali” del capoluogo piemontese insieme a san Giovanni Bosco e san Giuseppe Cottolengo. Divenne beato nel 1990, per decisione di Giovanni Paolo II che non per caso passò anche da Pollone nella sua celebre visita nel Biellese (e a Oropa) dell’estate del 1989. La differenza tra beato e santo, nella religione cattolica, dipende dal numero dei miracoli che vengono attribuiti alla figura di venerabile uomo (o donna) di chiesa in questione: a Pier Giorgio Frassati ne venne attribuito uno per il processo di beatificazione. Il secondo, passo necessario per la santità, arriva dai lontani Stati Uniti: Kevin Becker, nel 2011, cadde da un tetto e si fratturò le ossa del cranio. Era in coma tra la vita e la morte quando, dopo le preghiere della famiglia che, grazie a un amico sacerdote, aveva messo un’immagine di Frassati nella sua stanza di ospedale, Becker non solo si svegliò ma riprese a camminare come se nulla fosse mai accaduto e senza che i medici potessero spiegarlo. Fu lui a raccontare che, nel coma, ebbe la sensazione di risvegliarsi nello studentato della sua università e di incontrare un nuovo amico, George, che si definì il suo nuovo compagno di stanza con cui passò un po’ di tempo chiacchierando e perfino giocando ai videogiochi. Ma non aveva mai conosciuto George nella sua vita prima dell’incidente. Quando vide la foto di Frassati, invece, disse: «È lui».