Capire il dolore ma anche le storture
Antonio Epicoco ha 50 anni ed è detenuto al carcere Lorusso e Cotugno di Torino: pesa 160 chili, non si può muovere se non con la sedia a rotelle. Non è in cella ma è al terzo piano, dove c’è il centro clinico della casa circondariale. Non c’è un ascensore e nemmeno un montacarichi. Per questo non può uscire nemmeno per l’ora d’aria. Il tribunale di sorveglianza pochi giorni fa ha respinto la richiesta dei suoi legali di proseguire la detenzione – deve ancora scontare 15 anni per un omicidio commesso in Montenegro - agli arresti domiciliari. Può curarsi meglio in carcere, hanno stabilito i giudici, che non a casa con la madre dove aveva chiesto di andare. Tra le ragioni del diniego c’è anche il fatto che non abbia smesso di fumare. Gli avvocati hanno parlato delle sue patologie «polmonari, metaboliche e cardiologiche» come hanno dichiarato a La Stampa. «È costantemente collegato con il dispositivo che dispensa l’ossigeno». Se i giudici hanno detto no alla misura alternativa al carcere, hanno anche puntualizzato che le condizioni del carcere non sono accettabili. L’ordinanza contiene la richiesta al Dap, il dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, di valutare «l’effettiva sussistenza delle condizioni di sicurezza per garantire, in caso di necessità di evacuazione d’urgenza dell’edificio, l’incolumità di tutti gli occupanti, anche quelli affetti da grave impedimento nella deambulazione». La notizia è arrivata a Biella perché La Stampa ha scelto di pubblicarla in una delle pagine dell’edizione di Torino che vengono riprodotte anche nelle altre province piemontesi. E la reazione della famiglia di Erika Preti non si è fatta attendere. L’uomo condannato per l’omicidio della giovane è agli arresti domiciliari a casa dei genitori dall’autunno, per una decisione del tribunale di sorveglianza in presenza di una situazione clinica non così dissimile da quella di Antonio Epicoco: obesità, problemi respiratori e cardiovascolari, depressione. Dimitri Fricano, condannato in via definitiva, vive dai suoi e può uscire solo per le terapie. Potrà farlo fino a novembre quando le sue condizioni saranno rivalutate e, in caso di miglioramento, dovrà tornare in carcere. Le polemiche iniziarono presto, anche dopo un’intervista a Pomeriggio 5 che intercettò Fricano con il padre. Sono tornate ora: «Mi chiedo a questo punto: la legge non dovrebbe essere uguale per tutti?» ha dichiarato sempre a La Stampa Tiziana Suman, la madre di Erika Preti. «Perché Dimitri è uscito e l’altro uomo no?». E ancora: «Non è giusto e non ci stancheremo mai di dirlo, le regole dovrebbero essere le stesse per tutti. Quel che non riusciamo a capire è, se alla fine le condizioni sono le stesse, come mai l’esito del ricorso è stato diverso? Questo non fa che convincerci una volta di più che qualcosa in questa vicenda è sbagliato. Dobbiamo considerare Dimitri un privilegiato?». Il dolore di due genitori che hanno perso la figlia in un modo assurdamente violento è umanamente più che comprensibile. Ma dal loro punto di vista la realtà può apparire distorta. È più assurdo che un detenuto obeso e malato in modo serio sconti la condanna in prigione anche se non può muoversi dalla stanza di un centro clinico o che a un detenuto in condizioni simili sia stata concessa una misura alternativa? Quale dei due è un atto di civiltà in un Paese che ha a cuore i diritti di tutti i suoi cittadini, compresi quelli che devono scontare una pena dopo aver commesso un reato?
Ipse dixit
“Nel ringraziare l'aula per il ruolo e l'incarico affidatomi, ho ricordato che se oggi sono qua, è merito della legge del 1946 che ha sancito il voto a tutti i cittadini e a tutte le cittadine, che grazie a quella legge le prime donne ad essere elette furono Lidia Lanza e Alba Spina. Ho ricordato che se siamo qui oggi è perché c'è stato anche un 1945, che i diritti e la democrazia non sono piovuti dal cielo e che dovremmo tenerlo a mente ogni giorno”
(Dal messaggio di ringraziamento di Greta Cogotti, del Pd, neo eletta vicepresidente del consiglio comunale a Biella)
Da stasera Piazzo chiuso al traffico
Il provvedimento annunciato dopo la prima riunione della giunta-Olivero entra in vigore questa sera: da oggi torna la zona a traffico limitato al Piazzo. Sarà in vigore sette giorni su sette ma con orari differenti. Dal lunedì al venerdì le auto dovranno fermarsi all’inizio di corso del Piazzo e di via Avogadro a partire dalle 18 fino alle 5 del mattino. La domenica invece la chiusura sarà in vigore per tutte le 24 ore. Si tratta di un ritorno al passato che al Piazzo mancava da un po’ di tempo. La differenza rispetto al passato sta nell’orario di funzionamento della funicolare che è ancora limitato fino alle 22. Significa che chi passerà la serata al borgo storico e avrà deciso di lasciare l’auto a valle, dovrà scendere a piedi. L’alternativa, come suggerisce l’assessore Giacomo Moscarola (Lega), è posteggiare al Bellone: «Il parcheggio, dove i lavori si stanno ultimando, è tornato parzialmente fruibile e dunque sono venute a mancare le condizioni per la deroga alla Ztl. Di fatto il divieto rientrerà in vigore da questo weekend, dunque ricordo a tutti i cittadini di prestare attenzione alle specifiche fasce orarie. Nell’auspicio di un miglioramento del tempo, sarà dunque un piacere tornare a passeggiare per le belle vie del nostro Piazzo, senza il disturbo causato dell’eccessivo transito dei veicoli». C’è chi però, via social, ha lamentato (anche con una certa decisione) il fatto che nel piazzale rinnovato ancora non sia pienamente in funzione l’impianto di illuminazione.
Cosa succede in città
Oggi alle 10 a Cossato in piazza Croce Rossa si gusteranno i sapori della Puglia con un evento speciale dedicato a musica e cibo da strada. Dalle 18,30 ci saranno laboratori di pizzica e tamburello e la sera suoneranno i Melannurca. L’ingresso è libero
Oggi alle 19 a Pralungo comincia la festa estiva nella frazione Valle. Le cucine aprono con nel menu polenta concia, grigliate e piatti tipici a base di erbe di montagna. Seguirà la musica di Dj Ciuky
Oggi alle 19 a Lessona è già ora di cena al Lessona Summer Festival che apre le sue cucine. Alle 22 il piatto forte della serata è però musicale con il revival anni 2000 con Marvin e Andrea Prezioso. L’ingresso per lo spettacolo è a 5 euro. Il biglietto può essere acquistato qui
Oggi alle 20,30 a Biella secondo appuntamento con lo spettacolo al centro commerciale Gli Orsi: dopo il concerto di Orietta Berti la settimana scorsa, stasera tocca all’attore, conduttore televisivo e regista Paolo Ruffini che porterà in scena lo spettacolo Up Talk. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Sordevolo torna l’opera lirica all’anfiteatro della Passione con la messa in scena dell’Aida. Sul palco l’Orchestra filarmonica italiana diretta da Marco Alibrando con la produzione del teatro Coccia di Novara. Il regista è Alberto Jona, origini biellesi e la co-fondazione della scuola Holden nel curriculum. Biglietti a 25 euro ancora disponibili a questo link
Menabrea ambasciatrice del Piemonte
Su 6aBiella si era già parlato della nuova campagna pubblicitaria aggressiva di Menabrea nel Regno Unito, un tentativo di conquista che sembra quasi contronatura, un prodotto italiano in un luogo dove l’autarchia birraria è spinta al massimo, con piccole produzioni storiche che forniscono i pub della loro zona. Eppure in quegli stessi pub ci sono anche le “lager” italiane. Menabrea sembra avere l’obiettivo di prendere una fascia più alta di quel mercato: le illustrazioni nei manifesti ribadiscono le origini alpine della birra biellese e il primo pubbliredazionale, ovvero articolo a pagamento, comparso su The Guardian è stato rinforzato da altri contenuti sponsorizzati. Qui la promozione si è allargata al Piemonte intero. In un articolo si parla di vitello tonnato e di gianduia, di Barolo e vermouth ma anche, naturalmente, dello Sbirro, il formaggio del caseificio Botalla aromatizzato ai luppoli e cereali residui dopo la produzione della birra Menabrea. L’enfasi è sul dettaglio che «le nostre due cantine sotto la sede stradale» come ha spiegato Alessandra Vigliani, portavoce dell’azienda Botalla «sono separate solo da un muro». In un altro articolo è il giornalista-gastronomo angloitaliano Luca Marchiori a suggerire gli abbinamenti tra la birra biellese e i cibi italiani, anzi piemontesi visto che sceglie vitello tonnato e tajarin al tartufo d’Alba. L’ultimo inverte i ruoli con gli chef dei ristoranti italiani del Regno Unito che giustappongono uno dei loro piatti alla Menabrea. Sommando tutti i contenuti, si parla un bel po’ di Biella e del Piemonte. E lo si fa su uno dei più diffusi media al mondo in lingua inglese. Non male, come iniziativa privata al servizio di un bene di tutti come lo sviluppo del turismo.