Che cosa c'è e che cosa manca per essere città universitaria
Un corso di laurea appena partito con più richieste che posti a disposizione, un altro al via nel 2025, una sede (Città Studi) che ha voglia di accreditarsi come polo di formazione anche oltre i confini della provincia, e a ben pensarci ora che i numeri crescono c’è un filino di rimpianto a pensare che non sia più in centro, in uno degli enormi spazi vuoti sotto gli occhi di tutti: la Biella universitaria cresce piano piano e sembra una profezia di campagna elettorale – caso raro – che si avvera. Tutti i candidati alla poltrona di sindaco di Biella sembravano essere assolutamente d’accordo su un dettaglio: per ringiovanire la provincia più anziana d’Italia era una delle strade quella di potenziarne l’offerta formativa. Lunedì mattina è stato inaugurato il primo anno accademico del corso di scienze della formazione primaria. Lo frequenteranno in 75, sedici dei quali biellesi, ma le domande erano 180. «Tanti hanno indicato Biella anche come seconda opzione» ha detto Sara Nosari, la docente che presiede il corso che fa capo all’Università di Torino. «E ci sono richieste di passare da altre sedi a Città Studi: questo significa che la sede è ritenuta interessante dai giovani». Il corso, che è triennale e laureerà i futuri e le future docenti di scuola materna ed elementare, è il nono offerto a Biella insieme ad amministrazione aziendale, economia aziendale, servizio sociale, scienze dell’amministrazione digitale, chimica per la manifattura sostenibile, giurisprudenza, al corso magistrale in lingua inglese di patrimonio culturale (tutti gestiti dall’Università di Torino) e a infermieristica che invece dipende dall’Università del Piemonte Orientale. Un decimo e un undicesimo arriveranno l’anno prossimo: economia circolare nel sistema manifatturiero, con una specializzazione nella sostenibilità, e il corso magistrale in scienze riabilitative. Nei numeri ci sono luci e ombre: se il nuovo corso per insegnanti di asilo ed elementari ha fatto il pieno, erano stati due appena gli iscritti al primo anno di chimica per la manifattura sostenibile. Quanto a infermieristica il problema del numero di iscritti appena sufficiente a pareggiare quello dei posti disponibili è nazionale: dopo i test d’ingresso risultavano destinati alla sede di Biella 37 studenti sui 65 posti disponibili. Se l’università cresce, dovrebbero farlo di pari passo anche i servizi: i tre parcheggi di bici elettriche a noleggio posti attorno a Città Studi sono probabilmente, applicazione del servizio alla mano, quelli con più movimento di mezzi presi in affitto della città. Ma quando piove come ieri, manca l’alternativa. Tutti i candidati, a proposito di campagna elettorale, avevano promesso di occuparsi del collegamento in bus tra le aule universitarie e la stazione San Paolo. Nulla si è ancora mosso, con il sindaco eletto Marzio Olivero che ha annunciato una prossima revisione del percorso dell’anello urbano, e il presidente Atap Vincenzo Ferraris che ha detto ai media che, per allungare una linea di bus fino a Città Studi, servirebbero soldi extra degli enti locali.
Ipse dixit
“Il corso in scienze della formazione primaria rappresenta un importante segnale positivo in un territorio che lamenta un costante invecchiamento. L’università ha dato al territorio un segnale importante”
(Marzio Olivero, sindaco di Biella, alla presentazione a Città Studi dei nuovi corsi universitari. Le parole sono riportate da Il Biellese)
Ripetenti e dispersi
I giornali sono tornati ad attingere alla relazione della garante regionale dell’infanzia Ylenia Serra, presentata la settimana scorsa in consiglio regionale, concentrandosi sui dati relativi alla scuola. Una misura del disagio è il tasso di ragazze e ragazzi ripetenti: alle medie, come sintetizza un’infografica de Il Biellese, sono sotto la media regionale, il 2,3% del totale degli iscritti contro il 2,4% che è il tasso piemontese. Alle superiori si sale al 4,9%, un ragazzo su venti, contro il 3,7% in regione. Un dato più preoccupante è quello analizzato da La Stampa: il 39,8 per cento di chi ha tra i 14 e i vent’anni non è iscritto a nessuna scuola superiore. La media regionale è del 37,4%. È un dato davvero grande che preoccupa, tra gli altri, anche una donna di scuola come Emanuela Verzella, dirigente di un istituto comprensivo fino all’anno scorso e oggi consigliera regionale: a suo avviso servono investimenti e più posti nelle scuole di formazione professionale che oggi «sono inferiori ai reali bisogni con il rischio di creare un circuito negativo che crea ulteriore dispersione scolastica» come ha dichiarato a La Stampa. «Oggi il sistema dell’istruzione richiede che si faccia una scelta a febbraio con le preiscrizioni. Tanti vanno verso la formazione ma le classi in questo caso vengono composte a settembre. Per carenza di posti tre quarti non vengono presi e si riversano sui classici istituti superiori». Verzella manda anche un messaggio alle famiglie «che scelgono a priori la scuola senza tenere conto delle inclinazioni dei figli. Quando poi non ce la fanno chiedono di cambiare scuola, e non si sa dove metterli. Nascono le classi pollaio e alla fine i ragazzi si disperdono».
Cosa succede in città
Oggi alle 18 al Piazzo sarà un omaggio a Henry Mancini a caratterizzare l’appuntamento con la stagione dei concerti dell’Accademia Perosi. Pianoforte e voce narrante, nella sala al primo piano di palazzo Gromo Losa, accompagneranno gli ascoltatori tra le composizioni del musicista che scrisse l’arcinoto tema de La Pantera Rosa. Biglietti a 5 euro
Passa la corsa, attenti alle chiusure
Domani il ciclismo che conta torna a mettere le sue ruote sulle strade del Biellese: parte da Valdengo alle 12,15 il Gran Piemonte, corsa ciclistica organizzata da Rcs (ovvero Gazzetta dello Sport, stesso marchio del Giro d’Italia) che da qualche anno fa parte degli eventi di avvicinamento alla grande classica d’autunno, il Giro di Lombardia. La partenza di domani non è una prima volta: il Gran Piemonte ebbe un traguardo al santuario di Oropa nel non lontano 2019 quando vinse il colombiano Egan Bernal, uno che conosceva bene la salita per averla percorsa decine di volte in allenamento quando era una giovane promessa che viveva a Cossato, sotto l’ala di Marco Bellini direttore sportivo della Androni Giocattoli. Ed è certamente anche un “omaggio” al sindaco di Valdengo Roberto Pella, da pochi mesi anche presidente della Lega italiana di ciclismo professionistico. Il passaggio di una gara però complica la vita agli automobilisti perché è prevista almeno un’ora del blocco del traffico nelle strade interessate dal percorso. Attenzione quindi a chi ha bisogno di muoversi, a cavallo dell’ora di pranzo (e dell’ora di uscita dalle scuole), a Valdengo, Vigliano, Biella, Candelo, Cossato e lungo l’asse della vecchia Biella-Laghi (ovvero via Milano) fino ai confini della provincia a San Giacomo di Masserano da dove i ciclisti proseguiranno verso Rovasenda. A Valdengo il tracciato tocca via Roma, via IV Novembre, via Rivetti e via Avogadro, a Vigliano corso Avilianum, via Comotto e via Milano. A Biella la chiusura inizia alle 12 proprio da via Milano e coinvolgerà via Cernaia, via Bertodano, via La Marmora, via Rosselli, viale Macallè, piazza Adua e via per Candelo. Le strade riapriranno dopo l’auto di fine corsa entro (salvo imprevisti) le 13. A Candelo si chiude alle auto dalle 12,10 in via Biella (la prosecuzione di via per Candelo), nel sottopasso ferroviario, in via Iside Viana, via IV Novembre, via Franco Bianco (davanti alle scuole medie), via Castellengo, via Roma per raggiungere piazza Castello all’ombra del Ricetto e affrontare la discesa della birreria per tornare a Vigliano e da lì, lungo via Milano, a Valdengo, Quaregna-Cerreto, Cossato e così via fino al confine della provincia lungo la Biella-Laghi.