Che cosa significa mismatch
Nel “linkedinese”, lingua ibrida italiano-inglese cara ai frequentatori di Linkedin, la rete sociale dedicata a lavoro e professioni, mismatch è forse la parola più usata di recente nel microcosmo biellese. Si tradurrebbe letteralmente come abbinamento sbagliato, in particolare quello tra il ciclo di studi e le ambizioni personali delle persone più giovani e quello tra l’offerta di lavoro del territorio. È notizia di ieri, emersa da una conferenza stampa a Milano Unica, il principale salone del tessile per le imprese biellesi, che il sistema moda italiano avrebbe bisogno di novemila tra operai e tecnici ma sul mercato di chi cerca impiego ce ne sono appena duemila. Non è una novità: i rapporti mensili di Unioncamere indicano tassi fino a oltre il 70% di posti offerti dalle industrie tessili considerati di scarsa reperibilità. Nonostante questo, la fame di nuovi dipendenti è alta come dimostra un’altra cifra, evidenziata ieri da La Stampa: i 1.994 nuovi contratti firmati nel 2022 dalle aziende del settore in provincia sono il quarto miglior risultato degli ultimi dieci anni. E il sistema si sta muovendo per cercare di colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro.
Ma bastano i risultati lusinghieri quanto ad assunzioni dei neodiplomati dell’Istituto tecnico superiore Its Tam di Città Studi a invertire la rotta? Oppure gli sforzi dell’Accademia Piemonte così cara all’assessora regionale Elena Chiorino, che nei giorni scorsi ha annunciato la fine del corso di tessitura con cinque allievi, pronti a essere inseriti nell’organico di Zegna? E ancora, ha un senso prendersela con il sistema scolastico che forma sempre meno profili tecnici o peggio con le studentesse o gli studenti che alla fabbrica preferiscono un percorso umanistico? No, secondo gli stessi protagonisti del mondo imprenditoriale, o non ci sarebbe un (giovane) delegato all’educazione nell’Unione industriale – Francesco Ferraris, 33 anni, manager del Finissaggio e Tintoria Ferraris – che spinge non solo sull’orientamento ma anche sullo sforzo di rendere affascinante il far parte della squadra di un’industria tessile: la sua espressione, usata qualche mese fa proprio a una tavola rotonda di Milano Unica, fu «rendere sexy le nostre fabbriche». Per farlo, si potrebbe ascoltare il consiglio di una biellese under 35 che ha fatto studi scientifici ma li sta mettendo in pratica sul campo della comunicazione, da divulgatrice. Alice Pistono ha parlato all’assemblea dei giovani imprenditori dell’Uib per provare a dare qualche consiglio: aprirsi a forme diverse di organizzazione perché nel piccolo, come è il caso della maggioranza delle aziende biellesi, è più facile sperimentare e in questo modo trovare il giusto equilibrio tra lavoro e tempo libero che è una molla per trovare allettante un impiego. E poi puntare sulla qualità e sui valori: «Il contratto a tempo indeterminato non è un punto di arrivo, vince il desiderio di mettersi in gioco e di sentirsi parte di un progetto. A quel punto accetto anche di essere pagata meno».
Ipse dixit
“La mia prima reazione è stata di un forte controllo dell’emozione, perché la ragione deve vincere sempre. La Venere degli stracci rappresenta proprio questa dualità, due elementi contrastanti: la bellezza senza fine e il degrado continuo. Sono due elementi contrari che sono forse uno più emozione e l’altro più ragione, ma s’incontrano per rigenerare la società, per rappresentare la rigenerazione di questi stracci, di questi detriti che stiamo creando. E sono detriti non solo fisici ma intellettuali, morali, sociali, politici. Quindi la Venere rappresenta la venerabilità. C’è un concetto assolutamente profondo e anche morale di incredibile portata. E questo deve rigenerare la società stracciona. Questa società stracciona purtroppo lì ha preso il sopravvento e quindi gli stracci sono diventati come un’autocombustione del lato peggiore dell’umanità”
(Michelangelo Pistoletto in un video-messaggio di ieri dopo l’incendio che ha distrutto la sua “Venere degli stracci” inaugurata a Napoli in piazza del Municipio il 28 giugno)
Ma davvero asfaltano adesso?
Sì, davvero anche perché le strade si risistemano con la bella stagione. Ma ha seminato un po’ d’ansia il fatto che l’intervento programmato dall’Anas da qui a poco prima di Ferragosto sia sulla superstrada Biella-Cossato-Masserano, ovvero la stessa arteria in cui si rischia di restare incolonnati quando si entra in città da quando il ponte sul torrente Cervo è chiuso in un senso di marcia. Il programma dei lavori parte domani sera: alle 20 sarà chiuso l’ingresso in superstrada a San Giacomo di Masserano in direzione di Biella e resterà non transitabile fino alle 5 del mattino di sabato. Da lunedì poi si procederà con il rifacimento dell’asfalto tra Masserano e Vigliano in entrambe le direzioni. La strada non sarà mai chiusa: i lavori procederanno una corsia per volta lasciando l’altra libera per il deflusso delle auto e a segmenti, limitando le strettoie a poche centinaia di metri. I disagi, in sintesi, non dovrebbero essere eccessivi, non certo come nei primissimi giorni dopo la chiusura del ponte. L’asfaltatura terminerà l’11 agosto. I lavori saranno dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19.
Cosa succede in città
Oggi alle 9 a Biella comincia la seconda giornata dell’iniziativa “Un giorno al museo”, rivolta a bambine e bambini tra i 7 e gli 11 anni. I laboratori e le attività saranno dedicati al sentimento della rabbia e andranno avanti fino alle 16,30 con pausa pranzo alla caffetteria del Museo del Territorio. Il costo è di 10 euro, prenotazioni e informazioni allo 015.2529345
Oggi alle 21 a Salussola il museo-laboratorio di via Duca d’Aosta 7 ospita la presentazione del racconto “Ad un passo da me” con l’autore Matteo Manzato. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Graglia la rassegna “Vita d’artista” al casolare del Campra in via Canale 3 prosegue con la conferenza su Edmondo De Amicis e il libro Cuore di Carmen Guala, docente in lettere
Oggi alle 21,30 a Candelo il calendario di concerti del Biella Jazz Club al ristorante Il Torchio prevede l’esibizione di Silvia Fusé, la cui voce sarà accompagnata da Massimo Serra alla batteria, Francesco Benotti alla chitarra, Maurino Dellacqua al basso, Max Tempia alle tastiere e Max De Aloe all’armonica. Il concerto è riservato a coloro che hanno prenotato un posto nel locale all’interno del Ricetto (015.2499028)
«Le parole sono importanti» (cit.)
È più correttezza tecnica da filologi o più desiderio di prendere le distanze con il progetto discusso (anzi, discussissimo, ammesso che questo superlativo esista) completato nel 2018, quando qualcuno parla di ascensore inclinato per riferirsi alla funicolare del Piazzo? Il sospetto viene, notando che questa espressione, se ha un senso negli atti e documenti ufficiali di un ente pubblico, viene sistematicamente usata dai canali d’informazione ai cittadini anche dal Comune di Biella. L’ultimo esempio è recentissimo: gli «ascensori inclinati non saranno funzionanti a causa di lavori relativi alla manutenzione straordinaria quinquennale» nei giorni di lunedì 17 e martedì 18 luglio, come si legge sul sito web di palazzo Oropa. Ma ha un senso questo puntiglio o diventa una sorta di autogol se lo si guarda dal punto di vista della promozione del territorio? Il centrodestra si fece vivo alla manifestazione del 9 giugno 2017 che provò a dire no al progetto che modificava il sistema di trazione dell’impianto. Massimiliano Gaggino, oggi assessore alla Cultura e allora consigliere di opposizione, lo disse chiaramente: «Smettiamo di chiamarla funicolare dato che è un’altra cosa». Ma l’appello è stato raccolto quasi solo dal Comune, oltre che da qualcuno degli antichi detrattori del progetto in forma privata. Il sito dell’Azienda turistica locale la chiama “funicolare”, senza mandare in confusione coloro che dovessero consultare quelle pagine per scegliere un itinerario, così come gli altri spazi internet che si occupano di viaggi, a partire da Tripadvisor. Del resto a Parigi, dove dal 1991 si sale a Montmartre con un impianto tecnicamente simile, nessuno si sognerebbe di definire la funicolare un “ascenseur incliné”. E, a proposito di confusione, ecco l’ultima delle recensioni, assai negativa, comparse su Tripadvisor: «Non più in funzione da anni, sostituita da un ascensore (non trovato), la salita a Piazzo si fa a piedi in costa». A chi dare la colpa? Alla segnaletica insufficiente, al turista distratto o a chi continua a chiamarla ascensore?