Che cos'è questa storia di gastroenterologia?

La lingua della burocrazia è fatta apposta per impastare la chiarezza in terminologie e locuzioni che non facilitano la comprensione. Si può immaginare la faticaccia di chi ha dovuto far capire, in un titolo di giornale, che è una svolta per il servizio ai pazienti il fatto che il reparto di gastroenterologia dell’ospedale di Biella passa da struttura semplice a struttura complessa. Che cosa significa? È una questione di gerarchie tra reparti e anche, almeno un po’, di costi per l’Azienda sanitaria e quindi per la Regione: il direttore medico di una struttura complessa (una volta si diceva primario e buona lì) è come se fosse di grado – e di stipendio – più alto. Per chi punta a fare carriera nella sanità pubblica, in sintesi, è un posto più appetibile. E chissà che, grazie a questo passaggio, finisca la dieta forzata del reparto che dura almeno da aprile, quando andò in pensione la guida Franco Ferrero e ottennero il trasferimento due dei tre specialisti in organico. Le conseguenze furono a tutti i livelli: medici in prestito da altri ospedali per garantire prestazioni minime, convenzione con Lilt Biella per avere un gettonista in convenzione, altri accordi favoriti dal Fondo Edo Tempia per far ripartire anche l’attività di prevenzione dei tumori. Senza un gastroenterologo non si possono fare le colonscopie, l’esame di secondo livello dello screening regionale che viene effettuato nel caso il primo test, quello del sangue occulto nelle feci, sia risultato positivo. Ed è accaduto proprio nei mesi in cui in Piemonte si è deciso di abbassare l’età di soglia per entrare nei programmi di screening da 57 a 50 anni. Ancora adesso una rapida occhiata al documento sulle liste di attesa che l’Asl pubblica ogni mese, alla voce “visita specialistica gastroenterologica”, la sentenza è senza appello: non disponibile. Lo stesso vale per la colonscopia. Significa che bisogna, sperando che altre aziende sanitarie abbiano una situazione migliore, cercare asilo in una provincia vicina per avere le prestazioni. Alla luce di questa situazione sembrano un po’ premature le parole dell’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi che hanno accompagnato l’annuncio: «Questo traguardo rappresenta non solo un avanzamento significativo sul piano medico e organizzativo, ma anche la dimostrazione concreta di come la tenacia, la determinazione e l’impegno di un territorio possano produrre grandi risultati, a beneficio diretto dei cittadini e dei pazienti». Allo stesso modo appare un pochino affrettata l’esultanza, manifestata con l’acquisto di mezza pagina pubblicitaria su Il Biellese, della segreteria provinciale del suo partito: «Grazie al lavoro di Fratelli d’Italia» è lo slogan «gastroenterologia diventa struttura complessa e potrà avere un primario». Perché ce l’abbia davvero, però, occorrono un bando di concorso e tutto quello che ne consegue, inclusa la speranza che ci siano specialisti abbastanza qualificati che decidano di provare a scegliere Biella per proseguire la loro carriera. Serve tempo. E, mentre accadrà, l’emergenza tamponata con bende di emergenza a base di prestiti e convenzioni è destinata a durare ancora un poco.
Ipse dixit
“Con tutto il massimo rispetto per le sofferenze delle persone, sembra che mi abbiano fatto la macumba…”
(Davide Basso, sindaco di Zubiena, a Il Biellese commentando il terzo ferimento in un mese di una persona nei boschi del paese per le cadute di rami o di interi alberi)
Le classifiche degli ospedali
Com’è essere all’89° posto in Italia e al quinto in Piemonte nella classifica degli ospedali migliori? Bene, ovviamente, secondo i vertici dell’Azienda sanitaria di Biella. «È un dato che onora la professionalità e l’impegno dei nostri professionisti» ha dichiarato il direttore generale Mario Sanò. Ma chissà se l’utente medio si accontenta di una posizione lusinghiera. La graduatoria è della rivista statunitense Newsweek che la stila ogni anno monitorando non solo l’Italia ma trenta Paesi del mondo. I criteri sono non solo oggettivi: ci si basa su un sondaggio fatto compilare via internet a un gruppo di esperti, da medici a dirigenti ospedalieri, a cui si abbinano parametri di qualità ospedaliera e sondaggi anche tra i pazienti. Non si menzionano (per fortuna dell’Italia) le liste d’attesa, per esempio. Il massimo punteggio è 100. Leader italiano è il Niguarda di Milano che arriva a 92,67, mentre Biella si ferma a 72,76, lontano dalle eccellenze e più vicino al valore medio: il decimo posto del Sant’Andrea di Roma è a 76,10. Allargando l’orizzonte oltre i confini, si scopre che l’Italia sa garantire eccellenze, almeno secondo i criteri di questa classifica, anche sul piano globale: il primo a comparire tra i migliori 250 al mondo è sempre il Niguarda di Milano, che è pubblico ed è al 37° posto. Seguono il policlinico Gemelli di Roma, quello dove è in cura da ormai due settimane papa Francesco (44°) e poi ancora Lombardia ma con due strutture private: il San Raffaele è 54° e l’Humanitas di Rozzano è 61°. Nella top 100 c’è anche il Sant’Orsola di Bologna. L’unica presenza piemontese è al 219° posto, le Molinette di Torino. Nonostante questo, il Piemonte sopravanza la Lombardia in un’altra graduatoria, quella dei cosiddetti Lea, i livelli essenziali di assistenza. Si garantiscono, secondo una statistica del ministero della Salute, in modo migliore da questa parte del Ticino, quinto posto in Italia contro il sesto di Milano e dintorni, dietro Veneto, Toscana, Emilia Romagna e provincia di Trento. La classifica ha fatto imbufalire il presidente della Lombardia Attilio Fontana: «Continuiamo a ricevere attacchi ingiustificati da Roma».
Cosa succede in città
Oggi alle 15 a Biella è in programma al centro d’incontro del Vernato in via Ivrea il carnevale dei bambini, organizzato dal comitato del Thes - Carnevale bambini Vernato
Oggi alle 18,30 a Vermogno fa parte del festival Alchèmica la presentazione del programma della Primavera gastronomica. Sarà affidata a Marta Miolo e Francesca Castagnetti. Al termine, sempre nella sede di VermognoVive, ci sarà un aperitivo a pagamento
Oggi alle 18,30 a Breuil-Cervinia c’è un appuntamento solidale a beneficio del Fondo Edo Tempia: la neve all’ombra del monte Cervino sarà illuminata dalle luci dei partecipanti alla “Fiaccolata per la vita”. Le quote di iscrizione finanzieranno i progetti di ricerca sul cancro
Oggi alle 20 a Candelo c’è, al cinema Verdi, anche la proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano di “The brutalist”. Comincia presto perché il film girato da Brady Corbet nel 2024 dura 3 ore e 35 minuti
Oggi alle 21 a Candelo la rassegna “Tutti pazzi per il cinema” del Tavolo biellese per la salute mentale propone il film “Il ragazzo con i pantaloni rosa”, campione d’incassi e non solo di emozioni nei mesi passati, girato nel 2024 da Margherita Ferri. L’appuntamento è al cinema Verdi, l’ingresso costa 6 euro
I titoli della settimana
Le notizie principali degli ultimi sette giorni secondo le prime pagine dei giornali locali
Lunedì 24
Eco di Biella Parcheggi blu, incassi record
Martedì 25
Il Biellese Allarme case di riposo: tante strutture rischiano di chiudere
La Stampa Biella, polemica sui cantieri scuole: “Avremo aule moderne ma vuote”
Mercoledì 26
La Provincia di Biella Presa la coppia delle truffe
La Stampa Biella, la ripartenza del commercio: il 2025 comincia con 47 negozi in più
Giovedì 27
Eco di Biella Corradino e la scalata alla Fondazione
La Stampa Carovita, la stangata di gennaio: “A Biella un’impennata da record”
Venerdì 28
Il Biellese A Zubiena il bosco “maledetto”
La Stampa Dagli alloggi di lusso ai centri medici: si torna a investire nel cuore di Biella
Sabato 1
La Provincia di Biella L’acqua resta di tutti
La Stampa “Case di comunità” avanti tutta per avvicinare la sanità ai pazienti
Domenica 2
La Stampa Biella, pensioni e stipendi ai minimi: in provincia cresce l’allarme povertà