Che sorpresa, un supermercato
Ventitré supermercati per meno di 43mila abitanti, un ventiquattresimo in arrivo, il secondo dell’era-Corradino dopo l’Aldi di via Carso: sarà quello di Chiavazza, lungo via Milano, rimasto in dispensa dal 2022 quando il progetto piaceva poco anche a una fetta della maggioranza che sostiene il sindaco, compresa la Lega, il suo partito. Che cosa è cambiato in poco più di un anno? Lo ha spiegato a La Stampa il capogruppo Alessio Ercoli: «La situazione è radicalmente cambiata: prima si chiedeva ai consiglieri di determinare che quell’area era degradata e poteva quindi essere recuperata installandovi una struttura commerciale, cosa che non potevamo fare, ora a certificarlo è la perizia di un tecnico». In più, anticipa Ercoli, il nascituro Eurospin, marchio già presente in via Rosselli, avrà dimensioni inferiori rispetto al primo progetto e prevederà investimenti per il quartiere: «Posso dire che gli ambiti d’intervento saranno i giovani e gli anziani e che verrà impegnata una cifra importante». Il supermercato numero 24 avrà dunque un destino simile all’Aldi di via Carso, fermato ai tempi della giunta di centrosinistra (che però disse sì al Lidl di via Ivrea, sorto al posto di un capannone industriale in disuso da tempo) e approvato nei primi mesi di quella di centrodestra a scapito anche di una fetta di giardino pubblico dove c’era il parco per i cani. Altri due erano in rampa di lancio ma sono stati fermati da problemi contingenti: come ricorda La Stampa Lidl e Conad avevano prenotato un’area sempre lungo l’asse di via Carso, nel complesso ex Rivetti e alle Pettinature Riunite. Ma le due rivisitazioni di ex complessi industriali, contestate dall’osservatorio sul paesaggio di Est Urbano, sono al palo e non sembrano potersi sbloccare a breve. Non pare avere più ostacoli invece il non-centro commerciale al confine con Gaglianico, dove però non ci sono supermercati ma, come area di vendita più grande, un negozio di articoli e accessori sportivi. Nel frattempo, come dice Eco di Biella, c’è un supermercato più piccolo che sembra destinato a chiudere: è la Conad di via Ivrea angolo via Mentegazzi, il cui destino secondo gli osservatori più pessimisti era segnato dal giorno in cui aprì Lidl proprio di fronte. Ha resistito quasi sette anni.
Ipse dixit
“Chiude la Conad di via Ivrea e viene concessa una nuova licenza per un supermercato a Biella, a saldo resta il ventiquattresimo in città. Ma chi in Comune a Biella vota queste nuove licenze, è al corrente della chiusura di via Ivrea? I consiglieri comunali che voteranno a favore parlano talvolta con i dipendenti di questi punti vendita? Lo sanno che da anni non hanno più un turn over generazionale significativo? Ma soprattutto sanno o non sanno di mentire sui dati occupazionali, oscillando il pendolo per incantare chi in città pensa ci saranno nuovi posti di lavoro indeterminati, mentre non dicono che la grande distribuzione (e non solo) è orientata a contrarre drasticamente il numero dei dipendenti? [...] Basta andare al Decathlon di Chiavazza per la prova del nove, già li si mettono tutti gli acquisti nel pozzetto alla cassa e questi vengono letti insieme automaticamente e scontrinati in sequenza. [...] Forse non possiamo fermare il progresso/regresso occupazionale, anche se al ventiquattresimo si potrebbe votare contro e dare un segnale in controtendenza, ma almeno non raccontiamo balle alla cittadinanza di Biella sull’incremento dell’occupazione. Queste sono operazioni che mirano agli oneri di urbanizzazione del Comune e indipendentemente dal colore politico, gli Orsi docet. Punto. Altro che visione, solo miopia”
(Benni Possemato, ristoratore al Piazzo ed ex consigliere comunale di una lista civica di centrosinistra)
Emergenza freddo
«Tutti desiderano lavorare, tutti sono sottoposti a una snervante attesa lunga mesi, inanellando giorni dopo giorni in cui non è loro consentito fare nulla che non sia organizzato dal progetto ma anche qui, oltre all’accoglienza, le opzioni sono poche: nelle due ore di centro diurno un po’ d’italiano, le pratiche per il permesso di soggiorno, le informative sul lavoro nero e lo sfruttamento»: il racconto, ospitato da Il Biellese di martedì, è di Marco Cassisa, portavoce di Emergenza Freddo, il progetto che da novembre ad aprile tutti gli anni offre un luogo caldo nelle notti d’inverno a chi non ha una casa. L’iniziativa, che mette insieme il pubblico, il privato e il terzo settore da dodici anni, si sostiene anche grazie alla solidarietà dei biellesi. In poco più di due mesi sono state accolte 64 persone, sette delle quali donne. Lo scorso anno a fine progetto erano state 102, segno che la tendenza è verso il superamento dei numeri del recente passato. Se questo lavoro affronta l’emergenza invernale, le strutture chiamate “housing first” (prima la casa) hanno offerto a cinquanta persone tra il 2019 e il 2022 una dimora dove poter pensare a ricostruire la loro vita. Gli spazi per l’inverno non sono solo quelli del dormitorio pubblico in Riva. Ci sono otto posti letto, per esempio, al Seminario gestiti da Caritas: «Le persone sono migranti pakistani» racconta Cassisa «in attesa dei documenti o di essere inseriti nei percorsi dedicati. La lingua è l’inglese che a sua volta viene tradotto da uno degli ospiti in urdu a beneficio degli altri per evitare di perdere il senso delle comunicazioni. Fa eccezione un ragazzo poco più che ventenne, congolese». Cassisa riporta anche le parole dei volontari che danno il senso al loro impegno: «Abbiamo visto occhiaie preoccupate trasformarsi in sguardi di gratitudine, abbiamo sentito voci flebili e di poche parole sciogliersi in toni più aperti e diretti». C’è anche il calore umano, insomma, e non solo un letto, una doccia, un piatto caldo. E c’è anche un conto corrente a cui inviare le proprie donazioni: IT02M060852230000001389003 intestato all’associazione La Rete.
Cosa succede in città
Oggi alle 17,30 a Biella il festival di letteratura al femminile ContemporaneA fa ripartire il ciclo di incontri intitolato “Le scomposte” con la scrittrice e insegnante Giusi Marchetta che parla di Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura nel 1993. L’appuntamento è alla galleria d’arte Bi-Box di via Italia 38
Oggi alle 20,45 al Piazzo il pastore della chiesa evangelica di Biella Alberto Antonello presenta il suo primo libro “Mai da soli”. Saranno letti alcuni brani da Valeria Ubertino. L’accompagnamento musicale è con Luca Varesano al pianoforte e Sephora alla voce. L’ingresso è libero
Oggi alle 20,45 a Biella la giornalista e scrittrice Cristiana Cella parlerà della resistenza clandestina delle donne in Afghanistan nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in via Gramsci. L’appuntamento a ingresso libero è organizzato da Vocididonne ed è un’ideale prosecuzione della mostra allo Spazio Cultura di via Gramsci angolo via Garibaldi con le immagini dell’arte da strada di Shamsia Hassani, artista afghana
Oggi alle 21 a Valdilana prosegue la rassegna “CineFood” al Giletti di piazza XXV Aprile a Ponzone con il film “Welcome Venice” (Italia, 2021) di Andrea Segre. La pellicola sarà presentata e commentata dall’esperto Fabio Cancelliere. Ingresso a 8 euro, ridotti a 6
Oggi alle 21 a Chiavazza il carnevale del rione offre il consueto appuntamento con la commedia inedita “fatta in casa”: al teatro parrocchiale di via Firenze va in scena “Cucasting”, scritta da Carlo Ceccon e diretta da Annalisa Zanni e Massimiliano Gaggino che, per una sera, sveste i panni dell’assessore alla Cultura e torna a quelli di appassionato di teatro. Sul palco il protagonista sarà Franco Caucino, lo storico interprete del Cucu, la maschera del quartiere. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Biella la sede provvisoria di Nientedafare in via San Filippo 6 propone la prima serata di “cinema tappeto”, con la visione di un film rigorosamente seduti sul tappeto. La pellicola è “Il treno per il Darjeeling” (Usa, 2007) di Wes Anderson. L’ingresso è a contributo volontario
Oggi alle 22 a Biella Hydro ripropone la serata “Spazio” in cui ognuno può portare libri, dischi, giochi da tavolo e usare la sede come più gli piace. L’ingresso è libero con tessera Arci
Brest
Brest è una città della Bielorussia, lungo la linea ferroviaria Berlino-Mosca. Ce n’è un’altra all’estremo nordovest della Francia, dove la Bretagna guarda l’oceano. Non è invece una parola inglese. In un recente comunicato ai media dell’azienda sanitaria di Biella però compare sotto forma di refuso. Succede e, come testimonia una ricerchina su Google, non è la prima volta. Però, forse, lascia un insegnamento: meglio una parola italiana più chiara alla maggioranza delle persone a cui ci si rivolge di un termine inglese che fa colpo su LinkedIn ma rischia di essere malcompreso. Oppure, come in questo caso, malscritto dato che si voleva parlare della “Breast unit”, l’unità speciale che, in ospedale, si occupa della chirurgia del seno, in inglese appunto “breast”. La notizia è positiva: 281 pazienti operate, 191 delle quali per neoplasie maligne (i tumori, sempre fuor di metafora) sono numeri in crescita e significano meno donne che, per curarsi, sono costrette a spostarsi in altre strutture sanitarie. Anzi, il comunicato segnala anche l’arrivo di pazienti da altre province. Il merito è anche, appunto, della “breast unit” che prende in carico le donne dalla diagnosi fino ai percorsi di supporto, compresa l’assistenza psicologica. Però è “breast” e non “brest”. Nel comunicato, da un certo punto in poi, torna la grafia corretta. C’è di più: l’errore è stato ripetuto dai giornali con La Stampa che parla di “brest unit” in un piccolo box di sintesi della notizia ed Eco di Biella che ripubblica a pagina 8 il copia-incolla integrale del comunicato reiterando l’errore dove c’è e lasciando la grafia corretta dove era nell’originale. Mercoledì La Provincia di Biella ha evitato l’errore ma ha scelto un titolo da cui sembra che siano in aumento i casi di tumore e non gli interventi in ospedale: “Neoplasie mammarie, crescita del 20% nel 2023”.