Chiude il ponte (e non vale dire "non lo sapevo")
Il Biellese è fresco di polemicona social per la chiusura di una mattina di alcune strade del centro per il passaggio dell’Autogiro d’Italia con la sua carovana di vetture d’epoca. L’accusa più frequente ricevuta dal Comune è stata: non ci avete detto niente e non avete messo i segnali. Se sulla prima era difficile fare di più per palazzo Oropa e per i media locali che hanno parlato per giorni dei provvedimenti sul traffico, sulla seconda forse qualcosa è mancato. Comune e Provincia farebbero bene a imparare la lezione da lunedì quando si verificherà la chiusura più temuta e impattante dell’estate: il ponte della tangenziale diventa un senso unico a partire da lunedì per consentire i lavori di consolidamento e manutenzione che l’Anas ha rinviato di qualche settimana perché fossero almeno chiuse le scuole.
La sola direzione di marcia che sarà consentita è quella in uscita da Biella, quindi in direzione di Chiavazza e della Biella-Cossato. Per chi invece arriva da Est, il doppio percorso consigliato è da via Milano (uscita a Vigliano o a Chiavazza, qualche centinaio di metri prima del curvone) o, preferibilmente, da Candelo. In questo caso sarà caldeggiata l’uscita dalla superstrada a Vigliano per poi salire verso il Ricetto ed entrare nel capoluogo da via per Candelo. La cosiddetta “salita della birreria”, il tratto che dal ponte sul Cervo porta nel centro di Candelo, è la ragione per cui i lavori sono stati rimandati di una settimana: da settimane c’era anche lì un cantiere per consolidare le sponde franose a valle della carreggiata, che costringeva a un senso unico alternato regolato da un semaforo. Il cantiere è stato chiuso proprio per consentire alle auto di circolare a doppio senso in un momento in cui ce ne sarà gran bisogno. Per ora il consiglio è di memorizzare le nuove disposizioni e di partire, lunedì mattina, qualche minuto prima per arrivare alla propria destinazione. E, se si può aggiungere un ulteriore suggerimento, meglio aggiungere un cucchiaino di pazienza: il traffico e le code innervosiscono. Ma la manutenzione trascurata di un ponte (già crollato negli anni Novanta) è certamente peggio.
Ipse dixit
“Sapeva benissimo che io tifavo per la Juve e all’inizio quando acquistò il Milan durante una cena mi chiese: «Visto che ho acquistato il Milan, Ezio, tu adesso tiferai per noi, vero?». Io risposi: «Silvio, sono juventino e rimango juventino». Ci pensò un attimo e poi sbottò ridendo: «Allora compro anche la Juve»”
(Dall’intervista a Ezio Greggio su Silvio Berlusconi pubblicata da Il Biellese di martedì)
Il concetto di multileggero
Ecco un’altra cosa che, fra poco, i biellesi non potranno dire di non sapere: dal 1 luglio c’è un cambiamento nella modalità di raccolta differenziata in provincia. La divisione tradizionale plastica-vetro-carta-umido-indifferenziato viene scombussolata dall’introduzione del “multileggero”. Il curioso neologismo racchiude una serie di materiali che andranno differenziati così come si è differenziata finora la plastica: alle bottiglie delle bibite, ai flaconi di detersivi e affini, si aggiungono oggetti che prima andavano insieme al vetro, come le lattine di alluminio (dalle bibite alla carta stagnola) e i barattoli di acciaio (tonno, pelati e simili) e oggetti che prima venivano smaltiti insieme alla carta come le confezioni di tetrapak. La nuova entità del multileggero sarà contrassegnata dal colore giallo per buste e contenitori stradali. Cosrab, il consorzio degli enti locali che gestisce il ciclo dei rifiuti in provincia, ha già iniziato la sua campagna di informazione sul tema anche con un video.
Cosa succede in città
Oggi alle 21 al Piazzo il festival Viaggio propone, nella sala conferenze di palazzo Ferrero, la proiezione del documentario “Missione Artico”, la narrazione della prima esplorazione della Groenlandia fatta dal Wwf italiano con biologi marini, guide alpine e naturalisti. Completa la narrazione l’intervento della direttrice del programma di conservazione del Wwf Isabella Pratesi. Introduce Fabrizio Lava. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Biella lo spazio Hydro di via Cernaia ospita una jam session di rock e blues guidata da Andrea Beccaro alla batteria, Maurizio Torchio al basso, Leonardo Ceralli e Gabriele Ferro alla chitarra e voce. Tutti potranno portare il loro strumento e salire sul palco. L’ingresso è libero per i soci Arci
Oggi alle 21,30 a Sordevolo Drusilla Foer porta all’anfiteatro Giovanni Paolo II il suo spettacolo “Eleganzissima”, quasi un’autobiografia tra humour e malinconia che la performer, all’anagrafe l’attore toscano Gianluca Gori, porta in scena dal 2017. Biglietti da 57,50 a 29,90 euro ancora disponibili
Come si scrivono le parolacce sui giornali?
Come ci si comporta quando in un articolo o in un titolo di giornale bisogna avere a che fare con una parolaccia o peggio con quello che gli anglofoni chiamano “slur”, l’insulto che diffama e discrimina? C’è un esempio locale recentissimo, legato all’episodio accaduto a Pino Torinese all’ex segretario regionale del Pd, il biellese Paolo Furia, e a suo marito, aggrediti a male parole da una persona incontrata in un cinema dopo una discussione che era iniziata con toni pacati. È lui stesso, la vittima, a non aver censurato l’insulto che gli è stato rivolto descrivendo l’episodio sui suoi canali social. I giornali che ne hanno parlato si sono trovati di fronte al solito bivio: riportare il virgolettato di Furia integralmente, compresa la combinazione di parolaccia e insulto discriminatorio, usare un giro di parole senza essere espliciti, cavarsela con la formula dell’iniziale con il puntino o con gli asterischi a sostituire qualche lettera? La Stampa ha parlato di “insulti omofobi” nel titolo ma nell’articolo non ha omesso nulla scrivendo per esteso la locuzione “froci di merda” che Furia e suo marito si erano sentiti vomitare addosso. Il Biellese ha usato un curioso ibrido titolando con “parole omofobe” e scrivendo nell’articolo “froci di m…”, censurando la parolaccia ma non l’insulto che discrimina. La Provincia di Biella è stata la più diretta: la locuzione per esteso sta sia nel titolo sia nel pezzo, dove però è singolare la decisione di aver riportato in un altro paragrafo un secondo frammento del dialogo tra aggressore e aggrediti scrivendo “e che c...zo è questo?”. In sintesi, una censurata e due no. E curiosamente la parola meno sottoposta ad accorgimenti per nasconderla è “frocio”, il frammento dell’aggressione verbale intriso di omofobia.
Non è semplice, certo. Se si decide che la notizia è, appunto, una notizia, uno dei suoi ingredienti deve anche essere la chiarezza e non è cosa semplice trovare l’equilibrio tra l’educazione che ci si aspetta da una cosa pubblica e rivolta a tutti come un articolo di giornale e la descrizione della maleducazione che rendono certi episodi meritevoli di essere raccontati e stigmatizzati. Può essere interessante raccontare come ha parlato del tema Zerocalcare nella sua recentissima serie su Netflix “Questo mondo non mi renderà cattivo”. A un certo punto della narrazione apre una parentesi per spiegare perché in un dialogo usa la curiosa formula “dalla pelle con molta melanina” per descrivere gli immigrati africani e asiatici di un centro di accoglienza. Michele Rech ferma la trama e al suo alter ego disegnato fa spiegare che, ovviamente, nessun coatto di periferia che protesta contro i migranti userebbe mai una formula simile. Ma se quella parola che inizia con la n è odiosa e percepita come tale, «qualcuno deve pur iniziare a smettere di usarla, no?».