Ciclabilandia
«Non appena avremo il piacere di vedere molti ciclisti percorrere le vie cittadine metteremo subito i nostri tecnici al lavoro per progettare piste ciclabili»: era il maggio del 2020 e questa dichiarazione a La Provincia di Biella era firmata dall’allora assessore ai Lavori pubblici, oggi consigliere regionale, Davide Zappalà. Il primo atto rivendicato poco meno di un anno prima, con il suo ingresso in giunta nel capoluogo, fu quello di bloccare tutti i progetti del piano approvato dal consiglio comunale (ma quando la maggioranza era di centrosinistra) nel marzo del 2019 per creare una rete di percorsi adatti alle due ruote. Il più eclatante invece fu fatto insieme al vicesindaco Giacomo Moscarola (Lega): demolire (o meglio fingere di farlo) badile alla mano e a favore di obiettivo un tratto protetto da cordolo di percorso ciclabile in via Delleani. In campagna elettorale il suo partito, Fratelli d’Italia, aveva pure organizzato un flash mob sul percorso rosso di via Cernaia, considerato il simbolo dei progetti sbagliati sulla mobilità sostenibile. Una legislatura dopo, spiccano due dettagli: non un metro di nuova pista ciclabile è stato realizzato dal 2019 al 2024, non un metro è stato demolito, vituperata via Cernaia inclusa. E poi vanno riportate le parole sul tema di Marzio Olivero: il sindaco di Fratelli d’Italia ha rilasciato una lunga intervista a La Provincia di Biella con il primissimo bilancio dei primi mesi al timone della città. Tra una domanda e l’altra ha detto di riporre buone speranze sul nuovo sistema di noleggio di bici elettriche, non scansando – anzi – la successiva domanda proprio sulle piste ciclabili: «Chiaramente sono favorevole però non posso non riconoscere che Biella per la sua conformazione è inadatta all’introduzione di piste ciclabili che ne consentano un utilizzo pieno. Io vado in bicicletta e mi rendo conto che bisogna fare le piste come si deve, come nelle cittadine del nord Europa dove i ciclisti transitano su un percorso protetto e non corrono il rischio di essere investiti. Qui la pista è ancora intesa come qualcosa di dipinto». Sulla prima parte della frase è difficile non essere d’accordo, così come è impossibile non notare il cambio di approccio rispetto a quelle frasi del 2019 del collega di partito Zappalà, che voleva prima vedere i ciclisti e poi progettare i percorsi. Sull’ultima, un piccolo fact checking s’impone: esclusa via Ivrea, citata dallo stesso Olivero (ma progettata dalla giunta-Gentile prima del 2014, quando assessore all’Urbanistica era il suo capo partito Andrea Delmastro che intercettò un finanziamento statale ad hoc), la stragrande maggioranza di percorsi urbani disegnati è dietro un cordolo o un gradino. Accade in via Cernaia e lungo la prosecuzione naturale in viale Matteotti, dove corre al centro del doppio filare di alberi, accade in viale Macallè, lungo la connessione tra via Cottolengo e via Rosselli che collega all’ospedale e dentro il centro commerciale Gli Orsi. Il guaio, casomai, è che in buona parte del resto della città le bici viaggiano a bordo strada, con le auto in sosta e i passi carrai da un lato e il traffico dall’altro.
Ipse dixit
“Le parti si sono limitate a un confronto generale dove ancora permangono le distanze e le impostazioni sulla partita economica e su alcune parti normative. Ci ritroveremo tra quindici giorni, il 17 ottobre prossimo, in ristretta senza le delegazioni territoriali, e il 21 pomeriggio con la delegazione trattante allargata, si spera per chiudere”
(Alessandra Ranghetti, segretaria provinciale dei tessili Uil, a La Stampa sulla trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro del settore dopo il “quasi incontro” di mercoledì svoltosi in videoconferenza)
Una prova su strada delle bici a noleggio
Non serve molto tempo per affittare una delle biciclette a pedalata assistita sparpagliate in 72 stazioni di parcheggio in giro per Biella e altri sette Comuni della cintura: basta avere un telefono cellulare connesso a internet e l’applicazione di Vaimoo, l’impresa che assicura il servizio. Il primo passo è stipulare un abbonamento: si va da 2 euro per quello da 24 ore a 50 per quello annuale. Una volta immessi i propri dati e registrata la carta di credito, attraverso l’applicazione viene chiesto di inquadrare il qr-code della bicicletta prescelta. Sul grande pannello di controllo che sta sul manubrio, insieme al codice quadrato bianco e nero, ci sono le istruzioni di massima e un indicatore composto da quattro luci. Ognuna equivale al 25 per cento di carica della batteria che aiuta a pedalare faticando meno. E per fortuna perché, come ogni bici elettrica e forse anche un po’ di più, il peso del mezzo è considerevole. Un utente se ne accorge subito, alla prima manovra per uscire dal parcheggio e mettersi in strada. Prima, però, bisogna completare lo sblocco: la bici non si muove se non si è premuto il tasto giusto di “avvia corsa” sul telefono. Solo allora si può salire in sella. Attenzione alla modalità di frenata: sul manubrio c’è una sola leva a sinistra, ma per rallentare bisogna anche pedalare all’indietro. Non ci sono rapporti di velocità per adattarsi al terreno né regolatori di potenza del motorino elettrico. Si avvia al primo colpo di pedale, il che peraltro assicura una buona ripresa all’uscita dagli incroci, per togliersi d’impiccio il più in fretta possibile. La velocità non è mai eccessiva. Quando, magari in un tratto in discesa, si va un po’ più svelti, i pedali girano a vuoto come a dire: più di così no. Allo stesso modo smettere di pedalare limita subito il funzionamento del motore elettrico, facendo rallentare il mezzo. Bisogna abituarsi anche a un altro dettaglio: una bici così pesante non è esattamente maneggevole e lo si percepisce affrontando le prime delle tante rotonde cittadine, da prendere un po’ con le molle e a velocità controllata. La prova su strada ha consentito di fare, in un momento di traffico non intenso, il tratto da via Repubblica a Biella all’ex peso pubblico in centro a Candelo in 18 minuti. Si fa apprezzare la pista ciclabile di via Cernaia dove ci si sente più sicuri a passare in una strada a doppio senso non larghissima in un tratto protetto e riservato. Lo si apprezza anche di più a confronto con il tragitto di ritorno, un piazza Castello a Candelo-via Repubblica in 22 minuti circa passando da Vigliano zona Maglioleo e da Chiavazza. Lungo la stessa via Cernaia, un falsopiano spaccagambe se non ci fosse quel benedetto motorino, c’è anche una strettoia per un cantierino di ripristino della pavimentazione. E ci si sente davvero in ansia quando si viene superati da un’auto. L’altro problema non dipende dalle bici ma dalle pavimentazioni: tenere la destra vuol dire, a seconda delle strade, trovarsi davanti tombini e buche o, peggio, i microscavi lunghi e stretti per la posa della fibra ottica. La differenza balza agli occhi quando si trova un tratto asfaltato da poco: via Brignana a Chiavazza, per esempio, è divisa in un tratto tutto buche e in uno ripavimentato sei o sette anni fa. Che diventa un sollievo per polsi e schiena, dopo il passaggio sul percorso dissestato. Ultima considerazione, i costi: un’andata e ritorno da lavoro o da scuola può funzionare, a patto di stare dentro la mezz’ora della prima tariffa. Il noleggio, abbonamento a parte, costa un euro ogni 30 minuti. Due euro al giorno fanno dieci euro per settimana lavorativa dal lunedì al venerdì (a meno che non piova come ieri, con la sensazione che le bici siano rimaste tutte ferme nei loro parcheggi). La proiezione su un anno porta a circa 500 euro per un eventuale utilizzo quotidiano anche in pieno inverno.
Cosa succede in città
Oggi alle 18 al Piazzo apre i battenti l’edizione 2024 di Fatti ad arte, la rassegna dell’artigianato artistico che porta per tre giorni in città trenta espositori maestri nella lavorazione della ceramica, del vetro, del tessile, della sartoria, della calzatura e nell’oreficeria, nel restauro, nella legatoria e nella liuteria. Nelle tre sedi espositive di palazzo Ferrero, palazzo La Marmora e palazzo Gromo Losa si potranno visitare anche quattro mostre: “Un filo di storia” a cura di Miniartextil, la personale di Elisabeth Aro “Mistico primitivo”, “Corto raggio” con le opere di Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn e quella dedicata alla bottega artistica di Giovanni Sacchi. Ingresso a 7 euro
Oggi alle 20 a Netro si apre la “Utuberfest netreis”, festa di piazza a base di birra e musica. Dopo l’apertura della postazione gastronomica, ci sarà il concerto dalle 22 con la Tirock band. L’ingresso è libero
Oggi alle 20,45 a Sagliano è in programma la serata di presentazione del progetto “Un sentiero, due plutoni, tre Comuni”, preludio all’inaugurazione del percorso di domani. Al salone polivalente Luigi Varnero interverranno Giovanni Capulli del consiglio nazionale di geologia, il professore di scienza della terra dell’università di Torino Franco Gianotti, Massimo Barbonaglia (forestale Risorsaterra), Letizia Stellino (rilevatrice foglio geologico “Pinerolo”) e Stefano Maffeo, geologo biellese dell’Equipe Arc-en-Ciel
Oggi alle 20,45 al Piazzo si apre la stagione di concerti dell’Accademia Perosi con un tutto esaurito in prevendita: all’oratorio del Santo Sudario di corso del Piazzo il violino solista di Pavel Berman sarà accompagnato dai violinisti Ulisse Mazzon, Antonio Molle e Gabriele Totaro, da Eugenio Catale al violoncello e da Elisa La Marca alla tiorba. Saranno eseguite “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi
Oggi alle 21 a Valdilana riprende la rassegna CineFood che abbina le pellicole d’autore alle parole dell’esperto Fabio Cancellieri che le commenterà. Il primo film della stagione è “Un altro giro” (Danimarca, 2021) di Thomas Vinterberg
Oggi alle 21 a Cossato il coro Noi Cantando festeggia i suoi trent’anni di attività con un concerto al teatro comunale aperto agli amici: si esibiranno anche la Freddie band, Alex “Kid” Gariazzo, Gigi Sabarino e le allieve e gli allievi della scuola di danza L’Arabesque. I biglietti sono andati esauriti in prevendita.
Tre ottobre
Ieri era l’undicesimo anniversario di una delle più terribili stragi di migranti nel Mediterraneo: il barcone che affondò al largo di Lampedusa portò con sé negli abissi 368 corpi. Venti furono i dispersi, 155 i superstiti, un terzo dei quali bambini e ragazzi. Di alcune delle vittime, nonostante il lavoro minuzioso che l’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo ha descritto nel suo straziante libro “Naufraghi senza volto”, non si conosce nemmeno il nome. Vale anche per la giovane donna la cui tomba è in questa immagine scattata dal fotografo biellese Max Hirzel e che gli abbonati di più lunga data di 6aBiella hanno già visto dodici mesi fa: origini subsahariane, età presunta 25 anni, altezza un metro e 70, perso circa 75 chili, sepolta nel cimitero di Piano Gatta in provincia di Agrigento. Qualche anno fa lo stesso Max Hirzel pubblicò l’immagine sui suoi canali social e scrisse così: «Il 3 ottobre, si celebra la giornata in memoria delle vittime del Mediterraneo. Settembre 2018 è stato il mese con la percentuale più alta di vittime sul numero delle persone partite. tutte morti evitabili, allora come oggi, giornata dell'ipocrisia. Un pensiero a questa ragazza, a tutti loro e alle loro famiglie. Con vergogna, la mia almeno».