Come nasce la notizia del giorno

Il 1 gennaio è un giorno strano per i media. È festa e le redazioni viaggiano a organico ridotto e a ritmi più blandi, perché anche i giornalisti tirano tardi la notte di San Silvestro. Chi riesce, sfrutta materiale pre-impostato: pagine preparate in anticipo su notizie fredde, rituali come il primo e l’ultimo nato a cavallo dell’anno che cambia, a Biella e dintorni il raduno dei motociclisti a Oropa e il bagno a Viverone da documentare come note di colore, il “giro di nera” (le telefonate alle forze dell’ordine per sapere come sono andate le ultime ore quanto a fatti di cronaca) che si concentra sui botti di mezzanotte e su eventuali feriti. Era già sul mattinale, la rassegna di informazioni di polizia e carabinieri diffuse ai media, la notizia del colpo di pistola a Rosazza e della persona di 31 anni lievemente ferita. Non c’erano altri dettagli e così l’opinione pubblica l’ha appresa dai primi articoli apparsi sul web: l’hanno scritta senza aggiungere particolari che non conoscevano (a volte con un “seguiranno aggiornamenti”) Prima Biella, la testata internet di Eco di Biella, NewsBiella, La Provincia di Biella, Il Biellese. Ma ai cronisti non poteva bastare: un ferito per un colpo di pistola sparato poco dopo mezzanotte, per di più in lu luogo placidissimo come Rosazza, ha fatto venire a tutti sete di dettagli in più. Probabilmente non è stato semplice averne. Erano intervenuti polizia e carabinieri, ma a quanto si è appreso in seguito dalla magistratura era arrivato l’ordine del silenzio. A romperlo per prima è stata La Stampa che nel tardo pomeriggio ha svelato i dettagli dell’accaduto, esito imprevisto di una festa di capodanno a cui erano presenti il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, il parlamentare vercellese di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, la sindaca di Rosazza (e sorella del sottosegretario) Francesca Delmastro e una trentina di persone non identificate, tra cui gli agenti di scorta al viceministro biellese con le loro famiglie. Uno di loro, il genero di un agente di polizia penitenziaria assegnato alla scorta di Delmastro (guardato a vista dai giorni del caso-Cospito), è il ferito dal proiettile, partito dalla pistola regolarmente detenuta da Pozzolo. A sbloccare la notizia, quasi certamente, è stato il virgolettato dello stesso Delmastro che ha confermato l’accaduto e fornito la sua versione dei fatti, parziale perché non presente al momento dello sparo, in quanto impegnato a caricare in auto le buste con gli avanzi di cibo da portare a casa. In pochi minuti il passaparola è diventato nazionale: tutti i quotidiani online hanno rilanciato la notizia, qualcuno come titolo principale della sua homepage, così come le agenzie di stampa. Ieri poi si sono aggiunti i media internazionali. Chi aveva pubblicato i primi articoli, senza nomi e dettagli, è così finito nel mirino dei lettori: a leggere i commenti via social i media locali sono stati accusati di aver nascosto la notizia per offrire un favore al politico di casa. Pian piano però si sono adattati tutti e la “notizia in aggiornamento”, tra le 18 e le 21 di lunedì sera, era stata sistemata ovunque, anche sulle testate locali. Il Biellese, buon ultimo a mettersi in pari in serata via web, era anche l’unico a essere “di vigilia”, ovvero con le energie concentrate a preparare l’uscita in edicola del giorno dopo. Ieri lo sparo di Rosazza era il suo titolo principale, con una lunga e dettagliata cronaca, così come ha fatto l’edizione locale de La Stampa che ha la primogenitura della notizia. Cronaca che, ovviamente, dipende da quanto si è potuto sapere tra le bocche cucite degli investigatori e le dichiarazioni dei protagonisti-testimoni che, altrettanto ovviamente, sono state studiate per non compromettere le indagini ma con un’attenzione particolare a non mettersi nei guai a vicenda. Così Francesca Delmastro ha detto laconica a Il Biellese di essere già andata via, Andrea Delmastro ha raccontato di non aver visto nulla perché stava caricando borse in auto, Emanuele Pozzolo (interrogato per sette ore secondo Il Fatto Quotidiano) ha confermato che la pistola apparteneva a lui, ma di non essere stato lui a sparare. Fa eccezione, nella cautela del giorno dopo, la presa di posizione dello stesso Delmastro intervistato da La Repubblica, in cui sembra prendere nettamente le distanze da Pozzolo, considerato fino a poche ore fa il suo referente numero uno per la provincia di Vercelli: «Io sono di Biella e lui di Vercelli, 40 chilometri di distanza, facciamo politica nello stesso partito, quindi ci conosciamo per forza. Io sono basito. Gli ho detto di venire ma mai avrei immaginato che portasse una pistola. E poi poteva andare in ventimila posti e invece è venuto proprio lì. Se l’avessi immaginato gli avrei detto di non venire».
Come era facile aspettarsi, la notizia ha trovato ampio spazio sui giornali di ieri. È diventata il titolo principale della prima pagina per La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, La Stampa, Domani (che la giustappone all’appello del presidente Mattarella: «Basta armi»), Libero che ha scelto il gioco di parole più aggressivo: «C’è un pistola anche in FdI». Ci sono stati titoli in copertina anche su Il Giornale, Il Messaggero, Corriere della Sera, l’Unità, Secolo XIX. Nemmeno un francobollo su il Manifesto, Il Tempo e La Verità. Lunedì verso sera Rosazza è salita tra i “trending topic” (ovvero gli argomenti con più menzioni) su X, l’ex Twitter. È un paradosso che sia accaduto per una festa di capodanno finita maluccio dopo gli anni di sforzi per portare il paesino della valle Cervo al centro degli itinerari turistici e dell’attenzione. Ieri nelle tendenze è finita direttamente Biella.
Ipse dixit
- Sottosegretario Delmastro, buon anno
- Buon anno un cazzo
- È arrabbiato?
- Vedi un po’ te, che vai a una festa di capodanno, esci per buttare la monnezza, torni e trovi un puttanaio della madonna
- Beh, come inizio d’anno lascia a desiderare
- Ho passato una giornata terribile che non riuscirò più a smaltire, mi sento veramente sfortunato…(Le prime tre domande e risposte dell’intervista rilasciata da Andrea Delmastro a Liana Milella di La Repubblica sull’edizione di ieri. Nella versione originale alcune parole erano state edulcorate con i puntini di sospensione)
La vittoria del silenzio a Tollegno
Dopo il capodanno senza festa in piazza nel Biellese, c’è un altro punto a favore del partito di chi ama il silenzio. Se fosse calcio, sarebbe il quarto gol in un rotondo 4-0 l’ultimo dettaglio del braccio di ferro tra comune di Tollegno e quatto famiglie residenti per l’ormai ex campetto polisportivo all’aperto dedicato alla memoria di Franco Bor. Il gruppetto di abitanti del condominio più vicino ha vinto la lunga battaglia legale che ha imposto al municipio di demolire completamente la struttura sportiva: oggetto del contendere era il rumore che le ragazze e i ragazzi che usufruivano del campetto facevano (come è inevitabile) durante le loro partite, un fastidio insopportabile per i ricorrenti che alla fine della battaglia di ricorsi hanno ottenuto una sentenza che ha dato loro ragione su tutta la linea. Fa parte delle prescrizioni del giudice anche la novità degli ultimi giorni: là dove c’era il campetto e ora c’è un prato, sono comparsi i cartelli “Vietato il gioco del pallone”. Hanno fatto discutere, specie via social, ma è una battaglia persa come ha detto a La Stampa il sindaco Pier Giuseppe Acquadro: «Sono una delle tante prescrizioni che ci ha imposto il tribunale. Non è bastata la demolizione dell'area: quest'ultima non dovrà più essere accessibile ai ragazzi, per evitare che facciano schiamazzi e rumori». Non basta: accanto ai cartelli presto compariranno anche dei cespugli, ulteriore deterrente per chi avesse in mente di usare il prato per giocare. «Dovremo sistemare degli arbusti che ne impediscano la fruizione» ha proseguito il sindaco. «Volevamo mettere a dimora delle piante, ma la controparte ha avuto da ridire anche su quello».
Cosa succede in città
Oggi alle 9,30 in varie località della provincia si apre l’edizione 2024 del Bear wool volley, il torneo internazionale giovanile di pallavolo che è ormai un appuntamento classico delle vacanze di Natale. Sono sette le categorie in campo, tre maschili, tre femminili più gli Special Olympics. Le partite si disputeranno a Biella al Forum, al palasport di via Paietta, alle palestre Rivetti, dell’Iti, del Villaggio La Marmora e al PalaSarselli di Chiavazza, a Occhieppo Inferiore, Verrone, Candelo, Tollegno, Cossato e Vigliano. Oggi alle 18,30 è in calendario anche la grande festa di apertura al Forum. Si gioca fino a venerdì quando sono in programma le finali
Le previsioni del tempo al telefono
Prima delle applicazioni sul cellulare, dei siti web consultabili cento volte al giorno, dei radar che indicano lo spostamento delle perturbazioni in tempo reale attraverso le immagini dei satelliti, a Biella c’era un modo molto da strapaese per conoscere le previsioni del tempo. A fornirlo era, ogni mattina all’alba, don Silvano Cuffolo, storicissimo plenipotenziario dell’osservatorio meteosismico di Oropa. Era facile immaginarlo con l’immancabile colbacco nero calato in testa arrampicarsi sulle scale che portano alle strumentazioni (proprio sopra l’arco d’ingresso al chiostro della basilica antica) e consultare mappe e termometri. Ne usciva un messaggio registrato su nastro e caricato sulla segreteria telefonica dell’osservatorio: bastava comporre il numero e chiunque poteva ascoltare la situazione del meteo e le previsioni per la giornata. Era uno dei rituali quotidiani per le redazioni dei notiziari, specie quelli alla radio a caccia delle ultime notizie per le prime edizioni della mattina, ma era diventato uso comune anche tra la gente della provincia. Del resto una battuta o due sul tempo è quasi un obbligo in una conversazione media. Meglio arrivarci preparati per buttare lì un «tanto domani piove». Le previsioni di don Silvano poi riuscivano a essere rassicuranti anche nei giorni di tempesta, con le loro frasi ripetute sempre allo stesso modo e con la medesima intonazione. Come l’inizio: «Ooooo-sservatorio di Oropa, mercoledì… 3 gennaio… ore ooootto», con le vocali allungate e le pause drammatiche. O il modo da dizione da panni sciacquati in Arno con cui annunciava «Calllma di vennnto» nelle giornate di bonaccia. Da tempo anche l’osservatorio di Oropa è su internet e quotidianamente aggiorna con dati e rilevazioni la situazione del tempo, prezioso archivio di informazioni anche per analizzare il cambiamento climatico.