Decisioni dall'alto
Nel 2009, ultima elezione diretta del presidente della Provincia, il centrodestra per Biella aveva scelto di ricandidare Orazio Scanzio, legato a Forza Italia ma soprattutto già protagonista di un mandato alla guida dell’ente non senza successi, soprattutto sul fronte di strade e infrastrutture. La decisione era presa: «Avevamo pronti tutti i manifesti elettorali con scritto “Scanzio presidente”» ricordò anni dopo l’allora segretario provinciale di Forza Italia Lorenzo Leardi. Furono costretti ad aggiungere con una toppa la parolina “vice”: c’era stata una cena ad Arcore tra i vertici dei partiti in cui, come colonnelli con la mappa delle terre da conquistare, si suddivisero candidature e distretti. Biella doveva andare alla Lega. E fu candidato Roberto Simonetti. Il territorio tacque e acconsentì, e così fecero gli elettori: Simonetti fu eletto con il doppio dei voti del rivale, il padre nobile della sinistra biellese Wilmer Ronzani. Dopo tre anni e mezzo si dimise, per tentare l’elezione in Parlamento, lasciando un ente in dissesto economico. Ma non è questo il punto, bensì la storia che sembra ripetersi: nel giro di pochi giorni Il Biellese, il sito web Lo Spiffero e La Stampa hanno dato conto di una voce che ha l’aria di essere concreta. C’è stato un altro incontro tra colonnelli per spartirsi le candidature tra partiti, questa volta su base regionale, con tre capoluoghi a disposizione: Verbania, Vercelli e Biella. Il primo, secondo la divisione ventilata, spetterà a Forza Italia, il secondo alla Lega e il terzo a Fratelli d’Italia. Sarebbe il benservito non solo a Claudio Corradino, il sindaco in carica della Lega, ma anche a coloro che, nel suo partito, miravano a sostituirlo, come la donna senza nome (ma con un identikit simile a quello della moglie assessora Barbara Greggio) ventilata da Simonetti, oggi segretario provinciale. Per prendere il posto di Corradino, sempre secondo i media, il favorito appare Marzio Olivero, militante di lungo corso della destra, in questa legislatura prima presidente del consiglio comunale e poi assessore all’Ambiente. Non è stato certo il massimo il modo di scegliere Marta Bruschi come candidata del centrosinistra, tra lunghe trattative fallite per allargare l’alleanza, nomi fatti e poi bruciati, possibili concorrenti che si ritirano, primarie chieste da qualcuno e saltate a piè pari da altri. Ma almeno non è arrivato un telegramma da chissà dove a dettare le regole e condizionare le scelte.
Ipse dixit
“È pro o contro gli invasi per raccogliere le acque, di cui il Piemonte ha strabisogno?”
“A favore ovviamente”
“Ma il territorio non li vuole”
“Bisogna far capire che sono importanti, sennò saranno guai”(Dall’intervista apparsa ieri su La Stampa di Lodovico Poletto a Gianna Pentenero, candidata alla presidenza del Piemonte per il centrosinistra)
Quell’inchiesta sulla lana andina
“Lana andina” è il titolo dell’incontro, organizzato dall’associazione Pericle, che domani alla caffetteria di Città Studi esaminerà i legami tra il Biellese e il Perù legati alla materia prima pregiata che arriva dal Sudamerica. Interverranno tra gli altri il presidente di Città Studi Ermanno Rondi e l’ex segretario regionale del Partito Democratico Paolo Furia. “Le vigogne e il maglione da novemila dollari” è invece il titolo di un’inchiesta giornalistica pubblicata nei giorni scorsi da Bloomberg Businessweek: dicono articolo e video che, a fronte di un prezzo del prodotto finito da mercato del lusso, allevatori e contadini delle comunità andine del Peru ricevono poco più delle briciole e questo ruolo da fornitori, essenziale per un mercato ricchissimo, non ha portato a loro se non pochissimi vantaggi. Il prezzo di quel maglione è nel listino di un’azienda del comprensorio nostrano: Loro Piana, sede e management a Quarona, nella vicinissima Valsesia, e capitali nel maxi-gruppo Lvmh, iniziali di Louis Vuitton e Moët Hennessy, ovvero una multinazionale con testa in Francia che è la capofila del lusso nel mondo. L’inchiesta in Italia per ora non ha fatto molto rumore, in realtà. Ne ha dato conto pressoché solo Il Post, prima citandola nella newsletter domenicale dedicata al mondo dei media Charlie, poi riassumendola in un articolo in cui si dà conto anche della posizione dell’azienda. Prima un po’ di storia: una rapida ricerca sul web fa risalire al maggio del 2008 l’acquisto di una riserva naturale, a 4mila metri di altitudine, che venne intitolata a Franco Loro Piana. La proprietà di duemila ettari fu l’ultimo passo di un accordo trovato con il Governo peruviano per ripopolare le Ande di “vicuñas” di cui erano sopravvisuti, negli anni Sessanta, cinquemila esemplari. L’obiettivo era di arrivare a un milione di animali al pascolo. Dice l’inchiesta di Bloomberg, citata da Il Post, che «concentrare più esemplari in un territorio delimitato ne aumenta la velocità di riproduzione, col risultato che la popolazione di vigogne è aumentata fino al 50 per cento ogni anno. Secondo l’autorità faunistica peruviana questo è avvenuto a danno della diversità genetica e dell’aspettativa di vita degli animali». Nel frattempo il governo del Perù ha aperto la possibilità di tosare le vigogne non solo agli indigeni e Loro Piana nel 2010 è stata la prima a vedersi approvare la richiesta per farlo in proprio. Nel corso degli anni il prezzo della materia prima grezza è calato: erano 420 dollari al chilo dieci anni fa e oggi è quasi dimezzato. Il presidente della comunità di Lucanas, il villaggio più vicino alla riserva, si chiama Roberto Carlos Sarmiento: «Ha detto a Bloomberg» scrive Il Post «che il contratto per il 2023 con Loro Piana prevedeva un prezzo di 280 dollari, con cui non riesce neanche a pagare tutti i lavoratori: alcuni si ritrovano a lavorare gratis per il bene collettivo». Ancora Il Post: «In un’indagine del 2018 commissionata dal governo l’80 per cento degli abitanti di Lucanas ha dichiarato di non aver beneficiato in alcun modo del commercio con Loro Piana: i giovani hanno iniziato a lasciare il paese per andare a vivere in città, oppure lavorano in nero nelle pericolose miniere d’oro della zona; i più anziani sono quasi tutti agricoltori che vivono di quello che coltivano. Le condizioni di vita sono pessime: tuttora la maggior parte delle case è costruita con il fango e non ci sono le tubature». A minare il possibile benessere ci sono il calo della produzione e gli accordi al ribasso firmati con l’azienda valsesiana. Da un chilo di lana grezza di vicuña si ricavano circa tre metri di stoffa pregiatissima: il prezzo al dettaglio è tra i 2500 e i 4000 euro al metro, per produrre il quale a Loro Piana basta l’equivalente di 90 euro circa di materia prima. Il Post dà conto anche della reazione dell’azienda valsesiana: «Da quando è arrivata in Perù negli anni Ottanta, Loro Piana si è impegnata a sostenere i più alti standard di pratiche commerciali etiche e responsabili. L’azienda rappresenta un fondamentale supporto economico a livello locale, proteggendo e rafforzando la domanda e il valore della fibra di vigogna, indipendentemente dalle dinamiche del mercato».
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Cossato si parlerà della figura di Gaudenzio Sella nell’appuntamento settimanale con gli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca. Ne tracceranno il profilo di banchiere e alpinista Maurizio Sella, Teresio Gamaccio e Mattia Sella. Nella sede di via Martiri della Liberà 14 l’ingresso è libero
Oggi alle 20,45 a Cossato la stagione teatrale propone “Amanti”, scritto e diretto da Ivan Cotroneo con Massimiliano Gallo e Fabrizia Sacchi, storia di un incontro in ascensore che dà il via a una coppia clandestina. Biglietti ancora in vendita a 25 euro a questo link
Oggi alle 21 a Candelo la rassegna di film dedicati al tema del fine vita organizzata da Lilt Biella e dal gruppo di pensiero sul fine vita propone “Plan 75”, film giapponese del 2022 diretto da Chie Hayakawa. Biglietti a 6 euro
Un volo in jet
Cinque sedi tra Stati Uniti e Canada e tredici in Europa tra cui l’aeroporto di Cerrione: qui partono i voli turistici su jet militari riadattati (e disarmati) offerti da MigFlug, società con sede in Svizzera, luogo di origine dei due titolari Philipp Schär e Flavio Kauffman, che offre l’esperienza del volo su un velivolo da combattimento a chi è appassionato. «Cerchiamo da sempre di mantenere dei prezzi accessibili» scrive MigFlug sul suo sito «in modo che chiunque possa avere la possibilità di pilotare un vero caccia». Il concetto è assai soggettivo: prenotare trenta minuti su un Albatros L-39 di stanza nel Biellese costa 4.500 euro per mezz’ora e 6.350 euro per 45 minuti. La caparra al momento della prenotazione (che si può fare via web, bastano pochi clic) è di 800 euro. Si può aggiungere un’assicurazione da poco più di 50 euro in caso un imprevisto impedisca di partecipare, che dà diritto al rimborso. Con 250 euro si potrà avere anche il video-ricordo del volo. Biella è una delle quattro province italiane insieme a Rimini, Brindisi e Reggio Emilia, in cui è possibile usufruire del servizio, descritto come un’esperienza «senza eguali: preparatevi a stupirvi per i paesaggi mozzafiato delle montagne biellesi mentre veleggerete senza sforzo su picchi innevati, vallate lussureggianti e pittoreschi villaggi alpini». Il pilota aggiungerà al menu qualche acrobazia, dalle verticali in salita e in picchiata al passaggio ad alta velocità rasente alla pista. L’aereo è un jet da addestramento fabbricato dall’aviazione militare cecoslovacca negli anni Settanta. All’aeroporto di Cerrione ce ne sono al momento due, pronti ad accontentare i volo-turisti.