Dentro il museo del tessile
Cantiere aperto in primavera, apertura nel 2025, un direttore-manager già nominato che arriva da Cernobbio, guarda caso il luogo in cui fino a qualche anno fa si svolgeva Ideabiella con il meglio della lana nostrana in vetrina per i clienti di tutto il mondo: il museo del tessile ha anche un nome (provvisorio) che non ha nemmeno la “t” di tessile nella sigla, MuLab, ovvero museo-laboratorio. «Sarà uno spazio fisico» ha detto il manager Andrea Redaelli a Eco di Biella che ha anticipato le linee guida del progetto «entro cui organizzare attività e iniziative sia temporanee che permanenti e come spazio culturale, artistico e di servizio, inserendosi come tassello essenziale di un sistema complesso e generativo di idee». Parole ancora astratte per un museo che ancora deve definire nel dettaglio quello che potrà essere. Nel frattempo c’è un “comitato di gestione”: Unione industriale, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Fondazione Pistoletto ci hanno messo la firma, superando uno stallo che durava da lustri e che la parte pubblica non era riuscita a superare (e l’esclusione dalla fase finale del progetto sembra essere stata una delle ragioni della frizione tra Comune e partner che ha coinvolto Biella città creativa Unesco). C’è anche una sede in uno dei capannoni dismessi nel complesso di Cittadellarte, accanto al Terzo Paradiso e allo spazio Hydro, dal lato di via Cernaia. Il progetto ha avuto una spinta decisiva anche da un contributo del Governo per il distretto tessile, denari divisi tra Biella e Prato con Como tagliata fuori che se l’è presa a male. Per il MuLab saranno investiti 2,5 milioni di euro di quei fondi. Come immagina Redaelli questo spazio? Prima di svelarlo venerdì al convegno sui panorami tessili proprio a Cittadellarte, lo ha detto a Eco di Biella: «I designers potranno studiare e creare, accompagnati da collezioni e archivi, materiali e suggestioni da parte di esperti del settore. Gli studenti italiani e stranieri potranno trovare un luogo dove approfondire la ricerca e la conoscenza con i protagonisti, i materiali, le innovazioni e gli scenari che dal mondo del tessile laniero si sviluppano verso le filiere della moda. Il pubblico potrà trovare spazi e contenuti dove conoscere con modalità innovative, esperienziali, immersive il mondo del tessile laniero, la sua storia e il suo futuro, con le sue attuali sfide industriali e sociali». Ci sarà uno spazio, come annunciato già mesi fa da Uib, anche per gli appuntamenti delle aziende con i clienti, in un luogo che promette di essere assai suggestivo. La sostenibilità? Beh, gli spazi culturali in Italia (e non solo) sopravvivono grazie al sostegno di chi contribuisce, che siano fondazioni o istituzioni pubbliche. Il bello, insomma, comincerà il giorno dopo l’apertura.
Ipse dixit
“La nostra politica è essenzialmente una macchina da dichiarazioni, sono tutti le agenzie di stampa di se stessi, ogni ora dettano ad agenzie e giornali dichiarazioni su qualunque cosa accada. Eppure praticamente nessun leader (e nessun leader di governo e nessun leader di partito) ha detto qualcosa su cosa è successo a Cop28, nonostante a Dubai siano stati di fatto stabiliti i parametri della reindustrializzazione del mondo. Stanno in silenzio perché sono negazionisti? Forse qualcuno. Ma soprattutto stanno in silenzio perché non hanno gli strumenti per capire. E questo, se possibile, è ancora più grave”
(Ferdinando Cotugno, inviato del quotidiano Domani alla Cop28 di Dubai, in un post su X)
La piazza mondiale del Marocco
Un anno fa quell’universo parallelo al nostro che si chiama calcio, a cui però il pianeta tiene tantissimo, visse un momento a suo modo storico. In Qatar c’era la semifinale dei Mondiali giocati in inverno e ai margini del deserto: da una parte c’era la Francia superfavorita, dall’altra una squadra che nessuno si aspettava di vedere lì, il Marocco. Le squadre africane avevano raggiunto al massimo i quarti di finale, in un torneo che dal 1930 a oggi è stato dominio di Europa e Sudamerica. Il Marocco 2022 aveva fatto già tre miracoli: sconfitto il Belgio ai gironi, eliminata la Spagna ai rigori, sorpreso il Portogallo nei quarti. Con l’Italia a casa, Biella seguiva le partite con l’occhio neutrale, ma non tutta. Già per le vittorie ai gironi si erano sentiti i clacson e viste sventolare le bandiere in piazza Martiri, con i tamburi e i fuochi d’artificio: era la comunità marocchina che, attraverso il calcio, aveva ritrovato l’orgoglio delle proprie radici. Per la sfida a Cristiano Ronaldo si trovarono in una cinquantina al bar del mercato di piazza Falcone. E poi molti di più in strada per festeggiare. Per la semifinale Mohammed Es Saket, consigliere comunale e storico portavoce della comunità, pensò al maxischermo. Fu scelta ancora piazza Falcone e in quella sera del 14 dicembre 2022 un freddo pungente ne tenne a casa pochi di tifosi e di tifose di tutte le età. C’erano la musica e i tamburi, gli hijab e i capelli al vento, le bambine e i bambini insieme agli immigrati della primissima ondata, chi parlava in italiano e chi no, la bandiera tricolore e quella marocchina (e quella palestinese) appese una accanto all’altra attorno alla tivù. Il Marocco perse ma fu un giorno speciale lo stesso. E poi non era mai successo che a Biella si festeggiasse per una squadra di calcio che non fosse italiana. Segno dei tempi. E un modo per chi, tifando azzurro e dalla festa del pallone di tutto il mondo si sentiva tagliato fuori, di sentirsi partecipe e di abbracciare un vicino, sentendolo per una volta davvero più vicino.
Cosa succede in città
Oggi alle 8 circa a Biella pfrende il via la seconda domenica con il mercato straordinario in centro, con le bancarelle tra piazza Vittorio Veneto e viale Matteotti. L’iniziativa si ripeterà la domenica prima di Natale
Oggi alle 9 a Mongrando la piazza del municipio diventa un mercatino natalizio con l’iniziativa “Mongrando sotto l’albero”. Ci saranno, tra le altre cose, mostre di costruzioni Lego, giri in carrozza e distribuzione di polenta concia
Oggi alle 10 a Biella comincia la seconda giornata del mercatino prenatalizio “Cittadelmarket” ospitato dalla Fondazione Pistoletto di via Serralunga. Saranno presenti novanta espositori tra hobbisti, artigiani, collezionisti vintage, aziende agricole del progetto Let Eat Bi e associazioni biellesi. Si potranno fare acquisti fino alle 19
Oggi alle 10 al Piazzo apre i battenti il “Mercatino degli archi”, con merci di tutti i generi portate dagli espositori invitati dall’associazione Noi del Piazzo in piazza Cisterna. Le bancarelle resteranno a disposizione dei visitatori fino alle 18
Oggi alle 15,30 a Valdilana Casa Zegna ospita un laboratorio per bambine e bambini per la costruzione di lanterne natalizie. La giornata si chiuderà con caccia al tesoro e cioccolata calda. Partecipazione a contributo libero. È obbligatorio prenotarsi a casazegna@fondazionezegna.org
Oggi alle 15,30 a Biella l’animazione natalizia in centro prevede il passaggio degli acrobati sui trampoli che si esibiranno in via Italia e dintorni fino alle 17,30
Oggi alle 15,30 a Biella torna la caccia al tesoro a tema giallo proposta dall’Archivio di Stato, davanti alla cui sede di via Arnulfo è previsto il ritrovo: “Carte insanguinate” permetterà di muoversi sulle tracce di delitti del passato della città. La partecipazione è gratuita ed è obbligatoria la prenotazione scrivendo a as-bi@cultura.gov.it
Oggi alle 16 a Biella la chiesa della Santissima Trinità ospita il concerto di Natale del Biella Gospel Choir. L’ingresso è libero
Oggi alle 16 a Gaglianico il gruppo borrianese “El Chinché” propone una recita di Natale basata sul testo tradizionale popolare “Il Gelindo”. L’appuntamento è nella chiesa parrocchiale di San Pietro. L’ingresso è a offerta libera. I proventi saranno devoluti al restauro della chiesetta di San Bernardo a Borriana
Oggi alle 17 a Oropa è in programma il concerto di Natale alla basilica antica con il coro Vox Viva che eseguirà un repertorio di canti sacri e profani. L’ingresso è libero
Oggi alle 17,30 a Biella allo spazio Hydro di via Cernaia sarà presentato l’album “Aldilà” del progetto musicale biellese “Rione Terra”. Il disco è già a disposizione sui canali digitali. Ingresso a 5 euro con tessera Arci
La domenica sportiva
Oggi alle 10 a Biella si chiude il torneo internazionale di tennis tavolo Wtt Feeder, con un montepremi da 20mila dollari. È il giorno delle semifinali e delle finali che assegneranno i titoli di singolare e doppio maschile e femminile e di doppio misto. L’ingresso al Forum è libero
Oggi alle 14,30 a Biella si chiude il girone di andata del campionato di Eccellenza maschile di calcio con Biellese-Stresa Vergante, seconda contro ultima in classifica. Si gioca al campo in sintetico di corso 53° Fanteria. Il Città di Cossato è impegnato in trasferta alla stessa ora a Settimo contro il Pro Eureka
Oggi alle 14,30 a Milano il Biella Rugby l’anno solare disputato tutto in serie A affrontando l’Amatori&Union penultimo in graduatoria
Angelo e quelli che non c’entravano
Angelo Cena aveva 42 anni, agricoltore dall’alba al tramonto e oste di sera. Anche quel giorno di dicembre del 1943 aveva passato la giornata nei campi a Cerrione prima di tornare all’osteria di famiglia, il “Porto di Savona” all’angolo tra le attuali via Amendola e via Pietro Micca. Era una giornata tesissima quel 21 dicembre: i nazisti e i fascisti che schiacciavano la città sotto il loro stivale di guerra avevano in mente una rappresaglia. I partigiani avevano ammazzato due di loro a Tollegno, un altro era stato colpito alle spalle in Riva. La chiamavano rappresaglia, ma il nome corretto è vendetta. Come altro definire una raffica di mitra che bucò la vetrina e lasciò Angelo Cena a terra, un civile, non un partigiano, non un soldato? Fu la prima vittima dell’eccidio di Riva, che oggi alle 10 si commemora in piazza San Cassiano. Alla prima vittima se ne aggiunsero altre, casuali. Fuori dal bar Porto di Savona i nazisti catturarono un manovale che stava aiutando Cena a imbottigliare il vino, Francesco Sassone, 55 anni. Poi presero Carlo Gardino, 51 anni, fattorino della vicina farmacia che uscì per vedere che cosa stava succedendo. Norberto Minarolo, 49 anni, era un contadino, Pierino Mosca, 51 anni, un cardatore. Aurelio Mosca era un marinaio in licenza, uscito a comprare il latte per la sua bambina. Finirono tutti a Villa Schneider, sede del comando della polizia militare tedesca. Vennero picchiati e torturati per tutta la notte, anche se gli invasori se la presero di più con Basilio Bianco e Aurelio Baraldo, i soli due partigiani. Per tutti e sette il giorno dopo ci fu il plotone di esecuzione. Il capo della provincia Morsero assecondò la sete di vendetta dei nazisti, perché bisognava far vedere chi comandava. Li misero al muro, contro la chiesa di San Cassiano. Spararono. Morirono in sei, Basilio Bianco il partigiano e cinque civili. Si salvò Alfredo Baraldo che riuscì a fuggire nonostante una pallottola nello stomaco. Da quel giorno il suo nome di battaglia diventò “Evaso”. Oggi alla commemorazione si parlerà soprattutto di lui, con letture, ricordi e poesie. Qui lasciamo un fiore virtuale all’oste e al cardatore, al garzone della farmacia e al contadino, al papà che comprava il latte alla bimba e all’amico che imbottigliava il vino. Succede in guerra, ieri come oggi, che muoia chi la guerra non la stava proprio facendo.