Due anni e mezzo
Teste basse o mani sul viso: dice molto il linguaggio del corpo che questa fotografia coglie tra i pochi fisicamente presenti (la maggior parte era collegata in videochiamata) all’ultima riunione del tavolo treni in Provincia. Questa volta l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi (Lega) era in ascolto, dopo le accuse di assenza ingiustificata all’incontro precedente lanciate da Emanuele Ramella Pralungo, presidente della Provincia in quota Partito Democratico. Ma le risposte hanno gettato un secchio di neve ghiacciata sulle speranze del territorio: Gabusi ha ribadito che non ci potrà essere spazio per avere più treni diretti tra Torino e Biella prima di due anni e mezzo. Fino al 2026 tendente al 2027 pendolari e aspiranti turisti dovranno accontentarsi di due diretti al giorno, due con la motrice che punta verso la Mole e due verso il Mucrone. Non è una novità ma la richiesta pressante del Biellese pensava di poter ottenere un varco nel vicolo cieco del traffico ferroviario sulla linea Torino-Milano. Invece nulla: secondo i tecnici, che hanno studiato le proposte partite da Biella e approvate anche dal coordinamento dei pendolari, «non sono presenti altre tracce disponibili e quindi nessun’altra soluzione di ingresso nel capoluogo piemontese» come dice il comunicato di riassunto diramato dalla Provincia. La stessa nota riporta le ragioni addotte da Gabusi per l’attesa di due anni e mezzo, necessaria per una «programmazione a lungo termine» (lungo, senza dubbio. Non avviene «a causa dell’assenza di capacità nelle stazioni di destinazione, ma per ciò che si svolge lungo la linea: interferenze tra treni, distanziamenti, caratteristiche tecniche dei treni che devono essere rispettate per la costruzione della traccia che deve garantire una certa robustezza e dignità». Nel frattempo, il successo del territorio che ha portato ad avere una linea ferroviaria elettrificata in ingresso a Biella è stato seguito da una sconfitta assai bruciante, con il retrogusto di disinteresse. Nello stesso tempo l’Agenzia per la mobilità piemontese, responsabile dei trasporti pubblici a tutti i livelli, ha valutato le possibili piccole variazioni di orario ai Biella-Santhià perché consentano ai pendolari di prendere le coincidenze sia all’andata sia al ritorno per Milano Porta Garibaldi, al prezzo di tempi di attesa leggermente più dilatati per chi invece viaggia verso Torino.
Ipse dixit
“Biella è considerata sede disagiata e quindi non sempre è voluta ma a volte subita, quindi assegnata a giovani magistrati che, appena possono, cercano di avvicinarsi a sedi più ambite”
(Teresa Angela Camelio, a capo della procura di Biella, intervistata da La Stampa)
Un destino comune e terribile
Massimo Marchi, imprenditore tessile da quarant’anni alla guida della filatura creata dal padre, è morto lunedì mattina all’età di 68 anni, unica vittima di un incidente stradale a Buronzo, sulla provinciale che collega Castelletto Cervo a Balocco e allo svincolo della Torino-Milano. Ventidue anni prima l’unica vittima di un incidente incredibilmente analogo era stato lo zio monsignor Fernando Marchi, braccio destro di tre vescovi nel ruolo di vicario generale diocesano. Era il 2002 e lo scontro frontale era stato tra l’auto del sacerdote e un camion, lungo una strada poco distante dal confine tra le province di Vercelli e Biella, esattamente come è accaduto lunedì. Allora come ieri l’altro i soccorsi non avevano potuto fare nulla per salvare la vita a chi era rimasto schiacciato nell’abitacolo della sua auto. Allora come ieri la vittima aveva molti ruoli di spicco nel tessuto sociale della città. Tra questi, uno in comune: monsignor Fernando Marchi era alla guida dell’editrice Il Biellese che pubblica il più longevo tra i bisettimanali del territorio ancora in edicola. Quello stesso ruolo era stato assunto dal nipote nel 2020: Massimo Marchi aveva lasciato al figlio Giovanni il ruolo di amministratore delegato di Marchi & Fildi, il gruppo nato da una fusione diventato uno dei più importanti tra le filature del territorio, con un secondo marchio, Filidea, che è nato insieme a capitali turchi. Dal 1999 al 2001 Massimo Marchi era stato anche presidente dell’Unione industriale biellese che in una nota di cordoglio lo ha ricordato con commozione.
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Cossato il ciclo degli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca propone una conversazione sulle donne nella tradizione ebraica a cura di Ruth Cerruto. L’ingresso nella sede di via Martiri della Libertà 14 è gratuito
Oggi alle 18,30 al Piazzo la stagione dei concerti dell’Accademia Perosi porta a Biella il violinista Sebestyen Sztathatosz e il pianista Massimiliano Turchi con un programma di musiche di Beethoven, Saint-Saëns, Grieg, Sarasate e Hubay. I biglietti per la sala concerti al primo piano di palazzo Gromo Losa costano 5 euro
Oggi alle 18,30 al Piazzo ci sarà un altro incontro tra artisti a margine della mostra “Banksy, Jago, TvBoy”: proprio Jago, che ha portato nelle sale di palazzo Gromo Losa numerose sue opere tra cui il mezzobusto di papa Ratzinger e la piccola statua di un neonato che ha viaggiato in orbita insieme all’astronauta Luca Parmitano, dialogherà con Michelangelo Pistoletto. L’appuntamento nella sala convegni di palazzo Gromo Losa ha visto i posti andare esauriti dopo pochissimo tempo, ma sarà possibile seguirlo (fino a esaurimento posti) nella sala convegni di palazzo Ferrero ma anche in diretta Facebook sulla pagina social di palazzo Gromo Losa
Oggi alle 20,45 a Biella tornano a far visita al teatro Odeon i Legnanesi con il loro nuovo spettacolo “Guai a chi ruba”. Gli ultimissimi biglietti sono ancora a disposizione a questo link
Oggi alle 21 a Candelo al cinema Verdi sarà proiettato, in lingua originale con sottotitoli in italiano, il documentario “Sull’Adamant, dove l’impossibile diventa possibile”, co-produzione franco-giapponese del 2023 che racconta del centro diurno lungo la Senna a Parigi per adulti con problemi psichici. Il film è stato premiato con l’Orso d’oro al festival di Berlino
Numb3rs
Ha raggiunto quota 22.493 visitatori, come scrive La Stampa, la mostra “Banksy, Jago, TvBoy”, aperta dal 21 ottobre al Piazzo tra palazzo Gromo Losa e palazzo Ferrero. Non è così distante l’obiettivo che Michele Colombo, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ideatrice dell’iniziativa culturale: 30mila visitatori era il traguardo che sperava di raggiungere. L’ultima iniziativa speciale, quella per l’8 marzo con ingresso gratuito per le donne e con la conferenza con l’artista Laurina Paperina, ha portato al Piazzo 994 persone, facilitate dall’apertura prolungata fino a mezzanotte, nonostante i problemi di accessibilità del borgo storico con parcheggi limitati e funicolare che si ferma alle 18. Per provare a dare un termine di paragone, ecco i dati di una mostra che guarda al contemporaneo (strizzando l’occhio al recente passato cultural-musicale) chiusasi domenica a Reggio Emilia: “Felicitazioni” era il titolo della rassegna dedicata alla storia dei Cccp, gruppo protagonista della scena punk italiana diventato una sorta di culto per i suoi fans, disposti a fine febbraio a raggiungere in massa Berlino per tre concerti speciali, a più di vent’anni dallo scioglimento, nella città dove era avvenuto il primo incontro tra i componenti della band. La mostra, aperta dal 12 ottobre al 10 marzo, all’incirca lo stesso numero di giorni di quella biellese, ha superato secondo gli organizzatori i 45mila visitatori, l’80 per cento dei quali provenienti da fuori provincia.