Due anni
Il 24 febbraio 2022, un giovedì, Eco di Biella arrivò in edicola parlando della siccità, del numero dei contagi da coronavirus nelle scuole, dei milioni di metri quadrati di edifici in disuso nel Biellese e dell’assenza di idee per riportarli in vita. E poi raccontava delle cinquecento persone arrivate dall’Ucraina che avevano scelto il Biellese per provare ad avere un futuro migliore. Parlava, l’articolo, della loro paura per i carri armati della Russia ammassati ai confini della loro terra per quella che, diceva Vladimir Putin, era un’esercitazione militare congiunta con l’esercito bielorusso. «Penso che finirà male» confessò una di loro, in Italia da vent’anni. Aveva ragione: mentre quell’edizione del giornale arrivava nelle edicole, nelle case di tutto il mondo entravano le prime immagini dell’attacco, di quella che sembrava dover essere una guerra lampo, con gli aggressori convinti di poter issare in poche ore la loro bandiera sugli edifici governativi di Kyiv, la capitale. Fu soprattutto l’inizio di una tragedia umanitaria che diede il via a un esodo di profughi con proporzioni che l’Europa non conosceva dalla Seconda guerra mondiale. Fu anche, da questo punto di vista, un cambio di paradigma rispetto al modo in cui gli europei (e l’Italia, e Biella) hanno affrontato l’accoglienza dei rifugiati. Avrebbero potuto rimpolpare gli elenchi di coloro che, nelle reazioni di pancia consolidate da anni, sono quelli dei 35 euro al giorno, degli hotel mentre i terremotati sono nelle tendopoli, che si definiscono clandestini, che ci rubano risorse e il lavoro. Non fu così, per una volta, e scattò tra pubblico e privato una gara di solidarietà, magari stimolata da quelle immagini di guerra così nitide rispetto ai contorni sfumati di quello che accade nell’Africa subsahariana o nella Libia dei lager dove chi è in fuga aspetta tra maltrattamenti e torture. Nel primo anno di guerra l’Italia ha aperto le sue porte a 173mila ucraini in fuga dalle bombe (e, per fare una proporzione, a 105mila persone arrivate sulle coste attraverso il Mediterraneo). In Piemonte la Regione varò un piano di accoglienza di emergenza procurando 2500 posti in albergo, 151 nel sistema di accoglienza diffusa delle associazioni e la disponibilità di cinquemila posti nelle case di famiglie che si sono autocandidate. Prefetture e protezione civile hanno dato asilo a dodicimila profughi, secondo i dati della Regione stessa, il cui presidente Alberto Cirio volò in Ucraina per portare all’ospedale Regina Margherita bambini malati di cancro perché potessero proseguire le cure. Dal Biellese partivano furgoni con gli aiuti (800 chili, per ricordare una delle missioni, consegnati dai Comuni di Ronco e Ternengo e dalla Biellese di calcio) e bus per prendere i profughi al confine con Moldavia o Polonia e portarli al sicuro, in missioni di terra non così dissimili da quelle delle vituperatissime ong che pattugliano il Mediterraneo per salvare la vita a chi fugge ed è in pericolo. Una di feste fu guidata da Gabriele Bodo, presidente del Cordar, la municipalizzata dell’acqua, ed esponente di Fratelli d’Italia con il sostegno logistico dell’assessora regionale Elena Chiorino e del deputato Andrea Delmastro, colleghi di partito. L’ultimo dato sulla presenza di profughi ucraini in Piemonte parla di 12mila persone, soprattutto donne, anziani e minori perché gli uomini sono al fronte o potrebbero doverci andare presto.
Ipse dixit
“Il tema che pongo non è dove fossero gli assenti bensì che fossero in aula come tutti i colleghi di maggioranza. Governare una città richiede un senso del dovere verso l’incarico istituzionale che nelle assenze non emerge. E vi sono consiglieri che periodicamente abbandonano il consiglio, compresa Bruschi da quando è stata eletta. Rimango basito del fatto che ora che si avvicina la campagna elettorale l’opposizione tenti di aprire una polemica mettendomi in bocca frasi o allusioni che non ho detto e men che meno pensato”
(Alessio Ercoli, capogruppo della Lega in consiglio comunale a La Stampa, sulla polemica nata in seguito alle sue frasi su Marta Bruschi uscita dall’aula durante il consiglio comunale per occuparsi della figlia di otto mesi)
Quattro anni
Dpcm, distanziamento sociale, droplet, autocertificazione, ffp2, immunità di gregge, contagio, categorie fragili, congiunti, Dad, smartworking, Meet, Zoom, ristori, coprifuoco, zona rossa, zona arancione e poi man mano green pass, negazionisti, vaccini a mRna, covidioti, andrà tutto bene: c’è un intero vocabolario nuovo che è diventato di uso comune quattro anni fa, quando un’onda altissima di nove coronavirus mandò sott’acqua il mondo come lo conoscevamo. Cominciò dalla Cina ma sembrava lontana lontana. Invece arrivò: il 23 febbraio 2020, quattro anni fa ieri, furono istituite le prime zone rosse. Il virus era stato isolato dopo le analisi su un uomo di Codogno. Qualche decina di chilometri più a Est, in Veneto a Vo’, ci fu la prima vittima italiana. Il giorno prima, il 22 febbraio, furono sospese le scuole in tutto il Nord. A Biella saltò uno spettacolo di Elettra Lamborghini a Gli Orsi, agli abbonati della stagione teatrale arrivò il messaggio che annullava per la situazione sanitaria il recital di Massimo Ranieri. Era il 4 marzo. Una settimana dopo tutta l’Italia prese confidenza con un’altra parola nuova: lockdown. Basta chiudere gli occhi per risentire i messaggi ossessivi ripetuti dalla tv, «restate a casa». Il giorno prima, era il 10 marzo, fu annunciata dall’ospedale di Biella la prima vittima di Covid-19 in provincia: una donna di settant’anni «con patologie pregresse» di cui non si è mai saputo il nome. Da quel giorno a oggi sono state più di cinquecento le vittime in provincia, una piccola fetta delle 196.257 dell’Italia di cui 13.927 in Piemonte. Oggi che il virus sembra lontano restano cifre spaventose, insieme al ricordo di un’angoscia che ha messo a dura prova il sistema economico e soprattutto quello sanitario e che, forse, non ci ha reso migliori come speravano gli striscioni appesi sui balconi delle case.
Cosa succede in città
Oggi alle 16,30 a Biella prosegue il ciclo di incontri-lezioni “Le scomposte” dove si parla di letteratura al femminile grazie al festival ContemporaneA. Alla galleria d’arte Bi-Box di via Italia Eugenio Murrali parlerà della scrittrice francese Marguerite Yourcenar. Il costo per la partecipazione è di 15 euro
Oggi alle 16,30 a Candelo l’autrice Artemisia Loro Piana presenterà il suo romanzo “Actus contritionis” in un incontro del ciclo “Orizzonti creativi” nella sala affreschi della biblioteca. Leggeranno alcuni passi del libro Patrizia Latini e Alfredo Barausse
Oggi alle 17,15 a Biella sarà piazza Curiel il luogo del presidio silenzioso per la pace promosso dalla rete di associazioni Luminosa con la richiesta di un cessate il fuoco immediato per proteggere la popolazione civile, con in mente soprattutto le guerre nella striscia di Gaza e in Ucraina
Oggi alle 21 a Gaglianico l’auditorium comunale ospita lo spettacolo de “I cabarettanti”, gruppo che ripercorrerà la grande musica del cabaret italiano, da Dario Fo a Enzo Jannacci, da Cochi e Renato a Giorgio Gaber. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Valdilana il teatro Giletti di Ponzone ospita lo spettacolo “Donne d’artista”, nato da un’idea di Flavio Broggi per dare voce alle modelle che furono muse di grandi pittori, da Magritte a Monet fino a Botticelli. Biglietti a 12 euro, scontati a 10 per i soci e a 6 per i ridotti
Oggi alle 21 a Biella va in scena in piazza del Monte la “Biella masquerade”, la festa in maschera e in musica rimandata di una settimana per l’impossibilità di utilizzare piazza Cisterna al Piazzo. L’ingresso è libero e si danzerà fino all’una
Oggi alle 22 a Biella spazio alla musica dal vivo punk, rock e hardcore allo spazio Hydro di via Cernaia con, in sequenza, le esibizioni di Housebroken, Norman Bates e Monteluna. La serata ha per titolo “Piano delle masche”. Ingresso a 5 euro con tessera Arci
Oggi al cinema Verdi di Candelo sono in programma “Volare” (Italia, 2023) di e con Margherita Buy oggi alle 15 e alle 19,15 e domani alle 10, 15,15 e 19,30, “Povere creature” (Usa, 2023) di Yorgos Lanthimos oggi alle 16,45 in lingua originale con sottotitoli e alle 21,30 e domani alle 15 e alle 21,30, “Finalmente l’alba” (Italia, 2023) di Saverio Costanzo oggi alle 17 e domani alle 19,15, “La zona d’interesse” (Gran Bretagna-Polonia-Usa, 2023) di Jonathan Glazer alle 19,30 e alle 21,15 di oggi e alle 10, 17,15 e 21,30 di domani e “Appuntamento a Land’s End” (Emirati Arabi-Gran Bretagna, 2021) di Gillies MacKinnon solo domani alle 17,45. Alle 15 di oggi è in cartellone, per la rassegna dedicata al cinema per le famiglie, il film d’animazione russo “Maurice, un topolino al museo”, con biglietti speciali a 3,50 euro. La programmazione dei cinema di Biella è a questo link.
La settimana della capitale del crimine
Biella, nasconde un paio di occhiali e cerca di superare le casse ma viene scoperto: ora rischia una denuncia (Newsbiella, sabato 17)
Biella, rompono la finestra per entrare in casa ma i proprietari sono al piano inferiore (Newsbiella, domenica 18)
Vede delle persone nella fabbrica abbandonata e chiama le forze dell’ordine (Il Biellese, domenica 18)
Deiezioni abbandonate nei giardini pubblici, a Viverone il sindaco s’infuria: “Sempre i soliti maleducati” (Newsbiella, domenica 18)
Vigliano, ubriaco fa pipì per strada e colpisce le auto (La Provincia di Biella, lunedì 19)
Bimbo spruzza spray al peperoncino, condomini quasi intossicati (La Provincia di Biella, martedì 20)
Con l’auto arrivano fino alla galleria di Rosazza ma restano bloccati per il ghiaccio e la neve (Newsbiella, mercoledì 21)
Valdengo, defeca davanti ai cancelli dell’azienda: le telecamere lo immortalano (Newsbiella, mercoledì 21)
Ladri forzano la porta sul retro ma c’è il proprietario in casa (Newsbiella, mercoledì 21)
Furto al campo sportivo di Masserano, rubati generi alimentari (La Provincia di Biella, venerdì 23)
Bonus track con armi ma senza crimine
Quali le tecniche per aprire una bottiglia con la sciabola? Al Symposium di Chiavazza un corso (Newsbiella, giovedì 22)