Due cose sul Piazzo
È quasi il momento, ma non è ancora il momento di rivedere in funzione la funicolare: compiuti i lavori che hanno risolto i problemi strutturali che avevano suggerito il fermo a fine luglio e gli interventi per ridurre il rumore delle cabine in transito, si attende l’esito del collaudo acustico, un passo che l’impianto non aveva mai superato dalla sua inaugurazione nel 2018. Ma l’intervento di tecnici specializzati nel ridurre rollio e beccheggio e i conseguenti schricchiolii potrebbe essere abbastanza per il collaudo ma non per i residenti delle coste del Piazzo, le cui case sono sfiorate dai binari. Furono loro a chiamare, in piena campagna elettorale del 2019, Striscia la Notizia che mandò Capitan Ventosa a documentare il problema, video usatissimo dal centrodestra che sentiva profumo di ribaltone a palazzo Oropa. Solo che il medesimo problema è ora nelle loro mani di amministratori e un cittadino, forse non solo a titolo personale, ha dichiarato a La Stampa di essere pronto a proseguire il braccio di ferro: «Ero presente alle verifiche» ha raccontato Leonardo Rogna, il residente che già aveva fatto causa al Comune per il fastidio «e so che se di giorno il rumore assordante è diminuito, di notte non sono ancora stati raggiunti i parametri consentititi per legge. Finché non saranno rispettati, io prometto di proseguire la mia battaglia». La soluzione, secondo lui, è rallentare la velocità di crociera delle cabine nelle ore notturne. Questione di giorni e si saprà che cosa succederà: entro il 10 dicembre, come aveva lasciato intendere l’assessore ai Lavori pubblici Davide Zappalà, occorre presentare il rendiconto generale dei lavori effettuati alla Regione, pena il rischio di perdere i finanziamenti europei che coprirono la maggioranza dei costi del rifacimento dell’impianto.
Al Piazzo sembrano esserci novità in vista (e una polemicuccia che sa di prove generali per stare in prima fila in vista delle elezioni regionali) per palazzo Cisterna. Lo storico edificio che immortalò con fedeltà anche Zerocalcare in “Strappare lungo i bordi” è da anni una scatola vuota, dopo essere stato utilizzato come sala convegni e sede di uffici della Regione, che ne è proprietaria. Nei giorni scorsi un primo annuncio è stato del consigliere Michele Mosca (Lega): 300mila euro per progettarne la risistemazione e il riuso. «Si avvia un’ulteriore azione concreta a salvaguardia e rivalorizzazione di importanti edifici del nostro territorio» aveva dichiarato Mosca. «Erano impegni che ho assunto fin dalla precedente campagna elettorale e ho lavorato in questi anni con la volontà di concretizzarli». Nel giro di qualche ora ed è arrivata la precisazione di Elena Chiorino, assessora regionale di Fratelli d’Italia: «Bene che il consigliere Mosca abbia dato l'annuncio dei 300mila euro che ho dato mandato di stanziare anche se ritengo che sia giusto dare l'intera notizia, ovvero quella dei 12 milioni di euro che ho già stanziato». A che cosa serviranno? «Palazzo Cisterna non sarà venduto» dice Chiorino, «al contrario questo bene storico architettonico straordinario diverrà un centro multi attività delle politiche attive del lavoro dedicato ai giovani». Più nel dettaglio l’assessora ha parlato di laboratori, istituti tecnici superiori, una caffetteria formativa e un centro dove domanda e offerta di lavoro possano incrociarsi. Come questi propositi si definiranno nel dettaglio, è presto per saperlo.
Ipse dixit
“È incredibile l'emozione che vedi negli occhi di una ventina di dodicenni, quando stai facendo lezione e fuori inizia a nevicare. In quel caso non resta che sospendere un attimo e stare a guardarli negli occhi mentre guardano la neve cadere”
(Post su Facebook di Fabio Landorno, insegnante biellese delle scuole medie)
La Coldiretti e le precauzioni
Esulta anche la Coldiretti di Biella per la decisione del Governo di fermare produzione e ricerca della cosiddetta carne coltivata. Il provvedimento, spinto proprio dalla principale associazione di agricoltori italiani, impedirà di mettere in commercio ma anche di imparare a produrre le bistecche realizzate in laboratorio a partire da cellule staminali di animali vivi fatte moltiplicare in modo che si trasformino in fibre muscolari. Se il mondo della scienza si è dichiarato contrario, la Coldiretti nazionale sul suo sito internet ha pubblicato ben tre notizie nelle ultime settimane in cui ricorda che tre italiani su quattro sono contrari a mettere nel proprio piatto carne ricavata da simili metodi. Roberto Guerrini, risicoltore a Salussola e presidente dell’associazione di categoria per le province di Biella e Vercelli, ha manifestato la sua soddisfazione a Eco di Biella: «La legge sul cibo artificiale non è soltanto un risultato a tutela della qualità dei prodotti e della salute del consumatore ma dell’intero modello alimentare che sta alla base della dieta mediterranea, iscritta fra l’altro nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Lasciare che si produca la carne in laboratorio sarebbe una grave minaccia per tutta la filiera della carne italiana ed europea con decine di migliaia di posti di lavoro a rischio e non accertate conseguenze sulla salute dei consumatori». La motivazione economica regge fino a un certo punto: è come se i produttori di dvd avessero voluto una legge per bloccare i film visibili sulle piattaforme via internet, comprensibile dal loro punto di vista ma innegabilmente una barriera artificiale all’evoluzione. Quella sulla salute dei consumatori avrebbe un senso soprattutto se venisse considerata valida sempre. Coldiretti è, in buona compagnia (il ministro delle Infrastrutture Salvini, per esempio), contraria al cosiddetto Nutriscore. È una sorta di semaforo nato in Francia che si trova sulle etichette di cibi e bevande, con valori da A, il più salutare, a E, il più lontano dall’alimentazione sana. L’Unione Europea vorrebbe introdurlo per tutti ma trova l’Italia di traverso. Nel 2022, gioendo per il rinvio dell’introduzione dell’etichettatura obbligatoria, l’allora presidente della Coldiretti provinciale Paolo Dellarole dichiarò: «I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive, ad esempio zucchero, grassi e sale, e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del made in Italy a denominazione di origine». Solo che lo stesso principio di precauzione per la salute umana, addotto a buona ragione per fermare la carne in laboratorio, dovrebbe far propendere per l’introduzione anche di questa norma. Basta leggere le dodici regole del codice europeo contro il cancro, piccoli gesti di vita quotidiana consigliati dalla comunità medico-scientifica secondo la quale, se fossero applicati, ridurrebbero del 30 per cento il numero di tumori tra la popolazione. Tra i gesti consigliati ci sono la limitazione al consumo di carni rosse e di alimenti a elevato contenuto di sale, la rinuncia alle carni conservate, la riduzione di cibi ad elevato contenuto calorico, ricchi di zuccheri o grassi, e di bevande zuccherate, il consumo di molti e vari cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Senza dimenticare il consiglio perentorio: «Per prevenire il cancro è meglio evitare di bere alcolici». L’elenco di eccellenze del made in Italy da ridurre o evitare, buonissime ma difficili da definire salutari in base agli studi medici, diventerebbe lunghissimo, vicino a quell’85 per cento stimato da Coldiretti.
Cosa succede in città
Oggi alle 14,30 a Biella nella sala conferenze della Camera del Lavoro di Biella di via La Marmora il ricercatore della Fondazione Sabatini Matteo Gaddi parlerà dei falsi miti sull’inflazione. L’invito è arrivato dalla Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil
Oggi alle 16 a Biella per gli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca Marcello Vaudano parlerà della storia di Flecchia, frazione di Pray e delle sue “sorelle”. L’appuntamento è nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in via Gramsci
Oggi alle 21 a Candelo comincia al cinema Verdi la rassegna “In quota”, organizzata in collaborazione con il Cai per parlare di montagna attraverso i film. La pellicola di stasera è “A passo d’uomo” (Francia, 2023) di Denis Imbert. Sarà replicato domani alla stessa ora
Oggi alle 21,30 a Biella al cinema Mazzini l’appuntamento infrasettimanale con arte, musica e cultura prevede il documentario “Paolo Conte alla Scala”, girato da Giorgio Testi per raccontare il cantautore partendo dal suo concerto nel tempio milanese della musica. Il film sarà replicato domani alla medesima ora
Oggi alle 21,30 al Piazzo il concerto del martedì del Biella Jazz Club offre agli appassionati “Ellis in wonderland”, omaggio a Don Ellis con il Marco Fior Trio. L’appuntamento è nella sede di palazzo Ferrero
In memoria di Léonard Gianadda
Si dice che, spesso, sia più facile ammirare il Biellese da lontano. Léonard Gianadda, scomparso domenica all’età di 88 anni, ne è stato a lungo un esempio. Svizzero di nascita e di passaporto, uomo di successo nel mondo dell’economia e della cultura, di casa nei più importanti musei d’Europa, ha voluto rendere più solido il filo all’apparenza sottile che lo legava alle sue origini. Gianadda, come una delle frazioni di Curino, è il luogo da cui il nonno Battista (per gli svizzeri di lingua francese diventato Baptiste) partì a piedi, all’età di tredici anni, per cercare fortuna sull’altro versante delle Alpi dove cominciò da manovale per poi aprire un’impresa edile dedita a opere di ingegneria civile. Il minuscolo paese tra le colline del Bramaterra è diventato un luogo del cuore per Léonard Gianadda, nel frattempo creatore della fondazione Pierre Gianadda a Martigny, in memoria del fratello scomparso in un incidente aereo, che ospita mostre, musei e fa opera di mecenatismo per giovani artisti meritevoli di sostegno. «Vengo regolarmente a Curino» raccontò in un’intervista a Il Biellese nel 2013. «È una tradizione che è iniziata quando sono nati i miei figli François e Olivier. Nel 1963 abbiamo potuto riunire in una fotografia cinque generazioni accanto a mio figlio François. Accanto a me c’era mio padre Robert, sua madre Angiolina e sua nonna Marietta. Successivamente sono tornato sovente con piacere per ritrovare i miei cugini che mi cucinano una polenta o altre specialità locali incomparabili». Nel 2016 fu Biella a rendere omaggio a lui e alla sua famiglia con una mostra allo Spazio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio. Léonard Gianadda ricambiò con una conferenza-lezione all’istituto Bona. Parlava con entusiasmo della sua fondazione e dei 9 milioni di visitatori l’anno («Due volte la popolazione del Piemonte» rimarcò sempre a Il Biellese) e avrebbe voluto portare al Museo del Territorio una mostra dedicata allo scultore Auguste Rodin, progetto che non riuscì ad andare in porto tra cambi di giunta e incarichi nelle istituzioni culturali che Gianadda nel frattempo aveva lasciato. «Il motore di tutto questo» disse «è rendermi conto che mi fa piacere quando faccio piacere, condividendo». Dal 2003 era stato nominato cittadino onorario di Curino, «una cosa che mi ha profondamente emozionato».