Due facce, una medaglia

Biella patisce ancora, e la gente del territorio lo sa bene, la carenza di medici, soprattutto di quelli di base. Ma è l’Italia intera a soffrire, in modo anche più vistoso. O non sarebbe possibile vedere proprio l’azienda sanitaria di questo territorio al quarto posto in Italia per servizi territoriali e cure primarie. A certificarlo, come ha scritto Il Biellese, è Agenas, l’agenzia governativa che controlla e valuta la sanità nelle regioni. Nella graduatoria peraltro il Piemonte primeggia con Vercelli e due aziende sanitarie di Torino sul podio davanti a quella nostrana. Proprio Vercelli che, per un guaio legato all’assistenza territoriale, solo pochi giorni fa è finita al Tg3: riguarda la Valsessera e la carenza di dottori di base, destinata ad aggravarsi con l’inizio dell’anno nuovo. E si parla di una fetta di provincia di Biella che dipende proprio da Vercelli. Davanti ai microfoni di Eugenia Nante, inviata della rubrica “Fuori Tg” che segue il notiziario dell’ora di pranzo, sono sfilati sindaci, sindacalisti e cittadini. Ha parlato anche Francesco Postorino, uno dei medici di base che andrà in pensione a fine anno, che ha riassunto così il futuro prossimo: «La gente dovrà abituarsi a non avere più un rapporto personale ma una semplice erogazione di merci e servizi». È il passaggio dal medico di famiglia alle case della salute, inevitabile perché, come contabilizza La Stampa, all’appello mancano 34 specialisti che non si trovano nonostante appelli e concorsi. Così ecco le centrali operative territoriali, aperte a Biella e Cossato dodici ore al giorno, che saranno affiancate a cura dei servizi socioassistenziali dai punti unici di accesso per le persone con fragilità, già interessate nella fascia oltre i 65 anni, dalla presa in carico attraverso le cure a domicilio. Qui Biella ha già superato la soglia-obiettivo del 12% arrivando anche oltre il 15%. C’è poi il punto di assistenza pediatrica territoriale che il sabato previene accessi al pronto soccorso offrendo prestazioni specialistiche per bambine e bambini. «Tanto lavoro è stato fatto» è il commento di Barbara Bragante, direttrice di distretto dell’Asl. «Questo fa sì che rispetto ad altri contesti nazionali la situazione sia più favorevole». C’è anche un appello da parte della dirigente dell’azienda sanitaria, rivolto proprio ai cittadini: «Il territorio siamo noi e per avere un servizio appropriato serve la collaborazione di tutti, da parte dei sindaci e da parte dei cittadini, ad esempio con piccoli gesti di responsabilità come presentarsi puntualmente alle visite prenotate o dare la disdetta in caso non siano più necessarie».
Ipse dixit
“Grazie al Governo che ha cancellato un provvedimento iniquo e vergognoso. Draghi e i suoi seguaci del Pd infatti avevano deciso di punire con una sanzione pecuniaria coloro che non avevano ottemperato all'anticostituzionale imposizione del vaccino anticovid. Li avevano bollati come "No vax", non avevano lesinato le minacce, avevano coinvolto virologi compiacenti attivando una pressione senza precedenti (e per questo molto sospetta) sull'opinione pubblica già fortemente vessata dalle misure contro la presunta pandemia. Compiacendo i prepotenti interessi delle case farmaceutiche, si erano poi applicate le sanzioni contro chi non aveva voluto vaccinarsi. Ora una Commissione d'inchiesta cercherà di fare chiarezza sui soprusi di quei mesi di follia. Mentre non cessano i malori e le cosiddette "morti improvvise" di soggetti di ogni età sulle origini delle quali sono legittimi molti sospetti”
(Post su Facebook di Giorgio Pezzana, giornalista, editorialista de La Provincia di Biella e candidato in pectore all’assessorato alla Cultura di Biella in caso di vittoria del Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali del 2019)
Un po’ più di soldi
C’è un ritocco verso l’alto, come riferisce La Stampa, degli stipendi dei responsabili della sanità piemontese. Riguarda anche i dirigenti dell’Asl di Biella di cui si parla, in queste settimane, perché il loro incarico è in scadenza e la giunta regionale, rimasta di centrodestra ma con equilibri interni differenti, potrebbe voler cambiare qualcosa nella miglior tradizione del cosiddetto “spoils system” in cui la politica conferisce incarichi a persone di sua fiducia oltre che di comprovata professionalità. A volere per primo l’aumento delle retribuzioni è stato il nuovo assessore alla Sanità Federico Riboldi (Fratelli d’Italia) proprio in vista delle nomine che potrebbero anche concludersi con un “no grazie” dei prescelti perché qualcuno altrove ha garantito loro un posto pagato meglio. Proprio un ex manager della sanità biellese, Gianni Bonelli, ha prima lavorato nel pubblico in Lombardia, passando a dirigere un’azienda sanitaria a Varese e da poco più di un anno è a Pavia, a capo della Fondazione Mondino, centro di ricerca e cure in campo neurologico. Il prossimo direttore generale dell’Asl di Biella, che potrebbe essere ancora Mario Sanò in caso di riconferma, arriverà a 150mila euro lordi all’anno. Sale di conseguenza anche lo stipendio di direttori sanitari e amministrativi, parametrato sull’80 per cento della cifra del direttore generale. «Risulta non più attuale e sottodimensionata» è l’opinione riportata da La Stampa di Federico Riboldi «la remunerazione dei top manager delle aziende sanitarie, anche rispetto agli emolumenti riconosciuti ai direttori generali delle aziende di altre regioni con analoghe attività». Il ritocco vale circa 10mila euro lordi annui e non scandalizza Cristina Martiner Bot, la segretaria del ramo funzione pubblica della Cgil: «È chiaro che se vuoi nei posti chiave delle persone capaci devi garantire loro una giusta retribuzione. Il tema è poi verificare se quei soldi se li sono guadagnati. Il giudizio non può essere solo riferito a una corretta gestione dei conti ma anche al tipo di prestazioni sanitarie che sono stati in grado di garantire».
Cosa succede in città
Oggi alle 16,30 a Biella è dedicato ai bambini da 0 a 6 anni il laboratorio quotidiano all’igloo di Babbo Natale in piazza Duomo. A cura dello staff di cascina Oremo ci saranno letture adatte ai più piccoli
Oggi alle 21 a Gaglianico proseguono le iniziative legate a Telethon con un concerto all’auditorium comunale di via XX Settembre. Suoneranno gli Organo in blue, specializzati in blues, jazz e pop
L’altro sito a rischio
Non c’è solo la Ilario Ormezzano di Gaglianico nell’elenco di 974 stabilimenti a “rischio incidente rilevante” tenuto aggiornato dal ministero dell’Ambiente. Come segnala correttamente a 6aBiella Ettore Macchieraldo, dirigente del circolo ambientalista Tavo Burat, c’è una seconda azienda compresa nella lista che è suddivisa in due parti: se la Ormezzano fa parte delle imprese “a soglia superiore”, dove i possibili rischi sono maggiori e per questo sono più stringenti le regole di sicurezza e prevenzione, tra quelle di “soglia inferiore” c’è anche la Polynt di Cavaglià. L’impresa ha sede a Scanzorosciate, nei pressi di Bergamo, e gestisce 36 impianti produttivi in tutto il mondo con un numero di addetti che supera i 3500. Nel Biellese i dipendenti sono 47 su una superficie di 50mila metri quadrati: si producono e immagazzinano sostanze come, per esempio, la triacetina, usata come additivo in campo alimentare e cosmetico. La Polynt confina con l’area ex Zincocelere, quella individuata da A2A per l’inceneritore, bocciato da una decisione tecnica della Provincia di Biella dopo il lungo iter della conferenza dei servizi, ma rimesso in discussione dal ricorso al Tar del colosso multiservizi lombardo, che a Cavaglià già si occupa della discarica.