È pur sempre azzardo

C’è un mondo di luoghi comuni intorno alla Lotteria Italia, la più celebre e longeva tra quelle di Stato che fanno sognare ricchezza a chi compra i biglietti e ne garantiscono certamente una fetta alle casse pubbliche che, dai giochi legali di ogni tipologia, ricavano risorse. E poco importa se poi sia necessario reinvestirne una parte per curare chi nel vortice delle scommesse con la dea bendata ci rimette salute fisica, psichica ed economica. Premesso questo, Biella alla Lotteria Italia ha creduto pochissimo: meno di 9mila biglietti venduti, dice La Stampa, in fondo alla classifica dei tagliandi distribuiti insieme a Nuoro, Isernia e Crotone. Del resto capita una volta ogni tantissimo di essere fortunati: bisogna tornare alle vecchie lire per calcolare il miliardo che arrivò all’anonimo acquirente di un biglietto della lotteria dei Mondiali del 1994, acquistato in una tabaccheria di via Rosselli. E da qui, a proposito di luoghi comuni, la diceria che tanto vincono sempre le solite città e la richiesta, ormai un po’ in disuso, ad amici e parenti in viaggio di comprare i biglietti a Roma e a Milano che sono più fortunate, mentre sono solo molto più grandi e un po’ più spendaccione.
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