Esportiamo pazienti
Un milione di euro in più nel 2023 rispetto al 2022 è stato speso dal sistema sanitario piemontese per i pazienti che sono partiti da Biella per farsi curare in altre regioni. Si chiama, in gergo, “mobilità passiva” ed è un indicatore di come funzionino gli ospedali di un territorio. Fa da contraltare la mobilità attiva, che indica il numero di malati che invece vengono in un determinato ospedale da altre zone d’Italia: qui Biella cresce con un +23% anno su anno. Ma il bilancio totale è pesante: 15,8 milioni di euro per i pazienti che vanno altrove, poco meno di 2,9 milioni per quelli che arrivano. Il disavanzo di oltre 12,9 milioni di euro è il più pesante della regione che solo grazie ai segni positivi dell’Asl Città di Torino e, in misura molto minore, di una delle due aziende sanitarie di Cuneo, contiene i danni in “soli” 8,1 milioni di deficit. A mettere in ordine i dati è stata La Stampa che dà voce anche ai piccoli spiragli positivi che arrivano dall’ospedale al confine con Ponderano. La capacità di attrarre più pazienti da lontano rispetto al passato riguarda reparti come chirurgia vascolare, urologia e ostetricia-ginecologia. Gli specialisti di questi ultimi due sono tra i maggiori utenti del robot chirurgico entrato in funzione a gennaio che consente interventi più precisi e meno invasivi e probabilmente hanno un ruolo nel miglioramento dei conti che sembra materializzarsi in proiezione per il 2024, fatto sia della riduzione di persone che si curano altrove sia della crescita di coloro che scelgono Biella. Ci sono poi specialità dove è necessario rivolgersi a centri più attrezzati di strumentazioni e di professionisti, come nei casi, citati dall’Azienda sanitaria a La Stampa, di cardiochirurgia, chirurgia toracica e neurochirurgia. Ma in ospedale provano ad aggrapparsi alle note positive: la nota diffusa al quotidiano parla di «un importante indicatore di recupero progressivo dell’attrattività così come previsto dal piano di rilancio condiviso con gli enti del territorio nell’autunno del 2021». Perché, se si tratta pur sempre di sanità pubblica, alle Regioni costa far curare un paziente fuori dai suoi confini? Semplice: è un effetto della competenza che questi enti hanno sulla sanità stessa. Ogni sistema ha bilanci a sé e il confine impalpabile tra un territorio e l’altro diventa importante per stabilire chi paga chi. Riguardo al 2023 i dati nazionali dicono che i più vistosi segni positivi nel contrappeso tra mobilità attiva e passiva appartenevano, nell’ordine, a Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana. Il Piemonte, ancora nel 2021, aveva un bilancio in attivo.
Ipse dixit
“Il problema non è sparito, ma è senz’altro diminuito. Purtroppo nei territori con molte zone boschive lo spaccio rischia di diventare un problema non semplice da affrontare e da eliminare. Si parla di aree isolate, con la possibilità per i malviventi di nascondersi e di sfuggire facilmente ai controlli. Lo si vede anche in province come Como e Varese. Il Biellese non fa eccezione. Ma grazie al lavoro eccellente dei carabinieri, coadiuvati da squadre speciali da fuori provincia e anche alla collaborazione di diversi sindaci, il fenomeno è in diminuzione”
(Il comandante provinciale dei carabinieri Marco Giacometti parlando del contrasto allo spaccio di droga in provincia che ha portato a 32 denunce e sette arresti dall’inizio dell’anno. Le sue parole sono riportate da Il Biellese)
P-Rai
Oggi alle 10 la Valsessera ci prova anche con mamma Rai a farsi sentire per la cronica carenza di medici di base sul territorio: a Pray in piazza Lora Torino arriveranno le telecamere di Rai3 con la squadra della rubrica “FuoriTg”, legata al notiziario. A “convocarle” è stato il messaggio di un cittadino che ha scritto alla redazione spiegando a grandi linee il problema. La risposta sembra essere stata quasi immediata e così ecco l’appuntamento in piazza per far sentire la propria voce. Parteciperanno i sindaci della vallata, che dipende dall’Asl di Vercelli anche se è in provincia di Biella, per parlare di una situazione destinata a peggiorare da gennaio quando altri due medici lasceranno il territorio, una per la fine del suo contratto a termine e l’altro perché andrà in pensione. «Il problema di fondo» sono le parole di Paolo Setti, sindaco di Coggiola a La Stampa «sono le scelte fatte nel corso degli anni che hanno ricadute oggi. Nessuno è incentivato a fare il medico di base: ogni dottore ha almeno 2mila pazienti, hanno un lavoro burocratico che porta via ore. Per di più le nostre strutture sanitarie periferiche come l’ospedale di Borgosesia vengono depauperate degli specialisti e attività, a favore dei macro centri come Vercelli. Compito nostro è farci sentire». Parteciperà, in solidarietà, anche Mario Carli, sindaco di Valdilana che ha problemi simili ma sotto la giurisdizione di un’altra azienda sanitaria: «Noi dipendiamo da Biella e la situazione generale è migliore ma porto la solidarietà del nostro Comune perché anche da noi almeno settecento pazienti sono ancora senza medico di base».
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a a Cossato prosegue il ciclo degli “Incontri del pomeriggio” con l’università popolare UpbEduca: nella sede di via Martiri Sara Bortolozzo parlerà sul tema “Ascoltarsi e ascoltare per vivere bene”. L’ingresso è libero
Oggi alle 18,30 a Biella l’auditorium del lanificio Sella in via Corradino Sella ospita la vincitrice del premio Campiello Federica Manzon che presenta il suo romanzo Alma, dialogando con Alessandra Tedesco, la giornalista che su Radio24 condice la trasmissione “Il cacciatore di libri”. L’appuntamento è stato organizzato in collaborazione tra la rassegna Fuoriluogo, la Fondazione Sella e la biblioteca Frassati
Oggi alle 20,45 a Biella una serata dedicata alla Palestina avrà luogo in Seminario: nella biblioteca di via Seminari Giulio Pavignano parlerà sul tema “Terra senza pace”
Oggi alle 21.15 a Candelo il cinema Verdi propone il documentario “Nessuno ci può giudicare”, realizzato da Chiara Ronchini e Steve Della Casa, che sarà ospite in sala. Il film parla dell’era d’oro dei cosiddetti “musicarelli” che portavano sul grande schermo le stelle della musica leggera
L’anniversario di un braccio di gomma
“Un uomo in Italia cerca di ricevere l’iniezione su un braccio finto per avere il certificato vaccinale”: a cercare Biella sugli archivi del New York Times si scopre che siamo famosi anche per un pezzo di silicone. L’articolo è di tre anni fa esatti più un giorno: era il 3 dicembre 2021 quando la storia dell’episodio («Probabilmente il più originale» scrisse il quotidiano più prestigioso del mondo) avvenuto al centro vaccinale di via Carso fece letteralmente il giro del mondo. Sulle pagine web dell’epoca, mai più aggiornate, non c’è il nome di colui che provò a schivare l’iniezione anti-coronavirus, ma c’è quello dell’infermiera che si accorse della protesi, acquistata probabilmente su internet da un rivenditore di oggetti di scena per cinema e teatro. Filippa Bua ebbe anche l’onore di una foto, onore condiviso con Margherita Borello dell’ufficio comunicazione dell’Asl di Biella, citata nella didascalia come autrice dello scatto. L’identità dell’uomo dal braccio di gomma non tardò a essere resa pubblica, anche perché si trattava di un medico: lo studio dentistico di Guido Russo era (ed è) in viale Roma. Lui finì in tv, ospite di un altro biellese, Massimo Giletti, quando era ancora a La7 e la sua trasmissione sembrava il luogo ideale per dare voce anche a chi di quei vaccini era arcinemico. Finì anche davanti alla commissione disciplinare dell’Ordine dei medici, un procedimento che terminò con la radiazione. Ma Russo non smise di esercitare, forte dell’appello presentato alla Commissione centrale per le professioni sanitarie, una sorta di comitato per la revisione del giudizio sui provvedimenti disciplinari interni. La decisione? Non se ne ha notizia. Un articolo de Il Mattino di Padova di qualche mese fa parlava di pesanti ritardi nell’esame dei casi, che aveva portato a continuare a esercitare i dottori radiati anche in Veneto. Nell’elenco dell’Ordine dei medici di Biella il nome di Guido Russo in effetti compare ancora, ma nell’archivio web del’Ordine nazionale invece non c’è.