Fa caldo (e non è normale)
Secondo le previsioni dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, oggi dovrebbe essere il giorno peggiore della mini-serie portata da Caronte, nomignolo dato all’anticiclone africano responsabile delle ultime 72 ore di afa. Da domani la situazione dovrebbe normalizzarsi, con temperature reali e soprattutto percepite più gradevoli. Nel frattempo si è già aperto l’ormai consueto braccio di ferro tra chi incolpa il cambiamento climatico e chi lo nega, dicendo che in fondo a luglio è sempre successo di dover sopportare la canicola. Per gli uni e, soprattutto, per gli altri non resta che consultare i dati, approfittando come di consueto dell’archivio storico dell’Osservatorio di Oropa con le sue sequenze statistiche che partono dal 1920.
La temperatura media di luglio nell’ultimo secolo all’ombra del Santuario (e a quasi 1200 metri di altitudine) è stata di 16,8 gradi. Quella del 2023 nei primi 18 giorni è di 18,8, due in più rispetto alla sequenza storica. Scorporando in decenni gli ultimi cento anni, non è sorprendente notare che quello tra il 2013 e il 2022 è stato il più caldo di tutti: 18,47 gradi di temperatura media. Andando a ritroso ecco i dati: 17,54° tra il 2003 e il 2012, 16,78° nel periodo 1993-2002, 17,15° nel 1983-1992, 15,59° nel 1973-1982, 16,44° nel 1963-1972, 16,05° nel 1953-1962, 17,49° (unico dato in controtendenza rispetto alla tendenza alla crescita progressiva) nel 1943-1952, 16,20° nel 1933-1942 e 16,47° nel 1923-1932. I mesi di luglio con la media sopra i 19 gradi sono stati otto in tutto ma la metà dei quali tra il 2006 e il 2022. La propensione al riscaldamento costante si nota ancora meglio osservando la media delle temperature minime di luglio, registrate di norma nella notte che, rinfrescando, contribuisce a dare refrigerio anche alle ore diurne. Dal 1920 a oggi solo in ventidue anni il valore è stato superiore ai 10 gradi, ma dieci di questi sono dal 2000 in poi. Il 2023 rischia di essere l’undicesimo luglio oltre la soglia: siamo a 11,3°.
Ipse dixit
“Wall Street insegna agli imprenditori che non bisogna essere eccessivi nel fare promesse ma essere eccessivi nel mantenerle”
(Gildo Zegna, amministratore delegato di Zegna, al Financial Times)
Il ministro Pichetto e il condono fiscale
Ha avuto spazio sui giornali nazionali di ieri la presa di posizione del ministro biellese Gilberto Pichetto (Forza Italia) sul condono fiscale, tema lanciato dal collega di governo Matteo Salvini (Lega) ma anche accolto senza alcun entusiasmo dai vertici dell’Agenzia delle entrate («Il contrasto all’evazione non è perseguitare qualcuno» ha dichiarato il direttore Ernesto Maria Ruffini). «Al nostro Paese serve una grande riforma fiscale» ha detto Pichetto, che di professione è commercialista e come tale ben conscio della selva di norme che disciplinano tasse e detrazioni. «Se lungo il percorso fosse necessario intervenire per chiudere dei pregressi si potrebbe anche valutare un condono, guardando però ai suoi contenuti». Le statistiche nazionali dicono che nel 2022 l’Agenzia delle entrate ha recuperato 20,2 miliardi di tasse non pagate, per volontà o per dimenticanza. Non hanno funzionato invece le cosiddette “rottamazioni” che hanno consentito sconti e rateizzazioni per vecchi importi non pagati a patto di “autodenunciarsi”. Avrebbero dovuto coprire 100 miliardi di mancate entrate e ne erano attesi almeno 53. Ne sono arrivati 20. Un esempio dei guai delle rottamazioni si era avuto, in piccolo, anche a Biella quando Giorgio Gaido, assessore al Bilancio della giunta di centrosinistra, la propose per i 9 milioni di euro tra tariffa rifiuti e contravvenzioni al codice della strada non pagati. Le conciliazioni riguardarono appena 280mila euro. Si procedette con la riscossione coatta per gli altri casi scovati dall’ufficio tributi del Comune, riattivato all’epoca (era il 2017) dopo che «per troppo tempo non sono stati fatti accertamenti» parole di allora di Gaido «e troppe persone si sono convinte che non pagando non ci fossero conseguenze».
Cosa succede in città
Oggi alle 10 a Biella il municipio ospita le celebrazioni della Festa dèl Piemont, iniziativa ideata dal capogruppo della Lega Alessio Ercoli. Si comincia con la canzone popolare “Barun litrun” intonata da Roberto Fila. Dopo i saluti istituzionali, verrà presentata la doppia versione in piemontese e in idioma biellese del fumetto dedicato alla storia del territorio raccontata da Quintino Sella, “Biella fra le nuvole”, presentato al recente Salone del libro di Torino. Seguiranno interventi di Mauro Vercellotti, Franco Di Braccio e Roberto Gremmo e la lettura della poesia “Rassa nostran-a” di Nino Costa. Chiuderà un rinfresco con prodotti del territorio
Oggi alle 16,45 a Biella si svolgerà una seconda commemorazione della strage di via D’Amelio in cui, nel 1992, persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. La cerimonia si terrà al giardino “21 marzo”, nel piazzale della sede della Provincia
Oggi alle 17 a Biella la Biblioteca Ragazzi dedicata a Rosalia Aglietta Anderi sarà sede di un laboratorio rivolto a bambine e bambini dai 3 anni in su dal titolo “Kamivoila, chi ci sarà?”. L’ingresso è libero, per info e prenotazioni il numero è lo 015.3507651
Secca è meglio di verde?
Questa fotografia scattata alla rotonda di via Carso-via Bengasi mostra come appaiono le erbacce che crescono lungo i marciapiedi, tra i cubetti dei selciati e sul ciglio delle strade, dopo il passaggio degli operatori che le “soffocano” spruzzandoci sopra una miscela ecocompatibile di acqua calda e sapone. Lo scopo è seccarle e, come si vede, l’operazione è perfettamente riuscita. La conseguenza è che lungo le vie di Biella al posto dei ciuffi di piantine che crescono coraggiose nelle crepe di asfalto e lastroni, ora ci sono scheletri marrone chiaro rinsecchiti, in attesa di decomporsi. Sicuri che non fossero più decorose (e decorative) le odiate erbacce?