Far comodo
«Di poco esser contento» è un frammento dell’ode “In morte di Carlo Imbonati” di Alessandro Manzoni, che considerava una virtù quel dettaglio del carattere di un essere umano. Dovranno farne tesoro i biellesi, in particolare i pendolari, stando alle parole dell’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi (Forza Italia). «Il servizio attuale» ha detto Gabusi «con 14 coppie di treni per Santhià e 4 coppie di diretti, credo possa far comodo al territorio biellese». Certo, è meglio che andare a piedi, se si vuole provare a contestualizzare quel “far comodo”. Che si tratti di una situazione lontana dall’ideale, lo sa l’assessore per primo e non solo perché glielo hanno ripetuto a più riprese i pendolari. Il suo intervento era parte di una risposta a un quesito della consigliera biellese Emanuela Verzella (Pd), in quel segmento di ogni seduta dedicato al “question time” con i consiglieri che pongono domande alla giunta in meno di due minuti, l’assessore che risponde in meno di cinque e nessun diritto di replica. «Ribadisco» ha aggiunto Gabusi «che il territorio biellese deve essere il primo a beneficiare del potenziamento dei servizi quando saranno completate le infrastrutture ferroviarie in ingresso a Torino». Ma la scadenza non è a breve termine, dato che l’assessore stesso ha dato come tempistica «un paio d’anni»: fino al 2026, quindi, non ci sarà margine per aggiungere più diretti. Questione di spazio nell’imbuto di Torino dove in entrata e in uscita scarseggiano le cosiddette tracce libere per infilare un treno in più. Ma è anche, almeno un pochino, questione di scelte: la linea Torino-Ceres con fermate all’aeroporto di Caselle è certamente un collegamento strategico, per il quale la Regione ha trovato il modo di aumentare i passaggi. Una scelta, appunto, che per ora non vede Biella tra le favorite di palazzo Lascaris. Non per caso Carlo Piacenza, che fu presidente dell’Unione industriale di Biella dal 2016 al 2020 e che ha sempre messo la questione dei collegamenti al centro del suo mandato, oggi parla di «problemi annosi che si stanno ampliando invece di andare verso la soluzione, come quello dei collegamenti infrastrutturali la cui carenza porta alla perdita di appeal del Biellese e il calo del patrimonio immobiliare locale». Aggiunge Piacenza che già all’epoca «l’impegno Uib si scontrò con una politica sorda» anche se fu proprio durante la sua presidenza che prese vita il patto territoriale quasi senza precedenti che mise insieme pubblico e privato per fare pressione e arrivare all’elettrificazione della Biella-Santhià. Un traguardo che oggi è sterile, con quei due diretti all’andata e due al ritorno che collegano la stazione San Paolo con Torino e che ci devono bastare perché “fanno comodo”.
Ipse dixit
“La pace preventiva è anche questo: imparare a convivere non solo con gli altri popoli ma con il pianeta che ci ospita. Come? Attraverso un metodo che stiamo sperimentando con il progetto della “città arcipelago”, la ricerca dell’equilibrio tra natura e artificio, qualcosa che il territorio biellese ha saputo fare anche nel periodo del pieno sviluppo industriale e che può essere un modello”
(Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, a La Stampa)
A che cosa non siamo collegati
Ecco un piccolo elenco di snodi importanti a cui Biella è collegata in modo decisamente inefficiente sia dai mezzi pubblici sia da quelli privati che però aiuterebbero a lasciare a casa l’auto. L’aeroporto di Torino Caselle è raggiungibile con la propria macchina in 59 minuti, quelli necessari per percorrere gli 84,2 chilometri di distanza. In treno servono 2 ore e 34 minuti con due-tre cambi a seconda dell’orario. L’aeroporto di Milano Malpensa è il secondo più vicino a Biella, a 95,6 chilometri: in auto è sufficiente un’ora e 9 minuti. In treno si sale a un’ora e 59, cambiando a Novara e a Busto Arsizio, attraverso il servizio di Trenord abbinato a quello di Trenitalia. Per arrivare allo scalo di Linate, a 108,1 chilometri di distanza, serve un’ora e 18 minuti in auto e 2 ore e un minuto usando la linea di bus diretto da Biella a Molino Dorino alla periferia ovest di Milano, per poi proseguire da lì con i mezzi pubblici del capoluogo lombardo. Orio al Serio, considerato il terzo aeroporto milanese, è a 143,6 chilometri da Biella, percorribili in un’ora e 37 minuti in auto e in 2 ore e 58 minuti combinando bus e treno. Al porto di Genova, a 177,9 chilometri di distanza, si può arrivare in 2 ore e 2 minuti con la propria vettura o in 3 ore e 53 minuti con il treno. Per nessuna di queste destinazioni è previsto un collegamento diretto né pubblico né privato, né su gomma né su rotaia. Le linee di Flixbus verso Malpensa, per esempio, fanno scalo a Santhià. Le simulazioni dei tempi di viaggio sono del portale specializzato Rome2Rio.
Cosa succede in città
Oggi alle 10,30 a Biella comincia la giornata di incontri a Cittadellarte dedicata ai 25 anni di Unidee, l’università della Fondazione Pistoletto. Sul tema “Modi di ospitare la ricerca e le pratiche artistiche” interverranno Angela Serino, Iswanto Hartono e Anna Taylor. Dalle 15 Chiara Cartuccia, Andy Abbott e Cecilia Guida parleranno del programma di residenza artistica di Unidee. Seguirà alle 17,30 una tavola rotonda moderata da Vincenzo Estremo e Susanne Bosch. Dalle 19 alle 23 ci si trasferisce allo spazio Hydro di via Cernaia con interventi di artisti e ospiti della rete Unidee Residency Programs
Oggi alle 17,45 a Biella comincia a entrare nel vivo il programma di ContemporaneA, il festival biellese della cultura al femminile. Alla libreria Giovannacci l’autrice Lucia Gaiotto presenta il suo libro di racconti “Catalogo di donne sole” in dialogo con Stefania Biamonti. Alle 18,30 nella stessa sede spazio a Rosanna Turone, musicista biellese, e al suo romanzo d’esordio “Santa”. Ne parlerà con Erika Pilar Pancella. L’ingresso è libero
Oggi alle 18 a Biella il presidente della Fondazione Humanitas per la ricerca Alberto Mantovani sarà in città per presentare il libro “La cura del futuro, i vaccini dalle infezioni alla sfida al cancro” di cui è co-autore. L’appuntamento alla Biblioteca Civica vedrà tra gli ospiti anche Oscar Bertetto, medico già direttore della rete oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta
Oggi alle 21 a Candelo si trasferiscono al cinema Verdi le iniziative per i 25 anni dell’università Unidee di Cittadellarte: sarà proiettata una selezione di film e opere video frutto del lavoro di artiste e artisti del programma di residenza della Fondazione Pistoletto. L’ingresso è gratis
Oggi alle 21 a Sala il salone della Pro loco di via Rivetti 3 ospita la conferenza di Roger Juglair, storico e ricercatore, che parlerà del bombardamento alleato di Pont Saint Martin dell’agosto 1944 in cui persero la vita 130 persone tra civili e militari
La chiesa fredda che cerca aiuto
Valdilana è un mosaico di frazioni, non tutte vicine l’una all’altra anche per quanto concerne i servizi. È un problema non solo per le istituzioni pubbliche ma anche per la parrocchia. In anni di crisi delle vocazioni è pressoché impossibile per la diocesi destinare un sacerdote per ogni chiesa. Non solo: i costi di manutenzione di ogni singolo tempio sono alti, specie nella stagione fredda. Per questo don Mario Foglia Parrucin, che regge le chiese di Valle Mosso, Crocemosso e Campore, è stato costretto a provvedimenti drastici: «Per la prima volta non riusciamo a sostenerci economicamente» ha dichiarato a La Provincia di Biella. «Ad esempio, non avendo avuto la disponibilità di acquistare il gasolio per il riscaldamento, abbiamo deciso di sospendere le celebrazioni durante il periodo freddo». È accaduto l’anno scorso nella chiesa di Campore-Falcero, rischia di avvenire anche nell’inverno che sta per cominciare. Per raccogliere risorse era stato organizzato a giugno uno spettacolo teatrale. Ma don Foglia Parrucin cerca aiuto non solo economico dai fedeli: «Non riusciamo a sostituire le persone che erano preziose collaboratrici e collaboratori e che erano un po’ come le colonne portanti». Per questo vuole organizzare un incontro chiamando la gente a raccolta per cercare insieme una via d’uscita e non allontanare un altro servizio, quello spirituale, dai territori che già faticano a mantenere quelli di base: «Potremmo semplicemente lamentarci e perdere la speranza» ha dichiarato il sacerdote. «Non dobbiamo cadere in questa tentazione».