Fine lista d'attesa mai
C’è chi ha messo l’accento sulle tante assenze dei primi cittadini della provincia, presenti in 22 su 74 (come Eco di Biella) e c’è chi ha sottolineato le «attese record» come il titolo de La Stampa: di certo ieri l’assemblea dei sindaci dell’Azienda sanitaria locale di Biella ha avuto la maggioranza relativa dello spazio e dell’attenzione sui media locali di carta. E non con buone notizie. L’elenco delle attese record sembra contrastare con i visi rilassati visti a Torino a marzo, in una conferenza stampa in cui il presidente della Regione Alberto Cirio parlò dei buoni risultati del piano di emergenza per recuperare le liste di attesa ancora appesantite dai mesi di pandemia. La media di attesa per un esame non urgente, disse Cirio, si era ridotta in Piemonte a 37 giorni e per 25 delle 42 prestazioni del piano sanitario nazionale era inferiore a quella del 2018. A Biella la media attuale, calcolata da Eco di Biella sui dati forniti dall’Asl, è di 49 giorni per gli esami e di 39 giorni per le visite. Tra gli esami i picchi si registrano per le colonscopie (95 giorni tra la prenotazione e l’esame), l’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (87 giorni) e quella cardiaca (83 giorni), l’elettrocardiogramma da sforzo (86 giorni), l’esofagogastroduodenoscopia (73 giorni) e la spirometria (71 giorni). Non va meglio per le visite ambulatoriali: se, sempre in riferimento alle prestazioni non urgenti, la rapidità è salvaguardata per oncologia (6 giorni), chirurgia vascolare (7) e otorinolaringoiatria (9), i tempi si dilatano per oculistica (83 giorni), dermatologia (87) e endocrinologia (97). La Stampa si concentra anche sulla situazione complicata del reparto di oculistica che ha perso primario e un altro medico e ha accumulato tremila persone in lista di attesa per un intervento di cataratta, allungate – come ha spiegato al quotidiano il direttore generale Mario Sanò – anche dal fatto che molti pazienti preferiscano attendere il posto in ospedale invece di scegliere l’opzione più rapida in una struttura esterna convenzionata. Fatica anche il pronto soccorso, che ha da poco salutato il suo responsabile Aldo Tua, andato a Vercelli: il tempo medio di attesa tra arrivo e ricovero in reparto è di 5 ore. Il livello ottimale richiesto dalla Regione è di 2. Rispetto al 2019, anno di riferimento perché l’ultimo senza la pandemia, le proiezioni del 2023 parlano dell’8% di ricoveri e del 15% di prestazioni ambulatoriali in meno. «Nel caso delle urgenze» ha dichiarato la direttrice sanitaria Eva Anselmo «riusciamo a rispettare i tempi fissati dai parametri regionali. È più difficile quando si tratta delle altre visite o esami, ma non è un problema solo di Biella».
Ipse dixit
“L’opera di Pistoletto verrà rifatta più bella di prima aggiornandola alla politica della maggioranza”
“La Venere degli stracci che volano”
(Dalla vignetta di Danilo Maramotti per “il Manifesto”)
La Venere e il povero cristo
La mensa del Carmine a Napoli è una delle diciotto strutture aperte ogni giorno in quella città per dare un pasto caldo, almeno uno al giorno, per chi non ha altro da mangiare. Era arrivata a prepararne più di mille, nei giorni peggiori della pandemia e, come dicono i testimoni, con “porzioni della nonna”. Padre Francesco Sorrentino, che la dirige, governa una squadra di collaboratori e volontari. Quasi una persona su tre tra coloro che si affaccendano in cucina e tra i tavoli è affidata in prova, in un percorso di riabilitazione per uscire dal carcere e non rientrarci più. Le immagini quotidiane che la mensa pubblica su Facebook mostrano panoramiche sulle vaschette di stagnola riempite di pasta, polpette, bistecche, verdure, pentole che ribollono, mani che scaricano scatoloni di chi dona. E servono tanti regali, per una simile quantità di pasti al giorno.
Una persona senza fissa dimora di 32 anni ne stava mangiando uno mercoledì, quando alla mensa è arrivata la polizia per cercare proprio lui. Le cronache non hanno pietà: “fermato”, “arrestato”, “inchiodato” (verbo da crocifissione, adatto in effetti a un povero cristo) e nome e cognome pubblicati senza remore corredano la notizia che è lui sotto accusa (anche se si è professato innocente davanti agli agenti) per l’incendio che ha distrutto la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto che dal 28 giugno troneggiava su piazza Municipio a Napoli. Gli agenti lo hanno riconosciuto dalle telecamere di sorveglianza che lo hanno ripreso mentre armeggiava con un accendino attorno agli stracci e lo hanno trovato in fretta: non si nascondeva, stava mangiando. Di lui e della sua storia non si sa abbastanza, se non il nome e una vita probabilmente ai margini della società. Di certo oggi appaiono fuori luogo tantissimi dei commenti a caldo, da quelli sui social da bar sport a quelli vergati da penne raffinate: la solita Napoli che non cambia mai, la colpa collettiva di un’epoca che non tutela il bello, la distruzione che è «un gesto politico» (Marco Damilano su Domani), le solite ipotesi a puntare l’indice su giovani, sfide social, vandalismo da noia. Paradossalmente le parole più centrate, ma forse in modo involontario, sono state quelle di Michelangelo Pistoletto: «Il rogo della mia Venere racconta di una società stracciona che purtroppo ha preso il sopravvento» ha dichiarato a La Stampa. Stracciona, come un uomo senza un tetto che viene arrestato alla mensa dei poveri, luogo che gli ha dato asilo mentre è rimasto fuori da quella società metà indignata e metà indifferente alle fiamme dell’opera d’arte, ma del tutto indifferente a lui.
Cosa succede in città
Oggi alle 19 a Lessona comincia il fine settimana del Summer Festival con l’apertura delle postazioni gastronomiche. Alle 21 spazio alla musica con Rocky Le Roi e Luca Pechino. L’ingresso nell’area concerti e manifestazioni è con biglietto, al prezzo di 5 euro. Quelli non venduti entro le 20 del giorno dell’evento su Ciaotickets saranno a disposizione all’ingresso
Oggi alle 20 a Netro all’area polivalente si apre la festa della birra che occuperà due fine settimana: si ballerà a partire dalle 22 con la discoteca mobile Energia
Oggi alle 20,30 a Valdilana si replica “3x10”, lo spettacolo itinerante estivo di Teatrando. Ingresso a 15 euro, partenze ogni 20 minuti fino alle 21,50. Ci si prenota online a questo indirizzo
Oggi alle 21 a Vigliano la chiesa di Santa Maria Assunta ospita il concerto per voce e organo con la mezzosoprano Laura Capretti e l’organista Daniele Rinero, con musiche di Händel. L’ingresso è gratuito con offerta libera
A proposito del linkedinese
«Il progressivo trend di stabilizzazione della supply chain tessile sta portando brand e retailer a normalizzare la loro domanda di tessuti»: questa frase di 21 parole ne comprende cinque in inglese, poco meno del 25 per cento. È contenuta in uno dei comunicati stampa che, in questi giorni, hanno accompagnato Milano Unica, il salone del tessile con trenta espositori biellesi sugli oltre cinquecento presenti, chiusasi ieri sera a Rho Fiera. A combattere per l’uso dell’italiano a scapito delle lingue d’importazione, si fa un po’ la figura dei sovranisti di governo e un po’ quella di chi svuota il mare con una tazzina da caffè. Resta un problema, però, che dovrebbe preoccupare coloro che usano il linkedinese, quella lingua un po’ ogm così popolare sul social network dove gli iscritti magnificano i loro traguardi lavorativi: in un testo, specie se rivolto a un pubblico più ampio, non sarebbe importante essere chiari? Sicuri che, al netto dell’uso di parole tecniche intraducibili (come si dice “cashmere” in italiano?), questo modo di scrivere e comunicare lo sia fino in fondo?