Guarda, un liceo tessile
Se non puoi combatterli, verrebbe da dire, unisciti a loro. Sono stati numerosi i messaggi e appelli del mondo imprenditoriale biellese ai giovani del territorio perché comincino a scegliere di iscriversi a scuole tecniche invece che ai licei. Uno di questi è decisamente autorevole perché è firmato da Ermanno Rondi, neopresidente e amministratore delegato di Città Studi: «Oggi» aveva detto poco meno di due mesi fa «si tende a fare percorsi più nell'ambito umanistico e meno nell'ambito tecnico quando in realtà il mercato del lavoro è esattamente il contrario. Abbiamo una serie di scuole dominanti che portano avanti formazione teorica mentre avremmo bisogno di formazione professionale». Il sistema scolastico (e aziendale) biellese ha provato ad aggirare il problema con il varo del liceo tessile, presentato pochi giorni fa a Valdilana (la sede sarà a Mosso) alla presenza di numerosi capitani d’industria e della preside Tiziana Tamburelli (ma non, curiosamente, dell’assessora regionale all’Istruzione, la biellese di Fratelli d’Italia Elena Chiorino). Sì, si chiamerà proprio liceo e oggi a partire dalle 18,30 vivrà la sua prima giornata a porte aperte riservata a studentesse, studenti e genitori in vista delle iscrizioni all’anno scolastico 2024/2025 quando il nuovo indirizzo vivrà il suo debutto: «Sarà un liceo di scienze applicate dove verranno studiate materie come scienze, matematica, informatica e fisica» dice la preside Tamburelli a Notizia Oggi Borgosesia. «Al termine dei cinque anni gli studenti avranno lo stesso diploma del liceo tradizionale, potranno proseguire gli studi anche all’università». Quindi che cosa cambia rispetto al medesimo indirizzo di scienze applicate presente all’Iti o a un qualsiasi liceo scientifico? Lo studio più approfondito di materie come matematica, fisica, informatica e scienze e il coinvolgimento delle aziende. «C’è un disallineamento» ha detto la preside «tra le competenze richieste dalle imprese e la preparazione offerta dalle scuole. Sono già presenti scuole finalizzate alla formazione di tecnici o all’apprendimento di un mestiere che hanno connessioni con aziende e territorio, ma il problema riguarda il mondo liceale, dove gli studenti risultano poco connessi col mondo reale». Per questo collaborano al progetto marchi storici come Piacenza, Zegna, Cerruti, Loro Piana, Reda, Vitale Barberis Canonico, Zegna Baruffa Lane Borgosesia oltre a Città Studi, Its Tam, Accademia Unidee, l’università di Cittadellarte alla Fondazione Pistoletto. Funzionerà? È una sfida, senza dubbio, che parte dalla situazione attuale: l’indirizzo tessile moda all’Iti di Biella raccoglie l’1,1% dell’intero corpo studente delle superiori in provincia di Biella.
Ipse dixit
“Esprimiamo sgomento e solidarietà alla popolazione di Gaza, e ai nostri amici, ex-allievi e partner culturali palestinesi, di fronte ai bombardamenti dell’esercito israeliano sulla popolazione inerme. Esprimiamo altrettanto sgomento e solidarietà per le vittime israeliane del terrorismo. La nostra solidarietà a tutti coloro che in queste ore subiscono orrore e dolore. Il nostro impegno per la pace preventiva è oggi ancora più saldo. La nostra richiesta è che immediatamente cessino i bombardamenti e le violenze. Solo la pace porta la pace. La guerra inevitabilmente la guerra”
(Messaggio via social di Cittadellarte, la fondazione di Michelangelo Pistoletto).
E a Biella una scuola per sarti
Sono numeri alti quelli che, secondo l’assessora a Turismo e Unesco Barbara Greggio (Lega), porterebbe in città la scuola dei sarti. L’obiettivo è di aprirla a Biella e di collocarla in centro,, per far sì che i suoi «130-140 allievi» dice Greggio a Eco di Biella «creino un importante indotto». L’idea parrebbe figlia dei due eventi che la città ha ospitato in poche settimane: il convegno internazionale della sartoria di qualità di fine agosto e la sfilata di moda legata al forum delle città creative Unesco di venerdì e sabato, con le creazioni mostrate in una lunga serata al teatro Odeon. Resta la necessità di scegliere una sede: il primo sopralluogo si è svolto proprio nel fine settimana passato, come ha detto sempre a Eco di Biella l’assessora regionale alla Casa Chiara Caucino (Lega) che ha guidato un gruppetto composto dal presidente dell’Accademia nazionale dei sartori Gaetano Aloisio, dal sindaco Claudio Corradino (Lega) e dal vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella Cristiano Gatti. La prima visita è stata all’edificio tra via Marconi e via Malta che fu sede di alcuni uffici dell’Azienda sanitaria fino al 2014 e al trasloco ai confini con Ponderano. È di proprietà della Regione e, tra i tanti spazi vuoti della città, è uno di quelli che sembra non essere mai stato sfiorato da iniziative o progetti. Pare che non sia l’ideale per la scarsa luminosità e per gli spazi troppo angusti nelle stanze. Sembra essere andata meglio con la vecchia biblioteca di via Pietro Micca, ma anche qui occorrono lavori pesanti di sistemazione, dato che la facciata è seminascosta da un’impalcatura da anni senza che siano stati previsti nemmeno i più banali rattoppi. Si tratta anche di uno stabile in cui la concorrenza è più alta: dice Eco che è nel mirino dei giudici di pace, attualmente ospitati in un’ala di palazzo Oropa.
Cosa succede in città
Oggi alle 15 al Piazzo, dopo due giorni di pausa, riapre la mostra “Banksy, Jago e TvBoy” tra palazzo Gromo Losa e palazzo Ferrero. Il mercoledì e il giovedì gli orari di apertura sono dalle 15 alle 18. Il biglietto intero costa 13 euro, il ridotto 10
Oggi alle 18 a Biella lo scrittore e saggista Eric Gobetti presenta il suo ultimo libro “I carnefici del Duce”, in cui narra episodi delle guerre coloniali e delle occupazioni militari in Grecia e Jugoslavia in cui gli italiani furono autori di crimini di guerra. Nella sala convegni della Cgil di via La Marmora l’ingresso è libero. Gobetti era già stato a Biella a gennaio per parlare dell’altro suo libro “E allora le foibe”, storia dell’esodo istriano scritta «per chi non sa niente e per chi pensa di sapere tutto»
Oggi alle 21 a Candelo si torna a parlare del G8 di Genova con la proiezione del documentario “Se fate i bravi”, opera di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone che sarà ospite in sala. L’ingresso costa 6 euro
Il regalo che non vuole nessuno
I sindaci prima di dare, chiedono: così dice il luogo comune del cittadino perennemente arrabbiato contro le tasse che salgono e i servizi che scendono. Ma può succedere che un sindaco decida di fare un regalo che però non vuole nessuno o quasi. È accaduto a Pralungo dove la prima cittadina Raffaella Molino ha diffuso qualche settimana fa un avviso alla popolazione: tutti erano invitati a servirsi da soli dal cumulo di legna secca di proprietà pubblica dietro il cimitero di Sant’Eurosia con l’unico accorgimento di non prelevarne più di cinque quintali a famiglia e di provvedere da soli al carico e al trasporto. A bando chiuso, è arrivata una sola manifestazione d’interesse e il cumulo di ciocchi pronti per stufe e caminetti è rimasto pressoché intatto. Molino non sa darsi spiegazioni: «Più volte, in passato, è capitato che dei residenti ci chiedessero della legna» ha raccontato a La Stampa. «Questa volta c'era l'opportunità di portarsela a casa gratis, ma non si è fatto vivo nessuno. Abbiamo fatto il bando, pubblicizzato l’iniziativa sui giornali e sui social. Ci aspettavamo una risposta migliore, ma così non è stato, mi spiace molto». Il prezzo medio di un quintale di legna è all’incirca di 15 euro. Non era, insomma, un dono di poco conto.