I biellesi e la birra
Con oltre 135mila passaggi, Bolle di Malto edizione 2024 ha battuto il suo precedente record di presenze, i 110mila dell’anno passato. Il calcolo di chi mette piede nel recinto di piazza Martiri è pressoché matematico, assicurato da un conta-persone fatto installare dall’edizione in cui è diventato strettamente necessario il numero chiuso agli eventi pubblici per ragioni di sicurezza. Non può che essere invece una stima la seconda cifra fornita dagli organizzatori a La Stampa: il calcolo di un milione di euro speso in cinque giorni dai visitatori del festival delle birre artigianali corrisponderebbe a oltre 4.300 euro incassati quotidianamente da ognuna delle 46 postazioni equamente suddivise tra birrifici e cibo da strada. «Non bisogna dimenticare» ha poi dichiarato al quotidiano Marta Florio, cofondatrice dell’evento nell’ormai lontano 2005 «tutto l’indotto che è ruotato attorno a Bolle di Malto. Molte persone venivano in piazza Martiri per i concerti o per incontrare gli amici ma poi andavano a cena nei ristoranti vicino». A proposito di concerti (gratis, ma come lo sono quelli dell’Alpàa di Varallo o, fino alla scorsa estate, del Reload Sound Festival al parco Kennedy), Biella ha ottenuto anche l’apprezzamento social di due dei protagonisti degli appuntamenti più affollati, Roy Paci ed Enrico Ruggeri che hanno apprezzato il calore della piazza e della città. «Questo risultato» ha chiosato Florio «ha dimostrato che Biella è una città perfettamente in grado di ospitare eventi di questa portata». Sull’onda del successo, che perfino sui social criticoni sembra avere ottenuto una maggioranza schiacciante di consensi, già si pensa a come crescere nel 2025. Raffaele Abbattista, l’altro co-fondatore della manifestazione, ha in mente di chiedere più spazio al Comune: piazza Martiri, piazza I Maggio, già parzialmente occupata quest’anno, e piazza Colonnetti con la chiusura del segmento di via Pietro Micca per tutti e cinque i giorni e non solo nei momenti caldi della festa come è accaduto negli ultimi due anni. «Non ci inventeremo nulla» è il pensiero di Abbattista, «ma faremo esattamente come fanno a Varallo con l’Alpàa, ad Alba con la Fiera del tartufo o a Bra con Cheese. Chiuderemo il traffico e lasceremo solo l’accesso pedonale. Verranno creati degli hub per i parcheggi dei residenti e le navette per i turisti».
Ipse dixit
“In Doppia coppia ci sono due ragazze straordinarie che danno una veste diversa alle canzoni. Questo mi ha dato la possibilità di pensare ad altri pezzi, valorizzati dai nuovi strumenti. Un pezzo che porterò a Biella sarà una canzone di De Andrè, Zirichiltaggia, un brano che senza il violino non può essere eseguito”
(Neri Marcorè, ospite questa sera all’Odeon di Fuoriluogo, intervistato da Il Biellese. La violinista che lo accompagnerà è la biellese Anaïs Drago)
I giapponesi e la toma
Quando, una manciata di anni fa, ci fu l’ultima visita a Biella della città gemella di Kiryu, la delegazione si fece precedere da un messaggio inviato in municipio a chi doveva organizzare l’accoglienza: niente formaggio o latticini nel menu del pranzo ufficiale, per favore. In meno di dieci anni qualcosa è cambiato nella scarsa abitudine, o a volte della vera e propria intolleranza al lattosio, dei giapponesi se, come scrive La Stampa, c’è uno chef di Tokyo così innamorato del Biellese che nel suo ristorante serve la polenta concia. Masato Miyane, racconta l’articolo, non ha addolcito né modificato la ricetta: gli ingredienti di base sono gli stessi tre della tradizione di montagna e cioè farina di mais, toma e burro, con la sola aggiunta di acqua, sale e pepe. Sembra che il cuoco nipponico sia venuto a conoscenza delle specialità biellesi da un vecchio numero della rivista di cucina giapponese “Ryori tsushin” che, nel suo numero di esordio, dedicò un servizio alla gastronomia tradizionale all’ombra del Mucrone. Le tre croniste scrissero che i margari e le loro tradizioni sono il più grande tesoro del Biellese. Anche lui è stato in Piemonte, accompagnato da Motoko Iwasaki, biellese adottiva che è da sempre preziosa interprete e collante tra le due comunità, insieme al marito Claudio Gallina. Miyane, che ha avuto un’esperienza professionale nelle Langhe, imparò la polenta concia alla moda dell’alpeggio della Muanda e a Tokyo l’ha riproposta con le stesse modalità: «Con la precisione, il rigore e la cura nella scelta degli ingredienti che caratterizza i giapponesi» ha raccontato Gallina a La Stampa, «ha utilizzato gli stessi prodotti semplici di cui si può disporre in alpeggio». Il suo ristorante si chiama Ostü, ovvero oste in langarolo. Quanto al formaggio, il cambio sfavorevole tra euro e yen ha portato a un primo anno di calo delle esportazioni dall’Italia: ma si tratta pur sempre di 315mila tonnellate in un anno, nel 2023, più o meno il doppio rispetto al 1990, a testimonianza di un gusto che sta cambiando anche in quelle terre lontane e poco abituate ai derivati del latte. Tra le mozzarelle (indispensabili per la pizza amata ovunque) e il parmigiano, evidentemente c’è spazio anche per un pochino di maccagno.
Cosa succede in città
Oggi alle 21 a Biella entra nel vivo il festival letterario Fuoriluogo con un appuntamento tra parole e musica: Neri Marcorè è il protagonista di “Doppia coppia” al teatro Odeon. L’attore sarà accompagnato dalla violoncellista Chiara Di Benedetto, dal polistrumentista Domenico Mariorenzi e dalla violinista biellese Anaïs Drago. Biglietti da 23 a 33 euro a questo link
Il primo spettacolo di Marisol Castellanos
Dal successo televisivo al palcoscenico del teatro, passando da un’operazione chirurgica al ginocchio: i mesi intensi di Marisol Castellanos, la giovanissima biellese seconda classificata alla trasmissione Mediaset dei talenti “Amici” (ma prima della sezione danza), arriveranno a un primo traguardo a ottobre. Sarà lei la prima ballerina di “C’era una volta Cenerentola”, con musiche di Georg Friedrich Händel e coreografie di Fabrizio Monteverde. La prima è il 10 ottobre al teatro Olimpico di Roma, con repliche fino a domenica 13 e biglietti da 25 a 42,50 euro. Se l’intervento al ginocchio è servito a sanare il problema fisico che già si era manifestato durante le settimane in tv, l’ha anche costretta a saltare l’occasione di sfruttare la borsa di studio vinta per la Alvin Ailey School di New York. Poco male: il sito internet del Balletto di Roma, protagonista della produzione dell’Olimpico, la indica già nel cast stabile, nel quale debutterà bruciando le tappe un passo avanti a tutti proprio nello spettacolo che rivisita la storia di Cenerentola. Prima della pausa forzata in ospedale, Marisol Castellanos aveva partecipato anche allo spettacolo allestito a Firenze in occasione della partenza italiana del Tour de France di ciclismo maschile.