I giusti
«In un attimo la casa si riempì di strepiti, di colpi di fucile, passi cadenzati, non si capisce quello che dicono perché parlano tedesco, le stanze e il corridoio sono invasi da molti tedeschi armati di fucili, bombe a mano e pistole, frugano, rompono, perquisiscono tutta la casa. Più di tutto sono quei quattro italiani più cattivi, più feroci degli stessi tedeschi, i quali picchiano quel giovanotto alto, schiaffeggiano lo zio che, atterrito dal tradimento, con le braccia in alto, abbattuto, vinto, per la sua troppa lealtà»: il racconto è di Giulio Jona, che il 7 dicembre 1943 era un bambino ebreo nell’Italia delle leggi razziali e oggi è un anziano signore che, pensando al suo passato, dice: «La mia vita, se ci ripenso, è una continua serie di miracoli». Le sue parole risalgono al maggio del 2023, pronunciate a palazzo Gromo Losa nella cerimonia con cui i nomi di cinque biellesi vennero scritti nell’elenco dei “giusti tra le nazioni”. È una lista che comprende più di settecento italiani che, quando nazismo e fascismo avevano come programma la cosiddetta “soluzione finale”, lo sterminio degli ebrei, a rischio della loro vita fecero qualcosa per mettere in salvo i perseguitati. Colui che Giulio Jona, nel suo diario di bambino, chiama “lo zio”, era Angelo Cova: professore, antifascista, per questo arrestato in quella notte mentre a casa sua c’era una riunione di chi stava provando a organizzare la Resistenza. Cinque giorni prima le porte di quella casa si erano aperte per dare rifugio al piccolo Giulio: farlo passare per loro figlio fu la via per metterlo in salvo dai rastrellamenti e dalle deportazioni. La sua famiglia ebbe salva la vita grazie alla bontà e al coraggio di altri biellesi: Lina Casagrande era la balia originaria del Veneto che prese con sé il più piccolo tra i fratelli, Luciano. Maria Mosca Cirvella aprì la casa di Valmosca, in valle Cervo, per accogliere padre, due zii e il figlio più grande Emilio. Delfina Levis era la segretaria dello studio legale della famiglia Jona: nascose l’adolescente Silvia, la secondogenita, e passò giorni a fare la spola da un rifugio all’altro della famiglia per mantenere i contatti. I loro nomi sono tra i “giusti tra le nazioni”, insieme a quelli di Angelo Cova e Luigia Midolli, lo zio e la zia secondo il diario di Giulio Jona. Vittoria Cova, la loro figlia, in quella cerimonia abbracciò a lungo Giulio, nel momento forse più commovente della mattinata, un abbraccio che replicò quello del 1943, quando si nascosero alla vista delle milizie naziste e fasciste in una stanza della casa. Angelo Cova fu portato via quella notte. Non venne liberato che un anno e mezzo dopo: era il luglio del 1945, la guerra era finita, nazismo e fascismo sconfitti, con i segni dell’orrore crudo che avevano lasciato ben chiari davanti agli occhi. Tornò da Mauthausen, dove era stato deportato e imprigionato, che era pelle e ossa, debilitato dalla tubercolosi. Venne ricoverato a Bergamo, poi trasferito a Biella dove morì dopo pochi giorni.
Ipse dixit
“Ricordo che la principale via di fuga dai nazisti era passare dalla Valtellina per arrivare in Svizzera, mi ricordo i volantini con gli inviti alla delazione: 5mila lire per un uomo ebreo, 3mila per una donna, mille per un bambino. La nostra comunità ebrea era perfettamente integrata nella società e nella vita collettiva italiana, io stesso frequentavo le famiglie degli industriali, ma da un giorno all’altro mi fu detto che non potevo più neanche andare a scuola. Quando venimmo arrestati vivevamo a Genova, ma venimmo presi a Chiavenna nel dicembre 1943, traditi da contrabbandieri mentre provavamo a scappare. A nulla valse il passato di papà, Eugenio, ufficiale degli Alpini sul Piave nella Prima Guerra Mondiale. Ci incarcerarono a Varese, poi in Liguria, infine a Milano, da dove partimmo per Auschwitz. Dal vagone merci la nonna Elvira che aveva 63 anni, fece scivolare una cartolina destinata a una cugina, che diceva: «L’avviso che sono con Ada e famiglia di partenza per l’Alta Slesia»”
(Dalla lettera immaginaria di Aldo Vitale, 14 anni, deportato e ucciso ad Auschwitz, scritta dalla classe 3 I dell’istituto Bona per il concorso sulla Shoah della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella)
Nella Giornata della memoria
Sarà a palazzo Gromo Losa al Piazzo, stamane alle 10,30, la cerimonia ufficiale per la Giornata della memoria, coordinata dalla prefettura. Verranno consegnate le medaglie alle famiglie di Vittorio Colombo e Salvatore Valenti, che furono deportati nei lager. Non è l’unico appuntamento della giornata, che ha visto un prologo la settimana scorsa con la premiazione del concorso, sempre a palazzo Gromo Losa, del concorso riservato alle scuole superiori bandito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e che ha offerto a studentesse e studenti vincitori e alle loro classi viaggi d’istruzione ad Auschwitz e a Milano, al binario da cui partivano i treni dei deportati diventato museo e memoriale. Un altro appuntamento pubblico sarà alle 18 a villa Schneider, scelta come simbolo in quanto sede delle SS a Biella durante l’occupazione nazifascista: la rete Luminosa invita la cittadinanza a una manifestazione silenziosa, sulla falasriga di altre simili organizzate in passato, «da quando» hanno detto gli organizzatori a Il Biellese «iniziò la guerra in Ucraina. Preferiamo l’assenza di parole all’odio, agli slogan di parte e al chiacchiericcio sterile. Il silenzio per noi è innanzitutto un dono di meditazione, ma è anche un grido muto contro l’orrore, la morte e l’indifferenza». Alle 17,30 a Vigliano parlerà l’ex primario di neuropsichiatria dell’ospedale di Biella Roberto Merli, sul tema del coinvolgimento dei medici nel regime nazista, dall’eugenetica ai campi di sterminio. La sede della conferenza è la biblioteca Aldo Sola. La sede del Cai provinciale di via Pietro Micca invece ospita Giulio Pavignano che parlerà di come lo sport e le leggi razziali abbiano avuto un impatto nello sport. L’appuntamento è alle 21.
Cosa succede in città
Oggi alle 17,30 a Biella l’ex capitano del Milan e della Nazionale di calcio maschile Franco Baresi è ospite della libreria Giovannacci di via Italia per presentare la sua autobiografia “Ancora in gioco”. Sarà intervistato da Vincenzo Matrone. Parte del ricavato della vendita del libro andrà alla casa famiglia New Beginning. Seguirà la cena con i soci del Milan club Biella
I titoli della settimana
Le notizie principali degli ultimi sette giorni secondo le prime pagine dei giornali locali
Lunedì 20
Eco di Biella Ambulanze 118: mancano i medici
Martedì 21
La Stampa Biella, contro gli organici in rosso arrivano nuovi medici dall’estero
Il Biellese Assunzioni, Biella è maglia nera
Mercoledì 22
La Provincia di Biella Commerciante di via Italia muore a soli 56 anni
La Stampa Dalle spese scolastiche ai ristoranti la grande impennata del carovita
Giovedì 23
Eco di Biella Per la funicolare spesi già tre milioni
La Stampa Braccio di ferro sulla strada Trossi: cresce l’opposizione al raddoppio
Venerdì 24
Il Biellese All’Adunata si arriva anche a piedi
La Stampa Biella, poco lavoro e meno residenti: provincia maglia nera del Piemonte
Sabato 25
La Provincia di Biella Latitante si nascondeva a casa della mamma
La Stampa È lite sul supermarket numero 24: “Così si uccidono i piccoli negozi”
Domenica 26
La Stampa Elettrificazione formato Amazon: “Trascurati i pendolari biellesi”