I numeri dei medici a gettone
Da una spesa di 100mila euro a una di 1,6 milioni in tre anni: sono le cifre che gravano sul bilancio dell’azienda sanitaria di Biella per pagare i cosiddetti “gettonisti”, i medici ingaggiati con contratti a termine, scelti tra i liberi professionisti, i pensionati o i componenti di cooperative nate apposta, per provare a tamponare le carenze di organico dei camici bianchi nei reparti. I dati, narrati da Eco di Biella e La Stampa negli ultimi giorni, sono contenuti in una relazione della Corte dei Conti e danno la misura di quanto la sanità piemontese sia costretta ad arrangiarsi come può di fronte a problemi strutturali. Biella, anzi, è messa in migliori condizioni rispetto alle province vicine. Vercelli, per esempio, di milioni nel 2023 ne ha spesi 8,8. E la situazione, nell’azienda sanitaria di casa nostra, dovrebbe mantenersi stabile nel 2024 secondo il bilancio di previsione, con i dottori “fuori organico” che dovrebbero coprire turni e necessità soprattutto in pronto soccorso (con un fabbisogno di 60 turni al mese) e nel servizio al carcere di via dei Tigli. Secondo il direttore generale Mario Sanò le cifre provano che non è vero che i medici rifiutino Biella preferendo altri ospedali: «Non trova fondamento la narrazione circa la presunta limitata attrattività della nostra struttura rispetto ad altri centri analoghi. I dati confermano al contrario che si registrano carenze di professionisti anche in centri di maggiore dimensione come Cuneo e Torino». Male minore comune non fa però mezzo gaudio, se si osserva il quadro generale. Elena Chiorino, la biellese di Fratelli d’Italia neovicepresidente del Piemonte, garantisce che il problema è ben chiaro nella stanza dei bottoni: «La Regione è al lavoro» ha dichiarato a Eco di Biella «per far sì che il ricorso ai gettonisti, pratica diventata ordinaria negli ultimi anni in alcuni reparti e settori, torni a essere straordinaria. Dobbiamo ridurre il più possibile quel delta tra medici strutturati e gettonisti, che ora è ampio. Lo si può fare, e l’ipotesi è al vaglio della conferenza delle Regioni, con incentivi per la scelta delle sedi più disagiate e con sgravi economici». Ne vede la necessità, con un giudizio aspro sulle politiche passate, anche l’ex segretario regionale del Pd Paolo Furia: «Tutte le riforme sanitarie degli ultimi venti anni sono state ispirate solo alla necessità di risparmiare, dal numero chiuso in università alle scuole di specializzazione fino al blocco delle assunzioni dirette del pubblico. Tutto questo sulla base del trito e ritrito pregiudizio secondo il quale il pubblico impiego costa troppo ed è più performante affidarsi al mercato. Non è così da tempo. Mentre il pubblico sottofinanzia il proprio sistema, strapaga gettonisti, cooperative e partners convenzionati per fare ciò che per una ragione o per l’altra non può più fare da sé. I costi per il pubblico sono aumentati, mentre si arricchiscono i privati. In tempi di ritorno di austerità questo è uno scandalo».
Ipse dixit
“Crediamo nella sanità pubblica, guardiano ai privati senza pregiudizio, in termini complementari e mai sostitutivi”
(Alberto Cirio, presidente della Regione, nel suo discorso di insediamento di lunedì durante il primo consiglio regionale. Le sue parole sono state riportate da La Stampa)
I primi dati del robot chirurgico
Sono stati 150 gli interventi chirurgici eseguiti nei primi sei mesi del 2024 con l’aiuto del robot chirurgico, la nuova apparecchiatura di cui si è dotato l’ospedale di Biella grazie al contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Fondo Edo Tempia e Amici dell’Ospedale. A presentare i dati è stato Il Biellese che ha elencato gli ambiti nei quali l’innovazione tecnologica si è rivelata più preziosa: 89 operazioni dello staff di urologia, buona parte delle quali per tumori della prostata, 15 di quello di ginecologia anche in questo caso spesso per patologie oncologiche dell’endometrio, 46 di chirurgia generale a intestino, pancreas, fegato. Il vantaggio di intervenire con il robot è nelle parole di Roberto Polastri, direttore di chirurgia dell’Asl di Biella: «Ha migliorato la visione operatoria, garantendo una maggiore accuratezza dell’atto chirurgico, e ha diminuito l’invasività dell’approccio, favorendo un minor tasso di complicanze e un più rapido recupero postoperatorio». In sintesi, si opera meglio e si guarisce prima. Ma ci sono vantaggi legati anche all’attrattività dell’ospedale, sia per i pazienti sia per gli specialisti. «L’attività è aumentata» spiega sempre a Il Biellese il direttore di urologia Stefano Zaramella «per la riduzione della mobilità passiva, ovvero meno pazienti biellesi che si recano in altri centri per essere operati, ma soprattutto grazie all’aumento della mobilità attiva, grazie a pazienti che arrivano da altre Asl piemontesi o da fuori regione, che scelgono Biella per curarsi». Conferma la direttrice di ginecologia Bianca Masturzo: «La presenza del robot è stata motivo di attrazione anche per giovani chirurghi che hanno optato per il nostro ospedale per crescere professionalmente». In tempi di carenze di organico e di medici che non si trovano, è una strada che offre una soluzione al problema, almeno per certe specialità».
Cosa succede in città
Oggi alle 17 a Biella il ciclo dei laboratori estivi della biblioteca dei ragazzi Rosalia Aglietta Anderi propone “Sei zampe e una coda con rugiada”, storia di amicizia tra bambini e cani, adatto a chi ha compiuto almeno 5 anni. L’ingresso è libero. Per informazioni e prenotazioni basta chiamare lo 015.3507651
Oggi alle 21 a Sala si chiude la rassegna "Raccontare è resistere" dedicata ai documentari di Pier Giorgio Clerici sulla lotta partigiana. Nella sede della Pro loco di via Rivetti 3 sarà proiettato "Un papavero rosso a Canisei". L'ingresso è libero
Silvia Avallone a Sassaia
«Non avrebbero potuto nascere senza Sassaia» dice Silvia Avallone dei personaggi di “Cuore nero”, ultimo romanzo della scrittrice nata in valle Cervo e trapiantata a Bologna uscito a gennaio e ambientato proprio nella minuscola frazione di Campiglia, inaccessibile alle auto. «Quando ho scoperto questo nido di verde, cielo e pietra, quasi per caso qualche anno fa» ha scritto Avallone su Instagram «i personaggi che covavo da tempo hanno preso corpo». E insieme alle parole l'autrice ha aggiunto le fotografie della sua nuova visita a Sassaia, «luogo con un lavatoio, un campanile senza orologio, lontano dalla Storia e dalla sua violenza, protetto da castagni e faggi, da raggiungere a piedi, con fatica, con cura. Un'isola pulita, intatta, dove i miei personaggi e io potessimo non distrarci, non mentirci, non fuggire». “Cuore nero”, in testa alle classifiche di vendite nella settimana di uscita, è ancora tra i venti libri di narrativa italiana più richiesti su Amazon.