I (quasi) mille di Città Studi
Città Studi ha accolto 973 studenti universitari nel 2023/2024, uno su cinque proveniente dall'estero. Ma l'obiettivo è di arrivare entro il 2030 a duemila immatricolati. Lo ha dichiarato Giuseppe Distefano, il direttore della struttura insediatosi da pochi mesi, a La Stampa, in un certo senso assecondando le parole di pressoché tutti in campagna elettorale, convinti che una linea di sviluppo della Biella di domani passi anche dalla formazione accademica e dall'accoglienza di sempre più studenti. La fotografia attuale dice che Città Studi basta a far restare nel Biellese numerosi giovani: arriva dalla provincia il 60 per cento degli iscritti. Ma sale il numero degli studenti stranieri soprattutto grazie al corso magistrale in patrimonio culturale attivato nel 2022: oggi ha 81 iscritti, la stragrande maggioranza dei quali arrivati nel secondo anno, segno di un successo crescente che è stato attribuito anche al passaparola e che ha valicato le frontiere. Oggi vivono e studiano a Biella ragazze e ragazzi russi, uzbeki, iraniani. Il conto degli iscritti dice che la maggioranza frequenta amministrazione aziendale con orientamento Digital economy (217 immatricolati), economia aziendale con percorso su green e digital management (38), scienze dell'amministrazione digitale (129), servizio sociale (336), giurisprudenza (12) e il corso in patrimonio culturale (81). Al successo di quest'ultimo fa da contrappeso il poco fascino che ha riscontrato il corso di chimica per la manifattura sostenibile, altra novità frutto dell'accordo con l'Università di Torino, che si è fermato a due iscritti. Con l'Università del Piemonte Orientale è attivo il corso di laurea triennale in infermieristica con 158 iscritti. Il 2024 sarà il primo anno per scienze della formazione primaria, per diventare insegnanti di materne ed elementari. Poi c'è l'istituto tecnico superiore Tam per il tessile e l'abbigliamento con i suoi 140 studenti.
Ipse dixit
“Città Studi sta sviluppando con istituzioni, enti, aziende, rappresentanti del terzo settore e privati un piano strategico per i prossimi anni per agire su tre fronti. Innanzitutto proporre nuovi percorsi formativi per garantire appeal e impiegabilità in sintonia con il territorio e rendendo più attrattivi quelli già presenti. [...] Il Biellese deve essere un ambiente attrattivo a livello culturale, sportivo, del tempo libero e di stile di vita e un punto di partenza è la bellezza della natura del territorio [...] È fondamentale offrire più soluzioni al docente che arriva da Torino o allo studente, come il bike sharing, servizio per cui un operatore ha presentato una proposta a Enerbit che dovrebbe essere sviluppata, o il car sharing che stiamo cercando di proporre”
(Giuseppe Distefano, direttore di Città Studi, a La Stampa)
Remare contro
«Le lamentele sterili di chi rema sempre contro lasciano spazio ai fatti concreti che noi stiamo realizzando»: la dichiarazione è della vicepresidente della Regione Elena Chiorino (Fratelli d’Italia) e l’argomento è la conca di Oropa. La notizia, riportata da La Stampa, è che Torino e Biella hanno messo di nuovo mano al portafogli perché, tra un’attesa e l’altra, si è nuovamente alzata la stima dei conti per far tornare a funzionare la funivia fino al lago del Mucrone e, con essa, la cestovia del Camino che è ferma di conseguenza. Il costo d’intervento è passato da 5 milioni di euro ad almeno mezzo milione in più, quello che ha stanziato la Regione, ma ne mancherebbero altri che è pronto ad aggiungere il Comune. Sui tempi nessuno si sbilancia, nemmeno la neo-vicesindaca Sara Gentile che si limita a promettere massimo impegno: «Questa è una sfida fondamentale per il nostro territorio e farò di tutto per restituire alla Conca di Oropa lo storico impianto di risalita». Resta una domanda lasciata in sospeso dalla frase di Elena Chiorino: ma chi è che rema sempre contro? La funivia di Oropa è ferma dal dicembre del 2021, da quando è arrivata a fine vita tecnica, il tempo entro il quale gli impianti a fune devono essere sottoposti per legge a una costosa ma necessaria revisione, senza che si fosse pronti ad affrontarla. La giunta-Corradino ha scaricato le colpe sulle amministrazioni precedenti, colpevoli di non averci pensato per tempo e di aver tralasciato un dettaglio burocratico legato alla documentazione catastale che però fino a quel giorno mai aveva impedito alla funivia di funzionare e di essere oggetto di altri interventi. In tutto questo tempo si è arrivati a raggranellare risorse tra Comune, Provincia e Regione e ad assegnare l’incarico per progettare la manutenzione a un’impresa specializzata. Non è successo molto altro, se non l’interesse sempre vivo per le sorti della montagna biellese, testimoniate solo poche settimane fa – era aprile – dai 500 a Città Studi per l’appuntamento dato da Mucrone Local. Nella circostanza il presidente dell’associazione Marco Bardelle non era stato tenero con la parte pubblica, ma nemmeno eccessivamente polemico, preferendo focalizzarsi sui progetti e le proposte per il domani e su quello che era già stato fatto con il puro volontariato, anche costoso come la pulizia del rifugio Savoia e la riparazione del suo tetto, realizzati con braccia e risorse private. Nel frattempo Mucrone Local ha raccolto l’appoggio dell’Unione industriale per la rimessa a nuovo della Capanna Renata, il rifugio a valle della stazione di arrivo della funivia. Un primo contributo da 50mila euro è già pronto a essere consegnato. La domanda conseguente andrebbe rivolta alla vicepresidente Chiorino: non saranno mica loro quelli che remano contro? E davvero esiste qualcuno che rema contro il ritorno alla valorizzazione della conca di Oropa, dopo quei 500 affamati di montagna biellese al suo meglio che hanno affollato Città Studi?
Cosa succede in città
Oggi alle 11 a Biella tornano per l’ultima settimana prima della pausa estiva i laboratori per bambine e bambini alla biblioteca dei ragazzi Rosalia Aglietta Anderi di piazza La Marmora. L’appuntamento è con le letture dal titolo “Un tuffo fra le storie” adatto a chi ha dai 4 anni in su, a cura dello staff della biblioteca. L’ingresso è libero. Per informazioni e prenotazioni basta chiamare lo 015.3507651
Oggi alle 21 a Cossato si ride all'Agrisound Festival alla Spolina con Antonio Ornano: il cabarettista già visto in tv a Zelig e Colorado porterà in scena il suo spettacolo "Maschio caucasico irrisolto". Biglietti a 27 euro ancora in vendita su www.agrisound.it
Vannaccino
Un libro che contiene concetti strambi, sopra le righe, contrari a ricostruzioni storiche assodate, pronto a fare l'occhiolino a teorie del complotto e a nostalgie assortite: chi riconosce in questa descrizione Roberto Vannacci, l'ex generale passato dal lavoro oscuro nelle forze armate alle classifiche dei libri e ora al Parlamento europeo, sappia che c'è un emulo biellese, incluso l'articolo di giornale che ha fatto emergere il libro dall'oscurità. Si chiama Silvio Zuppichiatti, per anni agente immobiliare e basta, titolare dello studio Abita di via Torino, poi con velleità assortite da editore o da presidente di associazioni a mezza via tra esoterismo e complottismo. Dal suo profilo social, pubblico, si sbirciano post no vax, pro Putin, una foto ricordo a Predappio, città natale di Mussolini, con il motto “Io non tradisco”, un insulto a Giorgia Meloni e uno ai “sierati”. A scovare il libro, pubblicato con l'aiuto di Feltyde, azienda biellese che si occupa di servizi grafici più che di editoria, è stata La Stampa che ne ha svelato qualche contenuto. Si parla dei lager nazisti, dove le camere a gas erano “semplici lavatoi”, di una teoria secondo cui le immagini dai campi di concentramento siano di prigionieri tedeschi spacciate per altro nel dopoguerra, del Mein kampf di Hitler in cui c'è «una profondità di sentimenti patriottici» tale che andrebbe letto nelle scuole a partire dalla prima media. Un po’ di negazionismo mescolato a pulsioni neonaziste, insomma, in un libro che secondo l'autore parla «di verità, in parte da me scritte in parte canalizzatemi da entità superiori, ma tutte verità, dove l’elemento fondamentale è l’amore». Peccato che le prossime elezioni europee siano tra cinque anni.