I tempi e i costi di un'opera pubblica
Con termine abusatissimo è stato definito “tesoretto” il residuo di 7,5 milioni di euro del bilancio comunale 2024 che Biella ha scelto come usare con una delibera nel consiglio comunale della settimana scorsa. Il fatto è che, tra vincoli di legge (la somma va usata per la gran parte per investimenti, come opere pubbliche da costruire, e non per spese correnti come servizi da gestire) e progetti da completare, non c’è stato molto margine per la fantasia e per progetti di più ampio respiro. La prima emergenza è stata implementare le risorse per quelli in corso, specie quelli finanziati con i soldi europei del Pnrr. Si tratta di opere che hanno un vincolo pressante in più, quello dei tempi di realizzazione, pena la perdita del contributo. Per questo vanno fatte, e subito, e a tutti i costi. Per esempio i più di due milioni di euro necessari per portare a termine quelle già appaltate e diventate cantieri. Vale per la scuola Cerruti, su cui sono stati dirottati con il beneplacito del Ministero i fondi ottenuti per il polo scolastico del Thes che non si farà più: per demolire e ricostruire l’asilo di via Addis Abeba angolo via delle Roggie servono oltre 1,6 milioni in più. Ne bastano 125mila per il polo scolastico in costruzione a Pavignano e 111mila per la mensa della scuola media Nino Costa a Chiavazza. Con 100mila euro si copriranno i maggiori costi dell’ex biblioteca di via Pietro Micca. Le spese extra fanno parte delle mille incognite che sono legate a un’opera pubblica e ai suoi tempi e modi di realizzazione. Se talvolta (come fa Biella nel caso delle manifestazioni, a cominciare dal maxi-investimento per l’adunata degli Alpini) l’ente pubblico affida un contributo a una realtà privata per occuparsi del necessario per un evento o un intervento di utilità pubblica, lo fa per snellire un po’ tempi e procedure. Non sempre si può fare, specie quando sono in ballo finanziamenti di terzi, di cui Biella ha usufruito a più riprese: non sono sconosciute alle orecchie dei cittadini sigle come Pisu. Por-Fesr, Pnrr, ognuna delle quali è il marchio su un flusso di contributi messi a disposizione dell’Unione Europea. Il guaio è che se il finanziamento lo si chiede oggi presentando un progetto e lo si ottiene domani, appalto e lavori magari partono l’anno prossimo. E sono disseminati di incognite: inflazione e aumento dei costi per le materie prime sono quella più caratteristica degli ultimi tempi di sconvolgimenti geopolitici assortiti. Ma si sono i ricorsi dopo un appalto assegnato, o le imprese inadempienti a cui sottrarre l’incarico perché sia riassegnato, o ancora i cambi in corsa dei progetti. Suona strano? Non dovrebbe: realizzare l’autosilos della funicolare, attualmente peraltro chiuso con l’impianto antincendio messo fuori uso da un automobilista maldestro, fu una corsa a tappe con buona parte degli ingredienti di cui sopra e la conseguenza che un’opera decisa dall’amministrazione di centrodestra di Dino Gentile fu terminata a fatica da quella di centrosinistra di Marco Cavicchioli. Il quale dichiarò ai giornali di avere il desiderio di vedere l’inaugurazione del dormitorio ampliato in un’ala del Belletti Bona. Non fu esaudito. Anzi, due sindaci dopo e con numerose modifiche di progetti, appalti e preventivi e perfino del nome, l’opera ancora non è stata completata.
Ipse dixit
“Non ho paura dell’intelligenza artificiale, anzi, la amo come amo tutti noi, ma temo l’incapacità di usare l’intelligenza creativa a fondo virtuoso piuttosto che mostruoso”
(Michelangelo Pistoletto, dall’intervista pubblicata sul sito web di Cittadellarte in occasione dell’inaugurazione di Arte al centro)
Santo e antifascista
«Ti scrivo per tranquillizzarti: leggerai sul giornale che ieri abbiamo subito una piccola devastazione nell’alloggio da parte dei porci fascisti. È stata un’impresa da vigliacchi ma niente più»: queste parole vennero scritte il 23 giugno 1924 e svelano uno degli aspetti meno noti del prossimo santo biellese. Le mise su carta da lettera Pier Giorgio Frassati, raccontando all’amico Antonio Villani un episodio che era avvenuto nella sua casa di Torino il giorno prima. Era l’una del pomeriggio quando bussò alla sua porta un giovane sconosciuto che si rivelò essere l’avanguardia di una squadraccia fascista. Cercavano Alfredo Frassati, il padre di Pier Giorgio a cui di recente Biella ha dedicato la biblioteca (senza peraltro ricordarsi di usare il nuovo nome). Fondatore del quotidiano La Stampa e inviso ai nuovi potenti, era entrato nel mirino di una di quelle spedizioni punitive così in voga all’epoca, tollerate se non addirittura incoraggiate. Il giornalista e intellettuale non c’era ma questo non scoraggiò la squadraccia: in sei entrarono in casa, terrorizzando la domestica le cui urla richiamarono il giovane Pier Giorgio che vide uno di loro cercare di staccare il ricevitore del telefono dalla parete. «Nelle mie vene il sangue scorse in quell’istante più celere» raccontò il futuro santo in quella lettera. «Mi precipitai su quel farabutto al grido di mascalzoni, vigliacchi ed assassini e gli assestai un pugno. Coraggiosamente, appena i lestofanti sentirono la voce di un uomo, presero la porta di casa e fuggirono precipitosamente fin fuori». Indagarono, senza gran costrutto, i carabinieri. E l’episodio non fece che rinforzare il pensiero più che negativo che Frassati aveva del fascismo in ascesa, già condannato duramente in un’altra lettera all’amico Villani in cui stigmatizzava l’omicidio di Giacomo Matteotti: «Iddio si è voluto servire di lui» scrisse «per smascherare al cospetto del mondo intero le infamie e le sporcizie che sotto il fascio si celavano». Un concetto ribadito nella seconda lettera in cui descriveva l’irruzione in casa: «Sono gente senza pudore: dopo i fatti di Roma non dovrebbero più farsi vedere e vergognarsi di essere fascisti». Pier Giorgio Frassati all’epoca era uno studente universitario in ingegneria mineraria, un fervente cattolico ma anche un militante del Partito Popolare fondato da don Luigi Sturzo. Con il padre Alfredo, laico e liberale, l’unico punto di intesa era proprio basato sull’antifascismo e sulla necessità di fare fronte comune tra forze differenti per arginare l’ascesa dei nuovi potenti. È proprio all’impegno politico che fa cenno, nella stessa missiva: «Noi fortunati che oggi possiamo gloriarci di essere sempre stati contro questo partito, formato da un’associazione a delinquere o ladri o assassini o idioti, in poche parole il fascismo adesso. W Matteotti. W la libertà. W la Democrazia Cristiana. Abbasso alle tirannie». Non visse così a lungo, Pier Giorgio Frassati, per vedere il compimento della trasformazione dell’Italia in un Paese sotto dittatura. Morì poco più di un anno dopo quell’irruzione nella sua casa di Torino. Beatificato nel 1990 da Giovanni Paolo II, sarà santo dopo la cerimonia del 7 settembre.
Cosa succede in città
Oggi alle 9 a Biella la biblioteca dei ragazzi Rosalia Aglietta Anderi apre le sue porte per il primo giorno con gli orari estivi che resteranno in vigore fino al 2 agosto, quando scatta la consueta chiusura per inventario. La palazzina di piazza La Marmora sarà aperta dalle 9 alle 15 di lunedì, martedì, giovedì e venerdì, dalle 14 alle 18,30 del mercoledì e dalle 9 alle 13 del sabato
I titoli della settimana
Le notizie principali degli ultimi sette giorni secondo le prime pagine dei giornali locali
Lunedì 23
Eco di Biella In mezz’ora panico e danni ovunque
Martedì 24
Il Biellese I ragazzi iraniani a Biella: «In ansia per le famiglie»
La Stampa Dal capoluogo ai paesi più piccoli nel Biellese parte l’assalto ai Caf
Mercoledì 25
La Provincia di Biella Pronti per altre rapine
La Stampa Con il caldo è assalto alla montagna: boom di presenze nei rifugi alpini
Giovedì 26
Eco di Biella Vietti presidente dell’Accademia Perosi
La Stampa Commercio in crisi, dopo i negozi adesso tocca alle grandi catene
Venerdì 27
Il Biellese Socrebi, altra richiesta milionaria
La Stampa “In 7.500 senza medico di famiglia”: emergenza infinita in Valsessera
Sabato 28
La Provincia di Biella L’Upim ritorna a Biella
La Stampa L’appello del maestro Pistoletto: “Arte e cultura creatori di pace”
Domenica 29
La Stampa Caldo record, una task force si prende cura degli anziani soli