I trattati di Dublino e una vecchia storia biellese
Gli accordi di Dublino stabiliscono, dal 1990, una regola valida per tutta l’Unione Europea per l’accoglienza dei richiedenti asilo. La norma che più incide sull’Italia è quella che stabilisce che è il Paese in cui il migrante viene accolto al suo arrivo che deve prendersi cura delle pratiche per il riconoscimento della protezione internazionale che gli consente di restare regolarmente in terra europea. C’è un episodio biellese dell’ormai lontano 2015 che spiega come l’Italia li abbia sempre applicati con un certo lassismo. Paese di approdo, sia via mare (dalle onde del Mediterraneo) sia via terra (dai Balcani), è raramente luogo di arrivo: sono numerosi, e per svariate ragioni, a voler raggiungere altre destinazioni per crearsi una nuova vita. I siriani, per anni, speravano di arrivare in Svezia, per esempio, dove una norma stabiliva che la sola provenienza da quella terra dava diritto all’asilo politico. Tanti, tantissimi (anche tra i pochi sopravvissuti del recente naufragio di Cutro) speravano di arrivare in Germania dai parenti che già si erano insediati. L’Italia ha sempre giocato su un dettaglio: accogliere i migranti, trasferirli in un centro di accoglienza provvisorio e far passare abbastanza tempo prima dell’identificazione perché avessero tempo di spostarsi e sconfinare altrove prima che le pratiche di identificazione fossero completate.
Nel 2015 era aperto da poco il centro di accoglienza provvisorio nell’ex scuola di via Coda a Biella. Fu la Prefettura a chiedere al Comune uno spazio per fare fronte alle richieste governative di dare una mano nell’accoglienza. Fu adattato alla meglio e in via provvisoria un edificio che nemmeno aveva le docce: furono messe in giardino, posticce e volanti. Tra i primi a occuparli ci furono pochi richiedenti asilo provenienti dall’Eritrea: uomini in minoranza, donne, qualcuna anche incinta, bambini. Arrivarono una sera, di venerdì. Vennero sistemati nello stabile davanti al quale, quando fu deciso di destinarlo all’accoglienza, la Lega inscenò una manifestazione, legando simbolicamente con una catena il cancello d’ingresso. La mattina dopo, era sabato, appena dopo l’ora di colazione presero le loro poche cose e si avviarono a piedi lungo via Coda e poi via Milano, in direzione della stazione San Paolo. La raggiunsero e da lì verosimilmente provarono ad arrivare alla loro vera destinazione: Francia, Germania, Scandinavia. Nessuno li fermò. Non potevano. Ma allo stesso modo nessuno li aveva ancora identificati, come avrebbe stabilito l’accordo dublinese. Era una linea grigia di cui l’Italia che accoglie a malincuore ha sempre approfittato. Erano gli stessi anni in cui un pianerottolo nella stazione centrale di Milano era teatro di un punto di ristoro per richiedenti asilo delle associazioni di volontariato: per chi arrivava e poi ripartiva c’erano cibo, vestiti, sacchi a pelo e mappe per aiutarli ad arrivare dove desideravano arrivare, con le autorità che chiudevano un occhio e mezzo. L’Italia ha chiesto spesso revisioni del trattato di Dublino, per stabilire quote di riassegnazione dei richiedenti asilo tra gli Stati dell’Unione Europea. Altrettanto spesso sono state bocciate, con i partiti di destra trovatisi a votare contro ogni revisione, insieme ai loro alleati di Polonia e Ungheria.
Ipse dixit
“Il ritorno a casa del presidente Silvio Berlusconi mi rincuora. Ha recuperato le energie dimostrando, anche in questa occasione, tutta la sua forza. Con la speranza di incontrarlo presto gli mando un abbraccio via social: bentornato presidente”
(Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, in un messaggio via Instagram per le dimissioni dall’ospedale di Silvio Berlusconi)
Passaporti, ritardi e la soluzione biellese
Il caso dei rinnovi impossibili dei passaporti ha riempito a lungo le pagine dei quotidiani nazionali: il problema riguardava i tempi lunghissimi di rilascio del documento, in molti casi indispensabile per l’espatrio per ragioni lavorative o turistiche. La Questura di Biella, a quanto dice La Stampa, ha trovato una soluzione: «Possiamo considerare come urgenza non solo i viaggi di lavoro ma anche le vacanze se comprovate con il rilascio di un biglietto aereo». Quindi, anche se sul modulo di prenotazione via web la prima data dispobibile per l’appuntamento risulta ottobre, basta presentarsi negli uffici della Polizia in via Sant’Eusebio o inviare una mail: entro un mese sarà fissato un appuntamento. Il suggerimento è, comunque, di non attendere fino all’ultimissimo momento.
Cosa succede in città
Oggi alle 18 a Biella sarà inaugurato l’archivio fotografico e documentale dello scienziato biellese Maurizio Sella. L’auditorium di Banca Sella in via Corradino Sella 6 ospiterà la tavola rotonda a cui seguirà, alle 21, il documentario “Il piacere di vivere scarno”, con la regia di Francesco Degli Alberti Della Marmora
Oggi alle 21 a Ronco c’è un nuovo appuntamento con il corso base di tornio zen per imparare a plasmare l’argilla e rilassarsi. Le lezioni sono in via Roma 20 alla scuola delle terrecotte.
Dallo sport due gioie, finalmente
Non è un momento felicissimo per gli sport di squadra biellesi. Ma la domenica ha regalato due soddisfazioni nel mondo della pallavolo e della pallacanestro. La Scuola Pallavolo Biellese, battendo 3-1 Valchisone nell’ultimo turno della seconda fase, si è qualificata per la finale per la promozione in B2 maschile. Si giocherà mercoledì e domenica. Nella pallacanestro femminile il Bonprix Bfb ha centrato la promozione in serie B battendo nello spareggio alla palestra dei Salesiani Nole per 59-54.