Il coraggio di viaggiare sui treni
Ai biellesi serve fegato per affidarsi ai treni per i propri viaggi. Fegato nel senso di coraggio, quello di affrontare i disagi quotidiani e gli imprevisti che li rendono peggiori. E fegato in carpione, per colpa del molto, molto aceto che rende aspro l’umore di chi si trova inerme e nervoso e invece dovrebbe esser contento. È più o meno quello che disse non molti giorni fa l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, con un tono un po’ da megadirettore laterale che vuol sentirsi dire dai Fantozzi di provincia “com’è umano lei”. La tre giorni chiusasi ieri si era per esempio aperta con uno sciopero dei sindacati autonomi: 24 ore tonde dalle 21 di sabato alle 21 di domenica, periodo scelto per non far troppo male ai pendolari all’apparenza ma anche perché, nel codice che regolamenta le astensioni dal lavoro, è quello che consente all’azienda e ai lavoratori in servizio di lasciare sui binari un numero inferiore di treni garantiti. Chi aveva già il biglietto pronto e la possibilità di spostare il viaggio a sciopero finito, poteva approfittare della possibilità di chiedere il rimborso. Ma la domenica, per esempio, è giorno di viaggio per gli studenti fuorisede che il lunedì mattina magari hanno lezione di buon’ora. Può essere che qualcuno abbia scommesso e si sia trovato ad aspettare e sperare in stazione o, se aveva fatto l’acquisto del biglietto via internet lasciando il numero di telefono, potrebbe avere ricevuto un messaggio con la notizia del suo treno soppresso. Non basta. Lo sciopero è terminato lunedì mattina, quello sì giorno da pendolari e magari con qualche viaggiatore extra dopo ventiquattro ore di rischio. Peccato che un guasto al nodo di Milano Certosa abbia portato ritardi e disagi a catena che hanno coinvolto dai Frecciarossa ai regionali che fermano ogni trecento metri, così a catena di aver toccato la Torino-Milano. Ovvero la tratta su cui si riversa il traffico che sbarca dalle nostre ex littorine destinate a Santhià e Novara. Chi aveva in programma un viaggio per destinazioni più lontane (un abbraccio forte, fuorisede che studiate o lavorate a più di cento chilometri da casa) alle otto del mattino e dintorni si è trovato, a Milano Centrale, un tabellone ridotto come quello della foto: ritardi a tre cifre, cancellazioni, messaggi in sovrimpressione che fanno la conta dei guasti che portano ritardi. «Sono mesi che guido fino a Milano in auto tre o quattro volte ogni settimana» racconta una pendolare, dopo le notizie di ieri mattina. «Non era possibile nemmeno una volta ogni cinque avere un viaggio regolare: ogni giorno ritardi e treni cancellati, roba da farsi licenziare». Ieri sembrava un’eccezione, insomma. E invece no, non lo era.
Ipse dixit
“In questi anni Bolle di Malto ha saputo attrarre migliaia di turisti da tutta Italia e dall’estero grazie a una proposta accessibile a tutti, all’intrattenimento gratuito e a un valore dell’impatto sociale e culturale inimitabile. Siamo certi che questo premio confermi il valore della nostra direzione: diffondere una cultura dell’ospitalità autentica che rispetta territori, prodotti e le persone che li animano”
(Raffaele Abbattusta, co-fondatore della rassegna delle birre artigianali Bolle di Malto commentando il premio ricevuto a Rimini dal gruppo dei giornalisti italiani che si occupano di turismo come miglior evento enogastronomico nazionale)
(Non) viaggiare sulla funicolare
Marzio Olivero è il terzo sindaco, ed Edoardo Maiolatesi e Cristiano Franceschini i terzi assessori a Trasporti e Lavori pubblici, ad avere a che fare con la funicolare, senza che sia stata trovata una soluzione ai centomila problemi che l’impianto porta con sé come una malattia congenita. A volte le terapie sembrano particolarmente inefficaci, se non controproducenti per chi la funicolare dovrebbe usarla. Se venerdì sera (vedi 6aBiella) piazza Cisterna sembrava un autosalone dell’usato, una ragione era anche nel guasto che ha fermato le cabine. I primi ad accorgersene sono stati coloro che hanno provato a usarla. I secondi, ma solo domenica sera e su segnalazione di qualche cittadino, sono stati i consiglieri comunali civici di CostruiAmo Biella, sottolineando come del fermo imprevisto non sia stato dato «alcun avviso: residenti del quartiere e visitatori si trovano semplicemente davanti alle porte sbarrate, nessuna informazione, solo disagi soprattutto per le persone anziane e disabili». È stato necessario attendere Eco di Biella di ieri mattina per leggere dell’accaduto da una voce ufficiale: «Purtroppo abbiamo registrato due guasti, uno per cabina» ha spiegato Edoardo Maiolatesi. «Il tutto è accaduto nel pomeriggio di venerdì e purtroppo l’impresa Dama che si occupa della manutenzione non aveva a disposizione i pezzi di ricambio». Ieri l’aggiornamento, sempre dalla voce dell’assessore, parlava di tempi rapidi per risistemare una delle due cabine e più lunghi per la seconda. Resta la brutta sorpresa del doppio stop a pochi mesi dall’intervento disposto dalla precedente giunta e che sembrava aver risolto buona parte dei problemi escluso quello del rumore, che costringe tuttora al fermo dalle 22 in poi. Ma questo, evidentemente, è parte della malattia congenita.
Cosa succede in città
Oggi alle 18 al Piazzo la seconda edizione del Bra Day, serata dedicata alla consapevolezza e all’informazione sul tumore al seno, vedrà i chirurghi senologi Massimiliano Bortolini (Asl Biella) e Adriana Paduos (direttore sanitario del Fondo Edo Tempia) dialogare con un gruppo di donne che hanno affrontato e superato la malattia. A palazzo Gromo Losa l’ingresso è libero. Seguirà un aperitivo
Oggi alle 19,30 a Occhieppo Inferiore l’Unione astrofili biellesi invita gli appassionati all’osservatorio di cascina San Clemente per guardare in su e cercare la cometa Tsushinshan. Info al 349.5238309
Oggi alle 21 a Candelo il cinema Verdi propone una serata nostalgica proiettando, nella versione in pellicola da 35 millimetri, “Top gun”, film culto del 1986 che consegnò alla fama Tom Cruise nei panni di un pilota militare
Oggi alle 21,30 al Piazzo la stagione dei concerti del Biella Jazz Club prosegue con Giusy Consoli e il suo nuovo quartetto con i brani del nuovo lavoro “S’Wonderful”. L’appuntamento è nella sede di palazzo Ferrero
Catlin-a a New York
Il Columbus Day è nato a fine Settecento negli Stati Uniti che volevano rendere omaggio al marinaio che approdò in America credendo di essere arrivato in India. Nel tempo è diventato sia una festa contestata, perché in quel continente c’erano già persone che ci vivevano e che ebbero la sorte delle vittime da lì in avanti grazie a coloro che seguirono le orme di Colombo. Ed è diventato anche una sorta di giorno dell’orgoglio italoamericano. A New York per esempio la Quinta strada chiude per un giorno, perfino uno feriale come un lunedì, per lasciare spazio a una colossale parata in cui sfila tutto ciò che ha sapore di tricolore. Quest’anno è andata in scena ieri e tra i portavoce delle tradizioni c’era anche Catlin-a, la maschera del carnevale biellese. Erano ottanta i volti e i costumi dei carnevali italiani nel cuore del Columbus Day, inviati a fare da ambasciatori d’Italia da un progetto del ministero degli Esteri. Mina Colaianni, l’interprete di Catlin-a, ha viaggiato fino agli States senza Gipin, perché i fondi a disposizione del progetto hanno costretto a qualche scelta. Ma l’orgoglio di portare Biella a Manhattan l’ha accompagnata. Si è trovata a scaldare la voce con qualche canzone accanto a Pulcinella, come testimonia la diretta video trasmessa su Youtube e poi a passeggiare all’ombra dei grattacieli accanto alle altre maschere piemontesi. E dice che, secondo la leggenda, arriva da Camandona. Niente di più diverso da New York, giusto?