Il muro invisibile a metà della Trossi
Non ci sono più centrodestra e centrosinistra ai due lati opposti di un ipotetico schieramento sul tema della gestione del ciclo dell’acqua per i prossimi trent’anni. È solo Biella contro Vercelli e lo si capisce bene dopo l’ultimo passo compiuto dal sindaco del capoluogo “cugino” Roberto Scheda, espressione del centrodestra (ma più vicino alla Lega) come il biellese Marzio Olivero. La giunta che guida ha nominato un avvocato per un ricorso al Tar contro la decisione del commissario Andrea Fluttero, nominato dalla Regione per compiere la scelta che la politica non era arrivata a fare: nominare il nuovo gestore unico dell’intero enorme ambito del bacino idrico territoriale che comprende Biellese, Valsesia, parte del Monferrato, una fettina della provincia di Torino e il Vercellese. L’ordine non è casuale: quest’ultima porzione di territorio, benché di minoranza, ha sempre votato in modo opposto alla maggioranza, idealmente pilotata dal Biellese, che ha spinto fin dal giorno zero per un gestore a intero capitale pubblico, individuato nella neonata società per azioni Bcv, nata dalla volontà di Cordar Biella e Valsesia, da Sii e dal gestore dell’acqua del Monferrato. Vercelli avrebbe preferito una società a capitale misto, sulla falsariga di quella che già si occupa di acqua ed energia nel capoluogo: Asm è una sorta di versione in piccolo di A2A, la società multiservizi che ha i comuni di Milano e Brescia come azionisti di maggioranza e soci privati per il resto delle quote, con una forza tale da lavorare in mezza Italia (vedi la gestione del polo dei rifiuti di Cavaglià) e da garantire cospicui dividendi anche ai soci pubblici. Questo è il tema-chiave: Asm nasce (anche) per cercare di fare profitti che diventano incassi a bilancio per i soci pubblici azionisti. Bcv ha messo nel suo patto fondativo il fatto che tutti i guadagni andranno (o meglio, andrebbero visto che sull’assegnazione della gestione ora si deve pronunciare un giudice) in investimenti sulle infrastrutture, ovvero acquedotti, fognature, depuratori. Tornando alla politica, le segreterie regionali dei partiti hanno evidentemente pochissima presa sulle loro sezioni provinciali. Scheda (in teoria) risponderebbe alla Lega, così come il presidente della Provincia di Vercelli Davide Gilardino è fedelissimo di Fratelli d’Italia, senza dimenticare l’ex sindaco Andrea Corsaro che nei giorni scorsi ha presentato una mozione per spingere la giunta a non accettare la scelta del commissario Fluttero senza combattere. La Lega che a Biella vuole senza tentennamenti l’acqua pubblica e Fratelli d’Italia che guida, con Marzio Olivero, un consiglio comunale fatto apposta per sostenere il medesimo principio, a Vercelli parlano in modo totalmente diverso. E non va meglio nel centrosinistra, a leggere il comunicato del Pd vercellese e valsesiano che plaude alla decisione di Scheda, felice che la determinazione nell’ottenere una gestione mista sia «diventata col tempo finalmente anche la posizione del centrodestra e del sindaco Roberto Scheda, dopo posizioni non chiare e altalenanti, soprattutto da parte di quest'ultimo, a differenza del suo predecessore, che non hanno contribuito a raggiungere un risultato diverso da quello cui ora si fa ricorso, cercando di trovare una tardiva soluzione».
Ipse dixit
“Ho letto e leggo commenti nei confronti di chi ha scelto di essere in piazza o di condividere lo spirito e gli obbiettivi della manifestazione. Non essere da accordo è legittimo. Criticare anche. In Europa è in diritto, da altre parti se cerchi di esercitarlo vai in galera”
(Wilmer Ronzani, ex parlamentare di Pci e Pds e consigliere regionale del Pd, dopo le manifestazioni in varie piazze d’Italia per l’orgoglio europeo promosse da un appello dell’editorialista di Repubblica Michele Serra. Lui era tra i circa trecento presenti a quella di Biella)
La sindaca no 5G
«Sono contraria a questi dispositivi impattanti e finché io sarò in carica non autorizzerò mai nuove antenne»: Katia Giordani, sindaca di Quaregna Cerreto, spiega così il suo rifiuto a dare il via libera all’installazione di ripetitori 5G sul territorio del suo Comune. Si parla dell’ultima generazione di connessioni alla rete telefonica e internet mobile. La posizione non è affatto nuova né così “di nicchia”, almeno fino a quando i cittadini si lamentano per le connessioni lente o per la rete mobile che “non prende”. È dei mesi scorsi una controversa decisione della Regione Toscana che commissionò uno studio in sei città per valutare l’impatto delle onde elettromagnetiche. Il timore riguarda la salute pubblica anche a Quaregna Cerreto: «C'è uno studio del 2020» dice la sindaca a La Stampa «commissionato dal Parlamento Europeo sulla pericolosità di questi dispositivi: visto che non hanno ancora sciolto le riserve sugli effetti a lungo termine, io non mi fido e mi tutelo dicendo no a questi dispositivi». In realtà Giordani fa quello che gli anglosassoni chiamano “cherry picking”, letteralmente la scelta delle ciliegie. Ovvero pesca le pochissime voci ancora dubbiose sulla nuova tecnologia e ignora i numerosissimi studi che ne hanno valutato la non pericolosità. Ne parlò il presidente di Agcom, l’agenzia garante delle comunicazioni dello Stato, Antonello Giacomelli dopo la delibera toscana: «Basta ricordare» scrisse in una lettera al presidente Eugenio Giani pubblicata dal quotidiano Il Foglio «che già da tempo un approfondito studio dell’Organizzazione mondiale della sanità ha dimostrato la totale inconsistenza della nutrita seria di fake news che ipotizzavano relazioni tra 5G e patologie tumorali o fra 5G e Covid. E magari sottolineare che, se questo fosse davvero il tema, la sproporzione fra 5 miliardi di utenti radioelettrici nel mondo senza nessuna evidenza scientifica di incrementi tumorali e l’indagine in sei città toscane è imbarazzante». Katia Giordani cita anche inconvenienti più terra terra, in realtà, nelle sue ragioni per il diniego: «Quando in un Comune vicino hanno attivato la 5G abbiamo avuto molti problemi. Nelle vie Avogadro e Leonardo da Vinci non si vedeva più Rai Uno, Due e Tre: molti utenti hanno dovuto mettere dei filtri sulle antenne, pagando di tasca propria i tecnici». Altri problemi si erano verificati nelle vie Marconi, Trompeo e Martiri della Libertà. «Tutti i canali non funzionavano più, neanche con Sky. I tecnici hanno verificato che la 5G disturbava la ricezione, si è risolto con l'ausilio di filtri e impianti schermanti. Niente da fare anche con i robot da giardino: si bloccano e non vanno più, una beffa per i proprietari».
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Biella c’è un incontro del ciclo di lezioni di facilitazione digitale al centro dinamico di via Delleani: è rivolto alle persone di generazioni meno avvezze all’uso di computer e telefono per imparare ad adoperarli al meglio in modo che possano rivelarsi preziosi anche per servizi utili
I titoli della settimana
Le notizie principali degli ultimi sette giorni secondo le prime pagine dei giornali locali
Lunedì 10
Eco di Biella Iris: sindaci in guerra contro Biella
Martedì 11
Il Biellese Lo denuncia dopo nove anni: a processo per violenza
La Stampa Biella, l’addio dei grandi marchi: dopo H&M chiude anche Casa
Mercoledì 12
La Provincia di Biella La lettera: «Mi uccido»
La Stampa Biella, torna la tassa di soggiorno ma soltanto dopo la grande adunata
Giovedì 13
Eco di Biella Città creativa, progetto mai decollato
La Stampa Biella “maglia nera” dell’industria: in calo ordini, produzione e fatturati
Venerdì 14
Il Biellese Muore Masciavé, era il “re” dello storico Charlie Brown
La Stampa Biella, favorì l’amica al concorso: colpevole il direttore generale Asl
Sabato 15
La Provincia di Biella Trovato morto a 44 anni
La Stampa Caso Iris, Olivero va al contrattacco: “Non danneggiamo gli altri Comuni”
Domenica 16
La Stampa La svolta sui consigli di quartiere: “Biella è pronta a farli rinascere”