Il Natale di ieri
Luigi Pralavorio aveva un sogno: diventare attore. A diciannove anni, narra la sua biografia, scese a piedi da Pettinengo perché al Sociale c’era una compagnia importante con uno spettacolo di rilievo. S’intrufolò nei camerini, a diciannove anni, e confessò il suo sogno alla prima attrice, Alda Borelli. Lei provò a dissuaderlo ma il giorno dopo quel ragazzo con una valigia un po’ rappezzata era in viaggio con la compagnia. Era il 1920: da quel giorno fu interprete e regista, correttore di copioni e suggeritore, quando ebbe un ruolo importante in “Il fu Mattia Pascal” gli rimproverarono la dizione troppo perfetta, quella che gli era valsa anche un posto al microfono nella neonata radio nazionale, a rimpiazzare in una trasmissione di spicco il celebrato Nunzio Filogamo. Un attore, si sa, interpreta, vestendo i panni di qualcun altro. E per chi oggi spulciasse i vecchi archivi di Eco di Biella, troverebbe non solo la sua firma per esteso, con nome e cognome, ma anche quella di Papà Geppetto. Era il nome che aveva scelto per rispondere alle lettere di bambine e bambini, di genitori e benefattori, nel ruolo di coordinatore del progetto della Banca del Giocattolo. Era una sua idea che propose, diventato nel frattempo cronista locale, al giornale per cui lavorava. Era il 1956 ed era dicembre, il periodo dell’anno di luci, feste e doni ma non per tutti. Pralavorio, cioè Papà Geppetto, aveva pensato proprio a coloro che dalla gioia di scartare un regalo erano esclusi, perché di soldi in casa non ce n’erano. Ogni settimana, dall’autunno in poi, «più nonno di qualsiasi autentico nonno» (parole dell’amico Piero Forzini che lo ricordò su Eco di Biella nel giorno della morte), selezionava con cura e delicatezza i brani delle lettere da condividere con i lettori. Era il 31 dicembre 1959, per esempio, quando gli scrisse una mamma di cinque bimbi: «Ho saputo che fai regali specialmente ai poveri. Io ho soltanto il marito che lavora nelle strade e quando piove è a casa, e siamo in sette a mangiare e una figlia è poliomielitica ed è già stata operata a Torino». Sullo stesso giornale, una bimba di 9 anni, seconda di sei fratelli: «Il mese di luglio ci ha bruciato la casa e siamo rimasti con più nulla, quello che ho ce l’ha dato la gente gentile. Quest’anno perciò per noi Gesù Bambino non arriva». Accanto alla povertà c’era la malattia, come testimonia questa lettera del 1957: «Sono una bimba di dodici anni ma non sono felice, no. Sono malata e per questo costretta a vivere lontana dai genitori e dai miei sette fratellini che amo tanto. Prego sempre Gesù Bambino per ottenere la guarigione e il ritorno a casa. Ora sono ricoverata in sanatorio e mi trovo bene, però ho tutte compagne grandi, troppo serie. E loro non hanno una bambola. Io desidererei tanto avere una bambola bella e tutta per me: con lei potrei parlare, narrarle le mie piccole gioie, le mie grandi pene. So che da lei sarei capita». Ancora dal 1957, in una Biella che già cresceva ricca e prosperosa ma non per tutti: «Oramai non credo più a Gesù Bambino che si dimentica sempre di passare dalla mia povera casa. La mia mamma non voleva che ti scrivessi perché dice che non sta bene far sapere agli altri che siamo di umile condizione. Il mio papà è morto quando ero piccolino e la mia mamma è senza una gamba. Ma io so che tu sei buono e so anche che ho disubbidito alcune volte alla mamma». O ancora, da Chiavazza: «Tutti gli anni Gesù Bambino dice alla mia mamma che non può portarmi niente perché è povero anche lui. Così questo anno vorrei proprio sperare che il Bambino Gesù venisse da te per domandargli un regalino anche per me, così posso giocare anche io come le altre bambine». Scriveva spesso, Papà Geppetto, che avrebbe risposto di suo pugno a ogni lettera, non solo a quelle che finivano sulle pagine di Eco di Biella. E spiegava, quasi con pudore, perché ne pubblicava qualche stralcio: «Non si tratta di pagine liete e chiediamo scusa ai lettori per la parentesi grigia. Ma come non meditare su certe testimonianze? Costituiscono una documentazione sulla vita dei nostri ragazzi. Leggete, ed aiutatemi a fare felici i bimbi che non lo sono». Luigi Pralavorio morì, ultraottantenne, nel 1982. La “sua” Banca del giocattolo rivive dal 2003 nel Biellese: a dicembre ha raccolto doni in 23 punti vendita e nelle filiali di Biverbanca e Banca di Asti della provincia.
Cosa succede in città
Oggi alle 10 a Valdilana apre le sue porte la frazione di Marchetto con il suo presepe gigante, costruito con 200 personaggi a grandezza naturale tra le vie, i cortili e le case della borgata. L’ingresso è a offerta libera fino alle 22
Oggi alle 16 a Biella torna visitabile il presepe di fratel Amilcare, il gioiello di pazienza e sapienza artigiana che l’ex insegnante dell’istituto La Marmora (che avrebbe compiuto 110 anni nel 2024) aveva realizzato nel corso degli anni. L’allestimento è all’istituto Belletti Bona. L’ingresso è libero
Natale al cinema
Mazzini sala 1 (Biella)
Io e te dobbiamo parlare (Italia, 2024) di Alessandro Siani, con Leonardo Pieraccioni e Alessandro Siani. Orari: 16,30-18,45-21,30
Mazzini sala 2 (Biella)
Diamanti (Italia, 2024) di Ferzan Ozpetek, con Luisa Ranieri, Jasmine Trinca e Geppi Cucciari. Orari: 16,45-19,30-22
Mazzini sala 3 (Biella)
Oceania 2 (Usa, 2024) animazione, di David G. Derrick Jr e Jason Hand. Spettacolo unico alle 16
Conclave (Italia-Usa, 2024) di Edward Berger, con Ralph Fiennes, Stanley Tucci e Isabella Rossellini. Orari: 18-21,30
Odeon (Biella)
Mufasa: il re leone (Usa, 2024), di Barry Jenkins. Orari: 16,30-19,30-22
Impero (Biella)
Cortina Express (Italia, 2024) di Eros Puglielli, con Lillo, Christian De Sica, Isabella Ferrari. Orari: 16,15-18-30-21,30
Verdi (Candelo)
Una notte a New York (Usa, 2023) di Christy Hall, con Dakota Johnson e Sean Penn. Orari: 15 e 21,30
La stanza accanto (Spagna, 2024) di Pedro Almodòvar, con Tilda Swindon, Julianne Moore e John Turturro. Orari: 15,15 e 19,30
Tofu in Japan (Giappone, 2023) di Mitsuhiro Mihara, con Akama Mariko e Kumiko Aso. Spettacolo unico alle 19,15
Napoli-New York (Italia, 2024) di Gabriele Salvatores, con Pierfrancesco Favino e Dea Lanzaro. Spettacolo unico alle 17,15
Le occasioni dell’amore (Francia, 2023) di Stéphane Brizé, con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher. Orari: 17 e 21,30