Il sottosegretario e la penitenziaria
Il rapporto particolare tra il sottosegretario biellese alla Giustizia Andrea Delmastro e la polizia penitenziaria è stato analizzato a fondo negli ultimi giorni dai media nazionali. Ha cominciato il Manifesto venerdì, con un articolo di Eleonora Martini citato da Francesco Costa nel suo podcast-rassegna stampa Morning. Da vicedirettore de Il Post, ha probabilmente stimolato il suo giornale a scrivere a sua volta un approfondimento che è stato a lungo, proprio venerdì, il titolo principale del giornale online. Sabato poi è arrivata La Stampa. Di che cosa parlano gli articoli? Di quello che hanno scoperto incuriosendosi per la presenza, alla festa di capodanno di Rosazza tra famiglie e amici, di agenti della polizia penitenziaria con i loro familiari. C’erano almeno due agenti, quelli della scorta assegnata da febbraio a Delmastro dopo le prese di posizione sul caso-Cospito. Ma c’erano anche le loro famiglie. Ne faceva parte anche l’uomo di 31 anni rimasto ferito dal colpo partito dalla pistola del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo. «Non è anomalo che al seguito del sottosegretario ci siano agenti della penitenziaria» ha osservato Serena Riformato su La Stampa: «è il corpo a cui di prassi appartengono le scorte dei vertici del ministero della Giustizia e del Dap. Non è inusuale nemmeno che sia il politico a scegliere persone di fiducia». Una grande fiducia se è vero, come ricorda Il Post, che il caposcorta Pablito Morello, suocero del ferito, è stato consigliere comunale a Biella del Popolo delle Libertà a partire dal 2009 (nella maggioranza a sostegno del sindaco Dino Gentile) e nel 2013 aderì proprio insieme a Delmastro al neonato gruppo di Fratelli d’Italia. «È proprio quando si sposta nei suoi territori che Delmastro cambia il reparto scorte e utilizza i poliziotti locali» osserva Il Manifesto. I tre reportage ricostruiscono anche i molti atti, politici e personali, del deputato e sottosegretario biellese in cui ha mostrato grande vicinanza alla polizia penitenziaria. Tra i primi c’è la battaglia contro la legge che ha istituito il reato di tortura. Viene riportata la sua dichiarazione: «Pretendevano che i poliziotti affrontassero i detenuti armati di olio bollente con nulla più che la Costituzione nella mano sinistra e l’ordinamento penitenziario nella destra». Tra i secondi ci sono feste, cene e la grigliata di luglio al carcere di Biella a cui Delmastro era invitato insieme, a quanto trapelò, ad alcuni degli agenti indagati per episodi di violenza in via dei Tigli. Era stata organizzata dal sindacato Sinappe, una delle sigle che tutelano i lavoratori della polizia penitenziaria, quella che Il Post ritiene più vicina a Delmastro: «Lo scorso 3 dicembre a Biella è stata organizzata la cena per gli auguri di Natale di Fratelli d’Italia. Erano presenti, tra gli altri, Delmastro e Pozzolo, che hanno tenuto anche brevi discorsi. Uno dei tavoli del ristorante che ha ospitato l’evento era riservato proprio per la polizia penitenziaria. La cena è stata anche l’occasione per una grande dimostrazione di solidarietà verso Delmastro, che quattro giorni prima era stato rinviato a giudizio per avere rivelato documenti riservati legati al caso Cospito. Nella sala principale c’era un grande striscione con su scritto: “Siamo tutti Delmastro”. Alcuni agenti della Polizia penitenziaria locale, iscritti al sindacato Sinappe, hanno sfilato tra i tavoli indossando una maglietta con scritto “Anche io sono Delmastro”, tenendo in mano un cartoncino con la faccia del sottosegretario». L’inchiesta sulle torture è una delle tre aperte sul carcere cittadino, tutte ancora in corso e in attesa di sentenze. Per ora, su questa, c’è un provvedimento del tribunale del riesame che ha riammesso in servizio gli agenti sospesi ma notando che andrebbero previste pene più severe per la fattispecie di reato di “abuso di autorità e lesioni”, considerato più consono di quello di tortura per gli episodi di Biella. Le altre due indagini riguardano l’uso per fini personali dei tamponi per il coronavirus destinati ai detenuti e lo spaccio di droga oltre le mura della casa circondariale, favorito secondo le richieste di provvedimenti cautelari dei magistrati anche da agenti della polizia penitenziaria. Dopo l’esecuzione dei provvedimenti cautelari disposta dal giudice per le indagini preliminari, la sostituta procuratrice Paola Francesca Ranieri (che si occupa anche dell’inchiesta su Rosazza) venne sorvegliata da una scorta per un paio di settimane dopo aver ricevuto intimidazioni. E questo, forse, è il dettaglio più inquietante di tutti: una rappresentante dello Stato che viene messa sotto protezione dallo Stato dopo un’indagine che coinvolge altri rappresentanti dello Stato.
Ipse dixit
“Sono pronto a riprendere le mie battaglie. Non lascerò il mio incarico in ogni caso anche se la sospensione verrà attuata. Sono lì perché i cittadini mi hanno voluto”.
“Il giudizio negativo di Fini è una medaglia che appunto al petto. Non accetto lezioni dai chi ha svenduto e calpestato dignità politica e umana della destra italiana. Un leader che ha tradito senza vergogna la sua comunità politica merita solo di continuare a stare ibernato nel suo oblio”(Emanuele Pozzolo in due dichiarazioni rilasciate sabato e domenica al Corriere della Sera)
Gli hacker turchi a Cossato
Un messaggio a favore della Palestina uguale per tutti è comparso ieri sugli schermi stradali disseminati ai quattro angoli del pianeta e anche a Cossato: a proiettarlo, sostituendolo nel caso del secondo centro del Biellese alle comunicazioni istituzionali del Comune, è stato un gruppo di pirati informatici turchi (o almeno di lingua turca) che si è firmato sul messaggio stesso. L’immagine mostra il volto di un uomo con una divisa militate e il volto coperto dalla kefiah, il copricapo tradizionale palestinese, e le scritte “Free Palestine” e “Stop palestinian genocide” (“Palestina libera” e “Fermate il genocidio in Palestina”). Habil.Ox e Mutarrif hanno rivendicato il gesto con le loro firme: ai nomi corrispondono due profili Instagram su cui proprio ieri hanno pubblicato una rassegna di immagini di altri schermi di cui hanno preso il controllo. È successo in Indonesia e in Olanda, negli Stati Uniti e nel piccolo e seminascosto Biellese. È probabile che non sia stata una scelta mirata ma guidata dal sistema di controllo che sono riusciti a violare. Il display cossatese è arrivato da poco in città, finanziato dalla Regione con i fondi per il cosiddetto Duc, il distretto urbano del commercio, come iniziativa per promuovere gli eventi sul territorio e invogliare la gente a fare acquisti in città e non altrove. In attesa di approfondimenti, si può supporre che il “back-office”, la piattaforma che serve a pubblicarne i contenuti, sia comune a molti altri schermi stradali sparsi per il mondo. Trovata la combinazione per scassinarla una volta, gli hacker hanno ripetuto il gesto ovunque abbiano trovato un accesso e un grande monitor visibile al pubblico. I due pirati informatici (o i gruppi che si nascondono dietro gli pseudonimi) hanno una storia recente di attacchi non solo con messaggi favorevoli alla causa palestinese, tutti mostrati con orgoglio attraverso i loro canali social. Pochi giorni fa hanno reso irraggiungibile il sito di un’università turca che aveva pubblicato l’immagine di un albero di Natale nella sua copertina sostituendolo con un messaggio integralista: «Viva la sharia, abbasso laicità e democrazia».
Cosa succede in città
Oggi alle 20,45 a Cossato riparte la stagione teatrale con “La signora della tv”, di e con Vincenzo De Lucia che sul palco reinterpreterà le donne presentatrici più famose del piccolo schermo, da Mara Venier a Maria De Filippi. Al teatro comunale ci sono ancora posti a disposizione sia in platea sia in galleria. Possono essere acquistati a questo link
Oggi alle 21 a Candelo riprende la rassegna “Tutti pazzi per il cinema”, ispirata dal tavolo biellese per la salute mentale. Il film di oggi è “Un vizio di famiglia”, produzione franco-canadese del 2022. Biglietti a 6 euro
I titoli della settimana
Le notizie principali delle prime pagine secondo i giornali locali nella prima settimana dell’anno nuovo che per le edicole è cominciata da martedì: lunedì 1 quotidiani e bisettimanali non sono usciti
Martedì 2
Il Biellese Ferito dalla pistola del deputato
La Stampa È bufera sul parlamentare di FdI dopo la festa con spari a Rosazza
Mercoledì 3
La Provincia di Biella Giallo sullo sparo a Capodanno, indagato Pozzolo
La Stampa Spari al veglione, Pozzolo indagato e il prefetto gli ritira il porto d’armi
Giovedì 4
Eco di Biella Un testimone accusa pistolero di Rosazza
La Stampa Anche la Lega scarica Pozzolo. Il deputato sommerso dai meme
Venerdì 5
Il Biellese L’onorevole con la pistola denunciato dal ferito
La Stampa “L’arma era in mano a Pozzolo”: il giovane ferito ora lo denuncia
Sabato 6
La Provincia di Biella «Non l’ho fatto prima perché sono un operaio...»
La Stampa Il mistero dello sparo per errore partito mostrando la mini-pistola
Domenica 7
La Stampa Capodanno con spari al veglione, anche Delmastro dal procuratore