Incenerito
Nove pareri negativi e tredici favorevoli, ma i primi pesano più dei secondi in quello che il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo ha definito «un voto ponderato, dove non tutte le posizioni hanno lo stesso valore»: è così che si è arrivati alla determina dirigenziale, il documento tecnico, con cui è stato fermato il progetto dell’inceneritore di Cavaglià. Per sempre? Ramella Pralungo, nella conferenza stampa convocata ieri mattina, non si illude: «Mi attendo un ricordo al Tar, la strada è ancora lunga». A presentarlo può essere solo A2A, l’azienda multiservizi che per due volte ha presentato il progetto per l’area dell’ex Zincocelere, quasi al confine con la provincia di Vercelli. Nella sua ultima stesura, quella che ha ricevuto il no martedì, avrebbe previsto un impianto per smaltire rifiuti industriali, per la grande maggioranza provenienti da fuori provincia, e come opera edilizia più vistosa una colossale ciminiera alta quanto la cupola di Oropa. È legata a quest’ultimo dettaglio la rabbia di Ramella Pralungo nei confronti della Regione perché è tecnica la decisione che ha chiuso il lungo iter della conferenza dei servizi, il luogo previsto dalla legge dove tutti i portatori di interessi possono dire la loro su un progetto di tale impatto. Ma la politica si è spesa a più riprese per dire la sua. Tra queste opinioni, il presidente della Provincia ha ricordato «una riunione a Torino con il presidente Alberto Cirio e gli assessori di riferimento per promuovere un progetto turistico per Cavaglià. Carrellate di assessori dissero: ci pensiamo noi. Poi i nodi vengono al pettine». E i pareri tecnici della Regione sono stati, pur con distinguo e prescrizioni, per il via libera al progetto. Si tratta però di pareri, appunto, tecnici e limitati all’ambito di competenza. Lo stesso Ramella Pralungo, nella conferenza stampa, lo ha ricordato a più riprese ribadendo che i politici debbano ogni tanto «imparare a tacere». Lui sostiene di averlo fatto pagandone le conseguenze: «Siamo stati accusati di essere il male assoluto rispetto ad altri», ha detto, riferendosi proprio alle promesse della Regione. In una decisione che arriva al termine di una conferenza dei servizi, in ogni caso, l’opinione di un politico conta meno del peso di un parere tecnico, riassunto in un documento di 21 pagine dal dirigente della Provincia Graziano Stevanin. E nel voto ponderato sono valsi di più i no di due aziende sanitarie, dell’Arpa, l’agenzia per la protezione dell’ambiente del Piemonte, di due province e dei Comuni interessati dal progetto (Cavaglià, Alice Castello, Santhià e Tronzano) che si sono opposti, in particolare i primi due, alla rimozione dei vincoli urbanistici necessari per realizzare una struttura di tale impatto. Se sia sufficiente per cancellare una volta per tutte un inceneritore e la sua enorme ciminiera dal paesaggio del basso Biellese, è presto per dirlo. Decideranno gli avvocati di A2A e un probabile ricorso al Tar.
Ipse dixit
“Non mi pare che, quando qualcuno di ben più importante di me a destra, ha detto cose decisamente più offensive, abbia mai fatto un passo indietro. Penso agli attacchi subiti da Boldrini, alla bambola gonfiabile, alle offese rivolte a Elly Schlein e prima ancora alla moglie di Matteo Renzi. Sempre donne, tra l’altro. Di fronte a tali insulti ho sempre dovuto ridere, non prendermela, perché noi di sinistra siamo sempre così suscettibili, permalosi… Eppure, di fronte a una mia ovvietà sul trascorso del presidente del Consiglio, io dovrei dimettermi perché non idonea. A questo punto, mi chiedo, le battute fanno ridere solo se le fanno le destre?”
(Greta Cogotti, vicepresidente del consiglio comunale, commentando in un’intervista su La Provincia di Biella la richiesta di dimissioni arrivata dai gruppi di centrodestra dopo la sua battuta-social sulla proposta di dedicare l’aeroporto di Milano Malpensa a Silvio Berlusconi)
Perché agli Alpini serve una srl
Una foto di gruppo all’esterno di uno studio di un notaio cittadino ha segnato la nascita di Aa 2025 Srl, la società a responsabilità limitata che si occuperà dell’organizzazione dell’adunata degli Alpini dell’anno prossimo a Biella. È un passaggio di consegne più operativo e meno simbolico di quello della “stecca”, l’utensile di legno che serviva a lucidare i bottoni delle divise che viene affidato anno dopo anno alla città (e alla sezione provinciale) che ospiterà il raduno delle penne nere. Perfino il nome è pressoché lo stesso: “Aa” sta per “adunata Alpini” a cui segue l’anno. Cambia ovviamente la sede sociale. Quella nata a Biella è iscritta al registro delle imprese locale, così come era accaduto per Aa 2023 a Udine o Aa 2024 a Vicenza. Resta pressoché identica anche la suddivisione delle quote azionarie con il 60 per cento in mano all’associazione nazionale e il 40 alla sezione locale. Non cambia nemmeno il presidente: il trentino Maurizio Pinamonti, consigliere nazionale, ha da poco terminato il suo compito con la società aperta a Vicenza. Quali sono i compiti di questo braccio operativo? Avere titolarità giuridica per sottoscrivere contratti, documenti e convenzioni, cioè quanto è necessario per far funzionare un evento mastodontico come l’adunata con le decine di migliaia (da 300 a 500mila nelle edizioni più recenti) che si riversano in città. Spetterà alla Srl per esempio affidare incarichi per gestire le prenotazioni alberghiere, come è accaduto a Vicenza, siglare intese per ottenere spazi privati e pubblici da trasformare in “posti branda”, ovvero ricoveri provvisori per far dormire gli Alpini, firmare contratti di sponsorizzazione o patti commerciali. Se la presidenza è affidata all’Ana nazionale, è biellese il vicepresidente Andrea Antoniotti. Faranno parte del consiglio della società anche Gian Piero Maggioni e Paolo Saviolo, sempre dell’Ana locale.
Cosa succede in città
Oggi alle 11 a Biella saranno letture e giochi da tavolo le protagoniste del laboratorio del giorno alla biblioteca dei ragazzi Rosalia Aglietta Anderi. Il suo titolo è “Giocoleggiando con il Folletto”, dal nime del negozio-fumetteria partner dell’evento. Ingresso libero, info allo 015.3507651
Oggi alle 18 a Biella sarà lo spiazzo di fronte alla Fons Vitae di viale Matteotti a ospitare la presentazione del libro “Matteotti dieci vite” con l’autore Vittorio Zincone in dialogo con Laura Colmegna. Sarà il primo atto del neonato comitato “M come Matteotti”
Oggi alle 19 a Mongrando comincia la festa del Carmine che avrà luogo nella piazza principale fino a lunedì sera. I punti gastronomici e per le bevande sono affidati a caffè Galileo e Vida Loca. Dalle 22 ci sarà musica con Forever Young e i dischi da ballare dagli anni Ottanta in poi
Oggi alle 20,30 al Piazzo torna un appuntamento della rassegna dedicata a Marco Polo a 700 anni dalla sua morte. A palazzo Ferrero si alterneranno le letture di Peppe Frana e la musica della violoncellista biellese Anaïs Drago. L’ingresso è libero. Dalle 18,30 è possibile premotare l’apericena alla caffetteria del palazzo prenotando al 327.3933222
Oggi alle 20,30 a Biella l’estate di spettacoli al centro commerciale Gli Orsi porta una serata dedicata alla musica da discoteca: in console c’è Prezioso, alias Giorgio Prezioso, storico produttore e selezionatore musicale a Radio Deejay e M2O, al microfono c’è Haiducii, pseudonimo della cantante italo-rumena Paula Monica Mitrache che fece ballare mezza Europa nel 2003 con “Dragostea din tei”. L’ingresso è libero ma si può prenotare un tagliando a questo link
Oggi alle 21 a Lessona ci sarà da ridere al Lessona Summer Festival con la sua serata dedicata ai comici: si esibiranno Gianluca Impastato, già volto televisivo di Colorado e cinematografico in Eccezzziunale Veramente 2, e Max Cavallari, che con il compianto Bruno Arena aveva creato i Fichi d’India. L’ingresso è gratuito
Troppo pesce a Biella
C’è un dettaglio da fini conoscitori dell’accoglienza che, secondo il critico gastronomico biellese Paolo Vizzari, è indice di una scarsa abitudine del territorio a ospitare visitatori da fuori provincia: «A Biella si mangia troppo pesce» ha detto in un’intervista al portale Cibo Today. Il perché di questa considerazione è presto spiegato: «Significa che i ristoranti stanno continuando a lavorare per i clienti locali che i piatti tipici già li conoscono. Quando nei menu vedremo ancora più territorio, questo sarà il segnale del cambiamento». Paolo Vizzari è figlio d’arte: il padre Enzo, radici bresciane ma per anni direttore dell’Unione industriale biellese, è stato fino al 2022 direttore delle Guide de L’Espresso, autorevole manuale dell’alta cucina italica. I più attenti telespettatori potrebbero ricordare entrambi come ospiti e giudici d’eccezione in qualche puntata di Masterchef. Cibo Today ha pensato al più giovane dei due per farsi raccontare qualcosa sul mangiar bene in terra biellese. Il suo giudizio è severo ma non troppo: «Dal punto di vista gastronomico Biella non brilla, se paragonata ad altri territori famosi per il vino e il cibo, come la Langhe. Ma deve provare a non assomigliare per forza a qualcos'altro. Oggi il pubblico cerca anche aree un po' isolate, con una bella natura ancora intatta. Qualità fino a qualche anno fa un po' snobbate oggi stanno acquistando valore». Certo, bisogna crederci e spesso avviene più altrove che “in patria”: «Abbiamo pascoli stupendi dove si produce il Maccagno e vari tipi di Toma. Sono formaggi che troviamo da Bocuse o altri ristoranti di alto livello nel mondo e nelle gastronomie più rinomate delle grandi capitali e da noi sono meno conosciuti. E poi Biella deve valorizzare i suoi territori vinicoli. Bramaterra e Lessona sono denominazioni molto interessanti». I suoi consigli? Non tutti scontati: c’è Il Patio di Pollone con la sua stella Michelin, Il Faggio sempre a Pollone «senza stelle, ma altrettanto valido», La Bürsch a Campiglia Cervo dove «Erika Gotta è una brava e giovane chef». Poi Vizzari suggerisce L’Avvelenata al Piazzo per un calice di vino per l’aperitivo, la Croce Bianca, la Fornace a Oropa e il Bucaneve a Bielmonte, Mosca a Biella per fare scorta di prodotti di qualità. Tra i consigli ce n’è anche uno sul modo di accogliere i clienti: «Bisogna puntare sulla formazione del personale. Conta anche entrare in un bar e trovare qualcuno che sappia farti un toast come si deve. Le campagne pubblicitarie a Milano devono poi avere un riscontro quando i turisti, incuriositi, cominciano ad arrivare. Non bisogna dimenticare che finora la quasi totalità dei numeri turistici è generato dalla visita al Santuario di Oropa. Ma quello è un altro tipo di pubblico, che non mette necessariamente al primo posto l'esperienza enogastronomica».