Inceneritore, tutti i no (meno uno)
Ci sono no pesanti e sì molto tecnici nel voluminoso plico della valutazione di impatto ambientale del progetto dell’inceneritore nell’ex fabbrica Zincocelere. Ieri il faldone si è arricchito di numerosi fogli: il solo parere dettagliato del comune di Cavaglià conta più di 250 pagine. Ma la conferenza dei servizi, tornata ieri a riunirsi dopo un paio di settimane per dare a sindaci e consigli dei paesi interessati il tempo di insediarsi dopo le elezioni, non è stata ancora quella delle decisioni definitive. Bisogna attendere ancora una quindicina di giorni fino al 10 luglio quando sul tavolo degli enti interessati e dell’azienda che ha presentato il progetto (la strapotente realtà dei multiservizi A2A) ci sarà il testo della determina del dirigente della Provincia di Biella con il parere finale. Quel giorno no vorrà dire no e ad A2A non resterebbe che la strada del ricorso al Tar. Gli ambientalisti sperano che l’esito sia esattamente questo, forti della pila di pareri negativi che è cresciuta ancora un po’: ci sono i no dei Comuni, con Cavaglià che ha respinto nei giorni scorsi la proposta di variante al piano regolatore che avrebbe consentito ai capannoni del possibile inceneritore di sforare sulle altezze minime degli edifici industriali. Ci sono, soprattutto, i no delle due province di Biella e di Vercelli e delle due aziende sanitarie, come riporta il circolo Tavo Burat, privato da un contenzioso con i vertici regionali di nome e marchio di Legambiente. «Il peso dei pareri negativi» hanno scritto gli attivisti sulla loro pagina social «è tale che il dirigente dovrà inevitabilmente esprimere il diniego al rilascio del provvedimento di compatibilità ambientale». C’è una fiducia un po’ più cauta a casa del Movimento Valledora, che ieri ha organizzato un presidio davanti alla sede della Provincia per rendere visibile il fronte del no: «Noi siamo soddisfatti e fiduciosi in una determina chiara ed efficace nel voler porre fine a anni di battaglie e di trepidazione. Il nostro territorio aspetta un futuro migliore». C’è stato anche qualche via libera, ma ha l’impressione di essere squisitamente tecnico: il servizio ambientale della Regione doveva esprimersi su eventuali rischi per natura e biodiversità nelle non distanti aree protette dei laghi di Viverone e Bertignano. Il suo sì è vincolato a un monitoraggio continuo della situazione nel caso si arrivi alla costruzione dell’impianto. I vigili del fuoco hanno dato il loro via libera riferito solo al rispetto delle norme antincendio nella realizzazione dell’inceneritore, dopo l’esame dei documenti di progetto. Tra gli atti acquisiti ieri ci sono anche molte pagine di replica redatte da A2A stessa nel tentativo di depotenziare le osservazioni che sono alla base dei pareri negativi. Il termovalorizzatore, eufemismo tecnico che suona meglio di “inceneritore”, tratterebbe solo rifiuti industriali e non urbani, quindi non avrebbe nessun impatto sulla gestione ambientale del territorio. In cambio produrrebbe energia elettrica. La parte più vistosa e controversa del progetto è una ciminiera gigante alta più di ottanta metri, che sarebbe impossibile da non notare anche da lontano nel paesaggio della pianura. È anche la ragione per cui un via libera all’inceneritore dirotterebbe altrove gli investimenti di Pierre et Vacances, il colosso francese dei villaggi turistici che ha messo gli occhi sulle colline attorno a Viverone con il progetto di un maxi-insediamento.
Ipse dixit
“Grazie a chi ancora pensa che i risultati siano arrivati perché sono la moglie di Simonetti perché mi fa capire che noi donne abbiamo ancora strada da fare per arrivare a una reale meritocrazia”
(Dal messaggio su Instagram di Barbara Greggio, ex assessora al Turismo e al Commercio a Biella, dopo la mancata riconferma in giunta. Roberto Simonetti, il marito, è ex deputato, presidente della Provincia e attuale segretario provinciale della Lega)
L’invisibile
Sembrava solo una di quelle notizie che rendono Biella “capitale del crimine”: una donna che lancia un sasso a un’auto di passaggio in via Ivrea, le forze dell’ordine che intervengono, la constatazione che, per fortuna, nessuno si è fatto male e l’unica conseguenza, seppure spiacevole, è stata una carrozzeria ammaccata. La Provincia di Biella ha però scelto di guardare un po’ più a fondo. Ha scoperto che dietro quell’episodio c’è la storia di una persona invisibile che dorme al riparo delle pensiline dei bus, spaventa i passanti e mostra tutti i segni di un disagio psichico che renderebbero necessaria una mano tesa. Solo che questa, per ora, sembra non arrivare. I servizi sociali spesso faticano a intervenire quando la persona con problemi è refrattaria a ricevere aiuto. Era già successo in inverno: un uomo senza fissa dimora si era costruito un nido estremamente precario sotto i portici di via La Marmora. Un giovane residente della zona gli aveva regalato una coperta, i carabinieri erano intervenuti per convincerlo ad accettare un riparo che non fosse all’addiaccio, coinvolgendo il Comune. Ma lui preferì restare in quell’angolo di città con le sue buste e i suoi giacigli di cartone. Anche la donna protagonista di questo nuovo episodio sembra comportarsi allo stesso modo: le forze dell’ordine la conoscono, per avere avuto a che fare con lei. Ma, una volta risolto il problema temporaneo di sicurezza, non hanno potuto fare altro che lasciarla lì. Così rieccola accucciata sulle sedute di una fermata del bus, in quest’ultimo periodo in via Ivrea e prima tra via Rosselli e la stazione San Paolo, come suggerisce l’articolo. E riecco il buco nel sistema di sostegno ai più fragili che a volte rende difficile aiutare chi non bussa da solo alla porta giusta.
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Biella riapre il mercatino del libro usato junior alla Biblioteca dei ragazzi Rosalia Aglietta Anderi di piazza La Marmora: resta a disposizione fino alle 18,30 per raccogliere fondi a favore delle iniziative della stessa biblioteca
Oggi alle 19 a Gaglianico alla festa patronale di San Pietro inizia la serata bavarese con un menu a base di stinco con patate e würstel con crauti. Alle 21 musica dal vivo con i “Domani smetto” che suonano il repertorio di J-Ax e degli Articolo 31
Oggi alle 21 a Candelo il cinema Verdi apre un ciclo in cui ripropone vecchi film ancora nella versione in pellicola: si comincia con Dirty Dancing, una delle pellicole-culto degli anni Ottanta. L’ingresso costa 8 euro
Oggi alle 21 a Sala il ciclo “Raccontare è resistere” prosegue con la proiezione del documentario “Partigiani nella Bessa e dintorni” con la videointervista che Pier Giorgio Clerici ha realizzato a Lino Verdoia cinque anni fa
Fact checking: i numeri del turismo
«Abbiamo fatto molto, durante la mia legislatura c’è stato un incremento del turismo pari al 39%»: la dichiarazione è di Claudio Corradino, ex sindaco di Biella, rilasciata a La Stampa nel contesto di una mini-inchiesta in cui si parlava del titolo di città creativa Unesco e dei vantaggi che ha portato (o non ha ancora portato). Da dove arriva la cifra? Dai calcoli che l’agenzia regionale per il turismo effettua ogni anno sugli arrivi, ovvero il numero di persone che trascorre almeno una notte in una struttura ricettiva del territorio, e sulle presenze, cioè sul numero totale di notti trascorse da chi ha soggiornato in provincia. Se i politici tendono a gonfiare le cifre positive, per una volta Corradino le ha sottostimate. Rispetto al 2019, anno in cui è diventato sindaco, gli arrivi sono cresciuti del 47%, consegnando al 2023 il titolo di anno record per il turismo. Anche i pernottamenti sono saliti, ma del 35%. Da dove arriva allora la cifra evidenziata dall’ex primo cittadino? Dal confronto con il precedente anno record, il 2017 del Giro d’Italia a Oropa e dei giochi estivi Special Olympics: rispetto ad allora gli arrivi sono cresciuti effettivamente del 37%. Meno marcato è stato il ritocco dei primati quanto alle presenze: +9,4%. Peraltro il dato è provinciale e non si riferisce al solo territorio del comune di Biella, dove però c’è il principale polo di attrazione per visitatrici e visitatori, il santuario di Oropa. Per questo l’incremento non può essere solo frutto delle politiche comunali che per stessa ammissione dell’ex assessora al Turismo Barbara Greggio hanno dovuto fare le nozze con i fichi secchi: «Abbiamo realizzato quello che potevamo con le poche risorse a disposizione. Per questo assessorato, per esempio, avevo un budget di 5mila euro».