Investire su Oropa
L’obiezione numero uno, quando viene annunciato uno stanziamento di denaro pubblico per il santuario di Oropa o per qualsiasi altro bene ecclesiastico, è quasi un riflesso condizionato: paghi la Chiesa, oppure li metta il Vaticano sono le reazioni che è più facile leggere. Il fatto è che Oropa (per tacere di piazza dei Miracoli a Pisa o della basilica di San Francesco ad Assisi) non è soltanto un luogo di fede ma porta con sé anche arte, storia e, vedendola dal lato più veniale, turismo. I sette milioni che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con un certo tempismo pre-elettorale, ha confermato giovedì ai piedi della grande cupola, facendo una breve deviazione dal Salone del libro di Torino, seguono alla sua visita e alle sue promesse di luglio quando venne accompagnato dalla Madonna nera dallo stato maggiore di Fratelli d’Italia a Biella. Serviranno per le colonne della basilica superiore, un pezzo di progetto che lui stesso ha voluto inserire. Ma finanzieranno, tra le altre opere, anche un nuovo spazio per l’accoglienza di turisti e pellegrini al posto dell’ex ristorante Croce Rossa, a sinistra della scalinata dello Juvarra. Le analisi annuali sui flussi turistici della provincia dicono che Oropa è e resta il principale polo di attrazione: le cifre di Visitpiemonte, la struttura regionale che segue il comparto economico, dicono che sommando le persone che hanno visitato Oropa e che la conoscono, si ottiene una percentuale pari al solo lago di Viverone, ma al santuario sono passate più persone, il 21% del campione intervistato contro il 15% del lago. Si tratta di sette volte tanto i visitatori dell’Oasi Zegna e cinque volte tanto quelli del Ricetto di Candelo. Quanto all’impatto sull’economia turistica del territorio, con i suoi 500 posti letto Oropa ospita poco più del 6 per cento del potenziale ricettivo della provincia. Ma le 21.152 notti trascorse nelle stanze del santuario sono il 7,2% di quelle in provincia e le persone che ne hanno passata almeno una sotto il Mucrone sono il 9% del totale. Siccome le cifre riguardano solo chi si è fermato a dormire, è facile stimare in molti di più i visitatori di un giorno soltanto. L’amministrazione del santuario ne conta circa 500mila ogni anno. L’impatto economico di un simile flusso di persone è facile da immaginare e porta vantaggi non solo al santuario stesso in termini di guadagni: basti pensare a negozi, bar e ristoranti senza nemmeno sconfinare nelle prospettive che il legarsi a un polo di attrazione può portare all’offerta turistica del territorio. C’è chi lo ha fatto, come i creatori del Cammino di Oropa, la novità di maggiore successo e con il più alto tasso di crescita degli ultimi anni. Alla luce di questo, i soldi per il santuario sono senza dubbio un investimento che promette di essere fruttuoso.
Ipse dixit
“Quando il ministro venne a Oropa alla fine di luglio dello scorso anno, illustrò l’idea di interveire a supporto di iniziative dell’amministrazione del Santuario […] ma nessuna voce contraria si sollevò con proposte e riserve. In questi mesi abbiamo lavorato per essere pronti al momento del “via” che avviene in un periodo di vicinanza temporale alle elezioni e questo diventa sufficiente a innescare polemiche fuorvianti perché non tengono conto che tutti gli interventi sono stati proposti dall’amministrazione che li ha approvati nel corso di più consigli, che tutte le proposte stavano nel cassetto dei sogni di noi amministratori, che mai, forti dell’autonomia di cui è portatrice Oropa, gli interventi sono stati subiti”
(Giancarlo Macchetto, amministratore del santuario di Oropa a Il Biellese)
Investire sugli Alpini
A Vicenza domenica hanno sfilato in 85mila con il cappello con la penna nera, ma la sola polizia ferroviaria ha stimato un flusso di 250mila viaggiatori: sono questi i numeri di un’adunata degli Alpini, l’evento che Biella ospiterà la prossima primavera. Sono, soprattutto, numeri che non hanno precedenti, superiori a quelli di una tappa del Giro d’Italia (appena passata da queste parti) che già concentra in poche ore una moltitudine di persone in un territorio tutto sommato minuscolo. Tanta gente significa anche tanti soldi. Forse tantissimi, come certifica uno studio citato dai media anche locali e realizzato dal dipartimento di economia e statistica dell’università di Udine: il valore economico dell’adunata ospitata nel 2023 dal capoluogo friulano è stato calcolato in poco meno di 105 milioni di euro. Se il limite della ricerca è di essere stata fatta in collaborazione con l’Ana (la presenza di chi ne è direttamente coinvolto inficia un poco la presunzione di imparzialità), i numeri parlano chiaro: sono state stimate a Udine e dintorni (ci sono stati Alpini e ospiti che hanno pernottato nella non vicinissima costa adriatica veneto-friulana perché in città i posti erano finiti) la bellezza di 297.500 presenze. Si tratta di circa 130mila persone in più rispetto ai residenti dell’intero biellese. Il valore economico è dato da tutte le esigenze che una simile moltitudine porta con sé, dal cibo al letto, dagli acquisti nei negozi cittadini al carburante rabboccato alle pompe di benzina. L’indagine ha studiato anche l’impatto emotivo, più impalpabile, ma che sembra aver restituito alla comunità udinese un surplus (per esempio) di allegria e solidarietà soprattutto tra coloro che Alpini non sono. Sarà durissima, insomma, ma dal punto di vista economico per il territorio ne varrà la pena, anche se sarà talvolta necessario accettare goliardia e qualche eccesso e forse imparare a tollerarlo quando se ne vedono anche in altre manifestazioni di piazza: in un video del Giornale di Vicenza, per esempio, si vede un motocarro Ape con una decina di Alpini appesi in equilibrio precario attorno al vano di carico solo per farlo impennare, non esattamente in piena sicurezza, mentre sfreccia in una via del centro. Proviamo a ricordare che, se quando lo fanno le penne nere fa sorridere, forse non è il caso di protestare (come è accaduto gli anni scorsi) per la musica di un BollediMalto o i colori (lavabilissimi) lasciati sull’asfalto cittadino da una Colors’ School.
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Biella il ciclo degli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca propone la conferenza di Sara Bortolozzo sul tema “Ascoltarsi e ascoltare per vivere bene”. L’ingresso nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in via Gramsci è libero
Oggi alle 21 a Candelo c’è un doppio appuntamento con film speciali al cinema Verdi: alle 21 si proietterà “Il caftano blu” (Marocco, 2022) di Maryam Touzani per la rassegna sul fine vita di Gruppo di pensiero sul fine vita e Lilt. Ingresso a 6 euro. Alle 21,15 verrà proiettato “Berchidda live” (Italia, 2023), documentario di Gianfranco Cabiddu, Michele Mellara e Alessandro Rossi sulla rassegna jazz ospitata dal piccolo centro sardo. Il film sarà replicato domani alla stessa ora
Oggi alle 21,30 al Piazzo il martedì dei concerti del Biella Jazz Club porta nella sede di palazzo Ferrero l’Alberto Barattini Trio. Lo compongono, oltre ad Alberto Barattini al pianoforte, anche Gianluca Alberti al basso e Nicola Stranieri alla batteria
Ma alla fine che cos’è la stecca?
Per suggellare la fine del lavoro per un’adunata degli Alpini e l’inizio dell’organizzazione di quella successiva, si parla di “passaggio della stecca”. Se è vero che “battere la stecca”, accompagnato dal gesto della mano agitata in modo da far schioccare l’indice contro il medio, era il simbolo di chi, a naja quasi finita, accoglieva le reclute, qui c’è un oggetto assai concerto che passa di mano in mano e di anno in anno a ogni raduno di penne nere. Quello che il numero uno dell’Ana di Biella Marco Fulcheri ha portato in città da Vicenza è un accessorio fatto di legno, lungo e con uno spazio tra le due parti che si sviluppano in verticale. Qui andavano infilati i bottoni dorati della divisa perché potessero essere lucidati a dovere mentre il legno tutt’intorno proteggeva la stoffa verde militare. In uso nei corpi militari fin dall’Ottocento, chiamata anche “lustrino”, oggi è l’oggetto simbolico che diventa come un testimone, nella staffetta tra una città sede dell’adunata e l’altra. L’associazione nazionale Alpini di Biella lo sfoggerà alla popolazione in una cerimonia fissata per sabato 25 che, come anticipa Eco di Biella, inizierà con una sfilata in via Italia accompagnata dalle fanfare e terminerà in piazza Duomo.