La Biella che assume
Un calo del 2,3% del tasso di disoccupazione in un anno è certamente un segnale positivo per il sistema economico e sociale biellese. Ma il dato, che è compreso nelle oltre 130 pagine del rapporto di Osservabiella presentato la settimana scorsa, si legge più chiaramente se messo insieme ad altri. Per esempio, il 49% della popolazione della provincia, praticamente un abitante su due, è pensionato. Il dato italiano è del 37,9%, quello piemontese del 40,8%. Questo restringe molto l’offerta di manodopera e, di conseguenza, rende più facile riempire i posti disponibili. O non riuscire a riempirli perché servirebbe più personale, come denunciano da mesi i rapporti periodici di Unioncamere e come confermano gli imprenditori del tessile. Resta il fatto che nel 2022 il tasso di disoccupazione è stato del 3,9%, contro il 6,2% del 2021. Vuol dire meno della metà dell’8,2% dell’Italia intera, una differenza che ci riporta almeno un pochino ai tempi della Biella isola felice dove tutti trovavano un impiego. Ma la perfezione è ancora distante se è vero che, esaminando la fascia di età tra i 15 e i 24 anni, i disoccupati diventano il 19,5%, quasi uno su cinque. Qui il guadagno rispetto al 22,3% dell’anno passato è presente, ma il focus sulle donne fa salire il dato al 22,5%, più alto di quello piemontese del 17,6%. Le dinamiche del mercato del lavoro, già presentate qualche settimana fa in una delle tappe volute dalla Regione per presentare l’Accademia Piemonte con le sue proposte di formazione su misura per le aziende, parlando di 22.230 assunzioni in un anno, +9,6% quanto a valore assoluto rispetto al 2021. Una su due è a tempo determinato ma diventano quasi due su tre in caso di qualifica professionale alta. Il tasso maggiore di contratti a tempo indeterminato appartiene all’industria, il 26,3% di quelli firmati nel 2022. È proprio il settore manifatturiero ad avere il maggior numero di addetti: 17.789, in lieve salita. Le crescite in doppia cifra appartengono a finanza e assicurazioni (+23,6%), ad attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+12,4%, ma su un valore assoluto di 361 addetti) e ad alberghi e ristoranti (+11,3%). Il calo maggiore riguarda il comparto sanità e assistenza che ha perso il 18,5% dei suoi lavoratori. Il totale di chi ha un impiego in provincia è di 56,276 persone, il 33,2% del totale degli abitanti della provincia. Ricordate il dato sui pensionati? In (preoccupante) sintesi, un biellese su tre lavora, uno su due riceve il mensile dell’Inps.
Ipse dixit
“Non so quanto possa convenire all’Ucraina fare un percorso latino dal momento che è un paese slavo. Ma auguro a quello Stato di fare il percorso che più desidera. Quanto alla Bielorussia sono contenta che il nostro presidente Lukashenko non abbia ceduto alle sollecitazioni esterne e non sia entrato in guerra. Ha scelto di proteggere il suo popolo e spero che continui a farlo”
(Tatiana Shpilevaya, madre ucraina e padre e nazionalità bielorussa, responsabile tecnica della Rhythmic School di ginnastica ritmica, premiata dal sindaco di Mongrando Antonio Filoni per meriti sportivi)
Concomitanze creative
Venerdì 20 e sabato 21 Biella ospiterà un forum (e non “il” forum, a fra poco con la spiegazione) delle città creative Unesco: l’argomento è l’acqua, la sede Città Studi e l’ospite dal nome più nazionalpopolare è l’alpinista Reinhold Messner, legato a Biella anche dal suo ruolo di testimonial di lunga data del marchio Fila. Sempre venerdì 20 ma a Bergamo, un altro forum delle città creative si dedicherà alla gastronomia. Il suo titolo è “Nutrire l’innovazione attraverso la creatività” e ci saranno delegazioni da Messico, Stati Uniti, Norvegia, Spagna, Francia, Portogallo e da Alba e Parma, fondatrici insieme a Bergamo del sottogruppo di città creative per la gastronomia, e da Pesaro, capitale italiana per la cultura per il 2024. Formalmente non è una vera e propria sovrapposizione perché gli ambiti e gli argomenti sono differenti. Ma se la più grande sfida delle città creative è di essere riconosciute e riconoscibili, la concomitanza di due eventi è il modo migliore per levarsi visibilità a vicenda. E il sospetto è che tra le due città, quella con meno muscoli per sgomitare fino al centro del palcoscenico sia Biella. In più sembra percepirsi la frattura tra pubblico e privato anche nella comunicazione. Se questo forum ha come madre l’assessora comunale Barbara Greggio (Lega), la cui pulsione a non delegare ha portato alle dimissioni del manager-coordinatore Marco Morchio, il sito web così iperattivo nei mesi della candidatura, oggi è inchiodato al passato: in home page la notizia più recente risale all’Unesco Open Circuit dell’ottobre 2021, nella sezione “novità” fa capolino anche una mostra del gennaio-febbraio di quest’anno. Del forum sull’acqua non c’è ancora traccia e, fatto così, non è una vetrina ideale.
Cosa succede in città
Oggi alle 18 a Biella lo scrittore Daniele Mencarelli presenta alla Biblioteca Civica il suo romanzo “Fame d’aria”, storia di un padre e di un figlio autistico, in dialogo con Patrizia Bellardone. Domattina l’autore sarà protagonista di un altro incontro con studentesse e studenti dell’istituto Bona per parlare di disabilità mentale e fisica e disagio giovanile
Oggi alle 21 a Biella il pianista Dominic Chamot, nominato domenica vincitore del concorso Viotti di Vercelli, sarà protagonista dell’ultimo appuntamento con Note in città, la rassegna musicale del Fai. L’appuntamento è al Circolo Sociale di piazza Martiri. Biglietti a 10 euro per gli iscritti Fai, a 20 per i non tesserati e gratis per chi ha meno di 18 anni
Oggi alle 21,30 al Piazzo il cartellone di concerti d’autunno del Biella Jazz Club prosegue nella sede di palazzo Ferrero con il Deval Quartet, formazione composta da Loris Deval alla chitarra classica, Maurizio Brunod alla chitarra elettrica, Tiziano Codoro a tromba e flicorno e Sabrina Oggero Viale alla voce. Il gruppo presenterà i brani del loro ultimo lavoro “Passi”
«Non ho mai visto un mondo così orrendo»
Emilio Jona sta per compiere 96 anni: ha scritto – e scrive – libri, fa ricerca, ha ormai nel cassetto la laurea in giurisprudenza dopo anni in cui ha esercitato la professione di avvocato e non ha mai smesso, da ebreo biellese che si salvò dalla deportazione negli anni delle leggi razziali, di testimoniare l’orrore dei giorni del nazifascismo e il sollievo di aver conosciuto, anche in quei tempi tragici, le mani tese di tante persone. Alcune di loro, grazie anche alla testimonianza sua e dei suoi familiari, sono inserite nell’elenco dei “giusti tra le nazioni”, la lista di benefattori del popolo ebraico quando era minacciato dalla Shoah. Se una persona con il suo vissuto e la sua esperienza, intervistato da Eco di Biella, usa parole pesanti come «Non ho mai visto un mondo così orrendo», è presto data la misura dell’angoscia che prova un osservatore un po’ meno distaccato di un biellese medio, al cospetto di quello che accade tra Gaza e Israele. «Non sono mai stato così dominato dalla disperazione» ha detto «perché vedo un futuro nero». All’analisi geopolitica profonda, nell’intervista Jona aggiunge concetti quasi filosofici: «La verità è che bisogna riuscire a non perdere la testa e continuare a ragionare in termini umanistici. Ma è molto difficile di fronte alle stragi di Hamas. Essere umani in un mondo disumano vuol dire essere impotenti. Diversamente si diventa come Hamas e qui il gioco è infernale: io ne ammazzo cinquanta, tu ne ammazzi cento… È una situazione demenziale, ecco, sì, demenziale».