La capitale dello sfruttamento della prostituzione
Sono 5.153 i reati denunciati a Biella e provincia nel 2023: lo dice una delle classifiche periodiche sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore, secondo la quale siamo il secondo peggior comprensorio d’Italia per lo sfruttamento della prostituzione e la pornografia minorile. Fin qui la statistica che, a colpo d’occhio, sembra un enorme segnale di allarme. Ma i dati vanno guardati più da vicino ed ecco alcuni accorgimenti per interpretarli. Il primo: per rendere omogenee le cifre di province diversissime quanto a caratteristiche e popolazione (l’intero Biellese, per dire, è come un quartiere di Milano da questo punto di vista) non vengono presi in considerazione i valori assoluti ma il rapporto tra denunce e numero di abitanti. A guardare i primi, si scopre che le forze dell’ordine sono intervenute o hanno ricevuto segnalazioni per undici casi in un anno. Undici per due tipologie di reato nemmeno così simili (perché mettere insieme un “protettore” che lucra sul corpo di ragazze e una persona che cerca e trova su internet immagini fuorilegge di minori?) non risultano esattamente abbastanza per un allarme sociale, anche se le 6,5 denunce per 100mila abitanti ci collocano dietro alla sola Aosta in Italia. Continuando a guardare i valori assoluti, delle 29 tipologie di reato prese in considerazione dalla statistica, sono nove quelle che non hanno visto nessuna denuncia in un anno: tra queste ci sono i delitti che più condizionano il tessuto sociale come usura, associazione per delinquere, associazione mafiosa, traffico e produzione di droghe, infanticidi. Biella risulta undicesima anche per gli omicidi, ma anche qui il valore assoluto dice che i casi nel 2023 sono stati due, facili da ricordare anche perché rari: l’uomo senza fissa dimora per il quale sono sotto accusa le quattro persone che lo avevano ospitato, l’uomo trovato senza vita in un cassonetto a Chiavazza dopo una possibile overdose per la quale sono inquisiti coloro che erano con lui e forse gli avevano anche fornito la droga. Sono casi particolari, con le indagini indirizzate in modo da aver assicurato i presunti responsabili alla giustizia. Niente gialli, niente armi da fuoco in strada, niente spedizioni punitive, niente che faccia temere più del dovuto a uscire quando è buio in periferia. Valori assoluti alla mano però il numero dei reati è comunque salito rispetto agli ultimi due anni: erano stati 4.655 nel 2023 e 4.690 nel 2022. Il maggior numero di denunce ha riguardato i 1.211 furti e le 935 tra truffe e frodi informatiche.
Ipse dixit
“Se avessi una bacchetta magica investirei energie, soldi, idee per far sì che la scuola sia sempre aperta, dando la possibilità agli insegnanti di sperimentare. La scuola è il luogo di fioritura per la persona e di riscatto sociale. Ho portato le mie figlie in valle Cervo, al fresco, ma molti non hanno la possibilità di portare i figli in vacanza. […] Rilancerei anche tenendo la scuola aperta più a lungo possibile. Anche le superiori al pomeriggio. Io ad esempio ho beneficiato al liceo classico dell’apertura pomeridiana. Apriamo con attività diverse rispetto a quelle curriculari per far sì che i bambini continuino a incontrarsi e a fare attività che li appassionano”
(Silvia Avallone, scrittrice di origine biellese, intervistata dal Corriere della Sera edizione di Bologna sulla sua adesione alla petizione per ridurre le vacanze scolastiche estive)
Potere Operaio a Occhieppo Inferiore
È durata «qualche settimana» la sezione di Potere Operaio di Occhieppo Inferiore. Ad aprire una base di militanza per uno dei gruppi extraparlamentari di sinistra degli anni Settanta fu Alberto Barbera, origini biellesi e oggi a 74 anni timoniere della Mostra del cinema di Venezia, riportata sotto la sua gestione al centro del mondo di celluloide, almeno quanto Berlino e Cannes. A raccontare l’episodio è stato lui stesso in una lunga chiacchierata con La Stampa, parte della rubrica domenicale “Il bosco dei saggi” che dà voce a grandi personaggi nativi del Piemonte. L’esperienza di Potere Operaio, racconta Barbera, finì quando «una mattina i carabinieri si presentarono da mio padre e gli fecero capire che non era cosa». Potere Operaio, attiva dal 1967 al 1973 e che vide tra i militanti anche il giornalista Paolo Mieli e il filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, era stata anche vicina alla lotta armata e un altro episodio narrato da Barbera testimonia il clima di quegli anni, un fatto che lo convinse a mettere da parte la militanza politica: «A Torino abitavo in un grande appartamento sopra il mercato di Porta Palazzo con una decina di studenti. Era un porto di mare, un via vai continuo a tutte le ore del giorno e della notte. Una mattina alle quattro arrivò la polizia. Cercava uno di noi che, avremo scoperto dopo, era entrato nelle Br. Non lo trovarono. Ma alle 8, andandosene, un poliziotto ci fece i complimenti per l’ordine in cui aveva trovato un alloggio di studenti». Nell’intervista Alberto Barbera racconta anche come, all’oratorio di Occhieppo dove il proiezionista era lo zio, ci fu il suo primo incontro con il cinema che poi è diventato la parte principale della sua vita: «Ero piccolissimo. Ho scostato il tendone di velluto dell’ingresso e sullo schermo è comparso un arciere che balzava da dietro un cespuglio e uccideva il re. Mi sono spaventato da morire e sono scappato». La paura lasciò presto il posto alla passione: «Da piccolo mio padre cercava di raccontarmi lunghe storie la domenica pomeriggio per darmi un’alternativa, altri interessi. Ma io all’ora del film gli dicevo: grazie papà, adesso vado al cinema dello zio».
Cosa succede in città
Oggi alle 17 al Piazzo l’accademia Perosi presenta la sua stagione di concerti nella sua casa di palazzo Gromo Losa. Ci sarà naturalmente anche la musica con l’ensemble di violoncelli dell’accademia che eseguirà brani di Mascagni e Grieg. L’ingresso è gratis ma è obbligatorio prenotarsi compilando questo modulo digitale
Oggi alle 20,30 a Salussola ricominciano le lezioni del laboratorio di arte orafa. L’appuntamento è al museo dell’oro e della pietra di via Duca d’Aosta in frazione Monte
Eco di Biella e i commenti sul Pride
«Non tutti hanno avuto la fortuna di ricevere un’educazione adeguata, ma un limite dovrebbe pur esserci»: sono parole di Gabriele Pinna che, su Eco di Biella di ieri, ha firmato un articolo a mezza via tra cronaca e commento per raccontare (e stigmatizzare) quello che è successo sul canale social di Prima Biella, la versione web del bisettimanale, tra i commenti sotto le notizie relative al Pride. «Una ridda di commenti beceri e violenti da far rabbrividire» ha aggiunto Pinna, citando chi proponeva di accogliere la parata lanciando arance o mattoni, propositi fortunatamente rimasti di pixel. Il cronista prende posizione anche sulla questione, sollevata anche da 6aBiella, della necessità di moderare i commenti, eliminando le offese pure e gratuite: «Non lo abbiamo fatto» spiega «al solo scopo di lasciare ben chiari i nomi di coloro che non sanno stare al mondo in maniera civile». L’articolo, uno dei due dedicati al Pride di sabato, a testimoniare quanto il tema fosse importante per il giornale, si chiude con un appello: «La quotidiana violenza verbale, purtroppo nella maggioranza dei casi impunita, che rende velenosi per l’intelletto anche gli smartphone dei nostri figli, andrebbe fermata con una legge urgente e severa. E che sappia agire concretamente sui trasgressori solo un poco meno velocemente di un tasto invio».