La città che non dice nulla
(Attenzione: questo è uno sfogo più che una notizia. Se non vi va, passate all’argomento successivo)
Che cosa deve succedere a Biella perché si abbia almeno la sensazione che s’increspino le acque ferme dello stagno? Non sono passati molti giorni da quando un gruppetto di insegnanti delle scuole di Chiavazza hanno detto in un’assemblea pubblica quanto fosse allarmante il disagio sociale tra le bambine e i bambini che vedevano ogni giorno, anche nelle oasi all’apparenza tranquille delle aule di un asilo. Il silenzio è stata la reazione senza che uno straccio di autorità si preoccupasse di una fetta di generazione che, in un quartiere, rischia la deriva. I documenti ottenuti dai consiglieri comunali sulla scuola Cerruti, in via di demolizione perché non più agibile né recuperabile, hanno dimostrato che già a gennaio c’erano seri allarmi sulla struttura ma per i sei mesi successivi la materna è rimasta regolarmente aperta, dentro un edificio che, come sappiamo oggi, letteralmente non può stare in piedi. Ma l’ultima cosa che ha fatto rumore parlando di sedi scolastiche, apparsa su La Stampa, è una protesta dei genitori della De Amicis, trasferita in via Carso come la Cerruti, perché in uno spazio c’è una moquette maleodorante. Nei primi sei mesi del 2024 le ore di cassa integrazione ordinaria chieste e ottenute in provincia di Biella, secondo i dati Inps, sono state 2.490.735. Nello stesso periodo del 2023 sono state 424.724, un sesto rispetto a quest’anno. La cassa integrazione ordinaria è quella che interviene quando l’azienda affronta una riduzione dell’attività lavorativa, come un calo della produzione perché il mercato è più debole. L’argomento non è all’ordine del giorno, nonostante il Biellese esprima anche l’assessora regionale al Lavoro. Non è all’ordine del giorno, e non lo è da quando l’azienda ha cominciato a ridurre il personale attraverso accordi che non tutti i sindacati hanno sottoscritto, la situazione dell’ex Lancia di Verrone, che produce i cambi per i veicoli commerciali diesel dell’intero gruppo Stellantis e le cui prospettive, in un settore in seria crisi come quello dell’auto, sono estremamente incerte. I sindacati stessi, nel dettaglio la Cgil, hanno chiesto a più riprese che anche la politica locale si occupasse della questione. Per ora non è accaduto. Se le famiglie hanno meno soldi in tasca - la cassa integrazione li riduce e nel settore che ha più occupati in provincia, quello tessile, si discute da mesi sul rinnovo del contratto di lavoro che non arriva – anche i consumi si contraggono. Le vetrine spente vecchie e nuove di via Italia e dintorni ne sono la prova. Non è bastato a portare un singolo tema di questa situazione complicata al centro del dibattito perché ci restasse per più di una conferenza stampa in cui si presenta un progettino palliativo che ha impatti limitatissimi. Mentre si rispolverano dal cassetto espressioni bollite come “il volano del turismo”, i treni sono pochi e poco affidabili, per il collegamento autostradale della pedemontana, a un anno abbondante dalla magniloquente firma sul contratto di appalto, non è ancora stato tirato un metro di asfalto, la funivia di Oropa è ferma e le belle idee d’iniziativa privata (la “grande balconata alpina” lungo il Tracciolino, il bivacco-osservatorio all’anticima di Mucrone Local) affondano in qualche cassetto. Biella sembra davvero uno stagno, dove non si sente nemmeno gracidare una rana. Sembra che ci vivano solo pesci. E, in quanto tali, sono muti.
Ipse dixit
“La manutenzione sta tornando a livelli di sufficienza. Non voglio illudere nessuno. Non vuol dire che la situazione sia ottimale o almeno a livello di come eravamo abituati in passato, ma il gap accumulato nel periodo del commissariamento diventa difficile recuperarlo senza i fondi necessari. Abbiamo 1,1 milioni di euro quando ne servirebbero almeno cinque. Il risultato è sotto gli occhi di tutti”
(Emanuele Ramella Pralungo, presidente della Provincia di Biella, parlando a La Stampa di manutenzioni stradali)
Quando piove
Un’analisi interessante e istruttiva di un giovane geologo ligure, pubblicata sul suo profilo X, ha spiegato le dinamiche che hanno portato all’esondazione del torrente Sori, a Genova, ma possono servire a capire meglio come le sempre più frequenti ondate di maltempo possano superare quelle che pensiamo siano le misure di prevenzione. Cementificazione, scarsa pulizia dell’alveo dei corsi d’acqua, sbarramenti naturali o artificiali sono spesso indicati come le ragioni per cui i fiumi escono dagli argini e allagano tutto quello che si trovano intorno. Nel caso del Sori, un torrente dal corso assai breve e altrettanto ripido, non ci sono sbarramenti né coperture a “nasconderne” l’alveo, non ci sono state deviazioni artificiali del tracciato, non si sono verificati episodi di tombini otturati a trattenerne l’acqua. Però, quando è esondato, sono caduti 90 millimetri di pioggia in un’ora e 500 in un giorno, la quantità che, spalmata su cinque giorni, provocò la devastante alluvione del 1968 in valle di Mosso. Si tratta di un litro e mezzo d’acqua al minuto per ogni metro quadrato di suolo. Con una tale quantità di pioggia, non esiste torrente che non si sovraccarichi oltre il livello di guardia. Ripulire dalla vegetazione serve, al contrario di quello che si pensa, a correre altri rischi: si evitano forse le dighe naturali che bloccano il corso, ma l’acqua scorre più velocemente e quindi sprigionando un’energia (distruttiva) maggiore: «Ogni libro di geomorfologia» dice il geologo di X «parla sempre di riduzione della velocità di scorrimento, ad esempio tramite rimboschimenti o altro per far rallentare l'acqua». In più se la pendenza di un corso d’acqua è elevata (i rii dell’alluvione della valle Cervo del 2002 ne sono un esempio), è la corrente stessa a strappare via la vegetazione spontanea che cresce sulle sponde, a “ripulirsi da sola” in sintesi. Quanto ai ponti, spesso sono stati progettati in anni in cui i fenomeni atmosferici intensi erano davvero straordinari. Ancora il geologo: «I ponti sono dimensionati secondo le piene centennali del periodo. Per esempio le nostre ferrovie risalgono generalmente al 1870-1895: le piene di oggi sono più violente di quelle di allora. I ponti devono avere luci adeguate per le portate del torrente/fiume, perché devono consentire il passaggio anche di detriti che sono sempre inevitabili durante una piena». Ed ecco, a monte di tutto, la vera causa del problema: «Ogni grado extra in atmosfera, dovuto al riscaldamento climatico, aumenta la capacità dell'atmosfera di trattenere vapore acqueo del 7 per cento. Inoltre, i mari più caldi facilitano l'evaporazione dell'acqua. Le piogge sono più rare, ma più forti». Negli ultimi quattro giorni a Biella le piogge sono state intense, con una breve pausa sabato, e ci sono state chiusure di strade tra Vigliano e Ronco, tra Miagliano e Tollegno, a Salussola per la caduta di piante. Terriccio è caduto sull’asfalto sulla Mongrando-Settimo Vittone, uno smottamento si è verificato a un passo dalla Valle Mosso-Valle San Nicolao, senza provocarne la chiusura. A Miagliano è franato un tratto del sentiero della Madonna, ripristinato da poco.
Cosa succede in città
Oggi a Biella nella piazza della stazione San Paolo cambia l’opera-manifesto legata al progetto “Da cosa nasce cosa” della galleria d’arte Bi-Box. Dopo il mese con l’omaggio alla stampa dell’artista giapponese Hokusai di Gec, tocca al lavoro di Pamcoc, illustratrice e grafica di Reggio Emilia. Il suo poster da sei metri per tre conterrà il messaggio “Dietro l’angolo, angoli di stupore”
I titoli della settimana
Le notizie principali dei giornali locali in base alle loro prime pagine
Lunedì 14
Eco di Biella Azzannato alla testa da un cane
Martedì 15
Il Biellese Invalida, le rubano l’auto: «Mi hanno tolto la libertà»
La Stampa Amianto, Legambiente si defila nella battaglia contro la discarica
Mercoledì 16
La Provincia di Biella Trovato morto a 25 anni
La Stampa Influencer ferita, il mistero infinito: “Non ricordo che cosa è successo”
Giovedì 17
Eco di Biella Tragedia di Morgan, domani l’addio
La Stampa Biella, passo avanti dell’ex ospedale verso la scuola della Penitenziaria
Venerdì 18
Il Biellese Incidenti stradali mortali, il triste primato di Biella
La Stampa Biella, troppe vittime sulle strade: una provincia con il record negativo
Sabato 19
La Provincia di Biella «Poteva uccidere qualcuno»
La Stampa Provincia, il bilancio diventa pop: “Avviciniamo i biellesi alla politica”
Domenica 20
La Stampa Banche, continua la grande fuga: “In sette anni chiusi 41 sportelli”